Questa affermazione il Primo Ministro bulgaro l'ha
fatta dopo un incontro con un gruppo di senatori americani. Secondo
Oresharski, il futuro del progetto sarà determinato da una consultazione
con Bruxelles.
Tuttavia, il Ministero dell'Energia
della Federazione Russa ha riferito di non avere ancora ricevuto
notifica formale dalla Bulgaria della avvenuta sospensione dei lavori.
La Bulgaria, come è accaduto più di una volta, è possibile che ancora
cambi la sua posizione e sostenga il progetto nonostante la pressione
degli Stati Uniti. Anche perché in caso di interruzione del transito del
gas attraverso l'Ucraina, la Bulgaria sarà la prima a soffrire.
Secondo
fatto. Gli Stati Uniti e i suoi partner occidentali stanno cercando di
"congelare" qualsiasi fornitura di gas russo verso l'Europa che non
passi per l'Ucraina per preservare la dipendenza delle importazioni di
gas europei nel tradizionale rapporto fra Mosca e Kiev. Lo stesso
Yatsenyuk ha annunciato la ristrutturazione di Naftogaz Ucraina, con
conseguente attività della società ad "abbracciare gli Stati Uniti e
l'Unione Europea". Cioè, i gasdotti in Ucraina sono sotto il controllo
di aziende americane ed europee. Nel caso della realizzazione del "South
Stream", il valore di tali attività sarà ridotta a zero.
Bisogna
ricordare che gli eventi in corso vennero previsti dalla Turchia. In
passato Ankara offrì, al fine di evitare eventuali rischi di transito,
di far transitare il South Stream sul suo territorio e non attraverso la
Bulgaria. Questa possibile soluzione è stata menzionata dal Presidente
russo Vladimir Putin, spiegando che se Bruxelles continuerà a "mettere i
bastoni tra le ruote" al progetto, la Russia prenderà in considerazione
altre opzioni con transito del gasdotto in stati che non sono inclusi
nell'Unione Europea, facendo riferimento alla Turchia. A sua volta,
Ankara, con il suo Ministro dell'Energia e delle Risorse Naturali Taner
Yildiz ha fatto sapere che è "pronta a discutere di questa opzione se
arrivasse una richiesta dalla Russia". L'unico dubbio è se la Turchia
saprà resistere alla pressione degli Stati Uniti.
Una
nota a proposito è necessaria. La Turchia ha espresso il desiderio di
aumentare il volume degli acquisti di gas dalla Russia attraverso il
"Blue Stream" che fornisce gas naturale russo alla Turchia attraverso il
Mar Nero bypassando paesi terzi. Importante è capirne il motivo e la
spiegazione é che per la Turchia non ci sono alternative al gas russo
nei prossimi anni.
Ci sono anche altre ragioni
importanti per cui il governo turco cerca di rafforzare la cooperazione
con la Russia. Alla Turchia l'accesso alla UE è meno probabile per una
serie di motivi perfino per un suo presunto ruolo, secondo Bruxelles,
negli eventi in Ucraina. Alla Turchia, così come successo alla Bulgaria,
può essere amplificata la pressione degli Stati Uniti e dai suoi
alleati per obbligarla ad imporre sanzioni antirusse, ma Ankara resiste.
Molti esperti turchi affermano che qualunque strada politica
intrapprenda la Turchia le sanzioni da Ankara verso la Russia non
verranno mai prese in consideratzione, a meno che non si offra in
scambio qualcosa di molto "grande e importante".
Così,
per Mosca e Ankara arriva il momento della verità dei loro decennali
rapporti bilaterali commerciali ed economici . Un modo di dire russo
afferma in questi casi che "è necessario controllare sette volte prima
di eliminare qualcosa", perchè ognuno avrebbe qualcosa da perdere.
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