giovedì 30 gennaio 2014

LE AUTOPSIE RIVELANO CHE I TUMORI…

Luigi De Marchi, psicologo clinico e sociale, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale, parlando con un amico anatomo-patologo del Veneto sui dubbi dell’utilità delle diagnosi e delle terapie anti-tumorali, si sentì rispondere: 
«Sì, anch’io ho molti dubbi. Sapessi quante volte, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale»[1].
«Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose negli ultimi decenni – si chiese Luigi De Marchi – in tutto l’Occidente avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della Medicina ufficiale. Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di regressione e guarigione dei tumori?”.[2]

  Con quanto detto da Luigi De Marchi – confermato anche da autopsie eseguite in Svizzera su cadaveri di persone morte non per malattia – si arriva alla sconvolgente conclusione che moltissime persone hanno (o avevano) uno o più tumori, ma non sanno (o sapevano) di averli.
 

In questa specifica indagine autoptica (autopsie) fatta in Svizzera, ed eseguita su migliaia di persone morte in incidenti stradali (quindi non per malattia), è risultato qualcosa di sconvolgente:
  • - Il 38% delle donne (tra i 40 e 50 anni) presentavano un tumore (in situ) al seno;
  • - Il 48% degli uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla prostata;
  • - Il 100% delle donne e uomini sopra i 50 anni presentavano un tumore (in situ) alla tiroide.[3]
Con tumore in situ s’intende un tumore chiuso, chiuso nella sua capsula, non invasivo che può rimanere in questo stadio per molto tempo e anche regredire.

Nel corso della vita è infatti normale sviluppare tumori, e non a caso la stessa Medicina sa bene che sono migliaia le cellule tumorali prodotte ogni giorno dall’organismo.


Queste, poi, vengono distrutte e/o fagocitate dal Sistema Immunitario, se l’organismo funziona correttamente.


Molti tumori regrediscono o rimangono incistati per lungo tempo quando la Vis Medicratix Naturae (la forza risanatrice che ogni essere vivente possiede) è libera di agire.


Secondo la Medicina Omeopatica , la “Legge di Guarigione descrive il modo con cui tale forza vitale di ogni organismo reagisce alla malattia e ripristina la salute”.[4]


Cosa succede alla Legge di Guarigione, al meccanismo vitale di autoguarigione, se dopo una diagnosi di cancro la vita viene letteralmente sconvolta dalla notizia del male?


E cosa succede all’organismo (e al Sistema Immunitario) quando viene fortemente debilitato dai farmaci?

 

Ulteriori dati poco conosciuti

Poco nota al grande pubblico è la vasta ricerca condotta per 23 anni dal prof. Hardin B. Jones, fisiologo dell’Università della California, e presentata nel 1975 al Congresso di cancerologia presso l’Università di Berkeley. Oltre a denunciare l’uso di statistiche falsate, egli prova che i malati di tumore che NON si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia) sopravvivono più a lungo o almeno quanto coloro che ricevono queste terapie. [5]

Il prof. Jones dimostra che le donne malate di cancro alla mammella che hanno rifiutato le terapie convenzionali mostrano una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete.[6]


Un’altra ricerca pubblicata su The Lancet del 13/12/1975 (che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi), dimostra che la vita media di quelli trattati con chemioterapia è stata di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 120 giorni.[7]

Se queste ricerche sono veritiere, una persona malata di tumore ha statisticamente una percentuale maggiore di sopravvivenza se non segue i protocolli terapeutici ufficiali.


Con questo non si vuole assolutamente spingere le persone a non farsi gli esami, gli screening e i trattamenti oncologici ufficiali, ma si vogliono fornire semplicemente, delle informazioni che normalmente vengono oscurate, censurate e che possono, proprio per questo, aiutare la scelta terapeutica di una persona.


Ma ricordo che la scelta è sempre e solo individuale: ogni persona sana o malata che sia, deve assumersi la propria responsabilità, deve prendere in mano la propria vita. Dobbiamo smetterla di delegare il medico, lo specialista, il mago, il santone che sia, per questo o quel problema.


Dobbiamo essere gli unici artefici della nostra salute e nessun altro deve poter decidere al posto nostro.
Possiamo accettare dei consigli, quelli sì, ma niente più.


I pericoli della chemioterapia

Il principio terapeutico della chemioterapia è semplice: si usano sostanze chimiche altamente tossiche per uccidere le cellule cancerose.

Il concetto che sta alla base di questo ragionamento limitato e assolutamente materialista è che alcune cellule, a causa di fattori ambientali, genetici o virali, impazziscono iniziando a riprodursi caoticamente creando delle masse (neoplasie).


