Il suono e la musica hanno da sempre rivestito un particolare interesse per le popolazioni antiche.
Gli “Antichi" sapevano molto più di quanto fosse riconosciuto a loro riguardo alla Vita, all'Universo, all'Astronomia, alla Matematica Avanzata, al Magnetismo, alla Guarigione, alle Forze Occulte, eccetera.
Pensiamo a Stonehenge e alla sua architettura archeoacustica come ha dimostrato il progetto quadriennale del Dr Bruno Fazenda e colleghi, delle Università di Huddersfield e di Bristol, il quale ha stabilito come le grida, discorsi, canzoni o urla sacrificali potessero risuonare, qualunque contenuto essi potessero avere.
Gli “Antichi" sapevano molto più di quanto fosse riconosciuto a loro riguardo alla Vita, all'Universo, all'Astronomia, alla Matematica Avanzata, al Magnetismo, alla Guarigione, alle Forze Occulte, eccetera.
Pensiamo a Stonehenge e alla sua architettura archeoacustica come ha dimostrato il progetto quadriennale del Dr Bruno Fazenda e colleghi, delle Università di Huddersfield e di Bristol, il quale ha stabilito come le grida, discorsi, canzoni o urla sacrificali potessero risuonare, qualunque contenuto essi potessero avere.
Mancano alcuni pezzi, ma, quando erano al loro posto, ci dovevano essere amplificazioni, e boati, echi e riverberi.
Pensiamo all’Hypogeum e alle connesse strutture preistoriche a forma di tempio a Malta. La struttura evidenzia corridoi centrali e camere dalla struttura arcuata. Ma l’unicità di questo complesso deriva dal fatto che è sotterraneo, creato mediante la rimozione di circa duemila tonnellate di pietra scavate con martelli in pietra e picconi. Flebili suoni all’interno delle sue mura sono in grado di creare strani effetti eco e riverberi, e un suono emesso o parole pronunciate in specifici punti possono essere sentiti chiaramente in tutti i suoi tre livelli. Adesso gli scienziati suggeriscono che certe frequenze di vibrazioni sonore create da suoni emessi all’interno delle sue mura, siano in grado di alterare effettivamente le funzioni del cervello umano di chi si trova a portata d’orecchio.
Questa struttura invece è conosciuta come la "Puerta de Hayu Marca" o la "Porta degli Dei" o anche "Porta delle Stelle": una porta gigantesca scavata nella solida roccia di granito rosso che si trova letteralmente in mezzo al nulla, a oltre 4000 metri di altitudine.
Questa roccia ha un gigantesco rettangolo intagliato dove al centro, in basso è presente una nicchia che sembra proprio rappresentare una porta. La sola visione di tutto il complesso lascia assai perplessi.
Nonostante apparentemente si tratti di un portale nella roccia che non conduce da nessuna parte, un'interessante leggenda Inca tramandata da moltissime generazioni lo descrive invece come una porta capace di trasformarsi in un vero e proprio portale di accesso.
Secondo la leggenda Inca, pare che il primo re-sacerdote, Aramu Muru, abbia attraversato il portale grazie ad un oggetto speciale che ne attivava l'apertura, trasformando la pietra in uno stargate; questo stargate sarebbe quindi stato attivato con l'aiuto di un disco d'oro. Un disco d'oro "caduto dal cielo", capace di aprire un portale interdimensionale.
Oggi la popolazione autoctona chiama questo posto la Porta del Diavolo e manifesta un certo timore nel costruire abitazioni nelle vicinanze della porta; infatti non è presente neanche una singola casa! La spiegazione sta nelle leggende narrate su questa porta e sul loro comune denominatore: persone o entità provenienti da un luogo lontano, dalle stelle o da dimensioni parallele come raccontato nella seguente notizia di cronaca.
Una notte un gruppo di musicisti, dopo una festa con amici, si trovava in cammino nei pressi della porta. Ad un tratto, man mano che si avvicinavano, si accorsero che la porta era in realtà aperta e videro un uomo dal strano aspetto che li invitava dentro la sua dimora per un festa. L'uomo infatti era molto alto, con lunghi capelli biondi. I musicisti un po' spaventati rimasero allo stesso tempo affascinati dalle luci, dal clima festoso, in un contesto in cui tutto era incantevole, bello e invitante. Così accettarono ed entrarono insieme allo "straniero", tranne uno che, nel momento in cui i suoi compagni stavano entrando, si fermò un attimo ad orinare dietro una roccia; quando egli terminò si accorse che la porta era chiusa e tutte le luci, la musica, la festa svanirono. Non rivide più i suoi amici.
Secondo i teorici degli antichi astronauti, questa porta era un'estremità di un tunnel spazio-temporale, una sorta di portale che collega ad un'altra parte dell'Universo o ad un'altra dimensione.
Esistono molti manufatti antichi di persone che attraversano passaggi o strane fonti di energia e bisogna tenere conto che gli uomini dell'antichità non conoscevano la tecnologia, proprio come noi oggi cerchiamo di capire se è possibile realizzare un tunnel gravitazionale.
Ma l’idea o la capacità di realizzare e aprire questi “portali dimensionali” attraverso lo sfruttamento di luoghi o architetture particolari non fu solo prerogativa dei popoli antichi o del mondo sciamanico. Una sottile linea rossa collega le conoscenze antiche con quelle più moderne raccolte e custodite dagli ambienti massonici e templari.
Pensiamo al fiorire della misteriosa architettura gotica con la sua
ricerca della dell’armonia delle forme e dell’equilibrio tra le
proporzioni seguendo precise regole matematiche che permisero la
costruzione di cattedrali tanto imponenti e altrettanto così misteriose
come sapientemente descritto nel libro di Fulcanelli “Il Mistero delle
cattedrali” pubblicato dalle edizioni Mediterranee dove lo stesso
alchimista le definisce «libri meravigliosamenti figurato che dispiegano
fino al cielo i loro fogli di pietra scolpita» riferendosi in modo
particolare alla Cappella di Rosslyn.
La Cappella di Rosslyn fu edificata nel 1446 da William St Clair (o
Sinclair), ultimo Earl St Clair della contea di Orkney la cui storia è
legata a doppio filo con il mondo dei Cavalieri Templari e della
conseguente nascita della massoneria dopo la fuga appunto in Scozia dei
Templari in seguito alle persecuzioni che coinvolsero anche i Catari e
le altre sette gnostiche in terra di Francia.
Tra le varie decorazioni che abbelliscono il soffitto, ci sono duecentotredici cubi definiti “musicali” poiché le complesse figure incise sulle loro facce sarebbero in realtà delle note che, se trascritte correttamente e poi riprodotte, condurrebbero chi le ascolta addirittura in Paradiso.
La presenza, nella Cappella, di statue di angeli che reggono strumenti musicali non farebbe che avvalorare questa incredibile scoperta.
Il compositore scozzese Stuart Mitchell è riuscito, grazie alle sue conoscenze, a decifrare il complicato codice e a produrre una melodia che egli ha definito “il Santo Graal della musica”, ma il fatto che alcuni cubi siano andati, nel tempo, distrutti potrebbe far sì che la composizione sia incompleta.
Secondo un altro studioso, Allan Brian, co-direttore del Gruppo scozzese di incontri paranormali, il suono che si verrebbe a produrre porterebbe, a lungo andare, a stati alterati di coscienza, tanto che nel Medioevo questo tipo di accordo fu addirittura considerato diabolico e bandito dalla Chiesa cattolica.
Sappiamo bene che certe vibrazioni sono in grado di modificare la frequenza delle onde cerebrali e di liberare la mente dai pensieri - e perciò dalla cosiddetta “realtà illusoria” -, di renderla molto più ricettiva e, in certi casi, di risvegliarne od aumentarne le capacità: basti pensare ai mantra tibetani ripetuti al fine di raggiungere una elevata concentrazione ma anche a certe musiche utilizzate dagli sciamani di alcune culture del Sud America e dell’Africa per entrare in uno stato di trance ed accedere così al mondo degli spiriti e degli dei e conseguire visioni ed importanti insegnamenti.
E' possibile che la funzione principale della Cappella di Rosslyn fosse quella di agire da cassa di risonanza? Lo stesso principio, dopotutto, si ritrova nelle grandi Cattedrali gotiche in cui le volte ad ogiva fungono da “vibratori sonori” per canti e musica che, amplificati, acquistano un potere benefico sulla mente di chi ascolta.
