Nota di IxR: Questo articolo è frutto di attenta
ricerca storica, non è intenzione della redazione offendere in
qualsivoglia maniera le persone toccate da questa tremenda malattia.
L’obiettivo dell’articolo è semplicemente l’invito alla riflessione e
dare un input a una ricerca più approfondita da parte del lettore
stesso.
Dopo che per anni siamo stati terrorizzati dallo
spettro terrificante dell’AIDS, oggi non se ne parla quasi. Forse per
questo è venuto il momento di riscrivere la storia di questa misteriosa
sindrome, che colpisce selettivamente omosessuali e drogati. C’è chi
sostiene che questa terribile malattia è stata creata in laboratorio
come arma di sterminio controllato (1). In vero, assistiamo al
propagarsi di nuovi razzismi, culminanti in “programmi di controllo” che
celano genocidi e stermini accuratamente programmati in ambienti
militari e asettici laboratori, dove si studiano nuovi tipi di morte. In
certi ambienti scientifici, si svolgono esperimenti, capaci di
suscitare veri e propri flagelli. La nostra, in fondo, è un’Era di
pericolosi angeli sterminatori o, se preferite, anticristi. Un documento
del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, gli Atti del 91°
Congresso – Sottocomitato del Dipartimento della Difesa, 1 Luglio 1969,
dice testualmente: “Gli studi sulla biologia molecolare progrediscono
con straordinaria velocità. (…). Entro cinque o dieci anni sarebbe
possibile produrre un nuovo agente biologico che non esiste in natura, e
contro cui non è stata acquisita nessuna immunizzazione naturale”. Nel
periodo di tempo previsto, “cinque o dieci anni”, scoppia l’epidemia
denominata AIDS.
La storia dell’AIDS, dunque, sarebbe molto diversa da
come fino ad ora è stata raccontata. La verità sarebbe ben altra e nel
mio libro (2) documento cosa si nasconderebbe dietro la cosiddetta
“peste del XX secolo”. Nel 1981, presso il “Centers for Disease Control” di Atlanta, in
Georgia, si cominciò a parlare di una nuova malattia molto contagiosa
denominata: “Sindrome di immunodeficienza acquisita” provocata, a quanto
dicevano e dicono, da un virus. Robert C. Gallo e Luc Montagnier, gli
scopritori spiegarono che l’AIDS è: “…una malattia devastante causata da
una classe di agenti infettivi – i retrovirus – che erano stati
individuati per la prima volta in esseri umani solo qualche anno prima.
…fu isolato un nuovo virus – il virus dell’immunodeficienza acquisita
dell’uomo (HIV, da human immunodeficiency virus) – e si dimostrò che
esso era la causa della malattia…” (3).
E solo nel 1984, l’allora
Ministro della Sanità statunitense Margaret Heckler ed il virologo
Robert Gallo, dell’Istituto Superiore di Sanità, annunciarono al mondo,
nel corso di una conferenza stampa, che era stata individuata una nuova
malattia virale, trasmessa attraverso il sangue o i rapporti
sessuali. Si disse e ancora si dice che esso opera sulla cellula a
livello genetico in maniera tale che il DNA delle cellule infettate
riceve “comandi” direttamente dall’RNA virale, differentemente di come
solitamente avviene nelle cellule, dove i “comandi” sono trasmessi dal
DNA, mentre l’RNA si comporta soltanto da messaggero. Questo modus operandi gli deriva da un particolare enzima, la trascrittasi inversa,
che costruisce una coppia di DNA a partire dall’RNA virale, che poi va
ad integrarsi nel patrimonio genetico (DNA) della cellula ospite. Il
“virus dell’immunodeficienza acquisita” infetterebbe i linfociti T
(helper), adibiti alla produzione di anticorpi da parte del sistema
immunitario.
Diversi scienziati sono convinti che non sia, com’è sancito
dall’ortodossia medica, il virus HIV a causare l’AIDS e, tra questi, il
famoso scienziato Peter Duesberg (http://www.duesberg.com/),
esperto, a livello mondiale, di retrovirus e professore di biologia
molecolare alla University of California di Berkeley, scopritore, nel
1970, del primo gene collegato al cancro, che, tra l’altro, afferma: “Il
virus di Gallo non è la causa dell’AIDS perché non rispetta i postulati
di Koch e Henle di malattia contagiosa e perché non rispetta sei regole
cardinali della virologia” (4).
