lunedì 27 gennaio 2014

Le processioni religiose, un'eredità millenaria - una piccola digressione sugli antichi dei


Chi conosce la storia antica sa che nei paesi della mezzaluna fertile (Egitto e Mesopotamia) si svolgevano processioni rituali durante le quali effigi degli dei venivano portate lungo le vie principali delle città.


Chi avesse dubbi o vuole conferme può consultare on line il libro Storia delle religioni (Edizioni Simone) nel quale troviamo scritto
Durante le feste annuali, il dio veniva portato trionfalmente in processione, spesso su barche in navigazione sul Nilo, ed era fatto oggetto di offerte e donazioni. Per l'occasione venivano organizzati banchetti sacri e rappresentazioni teatrali, che raccontavano gli avvenimenti principali della vita del dio.
Che simili processioni si svolgessero anche nell'antica mesopotamia è testimoniato anche in questo articolo su una recente scoperta archeologica


A Babilonia in particolare c'era una grande strada denominata appunto "Viale delle processioni" che potete vedere in una bella ricostruzione (assieme alla porta di Ishtar) nei plastici mostrati in questo sito ;
http://www.maquettes-historiques.net/pagina114.html

Come leggiamo sul sito cronologia.leonardo.it, a Babilonia ogni anno si svolgeva una processione che celebrava il nuovo anno con la presenza del dio Nabu, si trattava di una festa della rinascita e della purificazione che avveniva con l'aiuto di Ishtar, la dea della trinità babilonese (Marduk, Ishtar e Nabu). Il capodanno Babilonese però non cadeva in inverno, ma in occasione della prima luna nuova dopo l'equinozio di primavera, e quindi intorno alla fine di marzo.


Le città-stato sumere avevano ognuna un proprio "dio-protettore" (cui era generalmente dedicata la ziggurat locale) né più né meno di come le nostre attuali città hanno ognuna il proprio "santo patrono".

Presso gli antichi sumeri si narra che anticamente fossero gli dei stessi a scendere dal cielo e a venire ad abitare nelle loro case (i templi), in seguito delle raffigurazioni delle divinità sarebbero state sostituite alle divinità stesse che mai più si degnarono di visitare i mortali.

Per quanto questo possa far pensare alla religione degli antichi popoli come un esempio di culto del cargo è difficile trovare prove definitive. E' pur vero che l'esistenza di avanzate culture antediluviane, portatrici di conoscenze architettoniche e scientifiche avanzate, potrebbe giustificare l'esistenza di un piccolo gruppo di sopravvissuti che abbiano mantenuto alcune delle elevate conoscenze della cultura scomparsa, e che siano riusciti a conservare alcune realizzazioni tecnologiche (come velivoli grazie ai quali li si vedeva "scendere dal cielo", il che spiegherebbe come mai il cielo venisse considerato la "patria degli dei"). Tale ipotesi affascinante viene proposta da G. Hancock nel suo libro Impronte degli Dei.
 
Meno plausibili ritengo invece le ricostruzioni di Sitchin (ad esempio la sua ricostruzione si basa su paleo-datazioni per niente attendibili) sebbene anche nei suoi libri si possano trovare alcune informazioni interessanti. Non è facile capire se realmente certe raffigurazioni di Inanna (la summenzionata Ishtar dei Babilonesi) mostrino rassomiglianze notevoli con un pilota con casco ed altri oggetti utili al volo (potete giudicare voi guardando le immagini ed il testo dell'articolo http://anunnaki-italia.com/tag/archeologie-orientale/), ma è sicuro che esistono diverse raffigurazioni della dea Ishtar/Inanna con un paio di ali sul tergo (simbolo della sua capacità di volare nel cielo?). 

Ed è sicuro che questi "dei del cielo" raffigurati nell'arte dell'antica mesopotamia sono decisamente umani, come gli "dei dell'Olimpo"; gli uni e gli altri inoltre sono litigiosi e mostrano molti altri difetti tipicamente umani. Basta questo per autorizzarci a pensare che Hancock abbia ragione?


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