Tra le varie decorazioni che abbelliscono il soffitto, ci sono duecentotredici cubi definiti “musicali” poiché le complesse figure incise sulle loro facce sarebbero in realtà delle note che, se trascritte correttamente e poi riprodotte, condurrebbero chi le ascolta addirittura in Paradiso.
La presenza, nella Cappella, di statue di angeli che reggono strumenti musicali non farebbe che avvalorare questa incredibile scoperta.
Il compositore scozzese Stuart Mitchell è riuscito, grazie alle sue conoscenze, a decifrare il complicato codice e a produrre una melodia che egli ha definito “il Santo Graal della musica”, ma il fatto che alcuni cubi siano andati, nel tempo, distrutti potrebbe far sì che la composizione sia incompleta.
Secondo un altro studioso, Allan Brian, co-direttore del Gruppo scozzese di incontri paranormali, il suono che si verrebbe a produrre porterebbe, a lungo andare, a stati alterati di coscienza, tanto che nel Medioevo questo tipo di accordo fu addirittura considerato diabolico e bandito dalla Chiesa cattolica.
Sappiamo bene che certe vibrazioni sono in grado di modificare la frequenza delle onde cerebrali e di liberare la mente dai pensieri - e perciò dalla cosiddetta “realtà illusoria” -, di renderla molto più ricettiva e, in certi casi, di risvegliarne od aumentarne le capacità: basti pensare ai mantra tibetani ripetuti al fine di raggiungere una elevata concentrazione ma anche a certe musiche utilizzate dagli sciamani di alcune culture del Sud America e dell’Africa per entrare in uno stato di trance ed accedere così al mondo degli spiriti e degli dei e conseguire visioni ed importanti insegnamenti.
E' possibile che la funzione principale della Cappella di Rosslyn fosse quella di agire da cassa di risonanza? Lo stesso principio, dopotutto, si ritrova nelle grandi Cattedrali gotiche in cui le volte ad ogiva fungono da “vibratori sonori” per canti e musica che, amplificati, acquistano un potere benefico sulla mente di chi ascolta.
Viene da chiedersi se, in passato, a Rosslyn si tenessero concerti
“proibiti”, forse a scopo iniziatico, atti a spalancare le porte del
terzo occhio e, perciò, dell’anima, mettendo in questo modo l’uomo in
comunicazione diretta con la sua parte più nascosta e sublime, ovvero
quella divina. Questo spiegherebbe perché la Cappella raccoglie in sé le
tradizioni di tanti culti diversi: l’Illuminazione è dopotutto il
traguardo a cui hanno da sempre anelato i saggi, i mistici e i santi di
ogni religione e di ogni epoca.
La ricerca dei “portali” interessò in tempi più recenti altre correnti esoteriche i cui scopi non furono così nobili come quelle che probabilmente ispirarono i Templari e le prime logge massoniche. Stiamo parlando del nazismo e del suo risaputo interesse verso l’occulto, il misterioso e l’esoterico ispirato dalle dottrine teosofiche che sfociarono durante la prima metà del ‘900 nei seguenti ordini esoterici:
Se note sono le spedizioni dell’Ahnenerbe nel misterioso Tibet alla scoperta dei segreti dei Lama tibetani e dei “magici suoni” e dei poteri racchiusi nei Mantra, meno nota è una missione dei tedeschi in Valtellina e più precisamente in quel di Teglio, dove ancora oggi a Palazzo Besta possiamo osservare strani affreschi e criptici messaggi.
La ricerca dei “portali” interessò in tempi più recenti altre correnti esoteriche i cui scopi non furono così nobili come quelle che probabilmente ispirarono i Templari e le prime logge massoniche. Stiamo parlando del nazismo e del suo risaputo interesse verso l’occulto, il misterioso e l’esoterico ispirato dalle dottrine teosofiche che sfociarono durante la prima metà del ‘900 nei seguenti ordini esoterici:
- - Armanen-Orden;
- - Art-gemeinschaft;
- - Tempelhof-gesellschaft
- - Thule Gesellschaft
- - Vryl gesellschaft
Se note sono le spedizioni dell’Ahnenerbe nel misterioso Tibet alla scoperta dei segreti dei Lama tibetani e dei “magici suoni” e dei poteri racchiusi nei Mantra, meno nota è una missione dei tedeschi in Valtellina e più precisamente in quel di Teglio, dove ancora oggi a Palazzo Besta possiamo osservare strani affreschi e criptici messaggi.
E’ il lavoro di Riccardo Magnani ad aiutarci ad approfondire i segreti
di questo piccolo paese della Valtellina e a individuare alcune delle
chiavi di lettura che probabilmente mossero i nazisti a indagare a
fondo.
“Ne esistono moltissime [chiavi di lettura ndr], in realtà, e tutte rifacentisi ad un bagaglio interculturale che porta a riconoscere in questi straordinari affreschi di volta in volta riferimenti alla cultura classica greca, alla cultura indo-vedica, celtica, egizia, la ghematria, la Qabbalah, l’astronomia, la storia dell’arte e così via. Questi affreschi sono un compendio straordinario di tutte le culture che l’uomo ha sviluppato nel proprio progredire e migrare nelle diverse latitudini e epoche sulla terra. Noi tutti abbiamo memoria scritta di cosa rappresentò essere la Biblioteca Alessandrina, ma credo che solo questo straordinario palazzo sia in grado, oggi, di farci percepire con piena fattezza quanto in quello straordinario coacervo di sapere era conservato. Ritengo che palazzo Besta sia una summa concentrata del sapere contenuto nella Biblioteca di Alessandria di Egitto, malamente e dolosamente distrutta. Ma su tutto vi è un particolare senza la cui interpretazione la riconduzione al mondo filo-fiorentino sarebbe stato molto più complicato, ovvero la scritta incisa in calce al “mappamondo” (in realtà un planisfero, appunto), che recita così: “Terra Australis recenter inventa anno 1459 sed nondum plene cognita”. Nel 1459 nasce l’Accademia neoplatonica fiorentina, per volere di Cosimo de Medici; questa intuizione mi ha permesso in realtà di capire quale fosse la porta principale per accedere ai molteplici segreti di palazzo Besta, e ricondurre successivamente a Leonardo da Vinci la paternità di questi affreschi unici.” [tratto da una intervista a Riccardo Magnani]
Tutto il sapere esoterico sembra muoversi attorno al suono, o meglio alle onde sonore, alle frequenze e alle vibrazioni.
Ciò non mi sorprende considerato la capacità delle frequenze sonore di
orientare le molecole d’acqua in modo armonico (o disarmonico).
Il dottor Joseph Puleo e il dottor. Leonard Horowitz, autori del libro "Healing Codes for the Biological Apocalypse " sono stati fra i primi a dedicarsi all'apprendimento dei benefici fisici conseguiti dall' ascolto delle frequenze armoniche, individuando con uno studio approfondito sulla numerologia, la prima serie di 6 toni, successivamente completarono la scala di solfeggio aggiungendo alla lista altri 3 toni. Il dottor Puleo era una persona estremamente scettica, e non realmente coinvolto in "cose spirituali".
Il dottor Joseph Puleo e il dottor. Leonard Horowitz, autori del libro "Healing Codes for the Biological Apocalypse " sono stati fra i primi a dedicarsi all'apprendimento dei benefici fisici conseguiti dall' ascolto delle frequenze armoniche, individuando con uno studio approfondito sulla numerologia, la prima serie di 6 toni, successivamente completarono la scala di solfeggio aggiungendo alla lista altri 3 toni. Il dottor Puleo era una persona estremamente scettica, e non realmente coinvolto in "cose spirituali".
Tuttavia, che lo volesse o no, sembra che sia stato scelto per portare
un messaggio di estrema importanza, soprattutto per il tempo in cui
viviamo, attraverso una serie di visioni e di visite da parte di
messaggeri celesti ricevette i nuovi codici di guarigione. è l'inizio di
una nuova scienza, la Cimatica, che studia le onde e i suoni che creano
forme geometriche armoniose. I suoni e la luce saranno gli strumenti
delle medicina del futuro. Un istituto giapponse (I.H.M Research
Institute), ha condotto una ricerca su queste frequenze vitali,
fotografando l' acqua a -25 gradi. Ecco i cristalli dalla geometria
perfetta che derivano dalle varie frequenze. (La tecnica è quella di Masaru Emoto).