La Medicina perciò tenta di annientare queste cellule con farmaci citotossici (cioè tossici per le cellule). Tuttavia, questa feroce azione mortale, non essendo in grado di distinguere le cellule sane da quelle neoplastiche (impazzite), cioè i tessuti tumorali da quelli sani, colpisce e distrugge l’intero organismo vivente.


Ci hanno sempre insegnato che l’unica cura efficace per i tumori è proprio la chemioterapia, ma si sono dimenticati di dirci che queste sostanze di sintesi sono dei veri e propri veleni. Solo chi ha provato sulla propria pelle le famose iniezioni sa cosa voglio dire.

«Il fluido altamente tossico veniva iniettato nelle mie vene. L’infermiera che svolgeva tale mansione indossava guanti protettivi perché se soltanto una gocciolina del liquido fosse venuta a contatto con la sua pelle l’avrebbe bruciata. Non potei fare a meno di chiedermi: ‘Se precauzioni di questo genere sono richieste all’esterno, che diamine sta avvenendo nel mio organismo?’. Dalle 19 di quella sera vomitai alla grande per due giorni e mezzo. Durante la cura persi manciate di capelli, l’appetito, la colorazione della pelle, il gusto per la vita. Ero una morta che camminava». [ Testimonianza di una malata di cancro al seno ]

Un malato di tumore viene certamente avvertito che la chemio gli provocherà (forse) nausea, (forse) vomito, che cadranno i capelli, ecc.

Ma siccome è l’unica cura ufficiale riconosciuta, si devono stringere i denti e firmare il consenso informato, cioè si sgrava l’Azienda Ospedaliera o la Clinica Privata da qualsiasi problema e responsabilità.


Le precauzioni del personale infermieristico che manipolano le sostanze chemioterapiche appena lette nella testimonianza, non sono una invenzione. L’Istituto Superiore di Sanità italiano ha fatto stampare un fascicolo dal titolo “Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici” per tutti gli addetti ai lavori, cioè per coloro che maneggiano fisicamente le fiale per la chemio (di solito infermieri professionali e/o medici). Fiale che andranno poi iniettate ai malati.


Alla voce Antraciclinici (uno dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità del 50% dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni”.[8]

Alla voce Procarbazina (un altro dei chemioterapici usati) c’è scritto che dopo la sua assunzione può causare: “E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazione nei feti) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10% di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante”.

In un altro documento, sempre del Ministero della Sanità (Dipartimento della Prevenzione – Commissione Oncologica Nazionale) dal titolo “Linee-guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario” (documento pubblicato dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano) c’è scritto: “Uno dei rischi rilevati nel settore sanitario è quello derivante dall’esposizione ai chemioterapici antiblastici. Tale rischio è riferibile sia agli operatori sanitari, che ai pazienti”.
 

Qui si parla espressamente dei rischi per operatori e pazienti.
Il documento continua dicendo: “Nonostante numerosi chemioterapici antiblastici siano stati riconosciuti dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) e da altre autorevoli Agenzie internazionali come sostanze sicuramente cancerogene o probabilmente cancerogene per l’uomo, a queste sostanze non si applicano le norme del Titolo VII del D.lgs n. 626/94 ‘Protezione da agenti cancerogeni’. Infatti, trattandosi di farmaci, non sono sottoposti alle disposizioni previste dalla Direttiva 67/548/CEE e quindi non è loro attribuibile la menzione di R45 ‘Può provocare il cancro’ o la menzione R49 ‘Può provocare il cancro per inalazione’”.

Quindi queste sostanze, nonostante provochino il cancro, non possono essere etichettate come cancerogene (R45 e R49) semplicemente perché sono considerate “farmaci”.
 

Questa informazione è molto interessante.
 

Andiamo avanti: “Nella tabella 1 [vedi sotto, ndA] è riportato un elenco, non esaustivo, dei chemioterapici antiblastici che sono stati classificati dalla IARC nel gruppo ‘cancerogeni certi per l’uomo’ e nel gruppo ‘cancerogeni probabili per l’uomo’. L’Agenzia è arrivata a queste definizioni prevalentemente attraverso la valutazione del rischio ‘secondo tumore’ che nei pazienti trattati con chemioterapici antiblastici può aumentare con l’aumento della sopravvivenza. Infatti, nei pazienti trattati per neoplasia è stato documentato lo sviluppo di tumori secondari non correlati con la patologia primitiva”.
Tabella 1
 

