I media
ufficiali si prefiggono l’obiettivo di plagiare e di ottenebrare le
coscienze. Non solo, essi incanalano le frustrazioni e la collera del
cittadino medio verso capri espiatori sia per coprire i veri autori di
delitti sia per sollecitare gli istinti più laidi e brutali dei sudditi.
Nel corso di certi programmi televisivi si finge di compiere inchieste in modo oggettivo, mentre si adesca il pubblico per trasformarlo in una folla forcaiola.
Complici criminologi, testimoni, pennivendoli, alla fine si concentrano i sospetti sulla vittima di turno: non è accusata in modo palese, ma si insinua il dubbio che sia responsabile, anche contro la logica e la verosimiglianza. “Qualcuno sarà pur stato”, “Quello lì non mi piace proprio”: così commenta il volgo cui è dato in pasto un assassino purchessia. Anche l’innocentista, immancabile ospite della trasmissione, ha il compito appunto di dividere il pubblico tra innocentisti e colpevolisti, appiattendo tutto sul piano emotivo, poiché bisogna ottundere nei telespettatori qualsiasi forma di ragionamento. Così, invece di sviluppare il pensiero critico, si stimolano nell’opinione pubblica l’irrazionalità, la propensione a “pensare” e ad agire d’impulso.
Si ignora sempre il contesto, si cancellano i retroscena, le ragioni occulte, gli indizi simbolici sicché il fatto di cronaca nera si aggranchisce in un “giallo” puerile e manicheo alla Lucarelli. Si punta, invece, l’attenzione su circostanze morbose, si delineano profili psicologici che risultano schematici quanto più si ricorre a termini tecnici o ad orridi neologismi come “intenzione omicidiaria”.
Un solo esempio.
Il 13 agosto 2007 è stata ritrovata morta Chiara Poggi, una ragazza di ventisei anni, residente a Garlasco (Pavia). Secondo una prima ricostruzione, la sera di domenica 12 agosto 2007, Chiara Poggi ed il fidanzato, Alberto Stasi, cenarono assieme. Stasi dichiarò che, dopo cena, aveva lasciato la villetta della famiglia Poggi per tornare a casa sua e trascorrervi la notte. La mattina seguente tentò invano di contattare la Poggi al telefono cellulare. Attorno alle 14.00 del 13 agosto, il ragazzo si recò nuovamente presso l'abitazione della Poggi dove trovò la porta aperta: entrato, rinvenne il corpo esanime della fidanzata, riverso per terra in un lago di sangue. Stasi allora si precipitò presso la vicina caserma dei Carabinieri per denunciare l'accaduto.
Secondo gli inquirenti, la sventurata giovane fu uccisa con un oggetto pesante, non ancora ritrovato. Fu colpita più volte da una persona che probabilmente ella conosceva. Sotto le unghie della vittima furono ritrovate tracce organiche, forse appartenenti all'omicida.
Per l’assassinio di Chiara Poggi è stato indagato, processato, infine assolto Alberto Stasi. Con folle decisione, tipicamente italiota, la Cassazione ha, però, stabilito che il processo dovrà essere celebrato di nuovo. Nel nostro paese, tomba del diritto, non valgono i principi giuridici fondamentali, quali in dubio pro reo o ne bis in idem... Cose da pazzi. [1]
Nel caso di Chiara Poggi sono state trascurate (in buona fede?) piste che portavano verso altri lidi, mentre è stato demonizzato il fidanzato della sventurata giovane. Stasi ha anche subìto un procedimento per possesso di materiale pedopornografico: il giovane prima è stato riconosciuto colpevole del delitto, poi è stato assolto. Il possesso di tale materiale è il labile movente dell’accusa, secondo cui Chiara Poggi fu assassinata, perché aveva in modo fortuito scoperto le immagini licenziose nel computer del fidanzato. Si corre il rischio che Stasi sia giudicato reo sulla base di un movente cui è risultato estraneo in un altro procedimento. Una “giustizia” schizofrenica partorisce codesti mostri.
Alla televisione ed alla stampa menzognere e manipolatrici siamo abituati. Transeat, purché se ne svelino e denuncino storture e mistificazioni, ma che in carcere languiscano innocenti è inammissibile, magari se ciò avviene per mezzo di “prove” inserite da una manina fatata nella memoria di un elaboratore...
[1] Sull’omicidio di Chiara Poggi grava il sospetto che sia stato di tipo rituale: peculiare è il fatto che non sia mai stata trovata l’arma. Presumibilmente anche l’atroce strage di Erba è da ricondurre al medesimo ambito: significativo che sia stata perpetrata il giorno 11 dicembre 2006 e che i coniugi, accusati di essere gli esecutori del massacro, Rosa Bazzi ed Olindo Romano, abbiano ammesso le loro (?) responsabilità innanzi ai giudici il giorno 11 gennaio 2007.
