In un altro passo l'evangelista Luca ci narra dell'arresto degli apostoli, compresi Giacomo e Simone, che stavano operando miracoli sotto il portico del tempio di Gerusalemme, predicando in nome di Gesù. Prese le loro difese un dottore della legge, di nome Gamaliele, che ottenne la loro liberazione dicendo che se tale attività era di origine divina si sarebbero messi contro Dio, mentre se questa attività era di origine umana avrebbero fatto la fine di un certo Tèuda ucciso per attività rivoluzionaria, come raccontato da Giuseppe Flavio, sotto Cuspio Fado che fu procuratore dal 44 al 46 d.C.
Ovviamente se Giacomo e Simone erano stati uccisi tra il 41 e il 44 d.C., non potevano essere ancora vivi quando Gamaliele cita l'uccisione di Tèuda avvenuta dopo il 44 d.C. Per quale motivo quindi l'evangelista Luca racconta il falso? La verità ci viene svelata ancora una volta da Giuseppe Flavio, che in un altro passo ci narra come Giacomo e Simone, figli del rivoluzionario e fondatore della setta degli Zeloti Giuda il Galileo, furono uccisi dal procuratore Tiberio Alessandro dal 46 al 48 per attività rivoluzionaria. Ma in un passo dell'evangelista Luca si dice che Giacomo era fratello di Giovanni, per cui anche Giovanni risulta essere figlio di Giuda il Galileo. Inoltre Giacomo e Simone sono due dei fratelli di Gesù, ma allora perché non viene citato anche Giovanni tra i fratelli di Gesù? Per il semplice motivo che Giovanni era Gesù, come dimostrato nell'articolo precedente.
Ad ulteriore conferma troviamo inoltre l'appellativo di zelota in Simone, ma, come abbiamo detto ad inizio articolo, la città di Gamala roccaforte dei rivoluzonari zeloti era situata su di un alto monte che terminava con un precipizio e sita nei pressi del lago Tiberiade. In vari passaggi dei vangeli troviamo che Gesù si recava a Nazareth, saliva sul monte e si narra anche, sempre nei vangeli, che volevano buttarlo giù dal precipizio in seguito a delle predicazioni ritenute blasfeme. In altri passi si parla di Maria che, arrivata nella città di Nazareth, salì sul monte. Ma, come potete vedere nella foto sottostante, Nazareth si trova in pianura e non vi è nessun precipizio non essendo essa situata su di una montagna.
Inoltre in altri passi dei vangeli si narra di Gesù che, nell'arco di una singola giornata, scendendo dal monte andava a predicare sulle rive del lago, compiendo questo tragitto almeno quattro volte.
Nella foto sopra, potete vedere la montagna sulla cui cima è stata trovata la città di Gamala, roccaforte dei guerriglieri zeloti, compresa la sinagoga dove Gesù si recava a pregare. Essa si trova attualmente ad una distanza di circa 6 km dal lago Tiberiade, ma in seguito a lavori di asportazione di acqua del lago da parte degli israeliani per la costruzione di una diga, c'è stato un notevole abbassamento delle acque del lago, che ai tempo di Gesù si trovava molto più vicino al monte dove vi era Gamala. Inoltre Nazareth non viene citata da nessuno storico nelle mappe di quell'epoca e i suoi più antichi reperti archeologici, fanno indirizzare la sua costruzione al II-III secolo d.C. A Gamala sono state inoltre ritrovate delle monete metalliche con la seguente dicitura: “per la liberazione di Gerusalemme la santa”.
Per uscire dalla tassazione dei Romani, Gesù/Giovanni Battista ed i suoi rivoluzionari zeloti arrivarono a coniare moneta locale per scambiarsi beni e servizi di loro produzione e con i paesi più vicini. I capi zeloti, come Gesù/Giovanni, avevano l'appellativo di nazorei, per cui per cercare di coprire la vera identità di Giovanni, gli attribuirono la nascita alla città di Nazareth, al fine di cammuffarne la vera identità di capo rivoluzionario. Possiamo quindi ipotizzare che l'omicidio di Gesù/Giovanni possa essere stato il primo omicidio politico da signoraggio bancario? Dopo di lui altri personaggi importanti come Lincoln, Kennedy e lo stesso Moro sono stati uccisi per aver stampato moneta al di fuori del controllo delle banche centrali S.p.A. private che appropriandosi del denaro creato dal nulla, si appropriano dei beni e servizi dell'intera collettività, indebitandola con una truffa colossale che ha reso i popoli schiavi, togliendo la libertà, la libertà e il futuro a tutti noi.
Rimetteremo quindi la spada in mano a quel rivoluzionario, che trasformano in un pacifico predicatore, al fine di coercizzare i popoli a favore di un potere politico-religioso, mettendogli in bocca parole mai dette come “date a Cesare quel che è di Cesare”, ovvero di pagare le tasse. Le vere parole di quel rivoluzionario, che sono nei vangeli e che mai vengono citate nelle omelie, sono: “Non sono venuto a portare la pace, ma una spada”; “Chiunque ha un mantello lo venga e compri una spada”; e noi la spada gli rimetteremo in mano per scaraventarlo contro un potere che egli combatté abolendo la schiavitù e gettando a terra i tavoli dei cambiavalute all'interno del tempio di Gerusalemme, così come dovremmo fare noi oggi rivoltandoci contro le banche centrali per riappropriarci della sovranità monetaria, della libertà e della dignità di uomini nati liberi su di un pianeta senza confini e senza nessuna forma di potere discriminante. Tutte le prove delle nostre asserzioni usciranno a maggio con il libro “Gesù, il Che Guevara dell'anno zero”.
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