lunedì 3 febbraio 2014

Le armi nucleari cinesi e la situazione nell'Asia

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© Collage: «La Voce della Russia»


Negli ultimi tempi si nota l'evidente aumento delle notizie riguardanti armamenti strategici cinesi. Avvengono dispiegamento e i test di nuovi tipi d'armamenti. Artiglieria e flotta cinesi acquisiscono nuove possibilità nel campo di deterrenza strategica. Soltanto 3-4 anni fa sembrava che le forze nucleari cinesi versavano in uno stato di stagnazione nel loro sviluppo. Ora è evidente che si trovano nella fase di un radicale cambiamento. Per le forze nucleari cinesi non sono previsti soltanto la crescita tecnica e il potenziamento quantitativo.


 
In precedenza sono state considerate soltanto come l'ultimo mezzo per proteggere la Cina dal ricatto nucleare, sviluppandosi secondo il principio di sufficienza minima e non attiravano una grande da parte dei politici. Orta invece assumono il ruolo di primo piano come uno degli indicatori importanti delle crescente potenza della nuova Cina. Le forze nucleari sono menzionate sempre più spesso negli interventi dei leader altolocati, cresce l'attenzione verso di esse da parte dei mass media centrali. Uno degli indici è la recente trasmissione in TV delle esercitazioni nel corso delle quali sono state diffuse le immagini di lanci d'esercitazione di nuovi missili intercontinentali DF-31А, per la prima volta dal momento delle messa in dotazione alle Forze Armate di tali missili nel 2006.

Ciò è ancora più importante è che si stia maturando la revisione dei principi stessi della dottrina nucleare cinese. Almeno, a quanto sembra, la vecchia dottrina di deterrenza minima e di rinuncia all'impiego per primi dell'arma nucleare sono già temi della discussione interna. Il principio di non-impiego per primi dell'arma nucleare è già stato menzionato nell'ultima edizione del Libro Bianco sulla difesa nazionale della Repubblica Popolare Cinese. Un esempio delle discussioni da parte del futuro ruolo dell'arma nucleare può essere considerato il recente articolo di un prominente scienziato militare cinese general-maggiore Jiao Lian apparso sul quotidiano Jungo Han Tian Bao.

Jiao Lian parla apertamente che sarebbe utile studiare e far propria l'esperienza della Russia, mettere da parte le limitazioni sull'impiego per primi dell'arma nucleare, trasformare l'arma nucleare in garante dello sviluppo pacifico della Cina. Il giustamente generale indica che nel corso del conflitto russo-georgiano del 2008 le potenze occidentali, nonostante un forte scontento per le azioni dei russi, hanno rinunciato perfino prendere in esame l'ipotesi di un intervento armato diretto per paura di uno scontro militare con la Russia.

L'avanzamento dell'infrastruttura militare degli USA verso la Cina, lo sviluppo dei sistemi di Difesa antimissilistica e anche l'esistenza negli USA di un programma di creazione del sistema di "attacco fulmineo globale", non lasciano alla Cina altra scelta tranne il potenziamento quantitativo e qualitativo delle forze strategiche nucleari. Probabilmente per il numero di tali programmi la Cina supera ogni altro paese del mondo.

Con la disponibilità di tali quantità di nuovi tipi degli armamenti, pronti per la messa in produzione, la conservazione dell'attuale numero dell'arsenale nucleare, che ammonta, secondo la maggioranza delle stime, a poche più di 200 testate, non sembra possibile. Probabilmente entro la metà del prossimo decennio la Cina avrà non meno di 600 testate nucleari montate su vettori strategici. Mentre prima la Cina si trovava approssimativamente allo stesso livello delle potenze nucleari come Francia e Gran Bretagna, in prospettiva occuperà una posizione intermedia tra di esse e le superpotenze nucleari - la Russia e gli USA.

La costante riduzione delle forze strategiche nucleari degli USA, il risparmio a scapito di esse, possono portare alla situazione quando in una determinata fase per la Repubblica Popolare Cinese può essere raggiungibile la parità di fatto con gli USA per il numero delle testate nucleari montate su vettori strategici.

Un brusco aumento del potenziale nucleare cinese costringerà a una nuova valutazione delle garanzie di sicurezza che gli USA offrono ai loro alleati in Asia. Fino a che punto i paesi come il Giappone possono essere sicuri delle disponibilità degli USA di venire in aiuto se il conflitto militare con la Repubblica Popolare Cinese non significherà il pericolo di perdere alcune città, ma la minaccia di una totale distruzione?

Durante il periodo della Guerra Fredda in Europa dagli USA e i loro alleati della NATO venivano richiesti degli sforzi particolari per creare il meccanismo in grado di garantire gli aiuti americani nel caso di un conflitto con uno dei paesi-alleati dell'URSS. Ciononostante la Gran Bretagna e la Francia hanno ritenuto necessario sviluppare le proprie costose forze nucleari. Altre più grandi economie europee, la Germania e l'Italia, semplicemente non hanno potuto realizzare tali progetti a causa del loro status postbellico.

Come si svilupperà la contrapposizione nucleare in Asia? La questione sta diventando sempre più scottante.


Vasilij Kašin

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