Qualcuno
ha deciso di staccare la spina ai colloqui a quattro sull’Ucraina
previsti per questa settimana. Kiev ha deciso d’invadere il proprio
Paese. Sappiamo tutti che il movimento pro-referendum in Ucraina
orientale è una certezza. Il governo golpista di Kiev, nei suoi primi
giorni, millantava aperture ai piani per reprimere la popolazione russa
in Oriente. Ha iniziato immediatamente vietandone la lingua negli affari
di Stato. Ma questo era solo l’inizio della corsa per lacerare il
Paese. Dimitrij Jarosh è la peggiore mina vagante, un parlamentare
armato. Come capo dei 15000 nazionalisti di Fazione Destra, responsabile
della gran parte delle violenze nel colpo di Stato a Kiev, organizza la
nuova Guardia Nazionale con 50000 – 60000 nazionalisti, che così
avrebbero accesso ad armi pesanti e stipendi pubblici. Inoltre ha
dichiarato di voler essere ministro degli Interni per poter usare i suoi
mafiosi nazionalisti eliminando gli oppositori. I russi in Oriente
erano spaventati a morte. Non abbiamo dimenticato quanto fossero cauti i
golpisti filo-occidentali su un’immediata indagine estera sulle
violenze del golpe di Majdan, soprattutto su chi ne fosse il
responsabile.
L’intelligence statunitense ovviamente lo sa, ma non lo
dice. Abbiamo tutti visto una rivolta popolare piuttosto non violenta
svolgersi negli ultimi giorni, con i manifestanti e la polizia locale
molto attenti ad evitare vittime. Alcune unità si sono persino
ammutinate e unite al popolo, tra cui un’unità Berkut
indossante nastri di San Giorgio, felicemente acclamata dalla folla
mentre rientra nel comando. Manca dal quadro la teppaglia nazionalista
che abbiamo visto a Kiev il mese scorso attaccare selvaggiamente la
polizia antisommossa disarmata. Li abbiamo anche visti usare tattiche in
cui furono chiaramente addestrati. Eppure non ci furono grida al vento
per scoprire chi ci fosse dietro il golpe delle forze anti-Janukovich.
Più tardi arrivarono le intercettazioni di posta elettronica sugli
attacchi sotto falsa bandiera pianificati dall’ambasciata statunitense
in coordinamento con il governo golpista… per incolparne i russi.
Un focus diplomatico per diminuire le tensioni era già stato deciso da Kerry e Lavrov. Il primo per una nuova costituzione. Ma le cose cominciarono a trascinarsi, per dare a Kiev il tempo per cercare di consolidare il potere, e così avere il sopravvento nei negoziati. Kiev aveva persino deciso di mettere in crisi i rifornimenti del gas europei, per non pagare un centesimo per l’approvvigionamento attuale, sperando d’innescare la rottura con l’occidente che possa trasformarsi in un colpo propagandistico all’orso russo. Gli Stati Uniti devono aver dato l’OK. Ma non ha funzionato. Putin ha contro-attaccato magistralmente con la sua accurata lettera ai 18 clienti europei della Russia, avvertendoli di concentrarsi maggiormente su quelle bollette del gas dell’Ucraina che la Russia non ha intenzione di sopportare da sola, ma piuttosto di farne una obbligo per tutti.
Nonostante la continua serie
di accuse pubblicizzata da Kiev e dal dipartimento di Stato degli Stati
Uniti sull’imminente invasione russa dell’Ucraina, l’occidente perde la
guerra della propaganda, insieme a coloro che appoggiano il colpo di
Stato. Il generale della NATO Breedlove s’è screditato tentando di
utilizzare le immagini satellitari delle esercitazioni militari in
Russia/Ucraina dello scorso anno, sostenendo che fossero la prova di una
forza d’invasione imminente. Obama ha fatto peggio non chiedendo le
dimissioni di Breedlove. L’enorme posta sul balzo delle sanzioni di
Washington e di certi alleati europei, è anch’essa evaporata. La
comunità imprenditoriale europea, vecchia cliente di Gazprom, non ha
voluto averci a che fare. I media corporativi occidentali minimizzano
l’enorme surplus commerciale dell’UE con la Russia, dove i soldi per
comprare il gas russo finanziano l’avanzo da 110 miliardi di dollari, e
l’affarone delle esportazioni con esso.
