Una tra le abitudini più diffuse e piacevoli per noi amanti del
'naturale' è quella di accendere candele e incensi, non tutti però sono
al corrente di quanto queste pratiche apparentemente innocue possano
contribuire all'inquinamento e quindi alla tossicità dell'ambiente che
frequentiamo.
La stragrande maggioranza di candele e incensi in commercio deriva dal petrolio e produce residui di combustione altamente tossici in grado di compromettere seriamente qualsiasi sforzo nella direzione del benessere. In questo articolo, che riportiamo dalla rivista Ecologist, viene efficacemente sviluppato il discorso relativo alle candele.
Sebbene niente sembri più olistico di una bella candela, quel tepore caldo della fiammella potrebbe nascondere qualcosa di tossico, avverte Pat Thomas.
Molti di noi sono consapevoli delle conseguenze, potenzialmente nocive
per la salute, della combustione proveniente dalle principali fonti
esterne, come automobili e centrali termoelettriche, e anche dalle più
comuni sorgenti interne come le stufe. Pochi invece sono a conoscenza
degli effetti sulla salute delle candele accese normalmente – anche se
bruciano in ambienti chiusi, piccoli e poco ventilati.
Da una ricerca dell’US Environmental Protection Agency, EPA, [ente per
la protezione ambientale statunitense, ndt] e dell’American Lung
Association [associazione americana per la cura delle malattie dei
polmoni, ndt], è stato dimostrato che le candele emettono una
terrificante gamma di composti organici volatili cancerogeni (VOC), tra
cui acetone, acetaldeide, benzene, disolfuro di carbonio, tetracloruro
di carbonio, monossido di carbonio clorobenzene, creosolo, ciclopentene,
etilbenzene, formaldeide, fenolo, stirene tetracloroetilene, toluene,
tricloroetene e xilene.
Inoltre, come ogni cosa che brucia, le candele producono una
microscopica fuliggine che a volte può contenere tracce di metalli
altamente tossici rilasciati dallo stoppino. Lo scopo dello stoppino è
quello di incanalare la cera affinché alimenti la fiamma della candela.
Generalmente ci sono due diversi tipi di stoppino: quelli aventi
un’anima metallica e quelli semplici.
Gli stoppini semplici di solito sono fatti di una fibra intrecciata e
attorcigliata (il più delle volte cotone), e sono considerati i più
sicuri. Anche per gli altri si usa il cotone ma questo è avvolto intorno
ad un nucleo di carta o metallo che fa da supporto. Gli stoppini con un
nucleo di metallo bruciano ad alte temperature, utile quando la cera
della candela ha un alto punto di fusione. Piombo e cadmio sono i
metalli più comuni usati negli stoppini metallici, ma si usano anche
zinco e stagno.
Quando la candela brucia, rilascia una fuliggine sporca che contiene
microscopiche particelle, luminose abbastanza da rimanere sospese
nell’aria per un tempo considerevole, e abbastanza piccole da essere
assorbite dall’organismo una volta inalate.
Una ricerca dell’EPA ha dimostrato che accendere più candele, o candele
con stoppini multipli, può generare alti livelli di inquinamento
interno. Le candele profumate rilasciano più fuliggine di quelle non
profumate.
La questione della fuliggine delle candele è stata illustrata in uno
studio del 2002 dalla School of Public Health [Scuola di Salute
Pubblica, ndt] dell’Università del Michigan. I ricercatori hanno
esaminato una serie di candele confezionate negli Stati Uniti, in
Messico e in Cina, e hanno misurato la quantità di piombo emesso durante
l’accensione, nonché le quantità rilasciate nell’aria in uno spazio
chiuso dopo un’ora e dopo cinque ore.
I risultati hanno mostrato che le emissioni di piombo dalle candele
andavano da 0,5 a 327 microgrammi (mcg) all’ora. Dopo aver lasciato
bruciare la candela per un’ora, i livelli di piombo nell’aria andavano
da 0,04 a 13,1 mcg per metro cubo (un livello “sicuro”, come definito
dall’EPA, è di 1,5 mcg per metro cubo); dopo cinque ore i valori
andavano da 0,21 a 65,3 mcg per metro cubo.
