© Collage: «La Voce della Russia»
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Negli ultimi tempi si nota l'evidente aumento delle notizie riguardanti armamenti strategici cinesi. Avvengono dispiegamento e i test di nuovi tipi d'armamenti. Artiglieria e flotta cinesi acquisiscono nuove possibilità nel campo di deterrenza strategica. Soltanto 3-4 anni fa sembrava che le forze nucleari cinesi versavano in uno stato di stagnazione nel loro sviluppo. Ora è evidente che si trovano nella fase di un radicale cambiamento. Per le forze nucleari cinesi non sono previsti soltanto la crescita tecnica e il potenziamento quantitativo.
In precedenza sono state
considerate soltanto come l'ultimo mezzo per proteggere la Cina dal
ricatto nucleare, sviluppandosi secondo il principio di sufficienza
minima e non attiravano una grande da parte dei politici. Orta invece
assumono il ruolo di primo piano come uno degli indicatori importanti
delle crescente potenza della nuova Cina. Le forze nucleari sono
menzionate sempre più spesso negli interventi dei leader altolocati,
cresce l'attenzione verso di esse da parte dei mass media centrali. Uno
degli indici è la recente trasmissione in TV delle esercitazioni nel
corso delle quali sono state diffuse le immagini di lanci
d'esercitazione di nuovi missili intercontinentali DF-31А, per la prima
volta dal momento delle messa in dotazione alle Forze Armate di tali
missili nel 2006.
Ciò è ancora più importante è che
si stia maturando la revisione dei principi stessi della dottrina
nucleare cinese. Almeno, a quanto sembra, la vecchia dottrina di
deterrenza minima e di rinuncia all'impiego per primi dell'arma nucleare
sono già temi della discussione interna. Il principio di non-impiego
per primi dell'arma nucleare è già stato menzionato nell'ultima edizione
del Libro Bianco sulla difesa nazionale della Repubblica Popolare
Cinese. Un esempio delle discussioni da parte del futuro ruolo dell'arma
nucleare può essere considerato il recente articolo di un prominente
scienziato militare cinese general-maggiore Jiao Lian apparso sul
quotidiano Jungo Han Tian Bao.
Jiao Lian parla
apertamente che sarebbe utile studiare e far propria l'esperienza della
Russia, mettere da parte le limitazioni sull'impiego per primi dell'arma
nucleare, trasformare l'arma nucleare in garante dello sviluppo
pacifico della Cina. Il giustamente generale indica che nel corso del
conflitto russo-georgiano del 2008 le potenze occidentali, nonostante un
forte scontento per le azioni dei russi, hanno rinunciato perfino
prendere in esame l'ipotesi di un intervento armato diretto per paura di
uno scontro militare con la Russia.
L'avanzamento
dell'infrastruttura militare degli USA verso la Cina, lo sviluppo dei
sistemi di Difesa antimissilistica e anche l'esistenza negli USA di un
programma di creazione del sistema di "attacco fulmineo globale", non
lasciano alla Cina altra scelta tranne il potenziamento quantitativo e
qualitativo delle forze strategiche nucleari. Probabilmente per il
numero di tali programmi la Cina supera ogni altro paese del mondo.
Con
la disponibilità di tali quantità di nuovi tipi degli armamenti, pronti
per la messa in produzione, la conservazione dell'attuale numero
dell'arsenale nucleare, che ammonta, secondo la maggioranza delle stime,
a poche più di 200 testate, non sembra possibile. Probabilmente entro
la metà del prossimo decennio la Cina avrà non meno di 600 testate
nucleari montate su vettori strategici. Mentre prima la Cina si trovava
approssimativamente allo stesso livello delle potenze nucleari come
Francia e Gran Bretagna, in prospettiva occuperà una posizione
intermedia tra di esse e le superpotenze nucleari - la Russia e gli USA.
La
costante riduzione delle forze strategiche nucleari degli USA, il
risparmio a scapito di esse, possono portare alla situazione quando in
una determinata fase per la Repubblica Popolare Cinese può essere
raggiungibile la parità di fatto con gli USA per il numero delle testate
nucleari montate su vettori strategici.
Un brusco
aumento del potenziale nucleare cinese costringerà a una nuova
valutazione delle garanzie di sicurezza che gli USA offrono ai loro
alleati in Asia. Fino a che punto i paesi come il Giappone possono
essere sicuri delle disponibilità degli USA di venire in aiuto se il
conflitto militare con la Repubblica Popolare Cinese non significherà il
pericolo di perdere alcune città, ma la minaccia di una totale
distruzione?
Durante il periodo della Guerra Fredda
in Europa dagli USA e i loro alleati della NATO venivano richiesti degli
sforzi particolari per creare il meccanismo in grado di garantire gli
aiuti americani nel caso di un conflitto con uno dei paesi-alleati
dell'URSS. Ciononostante la Gran Bretagna e la Francia hanno ritenuto
necessario sviluppare le proprie costose forze nucleari. Altre più
grandi economie europee, la Germania e l'Italia, semplicemente non hanno
potuto realizzare tali progetti a causa del loro status postbellico.
Come si svilupperà la contrapposizione nucleare in Asia? La questione sta diventando sempre più scottante.
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