mercoledì 20 gennaio 2016

Il bambino interiore

(Immagine presa dal web)
L’infanzia è il momento più importante della Vita di ogni essere umano. In essa, infatti, si fanno le prime esperienze, apprendendo al contempo degli schemi comportamentali che serviranno per il resto della nostra Vita. Ecco perché sono fondamentali per il bambino il gioco e la creatività, senza reprimerlo ma lasciandogli anzi lo spazio per potersi esprimere liberamente.

Man mano che si andrà crescendo, si passerà attraverso le diverse fasi della Vita che porteranno poi ad essere delle persone adulte. Qui sta la fregatura. Infatti, una volta divenuto adulto, ognuno di noi tende a prendere la Vita in maniera fin troppo seria, perdendo quella giocosità che gli consentirebbe, invece, se mantenuta nel corso della crescita, di vivere in maniera meno rigida i vari accadimenti quotidiani.

Nonostante ciò, nel nostro Io più profondo, c’è sempre un bambino interiore che aspetta solo di giocare con la Vita assieme a noi. Questo bambino è represso da una società troppo impegnata ad autodistruggersi attraverso la sua corsa sfrenata verso il progresso. Pur essendo represso, questo bambino vive dentro di noi e può essere sentito quando noi giochiamo con la Vita e smettiamo di prenderci troppo sul serio.
(La copertina del mio libro)
Dovremmo vivere come dei bambini per riscoprire che in realtà non siamo mai cresciuti. Solo così, infatti, potremo ricongiungerci con la nostra parte più pura che fino ad oggi abbiamo tenuto silente a causa dei nostri schemi mentali, appresi nel corso della nostra crescita.

Ma come si fa a comunicare col proprio bambino interiore? Semplicemente tornando a giocare con la Vita e gli accadimenti quotidiani. Se ci riflettete, ciò non è poi così difficile. Infatti, basta entrare nella dimensione di gioco con tutto ciò che si fa. Alla fine abbiamo imparato ad essere adulti fin da bambini attraverso i giochi nei quali interpretavamo i vari ruoli, sia sociali che professionali, che avremmo voluto rivestire da adulti.

Adesso, per tornare a comunicare col nostro bambino interiore, occorrerà innanzitutto togliere quella dimensione di serietà che ci ha fatto diventare degli adulti ammuffiti, per lasciare spazio al lato allegro e giocoso della nostra parte vera ma, fino ad oggi, repressa. Così facendo, porteremo una ventata di freschezza e spensieratezza nelle nostre Vite e in quelle delle persone che ci circondano quotidianamente.

Questo riconnettersi col proprio bambino interiore avrà, sicuramente, degli effetti positivi nella nostra Vita, in quanto ci permetterà di tirare fuori quella creatività che avevamo da bambini e che abbiamo quasi dimenticato una volta diventati adulti perché troppo presi dalla nostra routine quotidiana. Ciò potrà permetterci di rendere meglio in ciò che facciamo ma, soprattutto, ci farà capire se la situazione che stiamo vivendo ci renda o meno felici.

Infatti, chi meglio di un bambino può essere sincero riguardo ad una determinata situazione di Vita vissuta? Un adulto si limita a fare e dire solo quello che conviene in base alle regole della società evitando di esprimere pareri o tenere comportamenti che possano offendere qualcuno, curandosi molto dell’”etichetta”. Solo il bambino ha il coraggio di dire ciò che pensa senza curarsi degli effetti che questo suo comportamento spontaneo sortirà sulle persone destinatarie del suo messaggio verbale.

Questa spontaneità, tuttavia, il bambino la va perdendo man mano che cresce per via dell’”addomesticamento” effettuato dai suoi tutori, parenti o insegnanti che siano. Se fosse lasciato libero di poter pensare e dire ciò che gli pare, infatti, egli potrebbe far succedere litigi o, comunque, dar fastidio a molte delle persone appartenenti alla comunità nella quale vive.

Nell’età adulta ci si ritrova, dopo un percorso educativo degno di animali da circo equestre, ad essere pronti a vivere nella società. Nel corso della crescita c’insegnano la diplomazia e, con essa, a non dire quasi mai ciò che pensiamo riguardo a determinate situazioni o persone. Proprio in quel momento vengono soffocate creatività ed innocenza, ma non per sempre. Si può, infatti, decidere di tornare innocenti disimparando le regole e rinascendo ogni giorno nell’ETERNO PRESENTE, che è poi l’unico momento in cui esistiamo in quanto passato e futuro sono solo proiezioni mentali.