Nessuno vuole una guerra
commerciale tranne i manichini di Washington DC. Immaginate. Così
abbiamo il rapido passaggio dell’Ucraina da una risposta moderata e dai
negoziati con i leader che invocano il referendum, all’annuncio
dell’attuazione della soluzione militare. E l’ha detto dopo che Lavrov
aveva avvertito che qualsiasi azione militare minaccerebbe i colloqui a
quattro di questa settimana. Cosa sia cambiato, non ci vuole molto a
scoprirlo. Anche se la CIA nega che John Brennan fosse a Kiev, è
evidente che invece ci fosse stato. Ha avuto incontri non solo con il
governo, ma anche con i capi della sicurezza… e un buon numero di loro,…
l’ha confermato facendo sapere che c’era. I deputati comunisti l’hanno
subito saputo, e gli ex-capi della sicurezza del regime, ancora con
contatti nell’ambiente, hanno saputo dei colloqui. Si può supporre che
l’intelligence russa avesse anche orecchie lunghe, in quanto non avrebbe
permesso a Janukovich di spifferare ai media il segreto della visita di
Brennan. Non sarei sorpreso nel sentire un’altra telefonata
intercettata su YouTube questa settimana, la pistola fumante del caso.
Ma sono un po’ nel panico vedendo Brennan rischiare un viaggio a Kiev,
sapendo che non poteva restare un segreto.
Devo aspettarmi che gli Stati
Uniti cerchino di adescare la Russia in Ucraina orientale per arginare
il collasso della credibilità del prestigio degli Stati Uniti. Brennan
ha dovuto recarvisi per garantire che se ottenessero la guerra, gli
Stati Uniti potrebbero fare il balzo militare e scatenare le sanzioni
gravi che vogliono adottare veramente contro la Russia. E qui vi sono
più indizi. L’ammutinamento delle forze di sicurezza in Oriente deve
aver scosso Kiev, anche se avrebbe dovuto aspettarselo. Dopo tutto, è
una regione a maggioranza russa. Abbiamo poi sentito Dimitrij Jarosh di
Fazione Destra invocare il suo “esercito” a prepararsi a purificare
l’Oriente. Poi il presidente Turchinov stranamente ha sostenuto che
l’invio di un reggimento di 350 riservisti iniziando le operazioni.
Dove
sono, mi chiedo, le unità regolari? Il ministro degli Interni ad
interim, Arsen Avakov, ha annunciato la creazione di unità speciali del
ministero degli Interni basate su “componenti civili” dell’Ucraina, per
affrontare il sentimento separatista. Sulla sua pagina Facebook, Avakov
dice che Kiev è pronta “ad attirare” 12000 persone nella nuova forza,
che avranno armi, attrezzature e supervisione, e sostiene inoltre che
l’Ucraina orientale assaggerà per prima tale unità. Vi presenta le unità
dell’esercito? Sono i 12000 teppisti di Fazione Destra di Jarosh, o un
altro gruppo? Brennan ha fatto promesse a certi fantocci terroristi che
la CIA ha nascosto, come i ceceni con sui sarebbe vicina, scommettendo
sulla sicura sconfitta dei russi? Diffido, ma sento puzza dei
preparativi per due possibilità. L’esercito rimane in riserva, mentre si
lanciano in avanti le truppe usa e getta e le “unità speciali”. Kiev si
preoccupa che se l’esercito venisse schierato, possa passare al popolo
dandogli le sue armi pesanti? Potrebbe essere un buon modo per
sbarazzarsi di Fazione Destra?
La CIA, per punire la Russia del sostegno alla Siria, ha deciso di scatenare la guerra terroristica in stile siriano nell’Ucraina orientale, per attirare i russi in una lunga lotta con la nuova arma preferita degli USA, i fantocci terroristi? Chi pagherà questa guerra? Il FMI non l’ha finanziata. La NATO non vuole finanziare nulla. Così saranno il contribuente statunitense e il Pentagono, che ha già un bilancio spremuto. Ma con un Congresso guerrafondaio, quanto difficile pensate sia ottenere che il deficit dello stanziamento venga votato dal Congresso… un paio d’ore, forse? Avviando tale conflitto, si potrebbe anche risolvere un altro problema che il nuovo governo golpista vorrebbe evitare… le elezioni. S’è già visto come la banda non può reggersi e di come le sue credenziali di fantoccio occidentale siano ben chiare al pubblico. Ciò che vedo è un gruppo che si percepisce solo come futura forza d’occupazione del proprio Paese… un destino triste per i tanto sofferenti ucraini.
Jim Dean New Oriental Outlook
Jim W. Dean, redattore di VeteranToday.com, produttore/conduttore di Heritage TV di Atlanta, per la rivista online “New Oriental Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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