Già prima dell’inizio della votazione gli analisti
prevedevano che l’attuale Capo dello Stato Siriano Bashar Assad sarebbe
stato il leader della campagna elettorale. I suoi oppositori - Maher Abd
Al-Hafiz Hajjar, deputato-comunista di Aleppo, e il liberale Hassan
Abdullah al-Nouri hanno raccolto un numero molto minore di voti.
Peraltro, i vinti difficilmente vorranno muovere delle consistenti
proteste. Come ha dichiarato ai giornalisti Hassan Abdullah al-Nouri, le
elezioni si sono svolte in un’atmosfera democratica. La Siria sta
diventando un paese diverso – paese in cui sta prendendo corpo il
pluralismo e risulta accettabile un'opinione diversa”, – egli ha
sottolineato.
Peraltro, l’Occidente difficilmente è
pronto a riconoscere l’esito della votazione. Il Segretario Generale
della Nato Anders Fogh Rasmussen ha definito le elezioni un falso e ha
dichiarato che esse non corrispondono alle norme internazionali. In
realtà l’Occidente reagisce in tal modo alla persona stessa del
vincitore delle elezioni. Se Assad resterà al timone dello Stato, tutti
gli sforzi dei paesi occidentali per la destabilizzazione della
struttura statale siriana risultano inutili. In questo senso i dubbi
riguardo la legittimità delle elezioni che stanno esprimendo politici
occidentali vanno considerati proprio in questo contesto.
Il
corso delle elezioni è stato seguito dagli osservatori provenienti da
30 paesi, tra cui la Russia. Gli osservatori russi hanno dichiarato, in
particolare, di riconoscere legittime le elezioni in Siria, - ha fatto
sapere Alexey Alexandrov, capo della delegazione russa, primo vice
Presidente del Comitato del Consiglio della Federazione per la
legislazione costituzionale:
“L’Occidente, invece ritiene legittime le elezioni in Ucraina. In ogni caso, in Siria le elezioni si rivelano di gran lunga più legittime rispetto a quelle in Ucraina. A me, giurista di lungo corso che per tutta la sua vita si è occupato di diritto elettorale costituzionale, questo è assolutamente chiaro! Tutti noi conosciamo bene la situazione. La stragrande maggioranza dei cittadini ha partecipato alla votazione. È un fatto da tenere a mente!”.
Secondo gli esperti la Siria
sta facendo di tutto per annoverarsi tra gli Stati democratici di
diritto del mondo. Non c’è dubbio che a Bashar Assad si contrapponevano i
personaggi politici impegnativi, ma Assad gode di un particolare
prestigio, rileva l’esperto di politica siriana Samir Saul,
professore-storico all’Università di Montréal:
L’Occidente si oppone a queste elezioni. Dal 2011 si adopera per rovesciare il potere in Siria. Tutte le azioni per il salvataggio del regime, comprese codeste elezioni presidenziali, sono malviste dall’Occidente. Intanto, la probabilità di vittoria di Bashar Assad è molto alta, anzi era già prevista negli ultimi due anni. È emerso che la guerra lo ha reso ancora più popolare, ha cominciato ad essere associato alla difesa del Paese e della nazione dall’invasione esterna. Per questo motivo per la maggioranza dei siriani le elezioni significano piuttosto la possibilità di far sentire la loro voce in difesa del Paese e non di eleggere o non eleggere Assad stesso. Proprio qui è radicato il paradosso principale della guerra che il Presidente ha avviato nel 2011.
A quanto pare, al fine di garantire la massima sicurezza del Paese -
ritiene il giornalista indipendente francese Thierry Meyssan,
consigliere speciale di Bashar al-Assad - il neoeletto Presidente della
Siria porterà avanti la linea dell'avvicinamento con la Russia fino
all’adesione della Siria all’Unione Doganale e all’OTSC:
Dal punto di vista economico la Siria diventerà membro associato dell’Unione Doganale il 1 Gennaio del prossimo anno. Dal punto di vista finanziario la Russia ha deciso di effettuare massicci investimenti in Siria per il rilancio economico del Paese, il che non è affatto un passo filantropico.
La Russia potrà recuperare il denaro investito poiché effettuando gli investimenti essa acquisisce la certezza che la Siria non sarà costretta a vendere il suo territorio per l’allestimento di condutture di transito, provocando il calo del prezzo del gas in Europa e l’alterazione dell’equilibrio geostrategico del continente europeo. La Siria potrà reggere. Si noti che i lavori di recupero saranno svolti prevalentemente dalle imprese russe.
Dal punto di vista militare, in questa estate il Ministro della Difesa della Siria si impegnerà a condurre con Mosca negoziati sull’eventuale ingresso del suo Paese nell’OTSC e sulla possibilità di concedere alla Siria fondi necessari per l’eliminazione definitiva dei jihadisti fatti infiltrare nel suo territorio. Il riferimento è alla possibilità di concedere a Damasco applicazioni a scopi difensivi, nonché l’accesso alle tecnologie satellitari per il monitoraggio degli spostamenti dei terroristi.
Gli esperti concordano nel ritenere
che le presidenziali in Siria siano destinate a segnare l’inizio del
processo di soluzione politica della situazione nel Paese e dare avvio
alla ristrutturazione nel periodo postbellico per approdare, in un
futuro prevedibile, alla concordia nazionale universale. Come ha fatto
notare il Ministro degli Esteri della Siria Valid Muallem, nessuno è in
grado di imporre la propria volontà al popolo siriano, che deciderà da
solo il suo futuro destino, che piaccia o no alle forze esterne.
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