Una volta riconnessi col nostro bambino interiore, sarà necessario rispettare le regole del vivere comuni e la diplomazia. In realtà però, pur continuando a vivere con lo stesso atteggiamento di prima, avremo finalmente modo di vedere le cose così come apparirebbero ad un bambino, con la conseguenza che potremo essere sinceri con noi stessi, avendo finalmente la possibilità di poter cambiare ciò che non va nella nostra Vita.
(Immagine presa dal web)

Potremo capire se il nostro lavoro ci piace davvero e se in esso troviamo la nostra dimensione di giocosità; diversamente potremo sempre cambiarlo e giocare un ruolo diverso nella Vita di tutti i giorni, svolgendo un’attività che ci appaga di più. Molti disagi causati da stress derivano proprio dal non sentirsi realizzati nell’ambito lavorativo ma, soprattutto, dal non avere una visione profonda di ciò che realmente ci piace fare.

Solo quando si è coscienti delle proprie potenzialità creative ed attitudini si potrà ambire a raggiungere determinati traguardi che ci rendano felici e soddisfatti della nostra Vita. La Vita è una e non andrebbe mai sprecata inutilmente. Occorre avere il coraggio di cambiare. Ciò si può ottenere solo tornando a pensare come i bambini, cioè con spontaneità e senza schemi mentali.

I BAMBINI NON HANNO PAURA, NON POSSONO AVERNE PERCHE’, QUANDO NASCONO NON LA CONOSCONO. Ci penseranno gli educatori, i genitori e i preti a presentargliela sotto forma di: inferno, peccato, cattiveria, sbaglio, stupidità, ansia e quant’altro avranno vissuto essi stessi prima di loro. Da quel momento vivranno una paura “indotta”, che diversamente non avrebbero mai conosciuto.

Da ciò si denota quanto sia importante liberarsi dal passato e da ciò che si è appreso. Quando parlo di liberarsi dal passato, mi riferisco a tutto ciò che non ci serve e che, anzi, ci ostacola nel nostro percorso di crescita ed evoluzione personale.
(Immagine presa dal web)

Alleggeriamo, quindi, la nostra Vita da queste zavorre che ci portiamo dietro dal passato, comunicando al contempo col nostro bambino interiore. Dal momento in cui decideremo di tornare bambini, riusciremo a vivere la Vita in maniera leggera e spensierata, potendo finalmente superare con facilità anche quelle che in passato ci sarebbero apparse come situazioni complicate. Qualsiasi situazione affronteremo con spensieratezza e disinvoltura sarà facilmente superata perché la nostra mente tornerà ad essere flessibile e fresca come quella di un bambino e non rigida e negativa come quella di un adulto.

All’inizio ciò potrà risultare un po’ complicato in quanto si tenderà ad utilizzare il vecchio modo di pensare ancora per un po’ di tempo. Bisogna prima destrutturare gradualmente il vecchio sistema di pensiero, aggiungendo ogni giorno nuovi pensieri flessibili da bambino a quelli rigidi e schematici da adulto. Ciò, se ripetuto nel tempo, porterà, grazie alla plasticità della quale è dotato il cervello (neuroplasticità), alla costruzione di nuovi percorsi sinaptici, che ci permetteranno di pensare come se fossimo dei bambini, e al contempo comporterà la graduale atrofia di quelli vecchi grazie al fatto che non verranno più utilizzati.


Vincenzo Billotta

 
Tratto da un altro capitolo del mio ultimo libro METAMORFOSI SPIRITUALE, YOUCANPRINT EDIZIONI.  Vi ricordo che è già disponibile, così come L'ARTE DELLA CONSAPEVOLEZZA, YOUCANPRINT EDIZIONI, (mio primo libro), presso le vostre librerie di fiducia oppure online, fra gli altri canali, su: YOUCANPRINT, MACROLIBRARSI, IL GIARDINO DEI LIBRI, FELTRINELLI, MONDADORI, HOEPLI, AMAZON, IBS. Buona lettura e grazie!


fonte: http://vincenzobilotta.blogspot.it/2016/01/il-bambino-interiore.html 

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