Cancerogeni per l’uomo: Butanediolo dimetansulfonato (Myleran) – Ciclofosfamide – Clorambucil – 1(2-Cloretil)-3(4-metilcicloesil)-1-nitrosurea (Metil-CCNU) – Melphalan – MOPP (ed altre miscele contenenti alchilanti) – N,N-Bis-(2-cloroetil)-2-naftilamina (Clornafazina) – Tris(1-aziridinil)fosfinsolfuro (Tiotepa)

Probabilmente cancerogeni per l’uomo: Adriamicina – Aracitidina – 1(2-Cloroetil)-3-cicloesil-1nitrosurea (CCNU) – Mostarde azotate – Procarbarzina

Certamente si tratta di un elenco incompleto perché, sfogliando una trentina di bugiardini di chemioterapici, mancano diverse molecole cancerogene per ammissione stessa dei produttori.
In conclusione, il documento sulle “linee guida” riporta alla voce “Smaltimento”: “Tutti i materiali residui dalle operazioni di manipolazione dei chemioterapici antiblastici (mezzi protettivi, telini assorbenti, bacinelle, garze, cotone, fiale, flaconi, siringhe, deflussori, raccordi) devono essere considerati rifiuti speciali ospedalieri. Quasi tutti i chemioterapici antiblastici sono sensibili al processo di termossidazione (incenerimento), per temperature intorno ai 1000-c La termossidazione, pur distruggendo la molecola principale della sostanza, può comunque dare origine a derivati di combustione che conservano attività mutagena. È pertanto preferibile effettuare un trattamento di inattivazione chimica (ipoclorito di sodio) prima di inviare il prodotto ad incenerimento. Le urine dei pazienti sottoposti ad instillazioni endovescicali dovrebbero essere inattivate prima dello smaltimento, in quanto contengono elevate concentrazioni di principio attivo”.


Queste sostanze, che vengono sistematicamente iniettate nei malati, anche se incenerite a 1000°C conservano attività mutagena”.
 

Ma che razza di sostanze chimiche sono mai queste?
 

La spiegazione tra poche righe.

L’amara conclusione, che si evince dall’Istituto Superiore di Sanità, è che l’oncologia moderna per curare il cancro utilizza delle sostanze chimiche che sono cancerogene (provocano il cancro), mutagene (provocano mutazioni genetiche) e teratogene (provocano malformazioni nei discendenti).
 

C’è qualcosa che non torna: perché ad una persona sofferente dal punto di vista fisico, psichico e morale, debilitata e sconvolta dalla malattia, vengono iniettate sostanze così tossiche?
 

Questo apparente controsenso – se non si abbraccia l’idea che qualcuno ci sta coscientemente avvelenando – si spiega nella visione riduzionista e totalmente materialista che ha la Medicina , ma questo è un argomento che affronteremo più avanti.

In Appendice sono stati pubblicati alcuni degli effetti collaterali (scritti nei bugiardini dalle lobby chimico-farmaceutiche che li producono) di circa trenta farmaci chemioterapici.
 

Uno per tutti: l’antineoplastico denominato Alkeran® (50 mg/10 ml: polvere e solvente per soluzione iniettabile che contiene come eccipiente: “acido cloridrico”) della GlaxoSmithKline. “Un alchilante analogo alla mostarda azotata”. Alchilante è un farmaco capace di combinarsi con gli elementi costitutivi della cellula provocandone la sua alterazione.[9]
 

Dal bugiardino si evince che questa sostanza chimica (usata nei malati tumorali), oltre a provocare la leucemia acuta (“è leucemogeno nell’uomo”), causa difetti congeniti nella prole dei pazienti trattati.
 

Alla voce “Eliminazione”, viene confermato quanto riportato sopra: “L’eliminazione di oggetti taglienti, quali aghi, siringhe, set di somministrazione e flaconi deve avvenire in contenitori rigidi etichettati con sigilli appropriati per il rischio.
 

Il personale coinvolto nell’eliminazione (dell’Alkeran) deve adottare le precauzioni necessarie ed il materiale deve essere distrutto, se necessario, mediante incenerimento”.
 

Incenerimento, come abbiamo letto prima, alla temperatura di 1000-1200 gradi!

La spiegazione è che queste sostanze sono analoghe alle “mostarde azotate”.
 

