giovedì 26 settembre 2013

La verbena


I Romani erano un popolo dalla profonda e ineguagliata religiosità. Tutto era percepito come una vera teofania e la dimensione del sacro permeava ogni atto quotidiano, domestico, sociale e politico che fosse. Nello svolgimento del rito, l’officiante prestava massima attenzione alla corretta postura, al giusto tempo e al ritmo dell’esecuzione di ogni atto cultuale. Da questo dipendeva il perfetto allineamento alla divinità, la perfetta pietas. Tra le numerose piante sacre utilizzate nelle cerimonie religiose si annovera anche la verbena (Verbena officinalis L.). Veniva bruciata insieme all’incenso: “verbenasqve adole pingvi set macvla tvra”, ossia ‘brucia le dense verbene e grani di maschio incenso’ (Virgilio Eclg VIII, 65). 

Verbena e grani di incenso dovevano essere prelevati unicamente utilizzando il pollice, indice e medio della mano destra e posti poi sui carboni ardenti delle coppe e dei tripodi. Erbe, incenso, tributi, offerte e sacrifici - il pro-fumo tribvere - sono devoluti allo scopo di favorire la manifestazione della potenza divina nel momento più propizio della realizzazione dei singoli eventi quotidiani. La verbena veniva posta sugli altari, pubblici e domestici, utilizzata per adornare le statue delle divinità e bruciata per purificare gli ambienti.
 “...nessuna erba gode a Roma maggior fama di nobiltà che la verbenaca. Questa è l'erba che gli ambasciatori di pace portano in mano, con questa si spazza la mensa di Giove e le case si purgano” (Plinio Naturalis Historiae)
La verbena era anche considerata una pianta propizia (arbor felix). La Tradizione vuole che fosse la prima ad essere stata colta nel boschetto sacro della Dea Strena o Strenia, divinità di origine sabina, apportatrice di buona fortuna e di felicità. Rametti di arbor felix prelevati da questo boschetto venivano scambiati tra i Romani come dono augurale. Questa abitudine coincideva con l’inizio del nuovo anno, alle calende di gennaio, da cui il nostro termine “strenna” e l’uso ancora attuale, ma totalmente svuotato del significato religioso più arcaico, di scambiarci i doni nel periodo di fine anno.

Chimica
I componenti più caratteristici della verbena sono i glicosidi iridoidi verbalina e astatoside. Buona la presenza del verbascoside, un glicoside dell'acido caffeico. Sono stati isolati anche flavonoidi come la luteolina-7-digluconide, l'acido rsolico, steroli e triterpeni.
 

Studi scientifici 
Nonostante sia una pianta utilizzata fin dall'antichità, sulla verbena sono stati condotti pochi studi sull'uomo. In particolare, si è dimostrato il suo effetto sulle coliche infantili, assieme a camomilla, melissa, finocchio, liquirizia.
 
Gli studi in vitro e su aminali sono decisamente più numerosi è hanno messo in evidenza l'azione le seguenti attività: antinfiammatoria, antiossidante, cardiotonica, antitumorale (effetto sull'attività telomerasica e sull'apoptosi), antivirale, antibatterica della pianta. Un estratto acquoso è stato in grado di prevenire l'accumulo di beta-amiloide e il relativo danno neuronale che è alla bade dell'Alzheimer

Impiego tradizionale 
E' considerata espettorante, antispasmodica, sedativa-nervina, febbrifuga, digestiva, galattogoga, emmenagoga, tonico-nervina.
 
Nella pratica, viene usata soprattutto come rimedio per il “sistema nervoso”. In generale, rafforza il sistema nervoso, ma allo stesso tempo allevia le tensioni e lo stress accumulato. E' indicata nelle forme lievi di depressione e di umore nero, soprattutto in seguito a malattie debilitanti, come una prolungata influenza.

Per l'azione diaforetica (fa sudare) è impiegata nei primi stadi della febbre da raffreddamento. Per la sua azione sul fegato è stata usata nel caso di ittero e di infiammazione della cistifellea. Come collutorio è indicata nella prevenzione delle carie e nelle affezioni gengivali. Esternamente, come cataplasma o impacco è utille nel caso di eritemi solari e cute fissurata.

 
Parti utilizzate
La parte aerea

 
Dosaggio
Infuso: 1-3 cucchiaini di droga per una tazza di acqua bollente. Infondere per 15 minuti e poi filtrare.
TM: 30-50 gtt per 3-4 volte al giorno.
ES (4:1): 2-4 cps al giorno.

Compresse: mettere una buona manciata di droga in 150ml di acqua bollente. Coprire e infondere per 15 minuti. Applicare sulla parte affetta, avvolgendo l'erba sgocciolata in una pezza di cotone.

Olio essenziale. E' possibile creare delle miscele specifiche, aggiungendo altri tipi di oli:
- bagno: 6-12 gocce, in un cucchiaio di latte intero. Mescolare bene e poi versare nell'acqua del bagno, al momento di entrare nella vasca. Disperdere bene.
- doccia: mettere il tappo e aggiungere 4-5 gocce all'acqua che si raccoglie ai piedi.
- massaggio: 10 gocce per 30 ml di olio di sesamo o mandorla.
 
 
Preparazioni

Gocce galattogoghe
Verbena     TM 30g
Galega      TM 30g
Anice        TM 20g
Finocchio  TM 20
Dose: 40gtt per 3 volte al giorno.


Tisana tonico-nervina
Verbena    40g
Scutellaria 30g
Avena       30g
Dose: 2 cucchiaini nell'acqua bollente. Infondere per 15 minuti e poi filtrare. Assumere tre tazze al giorno. Dolcificare con miele, possibilmente di tiglio.
 
Scritto da Dr Francesco Perugini Billi     

fonte: http://www.dottorperuginibilli.it/-archivio-articoli-/614-la-verbena

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