In Arabia Saudita giustiziano frequentemente. L'adulterio, l'ateismo, la conversione dall'Islam ad un'altra religione (apostasia), l'omosessualità, la stregoneria, il gioco d'azzardo: tutto questo è un elenco incompleto dei reati per i quali nel regno wahhabita si possono subire mille frustate, affrontare 10 anni di prigione o essere decapitati.
Per di più Riyadh non sembra intenzionata ad alleggerire il suo ordinamento giudiziario.
La
prima volta che si delinque, di regola, vengono eseguite frustate
pubbliche, o ce la si può cavare con una compensazione in denaro, mentre
nei casi più gravi si va dall'amputazione di un arto alla decapitazione
con conseguente crocifissione.
Secondo la Sharia, il giudice può imporre 3 tipi di pene per crimini come l'ubriachezza, il gioco d'azzardo, la calunnia, la lussuria, per reati contro la persona (omicidio e lesioni personali gravi) e per comportamenti che turbano l'ordine sociale, come l'omosessualità, l'adulterio, il furto, la disobbedienza alle autorità o la mancata osservanza del Ramadan (digiuno).In Arabia Saudita l'intero sistema della giustizia si basa su principi religiosi. La religione dominante è l'Islam (sunnita), mentre la corrente dominante è il Wahhabismo. Pertanto in Arabia Saudita valgono le leggi della Sharia: per accusare o giustificarsi è spesso sufficiente un giuramento, l'avvocato è considerato un lusso superfluo, sono consentite le esecuzioni capitali di minori e di persone con infermità mentale, la condanna non cambia in funzione della nazionalità, scrive il portale russo "lenta.ru".
Molto spesso all'attenzione dei media stranieri finisce la fustigazione. E' un fenomeno presente in quasi tutto il mondo musulmano, ma in Arabia Saudita è più frequente. Il giudice, secondo la Sharia, decide quante frustate merita il reo. Il triste primato è detenuto dall'egiziano Mohammed Ali al-Sayyid: nel 1990 per una rapina fu condannato a 4mila frustate.
Un altro tipo di punizione pubblica è la decapitazione. Avviene davanti ad un gran numero di persone. In genere dopo la decapitazione per esempio il corpo viene crocifisso e messo in mostra al pubblico.
La cosa peggiore è il crimine religioso: l'apostasia e insieme ad essa l'ateismo. Più del 7% della popolazione dell'Arabia Saudita non è di fede musulmana. La professione pubblica del Cristianesimo è vietata nel regno. E' vietato conservare in casa la Bibbia, crocifissi, o le immagini di santi. I cristiani e i credenti delle altre fedi possono pregare solo a casa. Per l'osservanza della legge è stato creato ad hoc un corpo di polizia speciale: la guardia religiosa islamica.
Contro la stregoneria le autorità saudite combattono con fermezza.
Per questa accusa di solito c'è la decapitazione e la successiva
crocifissione. Denunciano la stregoneria soprattutto vicini allarmati o
funzionari. Per facilitare la lotta contro di essa è stata creata una
hotline speciale: chiunque può denunciare i casi di stregoneria.
Tutto questo suscita legittime proteste in Occidente. Ma perché Washington e Londra includono Teheran nel cosidetto "asse del male" per il fatto che la pena di morte è diffusa nel Paese, ma chiudono gli occhi dove i tribunali della Sharia emettono condanne molto più cruente e tollerano il regno wahabita?
Tutto questo suscita legittime proteste in Occidente. Ma perché Washington e Londra includono Teheran nel cosidetto "asse del male" per il fatto che la pena di morte è diffusa nel Paese, ma chiudono gli occhi dove i tribunali della Sharia emettono condanne molto più cruente e tollerano il regno wahabita?
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