Il destino della Russia e dell’Europa, le identità, il
multiculturalismo, l’immigrazione: di questo han discusso politici russi
(anche dell’opposizione) ed esperti di ogni paese riuniti a Valdai, ma
di tutto ciò cos’è uscito sui giornali italiani? Nulla, se non una
battuta scherzosa di Putin su Berlusconi “processato perchè si
intratteneva con delle donne, ma se fosse stato omosessuale nessuno lo
avrebbe toccato con un dito”.
Su questa boutade le nostre penne più famose si sono gettate in lunghi
articoli scandalizzati contro la Russia, “omofoba”, “illiberale”, etc.
ma non hanno scritto una riga sulle parti pregnanti del discorso
ufficiale di Putin da cui sono emerse tematiche scottanti per anche per
l’Europa sottomessa alla UE e sicuramente condivise da una larghissima
fascia di italiani.
Senza dimenticare, inoltre, che nessuno di questi “indignati”,
soprattutto di sinistra, ci ha spiegatocome mai il Prof. Romano Prodi,
colonna del centrosinistra e fresco candidato del PD alla presidenza
della repubblica fosse lì, a Valdai, sorridente e amichevole al fianco
di quel Putin che la stampa sinistrorsa definisce un dittatore. E’
impazzito Prodi o scrivono menzogne i giornalisti “liberali e
progressisti”? Facile la risposta, ma andiamo oltre e arriviamo alle
cose censurate ma interessantissime come il rapporto tra identità di
popolo, identità di genere,demografia e immigrazione.
In Italia, a fronte di un generale calo demografico occidentale, la
sinistra, e in particolare il ministro Kyenge, da un lato propone lo
smantellamento anche semantico della famiglia tradizionale (con
l’eliminazione delle parole “padre” e “madre”), dall’altro propone come
“soluzione” l’arrivo incontrollato di immigrati che in teoria dovrebbero
“ringiovanire” il paese e “arricchirlo” ma che di fatto crea
instabilità e rischia di trasformarsi in una forma di colonizzazione
culturale con le tradizioni autoctone che in alcune zone diventano
minoritarie e gli abitanti nativi costretti ad adeguarsi a usi e costumi
degli immigrati.
La Russia, invece, ha una visione del problema e soluzioni diametralmente opposte che Putin ha voluto chiarire:
“Gli Europei si stanno estinguendo. Non lo capite? E i matrimoni tra
persone dello stesso sesso non producono figli. Volete sopravvivere
attraendo immigrati? Ma la società non è in grado di integrare così
tanti immigrati”.
La salvezza dell’identità nazionale e culturale, sta secondo il
presidente russo, nella difesa della tradizione religiosa: “Senza i
valori cardine della cristianità e delle altre religioni mondiali, senza
le norme morali scolpite nei millenni, le persone inevitabilmente
perderanno la loro dignità umana”.
Un processo di dissoluzione che la Russia rifiuta di adeguarsi e Putin
critica quelle “nazioni Euro-atlantiche dove ogni identità tradizionale
inclusa quella sessuale è rigettata… dove c’è una politica che parifica
le famiglie con molti bambini a quelle omosessuali, il credere in Dio
con il suo contrario”.
Poi ha raggiunto la summa di tanti discorsi che si intrecciano
affermando una cosa che da noi è ormai vietato dire e addirittura
pensare (ma non siamo nell’Occidente liberale?): “Ogni diritto delle
minoranze deve essere rispettato, ma il diritto della maggioranza non
può essere messo in discussione”.
Putin, dunque, da un lato lancia un programma di resistenza culturale
valido per tutta l’Europa e dall’altro, pragmaticamente, afferma: “Ogni
nazione approva le leggi che ritiene, ma lasciate fare alla Russia le
proprie scelte secondo il nostro modo di vedere”.
Messaggio chiaro: non sono gradite intromissioni straniere con il
pretesto della “democrazia” e l’opposizione interna, rappresentata a
Valdai dal sindaco di Ekaterineburg, è invitata a un dibattito
costruttivo nell’interesse nazionale e non a farsi strumento di quei
gruppi di pressione esterni che in altre nazioni dell’est Europa e
dell’Asia centrale hanno portato alle disastrose “rivoluzioni colorate”.
Non a caso Putin ha spiegato che l’Ucraina, sconquassata dalla famosa
rivoluzione “arancione”, è liberissima di scegliere se far parte della
UE o dell’Unione Doganale Eurasiatica, ma che se scegliesse la UE non
potrà poi pretendere di interagire liberamente coi mercati russi e con
Mosca lanciata nel progetto di integrazione eurasiatica:”un progetto- ha
spiegato Putin- mirato alla protezione dell’identità dei popoli dello
spazio Eurasiatico nel nuovo secolo e nel nuovo mondo”.
Gli eurasiatisti francesi amano parlare dell’asse
“Parigi-Berlino-Mosca”, che non piace per nulla alla sinistra di
Hollande, ma affascina Marine Le Pen e, per una pura coincidenza, uno
dei politici stranieri più importanti invitati a Valdai era l’ex premier
francese François Fillon, uomo della destra moderata, che in questi
giorni in patria è stato criticatissimo perchè ha osato far capire che
in caso di ballottaggio tra la Le Pen e la sinistra, lui potrebbe
pensare di votare Marine. Una svolta epocale per la politica francese
fondata sull’esclusione dei nazionalisti.
Proprio Fillon ha fatto a Putin la domanda dell’anno: “si candiderà
ancora alle presidenziali del 2018?”. Il presidente ha detto che non lo
esclude e tutta l’Europa identitaria che ormai lo vede come “faro”
continentale ne è ben contenta.
Fonte: http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2013/9/24/RUSSIA-Putin-l-Europa-non-puo-integrare-tutti-questi-immigrati-vi-state-estinguendo/429711/
http://fetonte.blogspot.it/2013/09/putin-non-potete-integrare-tutti-questi.html
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