In sostanza Koch ha affermato che si
può parlare di malattia contagiosa solo quando l’agente infettante,
oltre a causare la stessa affezione in tutti quegli individui coi quali
viene a contatto, è anche sempre presente in ogni stadio della
malattia. Con l’AIDS tutto ciò non avviene, infatti, “ci sono molti casi
di persone con tutti i sintomi dell’AIDS ma che non presentano alcuna
infezione da Hiv, così come ci sono soggetti che sono stati infettati
dall’Hiv da oltre 10 anni e che non mostrano alcun segno di malattia”
(5). E’da sottolineare, invece, che il modello dell’HIV (nome attuale
del virus di Robert Gallo deciso da un apposito comitato scientifico al
posto dei nomi LAV e HTLV-III) sta miseramente fallendo ad ogni test
scientifico.
La ricerca basata su di esso non è stata in grado di
fornire non soltanto una cura efficace o un vaccino, ma neanche una
spiegazione teorica per il meccanismo che causa lo stato patologico. Che
l’HIV non sia la causa dell’AIDS sono ormai diversi scienziati a
crederlo, tra i quali, oltre al prof. Duesberg, i premi Nobel Walter
Gilbert e Kary B. Mullis, ecc.. Quest’ultimo è stato insignito del
prestigioso riconoscimento per la Chimica nel 1993, per aver scoperto
la Polimerase Chain Reaction(PCR), metodo per amplificare il
DNA applicato pure nello studio dell’HIV. Neppure Eleni
Papadopulos-Eleopulos ci crede. Gli scienziati, sulla causa
dell’Immunodeficenza acquisita (AIDS), propendono per spiegazioni
diverse, che possono essere suddivise in due correnti: la prima attesta
che l’HIV è necessario ma insufficiente, perché asserisce che devono
essere presenti altri cofattori per far esplodere la malattia.
La
seconda corrente, invece, attesta che questo virus sarebbe niente più
che il segno di una immunodeficienza già preesistente,
provocata da agenti non per forza di cose infettivi, che potrebbero
essere anche chimici, comportamentali e/o ambientali. Il prof. Duesberg
ha precisato inoltre: “promuovo le mie idee per integrità scientifica, perché quando scopri che una strada non funziona è giusto cercarne altre”, aggiungendo che “chi
sostiene che l’Aids è provocato dal virus Hiv spinge migliaia di
persone a prendere una medicina dannosa come l’Azt e convince i
sieropositivi che la loro vita è di fatto finita, terrorizza il mondo
intero riguardo ai rapporti sessuali, e specula sull’esistenza di
persone malate”.
Ci stanno ancora altre teorie, molto inquietanti,
sull’Aids e chi le diffonde viene tacciato di cospirazionismo, di
paranoia e ridicolizzato. Alcune di queste gravi accuse meritano, per lo
meno, di essere conosciute dall’opinione pubblica, visto che non
trovano spazi sui mass media che diffondono soltanto le teorie
“ufficiali”. Ecco di seguito un breve sunto di queste gravissime accuse.
Taluni studiosi hanno sostenuto che questa terribile malattia è stata
creata in laboratorio come arma di sterminio controllato. Sorprende,
inoltre, sapere che il virus responsabile dell’immunodeficienza
acquisita è stato scoperto da Gallo, addirittura, un anno prima che si
manifestasse la malattia! “Nessun altro ricercatore, mai, nella storia
della medicina, è riuscito a scoprire l’agente patogeno di una epidemia
l’anno prima che l’epidemia scoppiasse. Solo Robert C. Gallo c’è
riuscito”(6), hanno denunciato i giornalisti Francesco Romano e
Elizabeth Vogel.
Come si spiega questo anacronismo? La storia
“ufficiale” dell’AIDS racconta che il dott. Robert Gallo ipotizzò un
virus come causa dell’Immunodeficienza acquisita, a febbraio 1983,
tuttavia, Jerome Groopman, sulla rivista “Nature”, già cinque mesi
prima, a settembre dell’82, aveva scritto: “Robert Gallo del National
Cancer Institute sta studiando i pazienti di AIDS in funzione del virus
HTLV perché il virus HTLV ha una simpatia per i T-linfociti, e perché è
endemico dei Caraibi” (“Nature”, 9 settembre 1982).
