Spruzzare polvere di diamante nel cielo per raffreddare il pianeta e contrastare i cambiamenti climatici. No, non stiamo scherzando. Quella che avete appena letto è l'ultima futuristica (e discutibile) trovata per far fronte ai danni che l'uomo ha inflitto alla Terra.
Un nuovo studio, condotto dagli scienziati dell'Harvard University, cerca nella geoingegneria nuove soluzioni per contrastare gli effetti del riscaldamento globale. Una misura disperata e da Nature definita addirittura “selvaggia”.
Non si tratta dell'unica follia
emersa di recente. I ricercatori per anni hanno discusso dei vantaggi
del pompaggio di particelle di solfato verso il cielo per riflettere e disperdere l'energia del sole, imitando il raffreddamento causato dalle eruzioni vulcaniche.
Si è parlato anche di imbiancare il mare per ridurre lo scorrimento dei ghiacciai e di utilizzare degli “ombrelloni” spaziali per oscurare in parte il sole. Tutte soluzioni a dir poco controverse.
L'ultima riguarda dunque i diamanti, da spruzzare letteralmente nel cielo. In un articolo pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics, gli scienziati di Harvard hanno calcolato che le nanoparticelle di diamante o allumina (ossido di alluminio) potrebbero essere più efficaci e meno dannose per l'ambiente rispetto ai solfati.
Lo studio è il primo a modellare gli
effetti delle particelle in dettaglio esaminando il modo in cui
interagiscono - sia fisicamente che chimicamente - con diverse sostanze
in atmosfera, e facendo il confronto con i solfati.
Questi ultimi,
nell'atmosfera portano alla produzione di acido solforico, che danneggia
lo strato di ozono.
Allumina e polvere di diamante invece creerebbero meno problemi, secondo Debra Weisenstein, uno degli autori dello studio.
Si potrebbe avere molto meno impatto sull'ozono, meno riscaldamento della stratosfera e un ridotto aumento di luce diffusa sulla superficie della Terra” dice.
Questo perché allumina e diamante non determinano la produzione di acido solforico e si disperdono e assorbono particolari lunghezze d'onda della luce in modo diverso.
Naturalmente, spruzzare polvere di diamante nel cielo avrebbe costi di tutto rispetto anche se in questa forma è meno costosa delle gemme tagliate ma si parla di miliardi di dollari ogni anno.
Non sarebbe forse meglio investire questo denaro nella prevenzione o nella ricerca di soluzioni per ridurre la produzione di emissioni favorendo anche le energie rinnovabili?
Un cielo di diamanti? Ne preferiamo uno pulito.
Francesca Mancuso
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