Il sito del Ministero della Salute italiano, alla voce “Emergenze Sanitarie”, si esprime così: “Le mostarde azotate furono prodotte per la prima volta negli anni ’20 e ’30 come potenziali armi chimiche. Si tratta di agenti vescicatori simili alle mostarde solforate che si presentano in diverse forme e possono emanare un odore di pesce, sapone o frutta. Sono note anche con la rispettiva designazione militare HN-1, HN-2 e HN-3. Le mostarde azotate sono fortemente irritanti per pelle, occhi e apparato respiratorio. Sono in grado di penetrare nelle cellule in modo molto rapido e di causare danni al sistema immunitario e al midollo osseo (…) che si manifestano già dopo 3-5 giorni dall’esposizione, che causano anche anemia, emorragie e un maggiore rischio di infezioni. Quando questi effetti si presentano in forma grave, possono condurre alla morte”.[10]

Per “curare” il tumore oggi vengono utilizzati degli ‘agenti vescicanti’: prodotti militari usati nelle guerre chimiche.
 

Anche se la ”guerra al cancro” viene portata avanti con ogni mezzo dall’establishment, ritengo che ci sia un limite a tutto.
Mi asterrò dal recar danno e offesa.
Non somministrerò ad alcuno,
neppure se richiesto, un farmaco mortale.
[ Giuramento di Ippocrate ]

Marcello Pamio – tratto da “Cancro Spa: leggere attentamente le avvertenze

[1] Medicina kaput col mito del placebo?, Luigi De Marchi www.luigidemarchi.it/innovazioni/educazione/articoli/01_medicinakaput.html [2] Idem [3] Conferenza “Medicalizzazione della vita e comunicazione sanitaria” del Dottor Gianfranco Domenighetti – già Direttore sanitario del Canton Ticino – tenuta il 22 novembre 2008 al VIII° Congresso nazionale di medicina omeopatica di Verona. [4]Approccio metodologico all’omeopatia”, Dottor Roberto Gava, farmacologo e tossicologo, ed. Salus Infirmorum, Padova [5] “Il tradimento della medicina”, Alberto Mondini [6] Idem [7] Idem [8] Per mutageno si intende ogni agente chimico o fisico che agisce sui cromosomi alterandone l’informazione genetica. Per cancerogeno si intende ogni sostanza capace di produrre il cancro. [9] Gli alchilanti agiscono direttamente sul DNA di qualsiasi tipo di cellula senza specificità. Possono intervenire sulle basi del DNA oppure rompendo l’intera molecola di DNA o ancora bloccando la trascrizione o la duplicazione. L’azione principale di un alchilante consiste però nel formare un legame trasversale tra due eliche complementari di DNA che porta alla rottura della catena polinucleotidica. Quindi, il DNA viene danneggiato e non è più in grado di duplicarsi e completare la sintesi proteica. [10]Mostarde azotate”, “Emergenze”, tratto dal sito del Ministero della Salute http://uc6.asimantova.it/index.php?option=com_content&task=view&id=312&Itemid=54

Consiglio la lettura dell’articolo: Eleonora Brigliadori “Ho sconfitto il cancro senza curarmi” 
http://www.stampalibera.com/?p=13389 

§§§§§§§§§§

NON DI FALLIMENTO SI TRATTA MA DI CRIMINE CONTRO L’UMANITA’


Da leggere per bene fino in fondo.

STATISTICHE sui TUMORI nel MONDO
(Nazioni Occidentali – alcuni tipi)


I tumori polmonari rappresentano il 33% delle morti per neoplasie !

Con la chemio e la radio terapia si ottengono questi risultati:
Sopravvivenza dopo 1 anno dalla diagnosi 7,5%; dopo due anni, dal 10 al 13%.
Tratto da:  “Prevenzione”  – Lunedi 8 aprile 2002  e da:  “Tempo Medico” - 18 aprile 2002

I dati dell’istituto di ricerca tedesco di Heildelberg dicono che il 98% dei malati di cancro muore entro il 5° anno per la chemio/nonostante la chemio.
 

Crediamo che le persone abbiano il diritto di valutare queste info per decidere quali strade terapeutiche intraprendere.
 

I medici non lo fanno, generalmente dicono  ai  loro pazienti, e spesso con scarso tatto e supponenza: “se non sviluppi recidive entro 5 anni è fatta !”, questa è una truffa enorme, tanto più che in questo scandaloso affare da MILIARDI di EURO all’ANNO gli unici ad averne dei benefici sono i MEDICI e le CASE FARMACEUTICHE, non certo i pazienti !

