In questo caso, apparso nel numero di marzo della rivista Journal of Voice,
anziché cercare di comprendere con logica il disagio del ragazzo, i
genitori hanno acconsentito all’intervento chirurgico alle corde vocali
con l’intento di renderlo incapace di comunicare, come uno schiavo o un
animale domestico che abbaia e disturba troppo i vicini di casa.
La frequenza dei tic vocali del ragazzo era quasi di 2000 al giorno e raggiungevano i 90 dB di volume.
Dopo vari tentativi fallimentari nella
gestione farmacologica delle corde vocali, tramite l’iniezione di
tossina botulinica, al fine di paralizzare le corde vocali, si è giunti
all’atto estremo dell’intervento chirurgico.
A seguito di valutazione, nella Divisione
di Otorinolaringoiatria del Dipartimento di Chirurgia dell’Università
del Wisconsin, è stato effettuato un intervento di fonochirurgia denominato lateralizzazione tiroplastica tipo IIB.
Un lembo di cartilagine autologa,
asportata dall’ala superiore della tiroide, è stato usato e posizionato
con una rete bioassorbibile. Utilizzando una sutura non riassorbibile
[prolene 4-0], la rete è stata fissata alle corde vocali. L’operazione è
stata ben tollerata, con minimi segni di aspirazione, e il ragazzo è
stato dimesso entro 48 ore.
Non entriamo nel merito delle decisioni della famiglia, in cui sono presenti due fratelli autistici, che si dichiara finalmente felice
dal potersi presentare in pubblico o al ristorante senza problemi. Come
sempre, le situazioni personali vanno valutate caso per caso, e molto
spesso sono decisioni sofferte.
Però non possiamo fare a meno di notare
che si sta verificando una strana promozione della chirurgia, come
panacea di tutti i problemi della disabilità, in cui si sta
assottigliando pericolosamente il limite tra l’intervento terapeutico e
la tortura.
Quale sarà il prossimo passo?
Dopo le corde vocali saranno asportati gli arti superiori e/o gli arti
inferiori, o addirittura qualche organo?
La decisione di questa famiglia americana
potrebbe anche rientrare nell’ottica dell’intolleranza e dell’inciviltà
che si sta manifestando, sempre più frequentemente, nei confronti dei
bambini/ragazzi con autismo, e delle loro famiglie.
Infatti, in questi ultimi giorni assistiamo con tristezza alle polemiche insorte nello scandalo della scuola elementare Gennaro Sequino di Mugnano
[Napoli], dove un gruppo di genitori ha deciso di trasferire i propri
figli in altri istituti della zona perché non volevano che
frequentassero la stessa classe di un alunno autistico, e ancor più
raccapricciati al caso occorso a una madre di Toronto [Karla Begeley] che non poteva trattenersi dal piangere mentre leggeva la sezione di una lettera anonima che apostrofava suo figlio come “fastidioso“, un “animale selvatico“, a tal punto di suggerirle di “fare ricorso all’eutanasia” per sopprimerlo.
Fino a quando l’Autismo è fatto passare per una malattia mentale, invece che l’espressione comportamentale di una sofferenza neurologica,
e chi ne sia colpito un essere senza abilità, dal comportamento
irragionevole, potenzialmente rischioso per gli altri, finanche capace
di uccidere a sangue freddo [vedi il caso di Adam Lanza],
non dobbiamo stupirci di queste situazioni che sono all’ordine del
giorno se i genitori e/o le Istituzioni non hanno il coraggio di
denunciare la questione.
Chi porta addosso l’etichetta di malato
psichiatrico, per definizione crea sconcerto e fa paura; dovremmo invece
essere spaventati dalla crescente disinformazione, dalla malafede e
anche dalla deriva farmacologica/chirurgica che si prospetta per queste
“persone”.
Anche in questa circostanza, ci vediamo costretti a ripetere che i
soggetti autistici hanno molta più empatia, curiosità, immaginazione,
ingenuità, sentimento e civiltà della maggior parte dei cosiddetti
“normali”.
Nessun commento:
Posta un commento