La storia della
“sindrome di immunodeficienza acquisita” è del resto un vero e proprio
maledetto puzzle con risvolti e sorprese, così inquietanti, da sembrare
incredibili e guai a chi denuncia il misfatto. Ci ha provato il
professor Duesberg pubblicando assieme a Bryan Ellison il libro: “Why We
Will Never Win the on AIDS”, ebbene, una Corte Federale Di New York, il
29 dicembre del 1995, ha ordinato che tutte le copie del libro
venissero ritirate e distrutte. Una precedente ordinanza dello stesso
giudice vietava la distribuzione del libro ovunque in America, anche
gratuitamente (7). Come interpretare questa congiura del silenzio? E se
davvero Duesberg avesse ragione a sostenere che l’Hiv non è la causa
dell’AIDS?
Allora sarebbe davvero tremendo per l’ortodossia sull’AIDS,
perché: “dal 1987 sta prescrivendo a più di 200.000 sieropositivi, non
importa se colpiti o meno dall’AIDS, una micidiale accozzaglia di
farmaci venefici, come la pentamidina e i chemioterapici (tipo l’AZT, il
ddl e il ddc); …sta infliggendo mortifere prognosi di AIDS a centinaia
di migliaia di persone risultate sieropositive al test dell’HIV” (8). Ma
se non è l’HIV, cos’è? Il “Sunday Express” (26 ottobre 1986), scrisse
che, secondo tre studiosi, “l’AIDS, la patologia mortale apparsa nel
1979 negli USA e che miete vittime in tutti i continenti, è stata
‘inventata’ in laboratorio”.
Nel frattempo si levano, da più parti,
accuse gravissime mentre le bugie dette sull’AIDS “…ancora oggi si
ripetono per coprire lo sterminio dei negri, dei drogati e degli
omosessuali…” (9). E’, infatti, ormai evidente che ben lontana “dal
minacciare la popolazione eterosessuale in generale, l’AIDS resta
confinato, principalmente, ai tossicodipendenti ed agli omosessuali
maschi di particolari zone urbane” (10). Cosa si cela dietro l’AIDS? C’è
chi ha parlato di sterminio, di congiura contro una parte dell’umanità.
La popolazione nera degli Stati Uniti crede che “l’unico dato in comune
tra le vittime dell’AIDS… non è né il sesso né la droga, ma sono le
manipolazioni dell’uomo bianco.
Secondo queste storie ai drogati viene
fornita eroina opportunamente tagliata con sostanze che danneggiano il
sistema immunitario, mentre gli omosessuali e gli africani vengono
infettati mediante vaccinazioni di massa, col pretesto di proteggerli da
altre malattie. Oppure accusano il governo di praticare la guerra
batteriologica contro i propri cittadini omosessuali mettendo in giro un
virus (!) che contagia a preferenza gli omosessuali” (11). Leggiamo
ancora, nel dossier inchiesta di Romano e Vogel, che “la rivista gay New
York Native, nell’83 pubblicò la lettera di un dipendente del
laboratorio di guerra biologica di Fort Detrick il quale assicurava di
aver partecipato all’operazione, che era iniziata nel ‘78. La lettera
era anonima ma è stata pubblicata anche in Unione Sovietica dalla
Literaturnaya Gazeta (il 30.10.85 secondo Covert Action)…
Secondo un
articolo apparso con rilievo nel Times di Londra l’epidemia di AIDS in
Africa ed in Sud America segue la vaccinazione in massa contro il
vaiolo, effettuata nei primi anni ‘80. Per estirpare il vaiolo dalla
faccia della terra l’OMS avrebbe vaccinato almeno 70 milioni di negri
dell’Africa Centrale” (12). La gravissima accusa fu pubblicata prima da
un giornale di New Delhi “The Patriot” (ottobre 1985), e poi ripresa e
stigmatizzata dalla sovietica “Literaturnaya Gazeta” il 30 ottobre dello
stesso anno. In Brasile, la notizia che il virus dell’AIDS era un
prodotto dell’ingegneria genetica, messo appunto come terribile arma
biologica, fu pubblicata dal giornale “L’Estado de Sao Paulo”.
In
Inghilterra, il 26 ottobre 1986, il quotidiano londinese “Sunday
Express” ripubblicò la terribile accusa. La “Pravda”, nell’ex Unione
Sovietica, il 31 ottobre 1986, corredò una vignetta, che raffigurava un
militare che dava un pacchetto di dollari ad un medico che aveva una
provetta con dentro il mortale virus con una didascalia che ribadiva
l’accusa della creazione del virus nei laboratori del Pentagono. La
rivista francese “Eléments” (n. 63, 1988) rilanciò l’accusa con un
articolo titolato “AIDS, il Pentagono sotto accusa”. Tutto ciò sembra
essere però passato sotto silenzio. E se l’AIDS fosse, davvero, una vera e propria strage
programmata di omosessuali, drogati, gente di colore e poveri del
mondo?
