Evidenze fotografiche mostrano la presenza degli uomini di Putin in Ucraina.
Dobbiamo registrare la presenza di Joe
Biden, vicepresidente degli Stati Uniti che, in visita in Ucraina, ha
portato il completo appoggio al presidente Turčynov. Nella messa cantata di Kiev Biden, con le mani giunte e incurante della complessità della materia, ha enfatizzato la parola geopolitics,
negando l’esistenza di questioni del genere nella regione, affermando
invece come tutta l’Ucraina aspiri all’unità e all’indipendenza. Biden
ha ribadito che il popolo dell’Ucraina ha il diritto di scegliere il
proprio futuro, con ciò dimenticando che questo era già avvenuto nel febbraio del 2010 con l’elezione di Janukovyč.
Biden, oltre al pieno appoggio all’Ucraina, ha assicurato che gli Stati
Uniti non riconosceranno l’annessione della Crimea alla Russia.
È chiaro invece che la questione ucraina è molto
più complicata di quanto non ammetta lo stesso vice di Obama; oltre che
costituire un nodo squisitamente geopolitico, in cui si intrecciano
questioni militari, economiche, storiche e nazionali, i fatti ucraini
sono l’occasione di un grande scontro propagandistico e sembra che
l’Amministrazione americana trovi più difficoltà del previsto.
Sul fronte delle sanzioni il Financial Times
riporta lo scollamento fra le posizioni statunitensi e quelle europee,
mentre comincia a serpeggiare sempre maggior delusione fra i supporters
dell’Unione Europea a causa dell’inefficacia delle pressioni usate su
Putin. Tony Barber, commentatore del FT, spiega come la resistenza
autonomista delle zone russofone e l’incapacità di Kiev di portare la
calma nelle regioni dell’Est giustifichino proprio le richieste russe di
un aggiustamento in senso federale dello stato ucraino.
Nella situazione di stallo generale il piatto
forte è la notizia che tutti aspettavano: finalmente gli uomini della
Casa Bianca hanno trovato le prove del coinvolgimento diretto delle forze speciali russe
nei disordini separatisti ucraini. L’amministrazione Obama ha diffuso
le foto che dimostrerebbero la presenza di alcuni soldati di Putin in
Georgia nel 2008 e ora in Ucraina. Le foto sono di scarsa qualità e
durante la conferenza stampa del Dipartimento di Stato
americano la portavoce sembrava non aver convinto i giornalisti della
bontà delle proprie informazioni mentre la stessa BBC cautamente informa
di non aver potuto controllarne l’autenticità.
– Silvestro Tucciarone – corrispondente da Cardiff –
fonte: http://www.articolotre.com/2014/04/crisi-ucraina-le-barbe-finte-del-cremlino/
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