mercoledì 27 gennaio 2016

Che cos'è l'Igienismo


Un po' di storia

La nascita dell'igienismo naturale moderno viene comunemente collocata nella prima metà del 1800, negli Stati Uniti d'America. I precursori di tale filosofia sono identificati principalmente in uomini quali Sylvester Graham, Russell Thacher Trall e Isaac Jennings.

Quest'ultimo in particolare, per lungo tempo ha curato i propri pazienti con la medicina convenzionale. Verificandone l'assoluta inconsistenza ha poi ottenuto risultati inaspettatamente positivi optando per la somministrazione di cure placebo a base di acqua e pillole di pane, dapprima su lievi patologie, in seguito su casi più complessi.

Approda infine alla "non cura" come miglior metodo di ripristino dello stato di salute e attribuisce il termine di "Ortopatia" al concetto di guarigione per mezzo della cosiddetta malattia. Vedremo poi cosa intendesse con tale termine.

Da Jennings saltiamo alla prima metà del secolo scorso, dove il concetto di Tossiemia elaborato da John Henry Tilden pone quelle che si possono a tutt'oggi considerare le basi teoriche del sistema Igienista.

Arrivando ai giorni nostri, il caposcuola contemporaneo porta il nome di Herbert Shelton, il quale ha realizzato una monumentale opera di recupero, sintesi e rielaborazione del lavoro fatto dai suoi predecessori.


Sicuramente ci sono nomi altisonanti che ometto di aggiungere. Di fatto, al di là dell'ufficiale esistenza circa il movimento che unisce questo eroico manipolo di esseri umani, c'è da dire che gli stessi protagonisti sono ben consapevoli di non essersi inventati nulla di nuovo.

Nei secoli precedenti abbiamo testimonianze eclatanti, su tutti spicca forse Ippocrate, impropriamente considerato il padre della moderna medicina. Prima di lui Pitagora, ancor più indietro passiamo per gli egizi, fino a giungere alle culture orientali e perderci nella notte dei tempi.

La vera conoscenza, per quanto attiene l'uomo, non mi pare abbia mai avuto una data d'inizio.

Vis medicatrix naturae

Ma cosa intende promuovere la filosofia igienista?

Sostanzialmente, la millenaria esperienza igienista sostiene che la scelta consapevole di un determinato stile di vita ci consente di costruire la nostra salute, e che l'uomo che vive nell'osservanza e nella ricerca della comprensione circa le leggi di natura può ristabilire il proprio equilibrio in qualunque momento, facendo ricorso unicamente alle meravigliose risorse autoguaritive delle quali è in possesso.

Il concetto di Ortopatia introdotto da Jennings non contempla l'attribuzione morale di male/bene riferiti allo stato di "malattia" e quello di "salute". Entrambe sono intese come manifestazione e strumento della nostra individualità. Entrambe sono funzionali e sottendono possibilità inesplorate nei confronti di ciò che siamo.

Il processo di malattia non va quindi ostacolato attraverso la ricerca della soppressione dei sintomi, bensì, va assecondato verso il naturale rientro nelle condizioni di equilibrio.

Per fare questo, è nostra responsabilità cercare di comprendere quali cause possano aver agevolato una manifestazione sintomatologica, senza dimenticare mai che i sintomi sono essi stessi la dichiarazione programmatica di una guarigione in corso.

Se è vero, come è vero, che la vita non funziona a caso, diventa facile e interessante comprendere come ad ogni decorso patologico corrisponda un preciso protocollo di reazione a livello organico. La trappola nella quale, a mio avviso, non si dovrebbe cadere, risiede nell'illusione di aver trovato la causa di manifestazione di un sintomo senza di fatto esserne andati davvero a monte.

Herbert Shelton diceva che quando una persona è ammalata non devrebbe fare niente, ma questo niente dovrebbe saperlo fare molto, ma molto bene.

Se osservassimo quanto accade in natura, vedremmo, per esempio, che quando un animale non sta bene, nella maggiorparte dei casi, recupera la salute riposando e digiunando. Solo sul digiuno come strumento di guarigione potremmo dedicare un capitolo a parte. Senza parlare dei numerosi rimedi offerti da pratiche naturopatiche di varia estrazione.

Gli strumenti che utilizziamo per costruire la nostra salute sono gli stessi che andrebbero utilizzati per accompagnare la mancanza di quest'ultima.

Le uniche cure mediche per le quali non possiamo fare a meno della chirurgia specialistica e del supporto farmacologico, sono quelle legate ai casi limite del pronto soccorso.