Colon – Retto    950.000    500.000 =   64% morti
Stomaco    875.000    650.000 =   75% morti
Fegato    560.000    550.000 =   98% morti
Esofago    400.000    330.000 =   84% morti
Pancreas    200.000    200.000 = 100% morti
TOTALE 3.000.000 2.200.000 (media 84,2 % morti)

..Secondo la nostra opinione una persona ha il diritto di scegliere se passare questi 5 anni in attesa del “verdetto”  in pace con la sua famiglia, magari sostituendo la chemio, o integrandola, con  altri metodi terapeutici non invasivi, oppure trascorrerli dentro e fuori dagli ospedali !

 Il dramma è che se, come dicono le statistiche, 1 persona su tre sarà vittima del cancro, il 30% degli italiani è destinato ad ammalarsi (le stime dicono circa 12/15 milioni), e se tutti faranno solo chemio, e non saranno informati, ne’ avranno un oncologo o medico di fiducia di vedute più “aperte” che consiglierà loro “almeno” di abbinare un altro o più trattamenti di medicina alternativa, come ad esempio la dieta (tipo la collaudatissima Gerson, che arriva fino al 70% -100% di casi di successo, in base alla tipologia di tumore)  e le vitamine/antiossidanti ad alto dosaggio (seguendo le linee guida della Medicina Ortomolecolare scoperta dal premio Nobel per la Chimica e per la pace Linus Pauling),  o gli Antiacidi come il Bicarbonato di Sodio e l’Ascorbato di potassio del Pantellini, di questi  ”milioni di malati di cancro che ricorrono “solo” alla chemio, se ne salveranno solo il 2 % !

Esiste tuttavia un altro studio che fornisce dati più incoraggianti per alcune tipologie di cancro, ma che non credo sia mai stato presentato ai malati prima di consigliare la chemioterapia (che, ricordo, è a base di farmaci a loro volta cancerogeni):

Pubblicato nel 2004 lavoro scientifico australiano che prende in esame dieci anni di statistiche mediche australiane e americane (gennaio 1994-gennaio 2004) sui risultati della CHEMIO nella cura del cancro.


I risultati sono catastrofici: solo il 2% dei pazienti sottoposti alla chemio risulta essere ancora vivo dopo 5 anni dall’inizio del trattamento “terapeutico”.


L’articolo è molto semplice come impostazione e, sia in tabella 1 (pp.551) che in tabella 2 (pp.552) sono riportate, in ultima colonna, queste percentuali di sopravvissuti alla SOLA CHEMIO dopo 5 anni dall’inizio del trattamento:

- percentuale di sopravvissuti dello 0% (zero per cento): cancro del pancreas, cancro dell’ utero, cancro della prostata, cancro della vescica, cancro del rene, Melanoma, Sarcoma e Mieloma Multiplo;


- percentuale di sopravvissuti dell’1% : cancro dello stomaco e del colon;
- percentuale di sopravvissuti del 2% : cancro della mammella e del polmone;
- percentuale di sopravvissuti del 3-5% : cancro del retto;
- percentuale di sopravvissuti del 4-5% : tumori al cervello;
- percentuale di sopravvissuti del 5% : cancro dell’esofago;
- percentuale di sopravvissuti del 9% : cancro dell’ovaio;
- percentuale di sopravvissuti del 10% : linfoma NON Hodgkin;
- percentuale di sopravvissuti del 12% : cancro della cervice uterina;
- percentuale di sopravvissuti del 40% : Seminoma del testicolo e Linfoma di Hodgkin.

Studio: Morgan G.: The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies, Clinical Oncol., 2004, 16, pp.: 549-560 – vedi: http://fiocco59.altervista.org/images/studi_effetti_chemio_5_anni.pdf

Bisognerebbe mettere un freno alla carneficina da chemio, mentre che fate?, ….continuate nel vostro silenzio ipocrita per non urtare la pubblica sensibilità, oppure URLATE questi dati  a gran voce ?
 

Noi abbiamo scelto di non tacere, le persone hanno diritto di sapere prima di decidere !

Commenti NdR: Questi sono i risultati dell’Oncologia mondiale !!!
 

Prevenzione inesistente !!
 

Diagnosi precoce, rara ed incompleta (mancanza di strumentazione adatta con relativi protocolli)
 

Terapia inefficace alla guarigione, tossica e pericolosa per la salute del malato
(Chemio + Radio) con Probabile accelerazione del processo di morte !!!
 

Evidentemente la medicina ufficiale è incapace a sanare, anzi accelera il processo di degrado fisiologico del malato, portandolo facilmente e più velocemente alla morte prematura.
 

vedi: Statistiche sul Cancro +  Statistiche sulla Chemio

 

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Ecco tutti i trucchi per falsare le percentuali

Vediamo le grandi serate TV, con ospiti che raccontano le guarigioni dai tumori, ormai all’87% dei casi.