Più di recente, nel 2006, lo scienziato dell'atmosfera Stephan Weber
dell’Università di Duisburg-Essen, a Essen, in Germania, ha misurato i
livelli di microparticelle presenti nell’aria in una chiesa nei tredici
giorni prima di Natale. La sua attrezzatura ha misurato una
concentrazione di particelle fino a 10 micron [1 milionesimo di metro
n.d.r.] di diametro (PM10) e anche particolato con diametro uguale o
inferiore a 1 micron (PM1). In chiesa, durante le liturgie, erano accese
sia candele che incensi e Weber ha rilevato che le concentrazioni di
entrambi i tipi di particelle quasi raddoppiano rispetto ai valori
misurati relativi solo all’accensione delle candele. Candele e incensi
accesi contemporaneamente aumentano la concentrazione di PM10 fino a
livelli sette volte più alti rispetto a quelli registrati tra una
liturgia e l’altra e alzano i livelli di PM1 fino a nove volte di più
rispetto a quelli dell’ambiente.
La concentrazione di materia pulviscolare è calata rapidamente una volta
esaurite le candele, ma è rimasta elevata per due ore dopo l’uso
simultaneo di candele e incensi.
Weber è arrivato alla conclusione che anche una breve esposizione
all’aria contaminata durante una liturgia potrebbe nuocere ad alcune
persone.
Due
anni prima, anche alcuni ricercatori olandesi avevano misurato la
materia pulviscolare presente nelle chiese che accendevano candele. Theo
de Kok, dell’Università di Maastricht, scoprì che lasciando le candele
accese per nove ore all’interno di una cappella olandese, le particelle
formatesi nell’aria all’interno dell’edificio producono dieci volte più
radicali liberi rispetto alle particelle veicolate nell’aria lungo le
strade trafficate percorse ogni giorno da circa 45.000 veicoli. È stata
anche rilevata la presenza di minuscoli agenti inquinanti solidi fino a
venti volte i limiti europei.
Secondo de Kok, il PM10 dalle candele potrebbe essere molto dannoso
perché, nell’organismo, i componenti del fumo generano facilmente i
radicali liberi che danneggiano le cellule.
Nello stesso periodo, la rivista inglese “Proof!” ha raccolto nel suo
laboratorio una gamma di candele a colonna e tealight acquistate dai
supermercati, dai grandi magazzini e dagli empori di Londra. Il fumo
proveniente dalle candele è stato analizzato per verificare la presenza
di tracce di piombo e di cadmio. Il diciassette per cento delle candele
(circa due su dieci) conteneva livelli rintracciabili di cadmio e un
numero minore di candele conteneva anche piombo, sebbene i livelli
riscontrati fossero ben al di sotto di quelli rilevati in altre
indagini.
In questa analisi, le candele con la percentuale maggiore di
piombo e cadmio erano quelle profumate acquistate da Boots [catena
britannica di supermercati che vende prodotti per l’igiene personale e
della casa, ndt]. Altre candele contenenti cadmio erano quelle
dell’Ikea. In comune con altri campioni analizzati, l’indagine ha
dimostrato che le candele contenenti metallo provengono dalla Cina, ma
anche dalla Polonia e dalla Germania.
Nell’aprile del 2003, la Consumer Product Safety Commission [Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato, ndt] ha bandito l’importazione e
la vendita negli Stati Uniti di candele aventi stoppini di piombo.
Altri paesi, compreso il Regno Unito, devono ancora seguirne l’esempio. È
impossibile distinguere uno stoppino contenente piombo da quelli
sicuri, nemmeno l’etichetta dichiara cosa contiene uno stoppino.
Al di là dei componenti di uno stoppino, quanto è “pulita” una candela
dipende da diversi altri fattori, compreso il tipo di cera di cui è
fatta, se è profumata o colorata e la lunghezza dello stoppino. Uno
stoppino troppo largo brucia rapidamente e produrrà più fuliggine di uno
stoppino adeguatamente tagliato; e una fiamma rapida con molto fumo
emette materia pulviscolare nell’aria indipendentemente dal materiale di
cui è fatto lo stoppino.