La curomania che affligge la scienza medica odierna è una patologia che pone le sue radici dentro la mancanza di responsabilità nei confronti di noi stessi.

Essa è il frutto deforme che da troppo tempo occulta in noi l'urlo lacerante in cerca della bocca disposta ad esplodere le parole : "IO SONO VIVO".

Non è di altro che si parla qui, se non di voglia di vivere. Ma dato che per molti di noi aver voglia di vivere ha un significato assolutamente relativo e del tutto aleatorio, la scienza igienista ci soccorre suggerendo i dettami che segue il prode, aspirante essere umano, nell'intento di voler imparare, se non altro, a non volersi troppo male.

Precetti igienisti o semplice buon senso?
Se, come insegnava Tilden, l'innesco di un qualsivoglia squilibrio parte da un deficit di natura energetica, dovremmo cercare di comprendere come ridurre al minimo il rischio di vituperare tale nostra, sottile realtà fenomenica.

Un ottimo punto di partenza potrebbe essere quello di "costruirsi l'esigenza" di rivedere tutte quelle che riteniamo essere le nostre credenze e le nostre certezze, in ogni ambito del vivere quotidiano.

Nel riguardare le nostre abitudini di vita dovremmo tenere in seria considerazione l'aspetto legato alla nutrizione primaria. Il buon senso, ancor prima di un'igienista, ci consiglierebbe di documentarci su quale sia il cibo d'elezione per l'uomo, nell'intento di riavvicinarcene consapevolmente il più possibile.

Se tale argomento viene affrontato scientificamente, ancor prima che sotto la lente d'ingrandimento degli altri non meno urgenti aspetti, attraverso lo studio della fisiologia umana e dell'anatomia comparata, dovrebbe essere abbastanza facile non avere dubbi a riguardo.

Non dobbiamo dimenticare che l'aspetto legato al come mangiare potrebbe rivelarsi anche più importante rispetto a quello inerente il cosa mangiare.

Le forze presenti in natura operano in noi come un vero e proprio laboratorio alchemico, pertanto sarebbe magnifico se oltre a porci il problema della qualità dell'aria che respiriamo ci soffermassimo anche su come respiriamo. L'aria, l'esposizione al sole, il contatto con la terra e le relazioni che stabiliamo con l'acqua, dovrebbero per noi essere molto più importanti di quanto vengono attualmente considerate. Il rapporto che abbiamo con la natura determina la costruzione della nostra salute, pone le basi per un'esistenza felice e ci dona rimedi salvifici nel caso in cui dovessimo temporaneamente smarrirci.

Va da sé che quanto più ci allontaniamo da una condizione di idillio spostandoci in direzione di un esistenza artificiale, spesa a combattere per disunirci, tanto più non dovremmo sorprenderci delle soluzioni che la vita stessa ci proporrà senza operare sconti.

Dovremmo riconoscere quando siamo stanchi e dare importanza al ruolo del riposo, altresì, è fondamentale comprendere che il corpo è uno strumento che agisce fuori e dentro di sé. Tenerlo troppo fermo non è un opzione salutare. Muoverci meccanicamente, perché qualcuno ci ha detto che fa bene farlo, non solo non rappresenta la scelta migliore, ma potrebbe essere controproducente. Impegnarsi al fine di comprendere in quali e quanti modi il nostro corpo può operare nello spazio, oltre che essere saggio può risultare straordinariamente interessante.

In conclusione

Per ovvi motivi legati alla vastità di tematiche qui solo accennate, questo mio intervento, guidato dalla volontà di provare a comunicare con tutti voi, non può che avere un carattere puramente introduttivo. Potremmo sviscerare in qualunque momento i singoli aspetti, con la premessa che questi vengano contemplati senza perdere l'indirizzo di una visione olistica. Se non interviene l'intento di voler rivoluzionare il modo in cui pensiamo, ogni proposito di approfondimento risulterebbe sterile e fuorviante.

Inutile dire che, se ci concediamo la possibilità, il coraggio e la volontà di addentrarci personalmente ed intimamente nell'approccio alla vita qui timidamente proposto, si restringerebbero tragicamente le possibilità che, in maniera ridondantemente umiliante, continuiamo ad offrire a noi stessi nell'atto di sabotare senza soluzione di continuità ogni ipotetica velleità di autodeterminazione.

Bycho

fonte e discussione su: http://www.luogocomune.net/LC/index.php/21-medicina/4332-che-cos-e-l-igienismo

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