Paola Froelich, corrispondente per il New York Times e
autrice del romanzo best-seller “Mercury in Retrograde”, in un articolo
riportato sull'Huffington Post segnala alcuni manufatti davvero
sorprendenti custoditi nel Museo Nazionale dell'Iraq, a Baghdad.
Uno dei musei più sorprendenti al mondo, e che poche persone potranno mai avere la fortuna di visitare, è il Museo Nazionale dell’Iraq, situato nella capitale del paese.
In esso sono conservate opere d’arte e manufatti di epoca sumera,
babilonese, accadico, assira e caldea, collezioni tanto antiche da far
impallidire il Metropolitan Museum of Art di New York e il Louvre di
Parigi.
Nonostante i saccheggi avvenuti all’indomani della sciagurata guerra
del 2003, alcuni dei pezzi di maggior pregio sono ancora in custodia
presso il museo, come la collezione Nimrud,
una raccolta di gioielli in oro e figure in pietra preziosa che
risalgono al 9° secolo a.C., e la raccolta di sculture in pietra e
tavolette incise in cunei forme provenienti da Uruk, risalenti a 3500 a.C.
Visitando di recente il museo, la giornalista Paula Froelich
ha notato un manufatto davvero sorprendente, con raffigurazioni di
umanoidi che attualmente non hanno ancora ricevuto una spiegazione
valida.
Come racconta la giornalista nell’articolo,
il manufatto è un antico vaso di ceramica collocabile tra il 6000 e il
4000 a.C., trovato abbandonato in una stanza sul retro del Museo. A
causa dei saccheggi post-bellici, il deposito era un vero e proprio
disastro. Tra il serio e il faceto, la giornalista invita a osservare le
figure umanoidi disegnate sul vaso, ponendo alcune questioni:
“E’ vero che la tecnica pittorica di allora non era del tutto realistica, ma gli autori sapevano quello che stavano disegnando e queste figure non sembrano umane: grandi occhi sporgenti, strane braccia sinuose, niente capelli, più di cinque dita, niente labbra, corpo stranamente allungato. L’umanoide ha tutta l’area di essere un alieno”.
Continua la giornalista:
“Ok, va bene. Io non sono matta e non sono nemmeno un’appassionata telespettatrice della serie Enigmi Alieni di History Channel. Sto solo dicendo che nel Museo Nazionale dell’Iraq c’è un po’ di arte strana, inspiegabile. Se questa non è la prova di antichi alieni, allora non so proprio cosa sia”.
La giornalista ha perso la bussola, oppure quello che ha visto e
afferma può avere un senso e un fondamento? A pensarci bene, non è un
caso che tali raffigurazioni siano state trovate proprio in Mesopotamia,
la culla della civiltà.
Non possiamo non fare riferimento agli studi di Zecharia Sitchin,
il quale ha mostrato come la mitologia sumera non narri semplicemente
storie metaforiche su un passato mitico, ma che riporti la cronaca di
quando ‘le divinità erano sulla Terra’, ovvero della presenza nel
passato concreto del nostro pianeta degli Anunnaki, termine sumero con il quale si indicavano ‘Coloro che dal cielo sono scesi sulla Terra’.
Stando alle ‘incredibili’ teorie di Sitchin, gli Anunnaki provenivano
dal pianeta Nibiru e scesero sul nostro pianeta costruendo la loro
prima base a Eridu, un avamposto situato all’estremo Sud della
Mesopotamia e il cui noi significherebbe ‘casa del mondo lontano’, o
‘casa lontano da casa’.
E non si possono nemmeno non tenere conto degli studi effettuati dal nostro Mauro Biglino,
il quale, ricorrendo alla traduzione letterale del testo biblico, ha
mostrato che le narrazioni delle origini, dei patriarchi e dei profeti,
non sono semplici costruzioni teologiche per raccontare il Dio unico
(che a quanto pare nella Bibbia non c’è!), ma il racconto di esperienze
concrete avute con gli Elohìm, gli omologhi degli Anunnaki sumeri, e in particolare con uno di essi chiamato Yahweh (YHWH).
Secondo Biglino, nei testi più antichi della Bibbia si parla di ben
altre ‘divinità’. I testi le cui vicende sono le più vicine all’epoca in
cui gli uomini camminavano ancora con gli dèi (Anunnaki/Elohìm)
raccontano di come con loro parlavano e mangiavano, stipulavano accordi,
li servivano ma anche se ne servivano, li tradivano, li seguivano e li
abbandonavano.
Un periodo storico in cui gli uomini sceglievano gli dèi tra i tanti
possibili, senza porsi mai il problema del dio unico. Insomma, una
visione del divino totalmente diversa da quella che successivamente è
stata costruita, quando è venuto a mancare il contatto diretto.
Alla luce di queste idee innovative, la suggestione di Paula Froelich
non è affatto la conclusione di una ‘matta’, anzi, si inserisce
perfettamente in un quadro molto più sensato rispetto alla cronologia
tradizionale, secondo la quale la prima civiltà mesopotamica sarebbe
sorta… dal nulla!
Letture suggerite:
L’altra Genesi
Zecharia Sitchin
I testi sacri e i racconti del mito non rivelano solamente una
preziosa testimonianza morale. Per Zecharia Sitchin rappresentano la
memoria di un sapere tecnologico che riverbera di nuova luce il passato
della civiltà umana. In questa ricostruzione molti successi della
scienza moderna rappresentano antiche conoscenze perdute.
Conoscenze che hanno consentito a popoli da tempo scomparsi di
descrivere accuratamente dettagli del nostro sistema solare che noi solo
ora stiamo scoprendo grazie all’esplorazione dello spazio siderale. I
racconti di Adamo ed Eva, della pioggia di fuoco su Sodoma e Gomorra, di
luccicanti messaggeri celesti, narrano in realtà un’altra storia. E
fanno di scienza e mito due facce della stessa medaglia.
Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia
Mauro Biglino
Il libro affronta una serie di passi dell’Antico Testamento
offrendone il vero significato così come si presenta nelle traduzioni
letterali: la creazione aliena dell’uomo; la verità sui dieci
comandamenti; le visioni degli UFO da parte dei profeti così come loro
stessi le hanno raccontate.
Il brano in cui l’Antico Testamento afferma in modo sconcertante che
Dio muore come tutti gli uomini; le figure degli angeli spogliate di
tutto ciò che su di loro è stato inventato nei secoli; la probabile
fonte di ispirazione del Vangelo di Giovanni. Il tutto con il testo
ebraico e la traduzione letterale chiaramente riportata parola per
parola con un sistema incredibilmente semplice, comprensibile per ogni
tipo di lettore.
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