martedì 3 novembre 2015

Felicità come materia scolastica: 7 passi per dare ai bambini un'educazione positiva


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La felicità sta entrando sempre più a fare parte dell’educazione dei bambini in divrerse scuole del mondo. Avete mai sentito parlare della felicità come materia scolastica e dell’educazione positiva?

Alcuni insegnati sia in Italia che in altri Paesi hanno iniziato ad introdurre lo Yoga e la meditazione nelle scuole come pratica che aiuti i bambini a ritrovare la calma e la serenità. 

Il modo di educare i bambini sta cambiando, tanto che da qualche tempo si parla dell’educazione positiva come di un vero e proprio approccio formativo che si differenzia dai metodi scolastici tradizionali. 

Nell’educazione positiva, o positive education, gli insegnanti si concentrano sul benessere dei singoli studenti. L’educazione positiva propone di utilizzare metodi di apprendimento pensati su misura per ogni bambino. In questo modo diventa più semplice motivare gli studenti a raggiungere i loro obiettivi.

Pensiamo ai test e alle verifiche che i bambini devono affrontare nella scuola tradizionale. A tutti viene richiesto di raggiungere lo stesso livello di studio e di conoscenza e sulla base del risultato ottenuto viene espressa una valutazione.

Nell’educazione positiva invece ogni bambino ha obiettivi di apprendimento da raggiungere diversi da quelli degli altri. In questo modo si evita di creare competizione tra gli studenti di uno stesso gruppo. L’apprendimento è visto come un processo di cooperazione tra gli insegnanti e gli studenti, che imparano a conoscersi e a rispettarsi a vicenda. 

Uno degli approcci più interessanti legati alla pedagogia positiva riprende i seguenti 7 punti, formulati da Arthur Chickering e Zelda Gamson:
1) Gli insegnanti devono incoraggiare buoni rapporti tra studenti e docenti, un aspetto molto importante per stimolare la motivazione.
2) E’ necessario promuovere l’apprendimento collaborativo piuttosto che lo studio competitivo per dare agli studenti la possibilità di lavorare insieme e di imparare gli uni dagli altri.
3) Gli insegnati utilizzano tecniche di apprendimento attivo collegate agli argomenti per cui gli studenti mostrano interesse. Le lezioni sono interattive e coinvolgono gli studenti con domande e dibattiti
4) E’ importante valutare i progressi degli studenti ma soprattutto insegnare ai bambini ad autovalutare se stessi.
5) Si insegna ai bambini la gestione del tempo per aiutarli ad organizzarsi meglio.
6) Dagli studenti ci si aspetta molto: è un ottimo segno del riconoscimento del loro potenziale e gli insegnanti li aiutano a svilupparlo.
7) E’ fondamentale rispettare i diversi talenti degli studenti e gli stili di apprendimento personali, così da poter aiutare tutti a studiare e imparare meglio nel modo giusto.
Nell’educazione positiva nessun bambino viene abbandonato a se stesso, per questo motivo si tratta di un metodo pedagogico considerato adatto sia per gli studenti in difficoltà che per i bambini che mostrano di saper andare oltre i livelli standard delle conoscenze richiesti dalla comune istruzione scolastica. 

Per promuovere l’educazione positiva in tutto il mondo è nato l’International Positive Education Network, punto di riferimento pensato per i genitori e gli ingegnati interessati a questo tipo di approccio pedagogico. 

Conoscete esempi di applicazione dell’educazione positiva come metodo pedagogico in Italia?

Marta Albè
Fonte foto: Movement Madness



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