Proviamo a prendere sul serio queste gravissime accuse. Non c’è
dubbio che un certo razzismo considera i gay e i drogati delle minoranze
moleste, di cui se ne potrebbe benissimo fare a meno. Quanto alle
sterminate masse di poveri del Terzo Mondo, che non producono e coi loro
bisogni pongono problemi alle nazioni più ricche, un loro sterminio si
concilierebbe molto bene con il modello di una società basata sul
mercato, la produzione e il consumo. Secondo una filosofia alquanto
cinica, occorre qualcosa che sostituisca le guerre e le grandi epidemie
che in passato avevano la funzione di calmierare e selezionare la
popolazione del pianeta.
E’ atroce pensare che scienziati e studiosi
possano mettersi al servizio di un tale disegno, ma d’altra parte non si
può negare che in certi santuari della scienza medica si agisca
contravvenendo al giuramento di Ippocrate e, invece, si sacrifichino
vittime umane per teoremi di morte. Lo ha denunciato il dott. Robert
Newman, presidente di un grande ospedale di New York, il “Beth Israel
Medical Center”. Parlando dei tossicodipendenti ha dichiarato: “Nessuno
lo ha ancora detto apertamente, ma sono sicuro che molti sono d’accordo
che dovremmo lasciarli morire tutti” (13). Questa logica di morte è
confermata anche dalle parole di Julian Huxley, fondatore della Società
Eugenetica Britannica, il quale ha asserito che: “L’intelligenza di un
nero è differente da quella di un bianco, come lo è il corpo (…). Del
resto è sufficiente vedere il comportamento religioso dei negri per
comprendere le differenze: urlano, danzano, si abbandonano alle emozioni
più violente (…).
Negri e bianchi presentano differenze organiche
inarmonizzabili”. E’ in base a queste convinzioni che l’uomo arriva a
sterminare i propri simili. Ma poi, dovremmo forse stupirci che si
possano organizzare simili crudeli stermini al termine di un secolo
segnato dal nazismo e dallo stalinismo? Questo abominio, d’altronde, è
stato denunciato, soprattutto nei primi anni ’80, da alcuni studiosi e
ricercatori che la pensano proprio cosi e, a supporto delle loro
gravissime accuse, indicano alcuni documenti del governo degli Stati
Uniti. Tra questi, il Memorandum 200 per la Sicurezza nazionale è uno
dei primi e forse il più importante. Fu “redatto nell’aprile del 1974
dall’allora Consigliere americano per la Sicurezza nazionale, Henry
Kissinger. Il documento, a lungo tenuto segreto, fu reso di dominio
pubblico nel 1990 grazie alla legge per la libertà d’informazione, e
collocato negli Archivi nazionali americani. Si tratta di un documento
agghiacciante, che denota il cinismo di un governo quando afferma: “Lo
spopolamento, dovrebbe essere la principale priorità della politica
estera americana verso i Paesi del Terzo mondo” (14).
Un altro documento
terribile è il “Global 2000 Report to the President” presentato dal
Dipartimento di Stato americano. Il giornalista Rogelio Maduro nel suo
libro “The Ozone Scare” scrive: “Questo dossier fu elaborato dal
Consiglio della Casa Bianca per l’Ambiente e dal Dipartimento di Stato a
partire dai primi giorni della presidenza Carter. Decine di alti
funzionari e centinaia di consulenti hanno lavorato a questo rapporto
che proponeva di fare del ‘controllo demografico’ la pietra angolare
delle politiche di tutti i futuri presidenti americani. Nel rapporto e
nei documenti che lo accompagnano, si trovano tutta una serie di
profezie terrorizzanti: crisi delle risorse idriche, penuria di energia,
carenza di materie prime strategiche. La causa di tutto ciò? La
crescita demografica. (…).