E sappiamo bene come sulla Terra l'acqua copra il 70,8% della superficie del pianeta e più o meno con la stessa percentuale è il maggior costituente del corpo umano.
E sappiamo bene come sulla Terra l'acqua copra il 70,8% della superficie del pianeta e più o meno con la stessa percentuale è il maggior costituente del corpo umano.
Questa connessione tra “vibrazione” e “materia” ci riporta subito ai
principi della fisica quantistica. Lo stesso Albert Einstein si trovò a
dichiarare: "... quello che abbiamo chiamato "materia" altro non è che
energia, la cui vibrazione è stata abbassata in modo da essere
percepibile ai sensi, la materia in sè non esiste".
Ciò che ha affermato è che a livello più profondo non siamo separati,
come corpo, come spirito, come anima... siamo solo esseri di energia.
Non dovremmo ignorare la nostra fisiologia, ma riconoscere il corpo come
energia, che vibra a una frequenza molto fitta.
E dovremmo pertanto imparare a riconoscere nelle frequenze sonore le chiavi di accesso a una verità che trascende il sapere comune.
E dovremmo pertanto imparare a riconoscere nelle frequenze sonore le chiavi di accesso a una verità che trascende il sapere comune.
Si è scoperto che potenti frequenze sonore furono date alla chiesa molti
anni fa per uno scopo profondamente spirituale. La gente che andava a
messa, che un tempo si faceva solo in latino, cantava in coro usando l'
antico linguaggio, in questo modo si creava una vibrazione molto
potente. E' stato appurato che il latino è un linguaggio che passa
attraverso tutte le forme di pensiero limitate, e in livelli più
profondi del subconscio ha accesso a conoscenze che vanno oltre le
nostre credenze. Tramite questi canti e le loro tonalità speciali,
venivano impartite enormi benedizioni spirituali durante le messe
religiose.
Poiché la musica ha una risonanza matematica, le frequenze sono in grado di ispirare spiritualmente l'umanità ad essere più "simile a Dio,", l'aver cambiato l' intonazione dei cori e la frequenza sonora ha alterato il pensiero collettivo e favorito un' allontanamento dell' umanità da Dio.
Poiché la musica ha una risonanza matematica, le frequenze sono in grado di ispirare spiritualmente l'umanità ad essere più "simile a Dio,", l'aver cambiato l' intonazione dei cori e la frequenza sonora ha alterato il pensiero collettivo e favorito un' allontanamento dell' umanità da Dio.
I suoni che posseggono queste frequenze hanno un potere straordinario
sulla fisiologia umana grazie appunto alla forma che accoglie
informazioni coerenti alle leggi della creazione universale. Si pensa
anche che il segreto dei toni Solfeggio presumibilmente rappresenti le
frequenze sonore che sono state utilizzate per creare l' Universo (Dio
creò il mondo in sei giorni, e si riposò il settimo).
E ciò ci rimanda alla cosmogonia di molte popolazioni antiche. Per l’antico sciamanesimo druidico la musica rappresentava una qualità della Natura che si manifestava in maniera invisibile, ma che tuttavia stimolava un potere creativo sull’individuo. Un potere che secondo i druidi non agiva solo sulla mente degli individui, ma poteva addirittura aver agito, all’inizio dei tempi, anche nei confronti di tutto quanto esisteva, dalle foreste al cielo stellato.
Secondo la cosmologia dell’antico druidismo europeo, l’universo avrebbe avuto origine da un Suono primordiale, quale riflesso di una Causa prima, che nella sua espansione sotto forma di una vibrazione ondulatoria avrebbe creato tutte le cose esistenti.
Gli sciamani ritenevano infatti che la Natura manifestasse attraverso la musica un profondo e segreto messaggio che poteva portare alla conoscenza dell’origine e della natura reale dell’Universo.
Un messaggio che rivelava come la musica rappresentasse anche un evento più profondo, che si identificava con la vibrazione primordiale che aveva dato vita all’universo e costituiva il cuore pulsante e vitale di ogni cosa. L’esperienza vibrazionale del fenomeno ondulatorio era ben conosciuta dagli antichi sciamani e ritenuta, insieme alla matematica, un fenomeno di base per tutte le cose esistenti.
Gli sciamani avevano osservato e studiato il fenomeno della vibrazione delle corde degli strumenti e della propagazione ondulatoria del suono che essi producevano. Un fenomeno apparentemente immateriale, come credevano fosse l’aspetto reale dell’universo, ma in grado di raggiungere l’attenzione degli individui e risultare soggettivamente concreto.
E ciò ci rimanda alla cosmogonia di molte popolazioni antiche. Per l’antico sciamanesimo druidico la musica rappresentava una qualità della Natura che si manifestava in maniera invisibile, ma che tuttavia stimolava un potere creativo sull’individuo. Un potere che secondo i druidi non agiva solo sulla mente degli individui, ma poteva addirittura aver agito, all’inizio dei tempi, anche nei confronti di tutto quanto esisteva, dalle foreste al cielo stellato.
Secondo la cosmologia dell’antico druidismo europeo, l’universo avrebbe avuto origine da un Suono primordiale, quale riflesso di una Causa prima, che nella sua espansione sotto forma di una vibrazione ondulatoria avrebbe creato tutte le cose esistenti.
Gli sciamani ritenevano infatti che la Natura manifestasse attraverso la musica un profondo e segreto messaggio che poteva portare alla conoscenza dell’origine e della natura reale dell’Universo.
Un messaggio che rivelava come la musica rappresentasse anche un evento più profondo, che si identificava con la vibrazione primordiale che aveva dato vita all’universo e costituiva il cuore pulsante e vitale di ogni cosa. L’esperienza vibrazionale del fenomeno ondulatorio era ben conosciuta dagli antichi sciamani e ritenuta, insieme alla matematica, un fenomeno di base per tutte le cose esistenti.
Gli sciamani avevano osservato e studiato il fenomeno della vibrazione delle corde degli strumenti e della propagazione ondulatoria del suono che essi producevano. Un fenomeno apparentemente immateriale, come credevano fosse l’aspetto reale dell’universo, ma in grado di raggiungere l’attenzione degli individui e risultare soggettivamente concreto.
Avevano osservato come le onde prodotte da un oggetto lanciato in uno
stagno si allargavano da un centro formando un cerchio e, sebbene
fossero di natura inconsistente, coinvolgevano gli oggetti che vi
galleggiavano. Avevano altresì osservato come i terremoti producessero
fenomeni ondulatori che si propagavano da un epicentro per procedere in
cerchio come le onde di uno stagno.
L’antico sciamanesimo druidico aveva quindi interpretato il fenomeno del suono per spiegare la struttura più intima dell’universo, determinandone la nascita attraverso l’archetipo ondulatorio, e dando vita alla formazione della materia.
La tradizione druidica riporta che all’origine dell’universo si era manifestata una condizione di esistenza definita con il termine “Baktà”. Un campo energetico con una sua potenzialità creativa.
L’antico sciamanesimo druidico aveva quindi interpretato il fenomeno del suono per spiegare la struttura più intima dell’universo, determinandone la nascita attraverso l’archetipo ondulatorio, e dando vita alla formazione della materia.
La tradizione druidica riporta che all’origine dell’universo si era manifestata una condizione di esistenza definita con il termine “Baktà”. Un campo energetico con una sua potenzialità creativa.
All’inizio, secondo gli antichi testi, il Baktà primordiale si richiuse
su se stesso divenendo incandescente e piccolo quanto non avrebbe potuto
essere altrimenti. Il nuovo stato in cui il campo energetico si era
trasformato produsse al suo interno una “insofferenza” di cui si liberò
con una immane eruzione energetica. Evento che produsse un fenomeno
ondulatorio di colossale potenza, che si propagò in tutte le direzioni,
creando l’esistenza. Praticamente una descrizione ante-litteram del Big
bang ipotizzato dagli astrofisici moderni.
Nella violenza del rilascio energetico si erano formati vortici di “baktà secondario”, differenti dalla natura posseduta da quello primordiale, che raffreddandosi portavano a creare una varietà di istanze energetiche di ogni genere da cui sarebbe sorta poi la materia.
