In Ucraina si stanno mettendo in atto gli schemi già visti in Libia e Siria, che poi sono quelli elaborati da famigerati enti, come l'Einstein Institution, tanto amati dalla nostra sinistra buonista.
La variante è dovuta al contesto: i tagliagole di Al-Qa'ida e Al-Nusra che gli Usa e suoi alleati hanno scagliato contro la Siria, in Ucraina hanno come degno corrispettivo i neonazisti di Svoboda.
Non è vero che questo partito sia marginale nella rivolta e solo molto
attivo e vociferante, come alcuni vogliono far credere. Svoboda due anni
fa alle politiche ha ottenuto il 10,45% dei voti e 38 seggi. Svoboda
forma il nerbo delle manifestazioni, la parte più decisa, quella che conduce gli scontri, ammazza i poliziotti, li rapisce e li tortura.
Da giorni i suoi militanti ricercavano lo scontro sanguinoso con le
forze di polizia. Ci sono riusciti. Ai neonazisti si è accodato a quanto
sembra Anatoli Gritsenko. L'ex ministro della Difesa ed ex sodale dell'oligarca Julia Timoshenko, ha avuto la splendida idea di incitare i manifestanti ad armarsi ("ma solo quelli che hanno il porto d'armi", ha aggiunto il delinquente ipocrita).
Comprimari, per ora, sono i gruppi fondamentalisti dei Tatari della Crimea (a regola gli ultranazionalisti di Svoboda non dovrebbero andare molto d'accordo coi Tatari di Crimea, dato che se fosse per i primi la Crimea non avrebbe nessuna autonomia, ma qui non stiamo parlando della popolazione tatara, bensì di gruppi di soldati di ventura che hanno appena finito di combattere in Siria).
Quale è la posta in gioco?
1) L'entrata dell'Ucraina nella UE.
Ciò significherebbe due cose. La prima è che il prestito di 15-20
miliardi di dollari promesso dalla Russia all'Ucraina lo dovrà sborsare
la UE, sempre che le vada, che dovrà anche aggiungere il prezzo pieno
(quasi dimezzato da Putin nell'accordo di pochi giorni fa) del gas russo
comprato dall'Ucraina. Il secondo che dopo un probabile periodo di
attesa per stabilizzare la situazione e non disgustare subito gli
Ucraini, su quel Paese si abbatterà la scure dell'austerity europea.
2) L'entrata dell'Ucraina nella Nato.
Questo è il boccone grosso e proibito. Che sia grosso lo si capisce
subito: con l'Ucraina la Nato finirebbe a ridosso di Mosca. Per capire
perché è proibito, basti pensare che ciò va contro, in modo diretto,
agli accordi di Parigi e di Helsinki, ovvero agli accordi di garanzia
della sicurezza europea che sono seguiti alla caduta della cortina di
ferro. In altre parole, Ucraina nella Nato e riarmo sono sinonimi.
Vedemo se gli altri leader
dell'opposizione sono dotati di sufficiente buon senso per non cadere
nella trappola Nato-UE. Se così fosse l'Ucraina potrebbe uscire dalla crisi con un nuovo governo che
potrebbe sfruttare il meglio dei rapporti sia con la UE (standosene
fuori) sia con la Russia (che la premierebbe per star fuori dalla Nato).
Farebbe molto bene all'Europa. Ma a
quella "dei popoli", come si usa dire. Il problema, per l'appunto, è che
alla Nato e in subordine alla UE - due entità che dei popoli non gliene
può fregar de meno - questo non starebbe bene e infatti fanno di tutto
per obbligare ad una scelta secca: o noi o la Russia. E
sono pronto a scommettere che i soldi a sostegno del "noi" stanno
arrivando in Ucraina da un pezzo (poi magari salta fuori il solito
dottor Kissinger che dice, come ai rivoltosi iraniani: "Insomma vi
stiamo dando milioni di dollari, datevi una mossa!").
Siamo dei veri filibustieri globali. D'altra parte, il nostro capitalismo lo abbiamo sempre sostenuto in questo modo.
Piotr
Fonte: http://megachip.globalist.it
Nessun commento:
Posta un commento