Sono barzellette che non racconterebbe nessun comico: pensate che il nostro Alberto Sordi lo avrebbe mai fatto?
 
Eppure loro lo fanno.

Usano semplici trucchi: ne cito qualcuno.

Se viene ospedalizzata una paziente con, ad esempio tumore al seno, e fatta la terapia viene dimessa, non la chiamano dimissione, la chiamano guarigione.
 

Se dopo 3 mesi ritorna con un tumore al fegato, non sarà certo da ricollegarsi a quanto prima. Ma cosa dici?!

Ma c’e’ di piu: se un paziente viene dimesso, e poi ritorna anche per controlli e viene di nuovo dimesso, ad ogni passaggio e’ un dato positivo.
 

Dato che si puo’ morire solo 1 volta, anche se si viene dimessi 9 volte, alla fine il risultato sara’ del 90% di guarigioni e del 10% di mortalita’ !

C’e’ di piu’, c’e’ di piu’.


Attivano calcoli che un bambino in terza elementare non farebbe.
 

Ad esempio, tumore al testicolo/tumore al polmone.
 

Del primo si salvano anche piu’ del 90%, del secondo si arriva a fatica al 10%.
 

Una media stimata sarebbe del 50%, ma si nasconde che quelli del testicolo sono solo 2000, mentre i colpiti da tumore al polmone sono 40.000.
 

A questo punto, il bambino in terza elementare comprenderebbe che la media non e’ piu’ 50%.
 

Ma c’e’ una statistica che non si fa mai. A fronte del prezzo pagato in termini economici e di sofferenza, non si conosce se lo stesso paziente potrebbe vivere di piu’ se si escludesse qualsiasi intervento terapeutico…

Di contro ci sono statistiche che parlano chiaro:
l’aggressivita’ di un tumore recidivante diventa esponenziale dopo la chemioterapia.
 

L’estrema difficoltà, se non l’impossibilita’ di “terapeutizzare” il tumore se la necessità di una chemioterapia si ripresenta, e’ il sacrificio che un paziente deve pagare all’altare delle terapie chemiotossiche.

Penso a quanti attendono la ricerca negata di valide strategie per guarire, a quanti contano i loro minuti passare, perche’ la lotta per la vita e’ questione di minuti. Penso alla cattiveria umana che interpone il profitto a tutto, anche alle sofferenze altrui, alle malattie.


Così dicendo farebbero due cose buone: non danneggerebbero Madre Natura, e non creerebbero un alibi alla catastrofe della medicina chimica.


In ultimo desidererei che il Presidente del Consiglio facesse un grande regalo a tutti gli italiani: dato il profuso sforzo del Consiglio Superiore di Sanita’, creare per loro una sede apposita, piu’ confortevole e piu’ lontana possibile dall’Italia, magari in Alaska, dove poter svolgere le loro preziosissime ed efficienti mansioni Direttive.


Speriamo che il Presidente ci dia ascolto e che ci faccia questo regalo.
 

By Giuseppe Parisi (medico)
Tratto da: Aduc – associazione per i diritti degli utenti e consumatori.


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Anche il più recente studio sui benefici della chemioterapia (fatto su pazienti australiani e americani) ne conferma la sua inutilità. Ma i trucchi statistici usati dai produttori dei farmaci riescono a confondere sia pazienti che medici..

By Ralph Moss, Ph. D.


Uno studio importante, condotto da oncologi, è stato recentemente pubblicato nel journal Clinical Oncology.

Questa meta-analisi, intitolata “Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni dei tumori in adulti” è stata condotta per quantificare accuratamente i benefici del trattamento chemioterapico su adulti affetti da tumori comuni.

Tutti e tre gli autori sono oncologi
Il professore associato Graeme Morgan, l’autore principale, è un radiologo al Royal North Shore Hospital in Sydney; il professore Robyn Ward è oncologo all’University of New South Wales; mentre il radiologo Michael Barton è membro del Collaboration for Cancer Outcomes Research and Evaluation, Liverpool Health Service, Sydney

Il professore Ward fa anche parte del comitato che stila le raccomandazioni sull’efficacia dei farmaci per il Governo australiano (Therapeutic Goods Authority of the Australian Federal Department of Health and Aging).
Il loro meticoloso studio si è basato sulle analisi dei risultati di tutti gli studi clinici randomizzati (RTC) condotti in Australia e negli Stati Uniti (US National Cancer Institute’s Surveillance Epidemiology and End Results – SEER) per il periodo gennaio 1990 – gennaio 2004.

