Diventa sottile il filo che separa la
fantascienza, o la scienza vera, dalla realtà, quella sconosciuta. In
ogni film di quel tipo il canovaccio è sempre uguale: il dittatore,
megalomane dichiarato che vuole governare il mondo, e i metodi sempre
più robotici e brutali per riuscirvi. Lo sviluppo delle macchine-uomo,
se non degli uomini-macchine. Il falso ideologico? E’ che c’è sempre un
uomo, un eroe, un individuo che riesce a vincere. Siamo quindi
tranquilli e tranquillizzati che il dittatore non ce la farà mai.
C’è
oggi una attività scientifica frenetica in molti settori, di macro e di
micro conoscenza, di nano tecnologie, di fuga in avanti, che sfugge
anche ai cittadini che cercano di seguirla, pur tenendo conto
dell’ignoranza complessiva sul suo sviluppo e sulla sua direzione e
persino degli strumenti critici di decodificazione necessari. Dico
direzione perché questa parola rappresenta regole e quindi democrazia.
Libertà individuale e privacy, se si può ancora sperare, perché
l’elemento chiave è che tutto si svolge “per il nostro bene” e con il
nostro consenso, spesso ignaro o dolcemente estorto, se non addirittura
tramite il libero mercato “della paura”, molto efficace e ridondante
dopo l’11 settembre nord americano.
Questo articolo sarà un po’
lungo perché esistono molteplici strumenti di controllo e sorveglianza, e
penso che molti di noi, normalmente non ne abbiano mai sentito parlare.
La divulgazione scientifica avviene solo per esperti e specialisti di
settore. Il controllo su di noi è già largamente “accettato” e
regolamentato per legge. Carte di credito, conti bancari obbligatori,
fascicoli medicali, busta paga, casellario giudiziale, estratti
telefonici, fatture di luce gas e acqua, radiografia e biometria dei
viaggiatori e del contenuto dei bagagli, digitalizzazione delle impronte
digitali, dell’iride e del DNA, presto un microchips sanitario (solo?)
sottocutaneo (“Se hai un infarto possiamo salvarti”). Tutto ed altro, in
banche dati sui quali non abbiamo nessun controllo sul suo utilizzo, né
su chi appartengono.
Anche politicamente non abbiamo più nessun
controllo sullo Stato, se mai ne avessimo avuto, sul Parlamento e sul
governo, quindi sulle leggi che ci governano. Ormai pochi possono fare
tutto, anche nel e per il mondo. Si può pensare al G20, al FMI o anche a
“l’anonima a delinquere” del gruppo Bildeberg. Per cui necessitano di
un massimo controllo sia degli individui che delle società per imporre
il loro volere.
Esiste già un “occhio vigile” che ci spia
dappertutto. Telecamere e registrazioni visive e sonore ovunque. Solo a
Londra ve ne sono 500.000. In Russia sono obbligatorie sulle macchine
pubbliche e private, contro il “vandalismo” e certamente per
eventualmente “sventare atti terroristici”. Vi sono droni destinati alla
sorveglianza delle manifestazioni, che devono rimanere pacifiche
malgrado le provocazioni poliziesche, o alla sorveglianza dei quartieri
periferici in fermento costante di tante capitali e città nel mondo.
Pensate all’occhio vigile che controlla i lavoratori sui luoghi di
lavoro, spesso gabinetti compresi. Merita un discorso a parte.
L’altro
occhio vigile “consenziente”, è il nostro “personal” (si fa per dire
perché appartiene a tutti) computer, o anche il nostro cellulare, dove
qualsiasi nostro interesse o movimento viene spiato, catalogato,
controllato e utilizzato. Ovviamente per perseguire gli abietti
pedofili, adescatori o terroristi, oppure per perseguire eventuali
parolacce contro la Boldrini o l’Italia, ma anche per conoscere i nostri
gusti in merito ad acquisti o interessi vari. Abbiamo molti amici
intimi come Google, Facebook, Twitter, Amazon, E-bay , Skype, le polizie
postali, tutti a nostra disposizione … Perché già tutti considerano la
vita privata come un’anomalia. La loro democrazia ha un costo, il
nostro.
