giovedì 26 settembre 2013

Il non insegnamento della retorica

La retorica, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all'ingiusto.
Socrate
Non insegna nulla intorno al giusto e all'ingiusto…

Questo è il ritornello che risuona in continuazione nell’attuale “forma” delle 3d. Non ci si sofferma a meditare/riflettere. Il pensiero è un "semi lavorato" che trasporta giudizio, opportunismo e “retorica”
Un modello di opportunismo totale, spacciato molto spesso per “cultura”.
La retorica è l'arte di parlar bene (dal greco ῥητορικὴ τέχνη, rhetorikè téchne, “arte del dire”). 
Essa è la disciplina che studia il metodo di composizione dei discorsi, ovvero come organizzare il linguaggio naturale (non simbolico) secondo un criterio per il quale a una proposizione segua una conclusione. Sotto questo aspetto essa è un metalinguaggio, in quanto cioè un "discorso sul discorso".

Lo scopo della retorica è la persuasione, intesa come approvazione della tesi dell'oratore da parte di uno specifico uditorio. Da un lato, la persuasione consiste in un fenomeno emotivo di assenso psicologico; per altro verso ha una base epistemologica: 
lo studio dei fondamenti della persuasione è studio degli elementi che, connettendo diverse proposizioni tra loro, portano a una conclusione condivisa, quindi dei modi di disvelamento della verità nello specifico campo del discorso…

La retorica è l'arte di persuadere mediante i discorsi.

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Ogni discorso pronunciato davanti a platee d’ogni tipo (veicolanti “interesse” di parte o da entrambi le parti) è per sua Natura – inerente all’attuale paradigma – “retorico”, ossia che:
non insegna nulla intorno al giusto e all'ingiusto…

Semplicemente, ogni discorso pubblico insiste su un tema centrale “propagandistico, tendenzioso ed altamente opportunistico”.

La storia deviata riporta questa verità nelle sue cronache, a ben leggere!

Se, poi, s’insiste ad omologarsi senz'altro aggiungere, beh… questo è un altro paio di maniche.
L'Italia è un paese giovane, affidabile e virtuoso, siamo felici di mantenere questo status
Lo ha detto il premier Enrico Letta nel suo intervento al New York Stock Exchange e come riportato dalle agenzie di stampa. In merito al progetto Destinazione Italia, il presidente del Consiglio ha affermato che questo rappresenta un piano con azioni molto concrete per favorire gli investimenti nel Paese. 
L'Italia ha molti asset ma non siamo molto bravi a spiegare i nostri asset, ha poi aggiunto Letta sottolineando che il suo obiettivo è quello di aprire l'Italia al mondo
Il premier ha poi annunciato che presto sarà nominato un commissario che si occuperà della spending review che ad ottobre si metterà a lavoro sui tagli possibili alla spesa che potranno toccare tutti i settori tranne la cultura.
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L'Italia è un paese giovane, affidabile e virtuoso, siamo felici di mantenere questo status…
 
Bah. Questa suona come una vera barzelletta.

Dell’Italia tutto si può dire tranne che sia “giovane”; sia in senso letterale che figurato.

Affidabile? In un certo senso la si può considerare tale, ma in un’ottica di partecipazione/sudditanza al potere Usa in the World. Infatti, Letta, ha pronunciato simili parole al New York Stock Exchange.

L’Italia è un partner affidabile, dal punto prospettico Usa, ossia, un Paese che obbedisce ciecamente agli input ricevuti dalla “testa pensante”.

L’Italia virtuosa? Lo sa anche essere, perché no. È, semmai, la classe politica e il potere ombra degli interessi di parte (lobby) che blocca la potenzialità italica.

Dunque:
  • una bugia
  • una verità ribaltata
  • una mezza verità.
Tutto questo per recitare la propria parte a casa del “padrone”.

Aprire l'Italia al Mondo?
 
L’Italia è già stata conquistata da Tempo. Il “Mondo” ha già l’Italia.

Letta dovrebbe recitare una parte ben diversa per veramente sostenere le proprie parole. In questa maniera non ottiene altro effetto che quello di convincere ancora maggiormente il potere americano di avere a pieno la situazione sotto controllo (e siamo al di là di una messa in scena provvidenzialmente recitata ad arte da Letta, in funzione di un autentico interesse italico dal punto di vista della Massa).
  • chi ha il coraggio di sostenere davanti a giudici internazionali che la crisi attuale è figlia della “bolla” dei mutui subprime, originatasi proprio negli Usa?
  • chi ha il coraggio di portare le banche Usa davanti al giudice e di andare sino in fondo?
  • chi ha il coraggio di portare davanti ai giudici i politici che hanno permesso indirettamente la montatura colossale che è poi sfociata nello scoppio della bolla?
  • chi ha il coraggio di sostenere davanti ai giudici che la “testa del Mondo è marcia”?
  • chi? Solo chi non ha nulla da perdere. Ma costoro non possono ambire a finire davanti ai giudici se non in qualità di accusati.

Chi non ha nulla da perdere è troppo “semplice” per queste trame.

Il Nucleo Primo non lascia nulla al caso.
Ciò che manca al Mondo - nell'individuo - è la “totalità”. Tale caratteristica è più "viva e formata" in coloro che applicano il proprio punto prospettico sopra ad ogni altra cosa (Ego):
molto spesso un vettore "omologato", dedicato all’ingiustizia.

Il mondo si divide in buoni e cattivi. I buoni dormono meglio ma i cattivi da svegli si divertono di più.
Woody Allen

Se il mondo è un trucco d’illusionismo, da qualche parte deve pur esistere anche un grande illusionista.
Jostein Gaarder

Dio? Il Creatore? Il Nucleo Primo? O te stesso?
Riparti dal tuo centro. Svela l’arcano…

Dipende da te. 

Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2013
http://sacroprofanosacro.blogspot.it/2013/09/il-non-insegnamento-della-retorica.html?spref=fb 

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