Quando i dati erano incerti, gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso I benefici della chemioterapia.
Anche così, lo studio ha concluso che la chemioterapia non contribuisce più del 2% alla sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro (cioè, statisticamente zero…n.d.t.)

Malgrado la crescente evidenza che la chemioterapia non prolunghi affatto la sopravvivenza del malato – commentano gli autori -  gli oncologi continuano a presentare il trattamento come un approccio razionale e promettente contro il cancro.

Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro”, scrivono nell’introduzione. “In realtà, malgrado l’uso di nuove e costose combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun beneficio nell’uso di nuovi protocolli” (Morgan 2005).

Gli autori hanno messo in evidenza che, per ragioni spiegate nello studio, i risultati raggiunti (il 2% di efficacia) dovrebbero essere visti come il limite massimo di efficacia (cioè, sono stime ottimistiche, piuttosto che pessimistiche).

Comprendere il “Rischio Relativo”

Com’è possibile che al paziente si offra regolarmente al trattamento chemioterapico, quando i benefici sono così minuscoli? Nella loro discussione, gli autori citano la tendenza da parte della professione medica a presentare i benefici della chemioterapia in termini statistici che sono raramente compresi dai pazienti.

Per esempio, gli oncologi frequentemente esprimono i benefici della chemioterapia in termini di “rischio relativo”, piuttosto che fornire una percentuale di sopravvivenza.

Il rischio relativo è un gergo statistico che permette di presentare l’intervento come considerevolmente più benefico di quanto lo sia realmente.

Ad esempio, se ricevere un trattamento causa un abbassamento del rischio di ritorno del cancro dal 4% al 2%, questo può essere espresso come una diminuzione del rischio relativo del 50%.

Questi valori sembrano buoni. Molto più buoni che dire che il trattamento offre una riduzione di rischio di solo il 2% che il cancro ritorni. Una dichiarazione del genere non convincerebbe molti pazienti a fare il trattamento…


I pazienti non sono gli unici fuorviati dall’uso eccessivo del rischio relativo nell’esporre i risultati degli interventi medici.

Numerosi studi hanno dimostrato che anche i medici sono frequentemente confusi da questi trucchi statistici.

Secondo uno studio pubblicato dal British Medical Journal, la percezione del medico nel prescrivere un farmaco è significativamente influenzata dal modo nel quale I testi clinici gli vengono presentati.

Quando i risultati sono espressi come una riduzione del rischio relativo, i medici credono che il farmaco sia molto più efficace, e sono molto più propensi alla sua prescrizione di quanto lo siano se gli stessi risultati fossero stati presentati come una riduzione del rischio assoluto (Bucher 1994).

Un altro studio, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, ha dimostrato che il modo nel quale i benefici di sopravvivenza sono presentati influenza le decisioni degli oncologi nel raccomandare o meno la chemioterapia.

Lo studio ha mostrato che, quando ai medici sono forniti i valori di rischio relativo per un trattamento chemioterapico, sono più disposti a raccomandarlo ai loro pazienti di quanto lo siano quando forniti della stessa matematica informazione, espressa come una riduzione del rischio assoluto (Chao 2003).

La maniera nella quale l’informazione clinica è presentata ai medici è quindi d’importanza vitale. Ad esempio, un farmaco presentato come in grado di ridurre una ricorrenza del cancro del 50% è probabilmente in grado di attrarre l’attenzione ed il rispetto di entrambi l’oncologo ed il paziente, benché il rischio assoluto che prevenga un ritorno possa invece essere basso – forse solo dell’ordine del 2 o 3 per cento.

Dato che l’80% dei pazienti decide sulla raccomandazione dell’oncologo, il modo nel quale il medico comprende e trasmette i benefici del trattamento è quindi d’importanza vitale



By Ralph Moss, Ph.D.


http://www.cancerdecisions.com/ Newsletter 226 – 03/05/06
 
Tradotto da Rinaldo Lampis – www.movimentoconsensus.org
Segnalato da Sepp Hasslberger – http://www.newmediaexplorer.org/sepp/http://www.laleva.cc/

 

