Hai ancora qualcosa da nascondere? Altroconsumo dimostra che anche
con le smart tv possiamo venire costantemente spiati. Ormai non c'è
scampo, siamo sempre più controllati. E così ognuno acquista il
privilegio di essere ascoltato...
È proprio un mondo alla rovescia. Tu pensi di startene seduto sul divano
a contemplare quei puntini luminosi, proiezione di una realtà più o
meno reale dall'altra parte dello schermo. E invece sono "loro" a
guardare te. Ti osservano, conoscono i tuoi gusti e le tue abitudini.
Attraverso la telecamera potrebbero addirittura vedere cosa fai, chi hai
vicino, di cosa parli. Le nuove tecnologie, non si sa bene se per
difetto progettuale o di proposito, prevedono la possibilità di farsi
spiare, con modalità simili a quella praticabili da qualsiasi buon
hacker sul web. Ormai c'è la certezza che non si tratta più del solito
allarmismo che corre sulla rete.
Altroconsumo ha raccolto la
segnalazione informale e ha provato vederci chiaro, verificando
l'esistenza di un sistema di "spionaggio" su una Smart TV a marchio LG.
Ma non è la marca che conta, l'associazione di consumatori non esclude
che il problema si verifichi in altri apparecchi.
LG ha annunciato di
aver risolto il problema, come fece Samsung alcuni mesi fa, ma la
manipolabilità tecnica permane. Nel 2012, sono stati venduti 67 milioni
di esemplari di smart tv, un mercato destinato a raggiungere gli 85
milioni di pezzi entro la fine di quest’anno.
Presto ce l'avremo tutti
la tv col touch screen e l'universo di internet a portata di mano.
Dobbiamo farci i conti.
Questa intrusione intollerabile viene favorita dall'universo digitale e rappresenta la fine di un'era.
Quella della passività, dei sistemi
verticali, degli intermediari. Ormai siamo tutti cittadini attivi,
diciamo sempre qualcosa, dal volgare chiacchiericcio di Facebook, ai
sussulti digestivi in poltrona. Nel momento in cui ci colleghiamo, al
telefono, sul web o in tv, sappiamo che ci troviamo in mezzo a una
piazza dalle proporzioni ben più grande del crocicchio di paese.
Saremo tutti spiati, inevitabilmente. Chi rivendica il diritto alla privacy ormai fa solo ridere.
La domanda semmai non è se siamo spiati, ma da
chi, e per quale motivo.
Per indovinare i gusti, vendere prodotti,
creare consenso? Anche questo resta un mistero. Nella finta democrazia
del web c'è ancora spazio e intelligenza per queste domande?
In tutta
onestà credo che dovremmo occuparci presto di cose ben più serie come
alluvioni, povertà, crisi energetica.
Chi ancora si gingilla con lo
spionaggio e con la storia della privacy sta solo perdendo tempo. La
morale di questa storia è una conferma: non si può non comunicare o
evitare di entrare in relazione. Cerchiamo almeno di dire qualcosa di
interessante!
Gabriele Bindi
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