La composizione della materia secondo la fisica moderna:
1) lo stato della materia come appare a livello del piano umano;
2) la struttura molecolare della materia costituita dal legame di più atomi;
3) l’atomo nella sua rappresentazione schematica, formato da un nucleo centrale costituito da protoni e neutroni e da uno sciame orbitante esterno di elettroni;
4) la posizione orbitale di un elettrone;
5) i quark, le particelle basilari che costituiscono gli elementi dell’atomo;
6) le stringhe, corde vibranti di energia che costituiscono i quark
Per l’antico sciamanesimo druidico che era giunto a questa teoria cosmologica, la mente umana poteva avere difficoltà a immaginare un simile processo cosmologico, ma poteva benissimo rappresentarlo attraverso l’esperienza umana dell’archetipo ondulatorio del suono.
Gli antichi sciamani colsero quindi l’esempio dell’individuo che incamera l’aria con il suo respiro e la emette dalla bocca con la modulazione della voce.
Il processo cosmologico che aveva dato origine all’universo poteva essere quindi compreso con l’esempio dell’atto dell’inspirazione che portava a trattenere in sé, concentrandola, tutta l’energia dell’aria per poi emetterla attraverso un urlo possente le cui vibrazioni sonore giungevano a mostrare valori di un preciso significato concettuale.
Gli antichi sciamani descrissero così la nascita dell’universo, attraverso l’azione di una essenza plasmatica che, dopo essersi concentrata su se stessa, si era liberata violentemente, come un urlo umano, producendo un flusso ondulatorio a tutto campo che espandendosi, intersecandosi con altri vortici e anche nella sua frammentazione, creava le basi della materia.
Seguendo la logica espressa dalla simbologia del respiro umano, gli antichi druidi nella loro cosmologia ritennero quindi che l’universo era costituito da una vibrazione cosmica nata da un Suono primordiale, generato da una Causa Prima. Un ente posto al di là della possibile immaginazione umana, che rappresentava un Mistero esaustivo a se stesso, immanente a tutto l’esistente.
L’intero universo e ogni forma di vita non erano altro che l’effetto del Suono primordiale che si esprimeva nella sua vibrazione cosmica. Il Suono primordiale manteneva il timbro musicale nella sua vibrazione, inafferrabile rispetto alla capacità percettiva ordinaria dell’individuo, ma in grado di edificare i mondi e l’uomo stesso.
Il Suono primordiale aveva dato vita a tutto quanto esisteva a mezzo di una vibrazione che si era estesa nell’infinito, come una corda vibrante crea le note e le melodie e le espande nello spazio sino ad essere rilevate dagli individui che le ascoltano. Una vibrazione cosmica globale divenuta percepibile dall’individuo come le note di una melodia, attraverso le forme che essa aveva creato, dall’immensità dei fenomeni della Natura sino allo stesso individuo.
Nella violenza del rilascio energetico si erano formati vortici di “baktà secondario”, differenti dalla natura posseduta da quello primordiale, che raffreddandosi portavano a creare una varietà di istanze energetiche di ogni genere da cui sarebbe sorta poi la materia.
La composizione della materia secondo la fisica moderna:
1) lo stato della materia come appare a livello del piano umano;
2) la struttura molecolare della materia costituita dal legame di più atomi;
3) l’atomo nella sua rappresentazione schematica, formato da un nucleo centrale costituito da protoni e neutroni e da uno sciame orbitante esterno di elettroni;
4) la posizione orbitale di un elettrone;
5) i quark, le particelle basilari che costituiscono gli elementi dell’atomo;
6) le stringhe, corde vibranti di energia che costituiscono i quark
Per l’antico sciamanesimo druidico che era giunto a questa teoria cosmologica, la mente umana poteva avere difficoltà a immaginare un simile processo cosmologico, ma poteva benissimo rappresentarlo attraverso l’esperienza umana dell’archetipo ondulatorio del suono.
Gli antichi sciamani colsero quindi l’esempio dell’individuo che incamera l’aria con il suo respiro e la emette dalla bocca con la modulazione della voce.
Il processo cosmologico che aveva dato origine all’universo poteva essere quindi compreso con l’esempio dell’atto dell’inspirazione che portava a trattenere in sé, concentrandola, tutta l’energia dell’aria per poi emetterla attraverso un urlo possente le cui vibrazioni sonore giungevano a mostrare valori di un preciso significato concettuale.
Gli antichi sciamani descrissero così la nascita dell’universo, attraverso l’azione di una essenza plasmatica che, dopo essersi concentrata su se stessa, si era liberata violentemente, come un urlo umano, producendo un flusso ondulatorio a tutto campo che espandendosi, intersecandosi con altri vortici e anche nella sua frammentazione, creava le basi della materia.
Seguendo la logica espressa dalla simbologia del respiro umano, gli antichi druidi nella loro cosmologia ritennero quindi che l’universo era costituito da una vibrazione cosmica nata da un Suono primordiale, generato da una Causa Prima. Un ente posto al di là della possibile immaginazione umana, che rappresentava un Mistero esaustivo a se stesso, immanente a tutto l’esistente.
L’intero universo e ogni forma di vita non erano altro che l’effetto del Suono primordiale che si esprimeva nella sua vibrazione cosmica. Il Suono primordiale manteneva il timbro musicale nella sua vibrazione, inafferrabile rispetto alla capacità percettiva ordinaria dell’individuo, ma in grado di edificare i mondi e l’uomo stesso.
Il Suono primordiale aveva dato vita a tutto quanto esisteva a mezzo di una vibrazione che si era estesa nell’infinito, come una corda vibrante crea le note e le melodie e le espande nello spazio sino ad essere rilevate dagli individui che le ascoltano. Una vibrazione cosmica globale divenuta percepibile dall’individuo come le note di una melodia, attraverso le forme che essa aveva creato, dall’immensità dei fenomeni della Natura sino allo stesso individuo.
Secondo l’antico sciamanesimo druidico, parte del Baktà nella sua
manifestazione vibratoria aveva preso forma nella materia e nell’uomo,
dando vita alle leggi e al cronotopo dello spazio-tempo. Tuttavia la
matrice fondamentale che costituiva l’essenza del campo energetico del
Baktà continuava a esistere e costituiva la base vibrazionale
dell’universo.
Secondo questa concezione cosmologica tutto risultava esistente nella vibrazione primordiale. Non esisteva differenza tra l’individuo e il resto di quanto esisteva in natura. Tutto era legato a questa stessa matrice vibrazionale e quindi rispettivamente comunicante nello stesso stato fenomenico. Non esisteva neppure la distinzione di passato, presente e futuro, ma solo un eterno presente accessibile allo stato di coscienza superiore dell’Io che riusciva ad uscire dalla soggettività proposta dai suoi sensi. Tutto si rivelava come una identica cosa che aveva avuto origine dal Suono primordiale, esistente sulla base del perdurare della sua vibrazione nel cosmo.
E qui possiamo prendere in considerazione le moderne teorie della fisica quantistica che sembrano supportare la concezione cosmologica dell’antico sciamanesimo druidico.
Esse propongono infatti l’esistenza del fenomeno dell’entanglement che prevede che tutto l’universo non sia altro che un “campo quantico” dove tutti i fenomeni coesistono istantaneamente e sono correlati, in maniera altrettanto istantanea, tra di loro. Non ci sarebbe alcuno scambio di informazioni tra gli oggetti, ma sussisterebbe l’informazione per se stessa, totale e immediata.
Secondo questa concezione cosmologica tutto risultava esistente nella vibrazione primordiale. Non esisteva differenza tra l’individuo e il resto di quanto esisteva in natura. Tutto era legato a questa stessa matrice vibrazionale e quindi rispettivamente comunicante nello stesso stato fenomenico. Non esisteva neppure la distinzione di passato, presente e futuro, ma solo un eterno presente accessibile allo stato di coscienza superiore dell’Io che riusciva ad uscire dalla soggettività proposta dai suoi sensi. Tutto si rivelava come una identica cosa che aveva avuto origine dal Suono primordiale, esistente sulla base del perdurare della sua vibrazione nel cosmo.
E qui possiamo prendere in considerazione le moderne teorie della fisica quantistica che sembrano supportare la concezione cosmologica dell’antico sciamanesimo druidico.
Esse propongono infatti l’esistenza del fenomeno dell’entanglement che prevede che tutto l’universo non sia altro che un “campo quantico” dove tutti i fenomeni coesistono istantaneamente e sono correlati, in maniera altrettanto istantanea, tra di loro. Non ci sarebbe alcuno scambio di informazioni tra gli oggetti, ma sussisterebbe l’informazione per se stessa, totale e immediata.