E’ dunque necessario, concludeva il
documento, che il governo faccia convergere politica estera ed interna
con l’obiettivo di eliminare questi uomini di troppo. (…). Dal momento
in cui questo documento è stato reso di pubblico dominio, sezioni intere
del governo americano non lavorano che per mettere in pratica le sue
raccomandazioni: il genocidio” (15). Questo programma non è condiviso
solo dagli americani. Il celebre documentarista Jacques Cousteau, che fu
un accanito propugnatore del programma xenofobo in Francia, scrisse:
“Noi vogliamo eliminare le sofferenze, le malattie? L’idea è bella ma
non può rivelarsi positiva nel lungo termine. C’è da temere di
compromettere così l’avvenire della nostra specie. E’ terribile da
dirsi. E’ necessario che la popolazione mondiale si stabilizzi e perciò è
necessario eliminare 350 mila uomini al giorno” (16). E Filippo duca di
Edimburgo, marito della Regina Elisabetta II presidente del WWF
internazionale, affermò: “Nel caso che io rinasca, mi piacerebbe essere
un virus letale così da contribuire a risolvere il problema della
sovrappopolazione”. (Deutsche Press Agentur, DPA, 8 agosto 1988).
Ecco
un altro esempio del disprezzo verso le popolazioni del Terzo mondo. Il
patologo dr. Cornelius Rhoades, che qualche anno dopo avrebbe diretto il
reparto di patologia del Rockefeller Institute, nel 1932, diede inizio
ad una vasta ricerca sul cancro. In definitiva effettuava orribili
esperimenti, tra cui far insorgere deliberatamente delle infezioni sui
malati. Trenta portoricani, morirono a causa di questi orribili
esperimenti. Rhoades come giustificazione sostenne che: “I portoricani
sono la più sporca, la più fannullona, degenerata e ladra razza sulla
faccia della terra… e che perciò tutti i medici potevano deliziarsi
nell’abuso e nella tortura di questi sciagurati”. Alla luce di
considerazioni così sinistre non è più fantascienza credere a quanto
sostengono alcuni scienziati, e cioè che “l’AIDS fu in effetti il
risultato di un programma di ricerca a lungo termine”.
Qualcuno afferma
addirittura di averne le prove, come il russo Jakob Segal, docente di
biologia all’Università di Humboldt, nella ex Germania orientale. Il
professor Segal è certo che l’AIDS è stato messo a punto nel laboratorio
di Fort Detrick, nel Maryland, un centro di ricerca su armi chimiche e
biologiche. Segal per dimostrare la gravissima accusa pubblicò tutti i
dati, che aveva raccolto nel 1986, in un libro dal titolo: “AIDS: una
malattia prodotta in America”. In esso lo studioso sostiene che: “il
virus della immunodeficienza (Hiv), che molti scienziati ritengono
evolva in AIDS, è quasi identico ad altri due virus: il Visna, una
malattia mortale che colpisce le pecore, il BVL (Bovine Leukemia Virus),
ma non l’uomo, e il virus della leucemia delle cellule T: Htlv-1 (Human
T Cell Leukemia Virus).
Il Laboratorio di alta sicurezza di Fort
Detrick realizzò l’unione dei virus Visna e Htlv-1. Il risultato fu
l’Hiv messo a punto tra la fine del 1977 e la primavera del 1978. Il
‘cocktail’ di Fort Detrick venne testato su carcerati che decidevano
volontariamente di partecipare all’esperimento in cambio della libertà
anticipata. Siccome i sintomi non si manifestano prima di 6 mesi, i test
furono giudicati fallimentari e i carcerati vennero rilasciati”.
“Alcuni di loro erano omosessuali, – continua Segal – e una volta
arrivati a New York, ignari delle loro condizioni, cominciarono a
trasmettere il contagio a persone del giro dei gay newyorckesi. E qui,
nel 1979, si manifestò il primo caso conclamato di AIDS, e la malattia
cominciò a diffondersi rapidamente”.
Un altro ricercatore Robert
Strecker, confermò le accuse fatte da Segal. Egli affermò: “Quando si
studia la natura del virus dell’AIDS si scopre qualcosa di estremamente
interessante. I geni del virus dell’AIDS non esistono nei primati o
nell’uomo. Se si prende il materiale genetico di primati, scimpanzé,
esseri umani e lo si riordina, non si può ottenere l’AIDS”. Per Segal
l’AIDS si sarebbe diffuso a causa di un incidente; per Strecker, invece,
sarebbe stato iniettato volutamente ai membri della comunità
omosessuale americana durante il programma per la vaccinazione contro
l’epatite B. Nel frattempo si continua a morire di AIDS specialmente tra
le categorie a rischio (omosessuali e drogati) e nel Terzo mondo.