Sego e altri grassi animali non trattati, un tempo largamente usati
nella produzione di candele, non sono più così popolari. Invece, la
paraffina, composta da rifiuti petroliferi, è la cera più usata. Dal
punto di vista dei fabbricanti è economica e facile da lavorare, ha un
aspetto traslucido che attira e brucia lentamente. L’acido stearico o
più semplicemente stearina (un componente del sego e di altri grassi
vegetali) è spesso aggiunto alle candele di paraffina per alzare il loro
punto di fusione e aumentare la durata della candela stessa.
Le cere in gel, apprezzate per la lucentezza e per la capacità di tenere
insieme profumo e colore, sono fatte prevalentemente di petrolio
convertito in gelatina e devono necessariamente essere usate in una
scatola (spesso con uno stoppino rinforzato) perché la cera è molto
soffice. Entrambi i tipi producono fumo e fuliggine.
È difficile fare una candela usando oli essenziali naturali. Gli oli
essenziali di buona qualità sono costosi e non sono adatti per la
produzione delle candele; inoltre potrebbero non miscelarsi bene con la
cera delle candele. Possono essere più volatili rispetto agli oli
sintetici e complicati da usare a meno che non si aggiungano
stabilizzanti o fissativi.
Di conseguenza, i produttori generalmente usano fragranze sintetiche,
più tossiche. In aggiunta a queste, molti tipi di candele contengono
coloranti sintetici. La sicurezza dei coloranti usati nelle candele
dipende soprattutto dagli ingredienti della tintura, e molte tinture
sintetiche, bruciando, rilasciano diverse particelle malsane.
È quasi impossibile per molti consumatori distinguere le candele con
stoppini contenenti metallo da quelle senza metallo. Si potrebbe sperare
che basti evitare le candele fatte in paesi quali la Cina – ma molte
candele vendute nei negozi non contengono etichette con informazioni che
dicano di cosa sono fatte o meno. Allo stesso modo, poche candele
forniscono informazioni sugli ingredienti delle profumazioni o sui tipi
di cera usati (d’altronde, non è richiesto). Un obbligo legale per
etichette più chiare sicuramente aiuterebbe i consumatori a fare una
scelta migliore.
Cosa c’è nelle candele?
Le candele contengono una miscela complessa di ingredienti invisibili e
non presenti nell’etichetta che causano inquinamento atmosferico. Le
emissioni includono:
Piombo.
Anche livelli bassi possono colpire il sistema nervoso centrale
(cervello e spina dorsale), il cuore, i globuli rossi e i reni.
Un’esposizione intensa negli adulti può causare problemi al sistema
endocrino e a quello riproduttivo. L’esposizione al piombo nei bambini
può essere collegata a problemi comportamentali e depressione.
Cadmio.
Il cadmio inalato è cancerogeno. Una sovraesposizione può causare denti
ingialliti, pelle secca, bronchite cronica e affaticamento muscolare. È
tossico per il fegato, i reni, le ossa e i testicoli, nonché
potenzialmente pericoloso per il sistema cardiovascolare, immunitario e
ormonale.
Profumo.
I profumi sintetici contengono tossine e agenti sensibilizzanti in grado
di provocare cancro, deformazioni congenite, disordini al sistema
nervoso centrale. Altri effetti tossici includono asma, allergie e
malattie della pelle.
Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA).
Quando le sostanze chimiche volatili bruciano rilasciano IPA, che sono
assorbiti attraverso la pelle o inalati, causando irritazione alla
pelle, agli occhi e al sistema respiratorio, nausea e mal di testa. Una
lunga esposizione agli IPA può causare cancro, danni al sistema nervoso
centrale e periferico e disturbi ormonali.
Particelle.
Le particelle microscopiche (10 micron o meno di diametro), che sono
facilmente inalabili e scendono fin nei polmoni, possono danneggiare il
cuore, i polmoni, le arterie, causare problemi respiratori e scatenare
allergie. Una lunga esposizione aumenta il rischio di morte per malattie
cardiache.
Titolo originale: "Behind the label: Candles".
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