"Il timore è che se si avessero forti rappresentanze euroscettiche nel Parlamento diventerebbe più faticoso il cammino. Io non credo ad un’Europa che torni indietro, anche con tutti coloro che arrivassero da euroscettici al Parlamento europeo”.Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una intervista a Fabio Fazio.
”Talvolta si ha l’impressione che l’Europa per molti rappresenti soltanto la politica di austerità degli ultimi cinque anni. Ma l’Europa è nata sessant’anni fa ed è servita in primo luogo a garantire la pace nel cuore dell’Europa”.
A sostenerlo il presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano in una intervista per il programma
Che tempo che fa.
“Una pace – ha aggiunto rispondendo a Fazio che lo ha intervistato al Quirinale – che era stata brutalmente strappata due volte nel corso del Novecento, e al centro del conflitto, dei due conflitti, c’era stata soprattutto la terribile contrapposizione tra Francia e Germania. Riconciliare Francia e Germania – ha aggiunto il presidente Napolitano – fu il primo capolavoro di coloro che progettarono l’Europa."
“C’è delusione perché l’Europa ha agito tardi”
–
”C’è delusione perché, di fronte a una crisi di cui non c’erano precedenti nel mondo da molti decenni, l’Unione Europea ha reagito tardi, ha reagito tra molte difficoltà e in modo anche discutibile”,
ha
affermato Napolitano, intervistato.
“Ce lo chiede l’Europa” però “non è una cattiva parola però suscita molti equivoci nel senso del significato più nobile o nell’uso più nobile che ne è stato fatto. Fu adoperata anche da uomini di governo italiani europeisti i quali ritenevano che per sbloccare certe situazioni in Italia, per determinare cambiamenti che erano necessari ma che tardavano a venire, occorresse una sollecitazione, una richiesta, una frusta dell’Europa”.
“Non si torna indietro” -
”Il timore è che se si avessero forti rappresentanze euroscettiche nel Parlamento diventerebbe più faticoso il cammino. Io non credo ad un’Europa che torni indietro, anche con tutti coloro che arrivassero da euroscettici al Parlamento europeo”, ha detto il Capo dello Stato. ”Forse qualcuno – ha aggiunto parlando degli euroscettici – sarebbe anche conquistato da una conoscenza diretta, da una partecipazione diretta. Poi ormai quello che si è costruito nei rapporti tra le società, tra le economie, tra le culture e anche tra i sistemi giuridici non può essere distrutto nemmeno da parte di chi lo voglia accanitamente”.
Secondo Napolitano, ‘‘la
controffensiva europeista deve partire dalla forte valorizzazione di
quello che si è costruito in Europa in questi sessant’anni".
Non
solo – ha spiegato – c’è stata la Comunità europea intesa come comunità
economica, non solo c’è stato il Mercato Comune, non solo ci sono state
tante relazioni di carattere economico-sociale, ma si è costruito un
diritto comune ed è una cosa straordinaria”.
“Economia sociale di mercato” –
”Quello che è stato scritto nei nostri trattati, il modello vero e proprio che è stato siglato, quello di una economia sociale di mercato, che significa precisamente combinare dinamismo economico, produttività, competitività dell’economia con diritti sociali, è qualcosa di irrinunciabile per l’Europa”.
“Ridurre il debito per i nostri figli” –
Secondo il Presidente della Repubblica
“quando si parla di necessità assoluta di ridurre il debito pubblico in Italia, non si dice abbastanza che lo si deve fare non perché ce l’ha chiesto l’Europa ma perché è un dovere verso i giovani. Quando diciamo che dobbiamo sbarazzarci di questo fardello pensiamo soprattutto a loro”.
Napolitano poi ha detto:
”Gli interessi elettorali o politico-elettorali dei singoli Paesi hanno sempre pesato molto, troppo, nelle elezioni per il Parlamento europeo. Si è finito per parlare molto più di Italia, di Francia, di Germania che di Europa, sono state quasi delle campagne nazionali. Questa volta no, questa volta non si può sfuggire al tema europeo che sarà al centro”.
”E’ chiaro che ci sono interessi che ciascun Paese tende a difendere, ma non si può scivolare sul terreno del mercanteggiamento, bisogna individuare l’interesse comune europeo e poi cercare di far convergere il più possibile, in uno spirito di solidarietà, gli interessi nazionali”, ha aggiunto Napolitano.
fonte: http://www.imolaoggi.it/2014/04/14/dittatura-napolitano-dalla-ue-non-si-torna-indietro-anche-se-vincono-gli-euroscettici/#comment-37104
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