martedì 11 febbraio 2014

Postumi e postumani

 
Il divario tra chi scorge negli Altri dei carnefici e coloro che li esaltano come salvatori aumenta ogni giorno di più. Come spesso avviene, le interpretazioni estreme sono le meno realistiche.

Alcuni, tra cui il militare, Philip J. Corso, tentano disperatamente di accreditare l’immagine di visitatori benevoli che redarguiscono l’umanità per non aver saputo sfruttare tutte le potenzialità dell’energia nucleare. Da restare esterrefatti! Secondo il colonnello Corso, l’idea di conservare le derrate alimentari bombardandole con i raggi gamma, fu mutuata dalle E.B.E. Che colpo di genio! La diffusione della celiachia e di altre affezioni, un tempo ignote, pare si debba a questa innovazione tecnica. [1]

Passi... La sfacciata apologia dell’atomo, in un periodo in cui le radiazioni di Fukushima stanno compiendo il giro del mondo per contaminare tutto il contaminabile, è più che una provocazione: è una bestemmia. Eppure trovi ancora chi pende dalle labbra di questi ufonauti nuclearisti.

Le spiegazioni estreme rischiano di essere poco verosimili. Forse non si sta combattendo una guerra invisibile tra “buoni” e “cattivi”, ma è in atto una plurimillenaria lotta tra fazioni spregiudicate: tra lo schieramento di Enlil e quello di Enki? Una rapida scorsa agli antichi testi indiani ed alla mitologia sumera (e non solo) potrebbe offrire una conferma a tale congettura.

Lo scenario è presumibilmente più complesso di come molti tendono ad immaginarlo. Sullo scacchiere incognito le forze in gioco sono molteplici: si stipulano alleanze, si rompono, si sferrano attacchi, ci si arrocca... La guerra dura da sempre e noi ci troviamo in mezzo. Lo scopo ultimo non è solo il controllo di un pianeta strategico, ma pure qualcos’altro... Humiles laborant ubi potentes dissident, scrive Fedro, cioè “Il popolo ci rimette quando i potenti si scontrano”. In un umile scrittore di favole si compendia la più acuta teoria politica.

Dunque non guardiamo a tale supposto conflitto come ad una lotta tra S. Giorgio ed il drago. La storia di “Amicizia”, sempre che contenga qualche brandello di verità, è istruttiva. Ci insegna che il culto della tecnologia è inconciliabile con una vera evoluzione: gli Akrij o W56, infatti, additavano nei loro antagonisti, i Weiros, dei fanatici della scienza e della tecnica. E’ un’idolatria dell’arido numero, una religione tecnotronica in cui la smania per la vita eterna è necrofilia, libido per tutto ciò che è sterile, inerte, morto.

Sono noti come “transumanisti” o “postumani”. Sono ad immagine e somiglianza di “grigi” piloti. Vagheggiano un’immortalità che è sopravvivenza cerebrale grazie ad interconnessioni con protesi bioniche, microprocessori ed altre diavolerie. Sono androidi con un occhio vero e l’altro sostituito da una telecamera, arti innestati, zucca cablata. Non è una parodia iconica né un’esagerazione fantascientifica. Costoro non hanno paura della morte fisica: ne hanno un sacro terrore. Non è più nemmeno un cross over tra biologia e tecnica, ma un download di reazioni neuronali in un congegno elettronico.

Sono “le magnifiche sorti e progressive” magnificate dalla stessa N.A.S.A., l’istituzione pseudo-scientifica che ha toccato il livello infimo, quando ha accolto nel suo entourage di negazionisti il falso falbo Federico Pistono, autore di un pistolotto spacciato per saggio inneggiante – non è un caso – al digitale.

Di questo passo, quale destino attende un’umanità tanto immiserita, un pianeta nuclearizzato? Ai postumani l’ardua sentenza.

Se non riusciamo ad immaginare che cosa ci aspetta, sappiamo, però, chi presenterà “Mistero” tra un secolo: Daniele Bossari trasformato in un un iPad con la barba.

[1] Si legga questo sconcertante articolo. 
 
 
 
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