E' un classico la prova eseguita su una coppia di fotoni che, dopo
essere stati lanciati ciascuno in direzione opposta dell’altro,
mostravano egualmente, sebbene a distanza, le stesse condizioni
fenomeniche a cui uno dei due veniva sottoposto in sede di laboratorio.
Sul principio del fenomeno vibrazionale esistono vari miti cosmologici, di popoli lontani tra di loro, che legano il concetto del Suono primordiale alla creazione dell’universo. Il Suono quindi era inteso come il riflesso della Causa Prima che si esprimeva come la vibrazione che scuoteva l’esistere dall’inizio dei tempi portandolo allo stato di consapevolezza.
Un esempio del concetto di onda, qui riferita ai fenomeni dell’elettromagnetismo. Tutti i fenomeni ondulatori si comportano con le stesse caratteristiche descrittive.
Un’altra tradizione relativa al potere vibrazionale del suono è quella degli Aborigeni australiani, che riprende l’evento del Suono primordiale attraverso il mito del “rombo sonoro”, conosciuto con il termine anglosassone di “bullroarer”.
Nell’esoterismo aborigeno del “Tempo del Sogno”, il Dreamtime, corpus mitologico della cultura aborigena, viene detto che dal suono del rombo primordiale scaturì tutta la vita dell’universo. Dal suo suono stridulo e sibilante, come un suono metallico, si sviluppò un processo evolutivo in sillabe sonore e note musicali ben determinate. Le prime materializzazioni di questi suoni furono gli astri e le costellazioni zodiacali, e poi vennero gli uomini.
Il rombo sonoro viene prodotto, durante gli incontri rituali, da una tavoletta fatta ruotare dai partecipanti appesa a una cordicella. Il suono che ne esce, propriamente quello di un suono continuo, viene ritenuto come la voce degli Dei che hanno creato l’universo.
Ancora un altro mito, appartenente alla tradizione dell’antico Egitto, fa eco al simbolismo del Suono primordiale del Drago dei Nativi europei attraverso il mito del dio Thot.
Sul principio del fenomeno vibrazionale esistono vari miti cosmologici, di popoli lontani tra di loro, che legano il concetto del Suono primordiale alla creazione dell’universo. Il Suono quindi era inteso come il riflesso della Causa Prima che si esprimeva come la vibrazione che scuoteva l’esistere dall’inizio dei tempi portandolo allo stato di consapevolezza.
Un esempio del concetto di onda, qui riferita ai fenomeni dell’elettromagnetismo. Tutti i fenomeni ondulatori si comportano con le stesse caratteristiche descrittive.
Un’altra tradizione relativa al potere vibrazionale del suono è quella degli Aborigeni australiani, che riprende l’evento del Suono primordiale attraverso il mito del “rombo sonoro”, conosciuto con il termine anglosassone di “bullroarer”.
Nell’esoterismo aborigeno del “Tempo del Sogno”, il Dreamtime, corpus mitologico della cultura aborigena, viene detto che dal suono del rombo primordiale scaturì tutta la vita dell’universo. Dal suo suono stridulo e sibilante, come un suono metallico, si sviluppò un processo evolutivo in sillabe sonore e note musicali ben determinate. Le prime materializzazioni di questi suoni furono gli astri e le costellazioni zodiacali, e poi vennero gli uomini.
Il rombo sonoro viene prodotto, durante gli incontri rituali, da una tavoletta fatta ruotare dai partecipanti appesa a una cordicella. Il suono che ne esce, propriamente quello di un suono continuo, viene ritenuto come la voce degli Dei che hanno creato l’universo.
Ancora un altro mito, appartenente alla tradizione dell’antico Egitto, fa eco al simbolismo del Suono primordiale del Drago dei Nativi europei attraverso il mito del dio Thot.
Questo dio, che mostra per la sua figura iniziatrice della cultura
dell’Egitto un forte paragone con il mito di Fetonte dei Nativi europei,
è una figura particolare per l’importanza che le viene attribuita. Lo
si trova menzionato dalla cosmologia egizia già al momento in cui
avviene la creazione del mondo, ma lo si ritrova anche a posteriori,
all’epoca della storia umana, quando egli insegna le scienze, le arti e
la scrittura basata su un alfabeto di ventidue lettere con cui lascia
all’umanità tutto il suo sapere. A lui è attribuito, ancora come per
Fetonte, il Gran Libro della Natura, costituito da ventidue lamine
simboliche identificate nel suo alfabeto e oggi nelle lamine del gioco
dei Tarocchi, che avrebbe lasciato all’umanità prima del suo congedo
dall’Egitto.
La leggenda vuole che Thot abbia donato agli antichi egizi anche la
musica alla quale verrà attribuito un ruolo molto importante sia nei
riti che nella definizione cosmologica dell’universo.
Gli egizi si riferivano infatti al Suono rappresentato dal grido cosmico
che il dio Thot aveva scagliato nel nulla all’inizio dei tempi per dare
origine al tutto. A seguito del suo grido, o della sua risata
articolata su sette note musicali crescenti, sarebbero nate varie realtà
divinizzate come la Terra, il destino, il giorno, la notte e così via.
Come ultima citazione, fa eco alle narrazioni dei precedenti miti quanto
viene detto dalla Bibbia nel Libro della Genesi nel momento in cui Dio
crea l’universo attraverso il potere del suo “verbo”.
Il fenomeno ondulatorio può essere applicato ai vari fenomeni dell’universo e all’esperienza umana. La lunghezza dell’onda, ovvero la distanza tra le creste, caratterizza genericamente i vari elementi della materia esistente nell’universo: dalle onde radio, alla finestra dei colori visibili dall’occhio umano, sino alle radiazioni più nocive. Più la lunghezza dell’onda è ridotta, maggiore è la sua penetrabilità nei corpi e nella materia. Si stima che all’estrema vibrazione ondulatoria l’onda possa comportarsi come una particella subatomica. Una stringa vibrante per l’appunto.
Infatti la citazione biblica dice esplicitamente: “Disse Dio, si faccia la luce”. Nuovamente il Suono è rappresentato come facoltà creativa. La Parola di Dio diviene sostanza, la “vibrazione divina” crea la vita sulla Terra esattamente come narrano i miti delle altre culture.
Il fenomeno ondulatorio può essere applicato ai vari fenomeni dell’universo e all’esperienza umana. La lunghezza dell’onda, ovvero la distanza tra le creste, caratterizza genericamente i vari elementi della materia esistente nell’universo: dalle onde radio, alla finestra dei colori visibili dall’occhio umano, sino alle radiazioni più nocive. Più la lunghezza dell’onda è ridotta, maggiore è la sua penetrabilità nei corpi e nella materia. Si stima che all’estrema vibrazione ondulatoria l’onda possa comportarsi come una particella subatomica. Una stringa vibrante per l’appunto.
Infatti la citazione biblica dice esplicitamente: “Disse Dio, si faccia la luce”. Nuovamente il Suono è rappresentato come facoltà creativa. La Parola di Dio diviene sostanza, la “vibrazione divina” crea la vita sulla Terra esattamente come narrano i miti delle altre culture.
Concetto creativo che viene ripreso dall’evangelista Giovanni che inizia la sua opera dicendo: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio”.
La moderna fisica sembra avallare ancora una volta le conclusioni a cui era giunto l’antico sciamanesimo druidico. Nel lavoro attuato dai fisici per definire l’architettura dell’universo è stata sviluppata infatti la cosiddetta “teoria delle stringhe”. Una nuovissima concezione della materia, che unifica la meccanica quantistica e la teoria della relatività e che va a supportare la cosmologia vibrazionale degli antichi druidi.
La moderna fisica sembra avallare ancora una volta le conclusioni a cui era giunto l’antico sciamanesimo druidico. Nel lavoro attuato dai fisici per definire l’architettura dell’universo è stata sviluppata infatti la cosiddetta “teoria delle stringhe”. Una nuovissima concezione della materia, che unifica la meccanica quantistica e la teoria della relatività e che va a supportare la cosmologia vibrazionale degli antichi druidi.
Secondo il paradigma del “Modello standard”, adottato in larga parte dai
fisici per descrivere l’architettura dell’universo, la materia è
composta da varie particelle interpretate come corpuscoli puntiformi
indivisibili, come ad esempio i “quark” che si combinano in vari modi
giungendo a formare protoni, neutroni e l’ampia gamma di particelle e di
molecole che costituiscono l’universo.