Leggere  la tesina su Cancro e Medicina Naturale  +  Terreno Oncologico


Il Cancro nasce in sintesi e secondo la Medicina naturale, perche’ l’organismo del canceroso e’ intossicato, e la microcircolazione, nei tessuti intossicati, viene ad essere alterata, producendo, a valle di essa, nelle cellule dei tessuti investiti da quel processo: malfunzione cellulare, (nutrimento ed eliminazione = respirazione cellulare alterata = metabolismo alterato = malnutrizione cellulare e tissutale assicurata), producendo successivamente infiammazione nei tessuti e stress ossidativo cellulare e per caduta immunodepressione, e parallelamente alterazione anche del sistema enzimatico per la precedente alterazione della flora batterica, pH digestivo non regolare (e quindi l’organismo e’ mancante di minerali e vitamine ed in stato di acidosi), in quelle condizioni esso e’ molto facilmente parassitato da certi, parassiti batteri e funghi (candida) i quali producono anche tossine ed ulteriori infiammazioni: Ma tutto cio’ e’ “gestito” come Causa primordiale dai Conflitti Spirituali (consci ed inconsci) e dall’intenso stress  del vissuto.
 
Il Cancro quindi e’ una malattia MULTIFATTORIALE.

Quindi il medico, il terapeuta od il soggetto stesso DEVONO operare seguendo la stessa strada percorsa per l’
ammalamento.

Cioè devono lavorare per
disintossicare il malato + disinfiammare l’organismo ed i tessuti interessati, ripristinare il pH digestivo, e normalizzare le digestioni + il malassorbimento sempre presente nel malato ed eliminare quei parassiti, batteri e funghi, che hanno proliferato in modo abnorme, per mancanza dei loro antagonisti + rinforzare il sistema immunitario SEMPRE compromesso in TUTTI i malati, cancerosi compresi ed eliminare i Conflitti Spirituali (quali Vere Cause) e lo stress esistenti, oltre a lavorare sul metabolismo alterato per ridurre ed eliminare lo stress ossidativo cellulare e quindi quello tissutale, sempre presenti in qualsiasi malattia e specie nel cancro, per i danni alla microcircolazione indotti dalle intossicazioni piu’ o meno intense.

E’ INDISPENSABILE per stare sempre BENE e’ l’assunzione quotidiana, per certi periodi, di acqua Basica a pH min. di 7,35 > 11 (almeno 1,5 lt)

Le bevande troppo saline e/o le bevande industriali, non vanno bevute giornalmente e/o spesso, anche e per le loro forti acidita’, in quanto influiscono sull’alterazione dei giusti valori di pH dell’acqua del corpo.
 
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro -  Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria


Altre informazioni su cancropoli.
http://www.disinformazione.it/DiBella4.htm http://www.disinformazione.it/kankropoli.htm http://www.disinformazione.it/costicancro.htm

Da consultare: http://www.disinformazione.it/MAPPASITO.HTM

6 commenti:

  1. Verissimo a mia cognata avevano diagnosticato un tumore al seno, tutto vero lei si è curata da sola con ascorbato di potassio della fondazione Pantellini di Firenze ed Aloe superiore arborescens , ebbene dopo 2 anni il tumore era completamente scomparso. Ovviamente ha rifiutato la chemioterapia e la radio e non si è fatta neppure operare! Miracolo? Non credo proprio , alimentazione vegetale aloe superiore (la più famosa d'Italia , la vendono in una ditta di Pecetto torinese) e ascorbato di Pantellini ! Oggi ha 55 anni è ovviamente in menopausa ma sta benissimo, alle altre "compagne di reparto" la sorte è stata grama su 16 persone conosciute solo 3 sono ancora in vita , le altre poverette hanno abbandonato questa vita terrena a seguito dei danni della chemio. Che schifo di speculazione, gli stessi oncologi sanno che non funziona, sennò non farebbero firmare un consenso prima di procedere al lento omicidio! Per fortuna che il 35% degli italiani non crede più a questi assassini

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    1. Ciao Aurelia, mi puoi passare l'indirizzo o il link dove si può comperare l'aloe superiore?
      Grazie
      Silvio

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    2. https://www.facebook.com/AloeGhignonesuperiore/

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  2. SOLO VIOLENZA PSICOLOGICA VERSO CHI QUESTO DRAMMA LO STA VIVENDO...COME SEMPRE OGNUNO TIRA L' ACQUA AL SUO MULINO

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  3. https://www.facebook.com/AloeGhignonesuperiore/

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  4. Sono felice che qualcuno sia dalla mia parte, solo leggere queste vostre opinioni su cui che sto studiando da anni, mi rende un enorme sollievo, mio marito ne è vittima grave. Mi dichiaro un' agnostica, pur credendo fermamente che una giustizia su tanti crimini, ci sarà

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