Conoscono meglio di noi i nostri interessi politici, sessuali,
religiosi, le amicizie, le letture, i nostri sogni di vacanze, se
fumiamo o che tipo di macchina, di birra o di grappa ci piace … Quelli
che temono che si voglia controllare internet per legge devono sapere
che è già tutto sotto controllo e che nemmeno si sfugge a tutte le
invadenti e finalizzate pubblicità sui nostri gusti rilevati e
catalogati. Vi sono programmi che “seguono” le tracce (metadati) che
lasciamo nella rete.
Il “mercato della paura” è uno dei business
più ricco e importante dell’ultimo decennio. Le imprese private e le
istituzioni pubbliche hanno scoperto con la gestione della paura una
fonte inesauribile di potere, di controllo e di profitto. In fondo un
nuovo capitalismo, quello della paura e dei modelli che danno sicurezza a
condizione di cedere loro democrazia. Una spinta ideologica in termini
giuridici, politici, amministrativi, economici e mediatici per mantenere
alta l’angoscia e far accettare un controllo preventivo e generale come
se vi fosse una nuova normalità dell’esistenza umana in una nuova
organizzazione socio-tecnica della società.
E’ un mercato in
forte sviluppo. Alcune sigle. AFIS (Automatic Finger Imaging System) che
compare le impronte con altre banche dati. CCTV (Closed Circuit
Television) di classica sorveglianza video. EM (Electronic Monitoring)
che controlla e ascolta gli individui a distanza. EMHA (Electronic
Monitord House Arrest) braccialetti elettronici per arresti domiciliari e
non solo. Tutto l’universo dei GPS (Global Positioning System) adatto a
seguire lo spostamento delle persone. RFID (Radio Frequency
Identification), etichette elettroniche che memorizzano informazioni e
li trasferiscono via radio a un lettore.
Tutti i tipi di “X-Ray System”
adatti a radiografare i passeggeri. ”Palladium”, la pulce di Microsoft
capace di gestire dall’esterno tutti i file di tutti i personal
computer. Lo Sticky Shocker (arma di “pacificazione”) è un proiettile a
elettrochoc che infligge impulsioni di 50 KW e fa perdere il controllo
muscolare alla vittima. L’impresa Applied Digital propone la pulce
sottocutanea Verichip che permette di seguire gli individui. Il gruppo
farmaceutico Eli Lilly ha messo a punto un braccialetto per il controllo
a distanza dei detenuti capace di individuare l’eventuale utilizzo di
alcool o di cannabis e iniettare quindi una sostanza inibitrice o uno
choc elettrico dissuasivo.
“Identificazione” sempre più
complessa e precisa. E’ la richiesta di tutte le polizie nazionali con
il pretesto di controllo della frode, di controllo degli stranieri e
della modernizzazione dello Stato. Noi siamo già al controllo bancario
dello “spesometro”. Dei poveri; gli altri hanno già fabbriche e soldi (e
tanti!) altrove, mafie comprese. Insomma l’identificazione raggruppa
almeno quattro dati in genere separati: il corpo fisico dei portatori,
la traccia lasciata da questo corpo, la tessera che combina traccia e
informazioni personali, e la banca dati generale che gestisce il tutto.
Collegando dati biometrici (nuovo nome inquietante dato
all’antropometria) e dati sociali l’individuo non è più nemmeno una
persona. La nostra sarà quindi sempre più una “società di controllo”.
In
aggiunta possiamo notare come si sia accelerata la combinazione di una
civilizzazione delle armate (fino a diventare cooperazione durante le
occupazioni) e militarizzazione delle polizie, sia pubbliche che
private. La partecipazione di imprese private a missioni pubbliche crea
un rapporto di autorità e di potere totalmente illegittimo dal punto di
vista del diritto. Si crea un regime autoritario diffuso dove il centro è
dappertutto e l’ambito di responsabilità, la circonferenza, in nessun
luogo.