Nel corso di certi programmi televisivi si finge di compiere inchieste in modo oggettivo, mentre si adesca il pubblico per trasformarlo in una folla forcaiola.
Complici criminologi, testimoni, pennivendoli, alla fine si concentrano i sospetti sulla vittima di turno: non è accusata in modo palese, ma si insinua il dubbio che sia responsabile, anche contro la logica e la verosimiglianza. “Qualcuno sarà pur stato”, “Quello lì non mi piace proprio”: così commenta il volgo cui è dato in pasto un assassino purchessia. Anche l’innocentista, immancabile ospite della trasmissione, ha il compito appunto di dividere il pubblico tra innocentisti e colpevolisti, appiattendo tutto sul piano emotivo, poiché bisogna ottundere nei telespettatori qualsiasi forma di ragionamento. Così, invece di sviluppare il pensiero critico, si stimolano nell’opinione pubblica l’irrazionalità, la propensione a “pensare” e ad agire d’impulso.
Si ignora sempre il contesto, si cancellano i retroscena, le ragioni occulte, gli indizi simbolici sicché il fatto di cronaca nera si aggranchisce in un “giallo” puerile e manicheo alla Lucarelli. Si punta, invece, l’attenzione su circostanze morbose, si delineano profili psicologici che risultano schematici quanto più si ricorre a termini tecnici o ad orridi neologismi come “intenzione omicidiaria”.
Un solo esempio.
Il 13 agosto 2007 è stata ritrovata morta Chiara Poggi, una ragazza di ventisei anni, residente a Garlasco (Pavia). Secondo una prima ricostruzione, la sera di domenica 12 agosto 2007, Chiara Poggi ed il fidanzato, Alberto Stasi, cenarono assieme. Stasi dichiarò che, dopo cena, aveva lasciato la villetta della famiglia Poggi per tornare a casa sua e trascorrervi la notte. La mattina seguente tentò invano di contattare la Poggi al telefono cellulare. Attorno alle 14.00 del 13 agosto, il ragazzo si recò nuovamente presso l'abitazione della Poggi dove trovò la porta aperta: entrato, rinvenne il corpo esanime della fidanzata, riverso per terra in un lago di sangue. Stasi allora si precipitò presso la vicina caserma dei Carabinieri per denunciare l'accaduto.
Secondo gli inquirenti, la sventurata giovane fu uccisa con un oggetto pesante, non ancora ritrovato. Fu colpita più volte da una persona che probabilmente ella conosceva. Sotto le unghie della vittima furono ritrovate tracce organiche, forse appartenenti all'omicida.
Per l’assassinio di Chiara Poggi è stato indagato, processato, infine assolto Alberto Stasi. Con folle decisione, tipicamente italiota, la Cassazione ha, però, stabilito che il processo dovrà essere celebrato di nuovo. Nel nostro paese, tomba del diritto, non valgono i principi giuridici fondamentali, quali in dubio pro reo o ne bis in idem... Cose da pazzi. [1]
Nel caso di Chiara Poggi sono state trascurate (in buona fede?) piste che portavano verso altri lidi, mentre è stato demonizzato il fidanzato della sventurata giovane. Stasi ha anche subìto un procedimento per possesso di materiale pedopornografico: il giovane prima è stato riconosciuto colpevole del delitto, poi è stato assolto. Il possesso di tale materiale è il labile movente dell’accusa, secondo cui Chiara Poggi fu assassinata, perché aveva in modo fortuito scoperto le immagini licenziose nel computer del fidanzato. Si corre il rischio che Stasi sia giudicato reo sulla base di un movente cui è risultato estraneo in un altro procedimento. Una “giustizia” schizofrenica partorisce codesti mostri.
Alla televisione ed alla stampa menzognere e manipolatrici siamo abituati. Transeat, purché se ne svelino e denuncino storture e mistificazioni, ma che in carcere languiscano innocenti è inammissibile, magari se ciò avviene per mezzo di “prove” inserite da una manina fatata nella memoria di un elaboratore...
[1] Sull’omicidio di Chiara Poggi grava il sospetto che sia stato di tipo rituale: peculiare è il fatto che non sia mai stata trovata l’arma. Presumibilmente anche l’atroce strage di Erba è da ricondurre al medesimo ambito: significativo che sia stata perpetrata il giorno 11 dicembre 2006 e che i coniugi, accusati di essere gli esecutori del massacro, Rosa Bazzi ed Olindo Romano, abbiano ammesso le loro (?) responsabilità innanzi ai giudici il giorno 11 gennaio 2007.
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