Croce e mai delizia di mamme iperansiose, anche quest’inverno vi troverete ad affrontare, almeno una volta, la febbre dei vostri cuccioli. E non è un anatema. Più piccoli sono loro, più è facile che qualche infezione da virus e batteri se ne prenda misteriosamente possesso, scatenando così lo stato febbrile e la tragicomica allerta generale delle nonne.
Ma, tranquille, nulla di più normale. Quello che vi basta sapere (e da spiegare a vostra suocera) è che la febbre (la temperatura va ben oltre i 37°) non è altro che una reazione di difesa naturale
dell'organismo con tanto di stimolazione delle difese immunitarie. Vale
a dire che tutti quei virus e batteri che svolazzano nell’aria (e l’asilo nido è il primo ambiente che vi verrà in mente), vanno qua e là da un organismo all’altro tramite le vie respiratorie e il corpo del bimbo non fa altro che difendersi aumentando la temperatura per distruggere i microbi.
Ricordate, inoltre, che qualche
linea di febbre può essere anche la conseguenza di sforzi fisici o della
permanenza in un ambiente eccessivamente riscaldato. Per cui, non esagerate col chiuderli in casa quando fuori fa freddo,
non tappate ogni singolo spiffero, non accendete i caloriferi al
massimo e mantenete sempre un certo grado di umidità. E, udite udite,
anche quando hanno la febbre possono uscire senza temere il peggio. Far
uscire il pupetto con qualche decimo, infatti, non porterà assolutamente
alcun danno, tanto che il Sistema Sanitario Nazionale, nel contratto
con i Pediatri convenzionati, dice che il medico a sua discrezione
compie le visite domiciliari solo "in caso di intrasportabilità
dell’ammalato" e non specifica per febbre.
In ogni caso, visto che l’aumento
della temperatura corporea serve a contrastare le infezioni, non va
combattuto o abbattuto in un nanosecondo. Come curare allora un bambino che ha la febbre?
1. Non coprite troppo il bimbo. Se ha i brividi mettetegli su una coperta leggera, ma appena scompaiono o sente caldo è meglio rimuoverla per consentire al corpicino di disperdere il calore.
2. Acqua, acqua e ancora acqua. Il pupo deve bere più di quanto non sia abituato per evitare la disidratazione. Va bene anche un succo, un’aranciata, un latte caldo, l’acqua calda dove avete appena bollito un paio di mele.
Vi accorgete di una progressiva disidratazione se fa poca pipì, se ha le labbra secche, se secerne poche lacrime quando piange e, nei neonati, se una fontanella è infossata.
3. Niente pappa se non ha fame. Può anche andar di latte e di brodino per un giorno o due, se non ha appetito meglio lasciare perdere coi solidi. Non morirà certo di fame...
4. Niente costrizione a letto. Mio figlio, per esempio, anche con 39 non starebbe fermo un attimo. Ecco, sforzi eccessivi non vanno fatti, ma nemmeno il letto è obbligatorio.
5. Se il bimbo ne ha voglia, è possibile anche bagnare un fazzoletto di stoffa in un po’ di acqua fredda per dargli un po’ di sollievo sulla fronte.
In genere, inoltre, il pediatra vi dirà che la febbre va lasciata agire e che non deve essere curata a tutti i costi. Date campo libero a tante coccole e a tante spremute, a un po’ di sano ozio e a qualche rimedio naturale per i nasini più tappati.
In alcuni casi, soprattutto quando la febbre rende il bimbo nervoso e
inquieto, è opportuno abbassare la temperatura con l'uso di farmaci. Ma,
in questo caso, chiedete al pediatra la dose consigliata.
Nessuna ansia, d’accordo, ma un po’
di eccesso di zelo in alcuni casi non guasta. In alcuni casi, infatti,
una capatina dal pediatra è giusto farla. L’Ospedale Bambin Gesù di Roma
la consiglia in questi casi:
- età inferiore ai 6 mesi
- in caso di aspetto sofferente, sonnolenza, irritabilità, pianto flebile
- forte cefalea
- temperatura che supera i 40°C
- difficoltà respiratoria e convulsioni
- bambino affetto da malattia cronica (cardiopatie, diabete, deficit immunitari, etc.),
- altri sintomi oltre alla febbre (vomito, diarrea, eruzione cutanea, etc.),
- febbre che persiste oltre le 48 ore.
Germana Carillo
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