Tra i
Paesi dove vi sono più persone colpite dall’AIDS vi è l’India “che
conta già quattro milioni di abitanti sieropositivi e rischia di
diventare il Paese più colpito dall’epidemia dell’AIDS. Lo ha denunciato
a Manila il ministro della sanità indiano, signora Renu Ka
Chowdury…”(Rai-Televideo del 26 ottobre 1997). Dopo quanto esposto il
fatto che segue fa venire la pelle d’oca. Il 19 gennaio 1989 “‘Nature’
esce con una serie di articoli sconcertanti sull’India. “Saranno
sterilizzate tutte le mucche improduttive” scrive ‘Nature’.
Poi c’è la
notizia che riguarda direttamente la nostra storia: “entro il ‘92, dice
‘Nature’, tutti i bambini indiani saranno vaccinati contro una serie di
malattie”. (…). Tutti i bambini indiani dovranno essere immunizzati
entro il 1992. “Chiaramente qualcosa non funziona nella redazione di
‘Nature’. In India ci sono più di 200.000.000 di bambini, e il 92 inteso
come anno non è una scadenza realistica. (…). Alla fine del 1988 in
India si contavano 9 casi di AIDS”(17).
Traete da soli le conclusioni.
Sulla base di questi fatti esposti c’è da chiedersi con inquietudine che
cosa ci riserva il futuro. Che sia davvero in atto una mortale
congiura? Come si è visto non sono in pochi a crederlo. Alcune delle
tesi riportate in questo studio ricevono, oggi, numerose conferme, anche
molto autorevoli. Un altro fatto, alquanto enigmatico, fa notare
“Nexus. New Time” (edizione italiana, anno IV, n. 29, 2000) è quanto
scrisse, il 30 aprile scorso, il Washington Post che, tra l’altro:
annunciava un’iniziativa della National Security Agency(NSA)
volta a collocare lo studio dell’Aids e tutti gli istituti pubblici
della sanità, che lo stanno conducendo, sotto il controllo della Central Intelligence Agency (CIA)…
Il Presidente Clinton, consigliato dal National Intelligence Council(NIC)
di dichiare formalmente l’epidemia globale di AidS una ‘minaccia alla
sicurezza nazionale’ degli Stati Uniti, ha trasformato questa politica
in legge. L’azione prefigura la probabile persecuzione, se non
l’incarcerazione o l’assassinio, degli scienziati ‘dissidenti’ che si
occupano dell’AIDS…
(Fonte: dr. Leonard Horowitz, Idaho Observer, USA,
luglio 2000)”.
Note bibliografiche:1 G. Cosco, “Storia segreta dell’AIDS”, Ediz. Segno, Udine 1996.
2 Ibid.
3 R. C. Gallo e L. Montagnier, L’AIDS nel 1998, in “Le Scienze”, n. 44, dicembre 1988, pag. 19.
4 “Science”, 29 luglio 1988.
5 C. Thomas Jr., Kary B. Mullis e Philip E. Johnson, What cause AIDS?. L’articolo pubblicato sulla rivista “Reason” (giugno 1994) è riportato in “AIDS una questione aperta”, a cura di Raul Vergini, GUIDE ALLA SALUTE di CARTAduemila, Andromeda, Bologna 1995, pag. 10.
6 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, Cesco Ciapanna Editore, Roma, marzo 1989, pag. 118.
7 “Nexus New Time”, Edizione italiana, n. 6, luglio-agosto 1996, pag. 7.
8 Dalla lettera di Peter Duesberg pubblicata in “La rivista dei libri”, novembre 1996, pag. 42.
9 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pag. 134.
10 C. Thomas Jr., Kary B. Mullis e Philip E. Johnson, What cause AIDS?, cit., pag. 12.
11 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pagg. 96-97.
12 Ibid., pag. 97.
13 “Science”, 12 febbraio 1988.
14 “XFACTOR”, pubblicazione edita dall’Istituto Geografico De Agostini, n. 14, 1997, pagg. 16-17.
15 “L’Italia”, settimanale, 22 marzo 1995.
16 “Corriere dell’Unesco”, novembre 1991.
17 Francesco Romano e Elizabeth Vogel, Le carte dell’AIDS, cit., pag. 153.
FONTE :http://www.nwo.it/aids2.html
http://www.informarexresistere.fr/2013/09/25/la-storia-segreta-dellaids/
Nessun commento:
Posta un commento