giovedì 24 aprile 2014

Una storia di farmaco-delinquenza: “Io, membro di Big Pharma, ho venduto l’anima al diavolo”

John Virapen è un ex dirigente della filiale svedese della Eli Lilly, importante multinazionale del farmaco. A 64 anni, dopo anni di carriera ai vertici, il protagonista di questa storia ha deciso di pubblicare le sue memorie, contenute in un volume, uscito nelle librerie il 17 aprile scorso, dal titolo I rammarichi di Big Pharma. In questo modo, egli ha trovato anche l’occasione di denunciare apertamente gli effetti nocivi e collaterali del celebre antidepressivo Prozac: “So di aver contribuito indirettamente, in tutti questi anni, alla morte di persone, le cui ombre, oggi, mi ossessionano”, ha confessato il manager a Le Nouvel Observateur.


Il settimanale francese ha contattato direttamente il neoautore e gli ha chiesto di spiegare in cosa consista la minaccia del Prozac: “Nei primi anni di lancio, il farmaco ha portato a una spirale preoccupante di suicidi: su 10 persone alle quali erano stati somministrati i principi attivi del Prozac, 5 hanno riportato allucinazioni e disturbi della personalità. Tra questi soggetti, 4 si sono tolti la vita”. Purtroppo questi dati non hanno distolto i dirigenti della Eli dall'intento d'introdurre l'antidepressivo in tutto il mondo.

Come hanno fatto? Semplice: il sistema di commercio del farmaco è stato ben oliato, grazie alla corruzione dei supervisori preposti al controllo e alla sperimentazione del Prozac (sono bastati 20.000 dollari per ricevere senza problemi l’autorizzazione necessaria alla vendita), e soprattutto grazie alla collaborazione ben retribuita, con doni e un salario fisso mensile, di professori compiacenti che recensivano positivamente e promuovevano l’utilizzo dell'antidepressivo nelle maggiori riviste internazionali di medicina.




fonte: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6664&pg=7633

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