In realtà, tutte le soluzioni pratiche sono rinviate
fino alla conclusione della riunione, che si terrà il 17 aprile a
Ginevra, dei Ministri degli Esteri di Russia, Stati Uniti ed Unione
Europea con il capo facente funzione del Ministro degli Esteri
dell’Ucraina.
I ministri si aspettano anche una maggiore
certezza sulla situazione nella parte orientale dell'Ucraina. Tuttavia,
anche in assenza di fatti specifici, la maggior parte di loro è
disposta ad accusare la Russia di "alimentare le proteste e la
destabilizzazione”.
Possiamo già rilevare cinque punti principali della riunione: in primo luogo,
i ministri hanno adottato una decisione politica per ampliare "la lista
nera" per la Russia e l'Ucraina senza specificare date, nomi e numeri
degli imputati futuri. In secondo luogo,
la Commissione Europea ha chiesto di preparare una risposta unitaria ad
una lettera del Presidente della Russia sui debiti ucraini per il gas
erogato, senza specificare, però, anche la sua tesi, oltre alla evidente
necessità di consultazioni sulla questione gas con la Russia e
l'Ucraina. In terzo luogo, la
Commissione Europea ha confermato la decisione del 5 marzo di assistere
l'Ucraina e l’adozione per lei di preferenze unilaterali. In quarto luogo, ha deciso di inviare una missione di esperti in Ucraina per sostenere la riforma delle forze dell'ordine. In quinto luogo,
infine, i Ministri hanno incaricato la Commissione Europea di elaborare
un elenco di restrizioni finanziarie, commerciali ed economiche contro
la Crimea sulla base della "valutazione delle conseguenze giuridiche di
annessione illegale" della penisola alla Russia.
Sulla
questione delle sanzioni commerciali ed economiche antirusse, questa
appare ora solo come una possibilità futura di creare un’ulteriore
pressione su Mosca. In ogni caso, l'idea di introdurre eventuali
restrizioni contro la Russia non è una scelta consolidata dell'UE, dice
il direttore del "Centro di Comunicazione Eurasiatica" Alexej Pil’ko.
Secondo lui, questa è la posizione di quei paesi europei che si trovano
sotto la forte pressione degli Stati Uniti.
Per l'Europa non è assolutamente redditizio imporre sanzioni contro la Russia. Dal momento che le sanzioni colpiscono anche l'economia dell’eurozona. Ma per gli Stati Uniti è vantaggioso che l'Europa sia coinvolta in una guerra di sanzioni. Perché ciò non intacca l'economia statunitense ed il volume di affari tra la Russia e gli Stati Uniti è basso".
Adesso siamo di fronte ad una specie di test: in quanti paesi europei vi è una reale sovranità politica? I paesi che sono effettivamente indipendenti sul piano politico saranno in grado di resistere alla pressione da Washington.
Sulla questione delle sanzioni contro la Russia oggi l'Unione Europea è nella seconda fase. La prima
significava la sospensione dei negoziati su un nuovo basilare accordo
russo-europeo e il trattato sulla liberalizzazione del regime dei visti.
L'attuale seconda fase riguarda
le sanzioni sui visti individuali ed il congelamento dei beni per un
certo numero di funzionari, così come l’annullamento del summit Russia –
Unione Europea, previsto a Sochi. La terza riguarda le sanzioni economiche.
Gli
Stati Uniti insistono su un veloce raggiungimento della terza fase. Le
speranze di Washington sono di infrangere la riluttanza dell'UE nei
confronti delle misure punitive che potrebbero minare la già fragile
economia del blocco. Gli esperti americani ritengono che la pressione
sull'economia russa è l'unica vera leva di influenza che l'Occidente può
usare contro la Russia. Tuttavia, senza il sostegno dell'Europa, le
sanzioni degli Stati Uniti non porteranno risultati significativi.
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