martedì 17 novembre 2015

Depura le acque radioattive. Gli esperti: “Prospettive illimitate Non c’è tecnologia comparabile”

wow acque radiattive

Gli italiani sono tra i più grandi del pianeta e lo sono sempre stati. Questa è la prima macchina al mondo capace di trasformare liquami radioattivi e rifiuti di ogni tipo in acqua purissima, senza utilizzare nessun filtro e con una bassissima produzione di scorie. Ed è una scoperta tutta italiana, creata dall’ingegnere padovano Adriano Marin che, con il professor Massimo Oddone, chimico dell’Università di Pavia, e un’équipe di dieci ingegneri, sta completando le ultime fasi di sperimentazione prima della sua immissione nel mercato.

Il sistema, chiamato Wow (Wonderful Water), è stato testato a lungo dai laboratori Arpav di Padova, dal Cnr, dall’Università di Pavia e dal Laboratorio per l’energia nucleare applicata, ottenendo tutte le attestazioni necessarie (in questo momento sta certificando i risultati anche il National Physical Laboratory del Regno Unito). E oggi è un brevetto mondiale.

WOW è stato testato in Piemonte in un deposito di scorie, con valori di radioattività stimati superiori a quelli riscontrabili nelle acque contaminate di Fukushima e «il risultato effettivamente è stato incredibile. Si confermano fattori di decontaminazione mai raggiunti da alcuna tecnologia» afferma il fisico Sergio Manera, specialista in misure di radioattività che sta partecipando al progetto che continua: «L’acqua che esce è decontaminata di 7.500 volte, quindi nel pieno rispetto delle formule di scarico di impianti nucleari. Se le trattative con il Giappone andassero a buon fine metterebbero ancora una volta l’Italia in prima fila per le grandi scoperte».

«La macchina ha prospettive enormi e può essere applicata su suoli contaminati anche da altro, come i metalli pesanti. Se i fumi ed i vapori di certe fabbriche vengono convogliati in una soluzione liquida, Wow concentra i metalli e restituisce l’acqua quasi a temperatura ambiente. Il sistema sarebbe applicabile anche all’Ilva, con un sistema di abbattimento fumi» afferma Massimo Oddone, professore associato di chimica generale e responsabile dell’area di radiochimica all’Università di Pavia.Un impiego che si aprirebbe non soltanto ai grandi stabilimenti nucleari, ma anche alla depurazione delle acque della rete fognaria e a quelle derivate dalle lavorazioni industriali.
 
 «Le prospettive dal punto di vista industriale sono davvero immense. - continua il docente - In Italia nessuno è profeta in patria e gli interessi sono enormi, ma difenderò scientificamente questo inventore, tanto umile quanto geniale, fin quando avrò voce in capitolo. Le cose buone non devono andarsene dall’Italia, mi auguro che il Paese non si faccia sfuggire questa occasione. Oltretutto potrà formare tutta una serie di radiochimici e di ingegneri nucleari che potremmo esportare nel mondo come i nostri maestri pittori e scultori del passato».



Ora Wow è in cerca, per ognuna delle applicazioni, di vari partner, possibilmente italiani, che mettano il prodotto sul mercato. Qualcuno che concordi sulle finalità e che non cerchi invece di tenere l’invenzione in un cassetto. Perché il rischio è proprio quello: gli enormi interessi (leciti e no) che ruotano intorno allo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi potrebbero ostacolare la diffusione del «separatore di molecole a unico stadio» che ha enormi potenzialità.  


Dioni aka Riccardo Lautizi

fonte: http://www.dionidream.com/lo-strumento-che-depura-acque-radioattive-gli-esperti-prospettive-illimitate-non-ce-tecnologia-comparabile/

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