La moderna teoria delle stringhe non nega il ruolo essenziale di queste particelle, ma ritiene che esse non siano puntiformi, ma risultino costituite da un sottile filamento di energia, centinaia di miliardi più piccolo di un nucleo atomico. Un filamento di energia che è paragonabile a una cordicella, come quella di un violino, in continua vibrazione.
Le varie visioni all’interno della teoria delle stringhe, e di quella denominata delle Superstringhe, prevedono oggetti essenzialmente a una sola dimensione che possono essere aperti o chiusi e che vibrano in maniera diversa tra di loro manifestando in tal modo differenti cariche energetiche che vanno a costituire i vari elementi subatomici più o meno pesanti. Così come una corda di violino può vibrare in modi diversi producendo differenti note musicali, anche i filamenti della teoria delle stringhe possono vibrare in più modi producendo, a seconda dell’intensità del ciclo vibrazionale, particelle con massa e proprietà diverse tra di loro. Particelle, più o meno pesanti, che vanno ad arricchire il panorama definito dal “Modello standard”.
La moderna teoria delle stringhe non nega il ruolo essenziale di queste particelle, ma ritiene che esse non siano puntiformi, ma risultino costituite da un sottile filamento di energia, centinaia di miliardi più piccolo di un nucleo atomico. Un filamento di energia che è paragonabile a una cordicella, come quella di un violino, in continua vibrazione.
Le varie visioni all’interno della teoria delle stringhe, e di quella denominata delle Superstringhe, prevedono oggetti essenzialmente a una sola dimensione che possono essere aperti o chiusi e che vibrano in maniera diversa tra di loro manifestando in tal modo differenti cariche energetiche che vanno a costituire i vari elementi subatomici più o meno pesanti. Così come una corda di violino può vibrare in modi diversi producendo differenti note musicali, anche i filamenti della teoria delle stringhe possono vibrare in più modi producendo, a seconda dell’intensità del ciclo vibrazionale, particelle con massa e proprietà diverse tra di loro. Particelle, più o meno pesanti, che vanno ad arricchire il panorama definito dal “Modello standard”.
L’attività coordinata delle stringhe giunge a creare non solamente
l’entità dello spazio, ma anche quella del tempo. La teoria delle
stringhe allarga i confini immaginabili dell’universo poiché prevede che
debbano esistere ulteriori dimensioni spaziali in cui le stringhe
possano esistere con le loro caratteristiche che portano a concepire
fino ventiquattro dimensioni oltre a quelle che conosciamo.
Ciò che accomuna la visione moderna della Teoria delle stringhe a quella cosmologica dell’antico sciamanesimo druidico è il fatto che i filamenti di stringa non costruiscono di per sé un ente materiale. La stringa è da intendersi come una "unità vibratoria" immateriale che con la sua vibrazione crea il fenomeno della materia così come la percepiamo. Una stringa di energia che vibra all’infinito senza smettere mai.
Ciò che accomuna la visione moderna della Teoria delle stringhe a quella cosmologica dell’antico sciamanesimo druidico è il fatto che i filamenti di stringa non costruiscono di per sé un ente materiale. La stringa è da intendersi come una "unità vibratoria" immateriale che con la sua vibrazione crea il fenomeno della materia così come la percepiamo. Una stringa di energia che vibra all’infinito senza smettere mai.
L’idea, sostenuta dai miti, del principio del Suono primordiale come
evento che diede origine alla vibrazione, portando alla creazione delle
forme, delle creature e dei fenomeni dell’universo, indusse gli antichi
sciamani a concepire la possibilità di attuare azioni creative basate
sulla musica. A questo scopo gli antichi sciamani idearono la
Nah-sinnar, una melodia che riproponeva in schemi matematici i più
profondi e nascosti archetipi della Natura, rivelando di essere in grado
di operare sulle cose e sugli esseri umani.
Gli sciamani, nell’impiego della Nah-sinnar, usavano la voce e altri
strumenti, come il flauto, attraverso i quali esprimere il proprio
“koran”, il potere interiore del respiro che veniva unito alle facoltà
creative della Nah-sinnar.In tal modo gli antichi sciamani realizzavano
azioni terapeutiche attivando i loro cristalli o comunicando con la loro
musica un’esperienza di armonia propria del Silenzio interiore, in
grado di suscitare benessere e conoscenza. Sempre attraverso la
Nah-sinnar, riuscivano anche a creare le “kels”, creature mitiche
semi-viventi costituite dalla permanenza del suono vibratorio.
Gli antichi sciamani impiegavano essenzialmente le kels come propri aiutanti magici al fine di difendersi dalle forze occulte che potevano aggredirli, ma se ne servivano anche per attuare azioni terapeutiche verso individui lontani o le utilizzavano come messaggeri nei sogni. Non disdegnavano, all’occorrenza, di usarle per osservare le mosse dei propri avversari oppure, come nel caso delle pratiche aborigene ancora oggi in uso, per neutralizzarli.
Gli antichi sciamani impiegavano essenzialmente le kels come propri aiutanti magici al fine di difendersi dalle forze occulte che potevano aggredirli, ma se ne servivano anche per attuare azioni terapeutiche verso individui lontani o le utilizzavano come messaggeri nei sogni. Non disdegnavano, all’occorrenza, di usarle per osservare le mosse dei propri avversari oppure, come nel caso delle pratiche aborigene ancora oggi in uso, per neutralizzarli.
Creature artificiali basate sulla proprietà vibrazionale del suono, realizzate sullo stesso principio menzionato dalla tradizione ebraica che narra del “Golem”, la creatura fatta con l’argilla e resa viva dalla “parola di potere” dei Rabbini che a loro volta si rifacevano al potere della Parola del “verbo divino” che aveva creato il mondo.
Questo forse ci offre una plausibile spiegazione al perché verso la fine del XIX secolo si sia voluto sopprimere il diapason a 432hz armonicamente ‘accordato’ alle frequenze di cui sopra. E’ sorprendente scoprire che esiste un unico strumento utilizzato per l’accordatura standard di tutti gli strumenti musicali: il suo nome è Diapason a 440 hertz (oscillazioni al secondo), attualmente usato per la stragrande maggioranza dei brani che ascoltiamo quotidianamente alla radio, in tv o attraverso i nostri lettori MP3.
Il diapason di 440 vibrazioni non ha alcuna valenza scientifica. Può, quindi,questo tipo di vibrazione disarmonica, agire da portatrice di stress, ansie e patologie di vario tipo? Sì, potrebbe, in quanto è plausibile supporre che, se determinate armoniche sono in grado di guarire un organo malato, le disarmoniche possano farlo ammalare.
“Fin da quando venne adottato in Francia il diapason normale (che allora si attestava a 435Hz), io consigliai venisse seguito l'esempio anche da noi; e domandai formalmente alle orchestre di diverse città d'Italia, fra le altre quella della Scala, di abbassare il corista (diapason) uniformandosi al normale francese. Se la Commissione musicale istituita dal nostro Governo crede, per esigenze matematiche, di ridurre le 435 vibrazioni del corista francese in 432, la differenza è così piccola, quasi impercettibile all'orecchio, ch'io aderisco di buon grado. Sarebbe grave,gravissimo errore, adottare come viene da Roma proposto un diapason di 450 vibrazioni. Io pure sono d'opinione con lei che l'abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità ed al brio dell'esecuzione; ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto. Per parte mia vorrei che un solo corista venisse adottato in tutto il mondo musicale. La lingua musicale è universale: perché dunque la nota che ha nome LA a Parigi o a Milano dovrebbe diventare un SI bemolle a Roma?” ...
Il grande musicista Verdi, in questa lettera datata 1884, non usa mezzi termini per denunciare che qualcuno, in Vaticano (e suppongo non solo a Roma), ha voluto di fatto sopprimere il diapason a 432 Hz.
La corsa all'acuto iniziò con l'adozione unilaterale di un LA più alto (440Hz) da parte delle bande militari russe ed austriache ai tempi di Wagner, e tale diapason, pur non avendo alcuna giustificazione scientifica o basata sulle leggi della voce umana, fu in seguito accettato per convenzione a Londra (guarda caso Londra è uno dei più importanti centri di potere dei massoni della Confraternita Babilonese, ndr) nel 1939.