Solo noi in Italia abbiamo 5 corpi armati per la sicurezza:
Guardia di Finanza (non esiste in nessun altro paese europeo in questi
termini), Pubblica Sicurezza, Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato,
Vigili Regionali Provinciali e Urbani. Senza contare l’Esercito Italiano
e una miriade di polizie private. Le innovazioni tecnologiche sulla
“sicurezza” ci indicano anche il progetto di società gestito con la
collaborazione senza freni e regole tra potenti istituzioni private e le
istituzioni pubbliche. Un nuovo capitalismo, che mette in insieme paura
del nemico e diffidenza tra cittadini, anche tra i militari e i
poliziotti … Indifferentemente sia il personale pubblico che quello
privato operano nelle stesse mansioni: sorveglianza dei locali, delle
prigioni, guardia del corpo …
Le loro uniformi si assomigliano sempre
più, anche le armi e gli strumenti di repressione. Sappiamo tutti che
soprattutto gli Stati Uniti, ma anche Gran Bretagna e Canada, affittano
eserciti paramilitari privati, i famosi contractors che operano
sia in territorio occupato, alla luce del giorno (Iraq, Afganistan …),
che in modo clandestino per destabilizzare (Egitto, Libia, Ukraina,
Georgia, Venezuela, e in quasi tutti i paesi sud americani). Queste
multinazionali propongono agli eserciti ufficiali “servizi di grande
qualità”, operativi, formativi e con armamenti sofisticati provenienti
dalle loro ricerche private, ma spesso sovvenzionate dagli Stati.
Tralascio
la parte di spionaggio industriale, ma tutti sanno a cosa servono i
satelliti che osservano la Terra quando reperiscono dati sui fiumi,
sulle terre agricole, le foreste, e soprattutto le ricchezze naturali
del sottosuolo dei vari paesi, aumentandone tra l’altro i rischi di
occupazione e di esproprio da parte dei Paesi dei più forti con un
motivo o l’altro mascherato da democrazia. Déjà vu ?
Introduco
invece, specularmente alle responsabilità altrui, il nostro voyeurismo
amorale e consenziente, se non a pagamento. Abbiamo un esempio che
prefigura una futura società. E’ il cosiddetto reality televisivo Grande
Fratello. Vengono filmati, 24 ore su 24 (c’è anche chi si sveglia di
notte per sbirciare, sempre a pagamento) dei giovani partecipanti,
tagliati dal resto del mondo, per “vivere” in un’area ristretta, quattro
stanze e una doccia.
La situazione riprodotta è tipica di un
dispositivo di controllo poliziesco, carcerale o militare. Vi è una
trasparenza e un possesso totale sulla loro vita personale, di quel che
pensano e di quel che fanno, che prima apparteneva sicuramente alla
sfera individuale. Si espone tra l’altro, spesso volgarmente e in
termini competitivi, quello che una volta si chiamava intimità. Si entra
in una arena tutti contro tutti per vincere un premio in denaro dopo
aver “ucciso” gli altri. Il “proprio io” diventa possesso dell’impresa
commerciale che fa soldi e del pubblico avido di no privacy che vi si specchia.
Possiamo
dire che ci avviamo verso il superamento della democrazia
liberal-borghese? Parlamenti che non governano ma eseguono, tecnici mai
eletti che comandano, popoli con partecipazione reale scippata (il
diritto di voto assomiglia sempre più ad un sondaggio d’opinione),
piccoli gruppi detentori di poteri forti che piegano gli Stati
democratici e se ne appropriano, costituzioni allo sbando con
assuefazione incorporata, pensiero unico esportato con le armi. Fine del
dissenso.
Ci avviamo verso uno Stato globale che ha bisogno di cittadini sani, ricattabili, docili e ordinati. Sorridete.
Tonino D’Orazio
fonte: http://doppiocieco.blogspot.it/2014/04/sorridete-siete-sorvegliati.html
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