La corsa all'acuto iniziò con l'adozione unilaterale di un LA più alto (440Hz) da parte delle bande militari russe ed austriache ai tempi di Wagner, e tale diapason, pur non avendo alcuna giustificazione scientifica o basata sulle leggi della voce umana, fu in seguito accettato per convenzione a Londra (guarda caso Londra è uno dei più importanti centri di potere dei massoni della Confraternita Babilonese, ndr) nel 1939.
Da questo breve stralcio di eventi, si può subito notare come si sia
cercato deliberatamente di alterare la ricerca scientifica su questo
strumento,portando così ad una forzata disarmonia nelle frequenze
musicali. Perché “deliberatamente”? Semplicemente perché, una volta che
si è entrati in possesso di un valore scientifico riguardo ad un
fenomeno ben preciso,cambiarlo senza conoscenza e senza ragioni equivale
ad interferire.
Trasportare il diapason scientifico da 432 vibrazioni ad un diapason
disarmonico di 440, è stato praticamente come condannarci
all'esposizione di armoniche dannose per il nostro equilibrio. Le
ricerche di Maria Renold. Meglio nota come la “sacerdotessa del tuning”
(cioè dell’intonazione), studiò a lungo le differenti accordature ed i
relativi effetti riscontrati sul pubblico.
Se rimane un punto fermo l’oscillazione a 432 Hz, la sua logica di
accordatura (in sostanza, come arrivare ad ottenere i 432 Hz...) non è
per niente scontata. Un beneficio, quello dei 432 Hz, noto a tutti gli
antichi (egizi, greci, sumeri,ecc.), e di cui il grande complotto
mondiale ci ha invece privati interferendo direttamente con la ghiandola
pineale atrofizzandola e calcificandola riducendone le capacità
sensoriali ed extrasensoriali.
Giungendo infatti alla conclusione che tutto l’Universo è energia
vibrazionale, ovvero stringhe che vibrano a frequenze diverse emettendo
onde che il nostro cervello va ad elaborare utilizzando il corpo e gli
organi di senso quale “interfaccia”.
Attraverso gli occhi riceviamo le onde elettromagnetiche consentendo al cervello di elaborare le informazioni rielaborando le frequenze luminose secondo il seguente schema ed esclusivamente nel range del ‘visibile’.
Attraverso il tatto percepiamo l’illusione del solido, del materiale rielaborando l’informazione proveniente dalla forza repulsiva che si realizza tra le cariche negative degli atomi. In buona sostanza non esiste alcun contatto tra i corpi. Tu che pensi di toccare i tasti della tua tastiera in realtà non li tocchi affatto poiché le cariche elettriche negative che circondano gli atomi si respingono l’un l’altra. Non sei seduto sul divano, ma sei sospeso su di esso per uno spazio infinitesimale. Noi stessi siamo fatti di vuoto.
Attraverso l’udito rielaboriamo le frequenze sonore esistenti in natura attraverso il background di informazioni già presente nel cervello e ne aggiungiamo di nuove, oggi anche sintetiche, in un range di frequenze che varia dai 20 Hz ai 20 kHz. Questo limite superiore tende ad abbassarsi con l'avanzare degli anni: molti adulti non sono in grado di udire frequenze oltre i 16 kHz. L'orecchio di per sé non è in grado di rispondere alle frequenze superiori o inferiori all'intervallo indicato, ma queste ultime possono essere comunque percepite col corpo attraverso il senso del tatto sotto forma di vibrazioni se sufficientemente potenti in ampiezza.
Attraverso gli occhi riceviamo le onde elettromagnetiche consentendo al cervello di elaborare le informazioni rielaborando le frequenze luminose secondo il seguente schema ed esclusivamente nel range del ‘visibile’.
Attraverso il tatto percepiamo l’illusione del solido, del materiale rielaborando l’informazione proveniente dalla forza repulsiva che si realizza tra le cariche negative degli atomi. In buona sostanza non esiste alcun contatto tra i corpi. Tu che pensi di toccare i tasti della tua tastiera in realtà non li tocchi affatto poiché le cariche elettriche negative che circondano gli atomi si respingono l’un l’altra. Non sei seduto sul divano, ma sei sospeso su di esso per uno spazio infinitesimale. Noi stessi siamo fatti di vuoto.
Attraverso l’udito rielaboriamo le frequenze sonore esistenti in natura attraverso il background di informazioni già presente nel cervello e ne aggiungiamo di nuove, oggi anche sintetiche, in un range di frequenze che varia dai 20 Hz ai 20 kHz. Questo limite superiore tende ad abbassarsi con l'avanzare degli anni: molti adulti non sono in grado di udire frequenze oltre i 16 kHz. L'orecchio di per sé non è in grado di rispondere alle frequenze superiori o inferiori all'intervallo indicato, ma queste ultime possono essere comunque percepite col corpo attraverso il senso del tatto sotto forma di vibrazioni se sufficientemente potenti in ampiezza.
Il nostro corpo materiale rappresenta pertanto l’interfaccia con il
quale il nostro software (l’anima) interagisce con un universo fatto di
onde e difficilmente comprensibile all’utente finale nella stessa
maniera in cui l’utente di Windows, pur non conoscendo il codice
sorgente e i segreti del programma è in grado comunque di utilizzare gli
applicativi quali Words, Excel e gli altri programmi di uso comune.
C’è un organo di senso che non viene più ricordato dalla scienza: la ghiandola pineale o epifisi.
L’epifisi è una ghiandola endocrina situata nel cervello dei vertebrati. La sua forma assomiglia ad una piccola pigna e per questo viene detta ghiandola pineale. Si trova vicino al centro del cervello, tra i due emisferi, nascosta in una scanalatura in cui aderiscono i due corpi arrotondati dell’ipotalamo, essendo così la parte più protetta del corpo.
C’è un organo di senso che non viene più ricordato dalla scienza: la ghiandola pineale o epifisi.
L’epifisi è una ghiandola endocrina situata nel cervello dei vertebrati. La sua forma assomiglia ad una piccola pigna e per questo viene detta ghiandola pineale. Si trova vicino al centro del cervello, tra i due emisferi, nascosta in una scanalatura in cui aderiscono i due corpi arrotondati dell’ipotalamo, essendo così la parte più protetta del corpo.
L’epifisi produce melatonina e, in quantità ridotta, serotonina (a
partire dall’amminoacido triptofano) che è precursore della melatonina.
Durante la sintesi della melatonina viene prodotta la pinealina. E’
stato dimostrato che la melatonina è il più potente antiossidante
naturale. Essa possiede anche altre proprietà terapeutiche: è efficace
contro certe forme di insonnia e contro alcuni tumori.
Ma la pineale non regola soltanto i nostri ritmi del sonno. Essa regola il ritmo della vita stessa, e ciò appare nel modo più chiaro nel regno animale, dove esso non viene interrotto da alcun meccanismo artificiale. In primavera, la pineale riaccende le pulsioni sessuali, segnalando agli animali che è la stagione dell’accoppiamento. Quando l’estate cede il passo all’autunno, la pineale segnala agli uccelli che è tempo di migrare. La ghiandola pineale funziona anche come una sorta di bussola fisiologica, mantenendo gli uccelli sulla giusta rotta mentre sorvolano il pianeta. Quando l’inverno si avvicina e le ore di luce giornaliera diminuiscono, la pineale avverte gli animali che è tempo di cercare un riparo e di entrare in letargo.
Ma la pineale non regola soltanto i nostri ritmi del sonno. Essa regola il ritmo della vita stessa, e ciò appare nel modo più chiaro nel regno animale, dove esso non viene interrotto da alcun meccanismo artificiale. In primavera, la pineale riaccende le pulsioni sessuali, segnalando agli animali che è la stagione dell’accoppiamento. Quando l’estate cede il passo all’autunno, la pineale segnala agli uccelli che è tempo di migrare. La ghiandola pineale funziona anche come una sorta di bussola fisiologica, mantenendo gli uccelli sulla giusta rotta mentre sorvolano il pianeta. Quando l’inverno si avvicina e le ore di luce giornaliera diminuiscono, la pineale avverte gli animali che è tempo di cercare un riparo e di entrare in letargo.
La ghiandola pineale è una parte del corpo che, fino a poco tempo fa, è
stata poco studiata ma tenuta in grande considerazione da tutte le
culture, filosofie e religioni. Per esempio, gli indù annettono grande
importanza a quest’organo che essi considerano misticamente come il
terzo occhio del corpo – cosa che, in un certo senso, essa è per
davvero.
Descartes ritiene l’epifisi sede dell’anima. Per il filosofo e matematico francese, la ghiandola pineale è il punto privilegiato dove anima (res cogitans) e corpo (res extensa) interagiscono, in quanto unica parte dell’encefalo a non essere doppia.
Descartes ritiene l’epifisi sede dell’anima. Per il filosofo e matematico francese, la ghiandola pineale è il punto privilegiato dove anima (res cogitans) e corpo (res extensa) interagiscono, in quanto unica parte dell’encefalo a non essere doppia.
Fino agli anni ’60 i grossi finanziamenti alla “ricerca pubblica”, in
merito a questa ghiandola, vennero sempre ostracizzati, con la scusa di
ritenerla scarsamente importante; ma l’epofisi fu ampiamente studiata in
ambito militare, soprattutto dalle varie fondazioni scientifiche ed
università americane finanziate celatamente dalla CIA e dalle facoltose
famiglie che ne dettano la politica. Alla CIA da sempre molto legata al
cosiddetto mondo paranormale, non interessava se si potesse dimostrare
scientificamente l’esistenza dell’anima come natura primigenia
dell’uomo, bensì lo sviluppo dei poteri paranormali a cui veniva
associava da sempre questa ghiandola. Quello che alcuni pionieri di
queste ricerche divulgarono, rompendo il muro del silenzio, fu che i
servizi segreti americani, russi e israeliani reclutarono sensitivi,
medium e chiunque dimostrasse di possedere doti paranormali per poterli
studiare.
La ghiandola pineale, che contiene cellule pigmentate simili a quelle che si trovano nella retina, è sensibile alla luce e reagisce all’alternanza periodica di luce e di buio che l’occhio recepisce e trasmette. In un certo senso l’epifisi è un organo del sistema visivo, non dissimile dalla corteccia visiva. La trasmissione del segnale luminoso parte da una serie di neuroni che originano dalla retina e arrivano all’epifisi.
La ghiandola pineale, che contiene cellule pigmentate simili a quelle che si trovano nella retina, è sensibile alla luce e reagisce all’alternanza periodica di luce e di buio che l’occhio recepisce e trasmette. In un certo senso l’epifisi è un organo del sistema visivo, non dissimile dalla corteccia visiva. La trasmissione del segnale luminoso parte da una serie di neuroni che originano dalla retina e arrivano all’epifisi.
Se il corpo è l’interfaccia per il mondo materiale ecco che l’epifisi lo diventa per il mondo metafisico e per le sue regole matematiche (frattali) le sue proporzioni, le sue vibrazioni energetiche.
Oggi siamo ancorati al piano fisico a causa della nostra limitata capacità di interfacciarci con ciò che la cosmologia del Progetto Atlanticus definisce “Piano Astrale” popolato da esseri trascesi che le religioni hanno definito demoni o angeli (o esseri di luce) e che forse i nostri amici animali sono in grado di vedere.
Ma un giorno l’energia implicita nel nostro essere necessariamente verrà
liberata tornando a unirsi con il cosiddetto “Piano Cosmico”.
Da migliaia di anni a questa parte si è cercato di migliorare questa
interfaccia, ma, considerati anche gli esempi di cui sopra, sembra che
invece di migliorare, il percorso di consapevolezza introdotto dai
grandi maestri di un tempo (Horus, Thoth, Cristo, Siddartha, etc.etc.)
abbia avuto invece uno stop con l’avvento della chiesa cattolica.
Questo ha limitato di molto le capacità sensoriali ed extra-sensoriali
umane. Basta vedere la tabella sottostante per valutare come l’uomo
abbia perso nel tempo molte delle capacità “programmate” nel nostro DNA,
così come quello di tutti gli altri esseri viventi.
Guardate un gatto fino a quali frequenze può “ascoltare” e non sappiamo quali frequenze elettromagnetiche può “osservare”! Forse lo sapevano gli antichi egizi (ed ecco perché era venerato come un dio).
Guardate un gatto fino a quali frequenze può “ascoltare” e non sappiamo quali frequenze elettromagnetiche può “osservare”! Forse lo sapevano gli antichi egizi (ed ecco perché era venerato come un dio).
Cosa potremmo vedere nell’infrarosso? O nell’ultravioletto? Cosa sentiremmo se sentiremmo con le orecchie di un gatto?
Probabilmente avremmo già accesso alle chiavi per potere accedere a una
dimensione dell’esistente per noi sconosciuta. Una realtà metafisica
fatta di energie che si compenetra con l’illusoria realtà materiale. Una
realtà che gli antichi conoscevano bene, quale retaggio dell’epoca
antidiluviana, durante la quale civiltà più avanzate della nostra
operarono un esperimento genetico mescolando il loro DNA (e il
potenziale ivi espresso) in quello di altre creature viventi.
Nacque l’Uomo, non più peculiare delle altre specie animali esistenti sul pianeta in quanto come questi dotati di Corpo, Anima, Spirito (Hardware, Sistema Operativo, Software) seppur magari di capacità diverse.
Nacque l’Uomo, non più peculiare delle altre specie animali esistenti sul pianeta in quanto come questi dotati di Corpo, Anima, Spirito (Hardware, Sistema Operativo, Software) seppur magari di capacità diverse.
Come la Kundalini era presente negli Elohim così lo è nell’uomo, nei
gatti, nei cani e in tutte le creature viventi in quanto “punti di
energia” dell’Uno che è l’Universo (DIO).
Non vi è differenza tra Animali, Uomini ed Elohim (“Antichi Dei”) da cui siamo stati fatti semplicemente “a immagine e somiglianza”.
Non vi è differenza tra Animali, Uomini ed Elohim (“Antichi Dei”) da cui siamo stati fatti semplicemente “a immagine e somiglianza”.
Non vi è differenza tra corpi materiali e corpi astrali di esseri che
semplicemente sono trascesi a quel piano metafisico che la nostra
interfaccia materiale oggi non è in grado di comprendere.
Non vi è differenza… perché alla fine tutto è solo il risultato di stringhe vibranti (nel “Piano Cosmico”).
L’unica differenza è che forse nel nostro passato remoto questo era ben conosciuto: oggi purtroppo non lo è più.
L’unica differenza è che forse nel nostro passato remoto questo era ben conosciuto: oggi purtroppo non lo è più.
Paolo Brega
Fonti:
- http://antichiastronauti.blogspot.it/2011/04/la-puerta-di-hayu-marca.html
- http://vocidiatlantide.blogspot.it/2012/06/la-cappella-di-rosslyn.html
- http://people.mondoraro.org/archives/12952
- http://www.kricio.com/fisica-quantistica.html
- http://www.mutatemente.com/solfegggio_tones.html
- http://www.shan-newspaper.com/web/tradizioni-celtiche/572-il-suono-primordiale-che-ha-creato-luniverso.html
- http://crepanelmuro.blogspot.it/2012/03/i-benefici-della-musica-432-hz.html
- http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=467
- http://www.informarexresistere.fr/2013/01/23/viaggio-alla-scoperta-della-ghiandola-pineale/
- http://www.mediafire.com/view/?weh6pdux2pq79hp
Ricordiamo infine il sito dell'autore:
http://www.progettoatlanticus.net/
Fonte: ufoplanet.ufoforum.it
- http://antichiastronauti.blogspot.it/2011/04/la-puerta-di-hayu-marca.html
- http://vocidiatlantide.blogspot.it/2012/06/la-cappella-di-rosslyn.html
- http://people.mondoraro.org/archives/12952
- http://www.kricio.com/fisica-quantistica.html
- http://www.mutatemente.com/solfegggio_tones.html
- http://www.shan-newspaper.com/web/tradizioni-celtiche/572-il-suono-primordiale-che-ha-creato-luniverso.html
- http://crepanelmuro.blogspot.it/2012/03/i-benefici-della-musica-432-hz.html
- http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=467
- http://www.informarexresistere.fr/2013/01/23/viaggio-alla-scoperta-della-ghiandola-pineale/
- http://www.mediafire.com/view/?weh6pdux2pq79hp
Ricordiamo infine il sito dell'autore:
http://www.progettoatlanticus.net/
Fonte: ufoplanet.ufoforum.it
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