giovedì 28 gennaio 2016

Come curare l'obesità con la Naturopatia


Può sembrare banale, ma se affrontato senza isterismi e forzature, l'obiettivo di evitare l'obesità e conservare un peso forma equilibrato rappresenta un ottimo stimolo per prendersi cura di sé e migliorare la propria qualità di vita. Insomma, al di là dei condizionamenti dettati dalle mode e da una società tutta protesa verso l'apparire, l'armonia del corpo è segno di salute ed equilibrio, e la naturopatia può essere un valido aiuto.

Secondo le statistiche ufficiali si tratta di una meta sempre più desiderata: il 40% della popolazione adulta è infatti in condizione di sovrappeso, e il 6-7% soffre addirittura di obesità. Il sovrappeso e l'obesità purtroppo non risparmiano oggi neanche i bambini, come dimostra una recente indagine dell'istituto Nazionale della Nutrizione, dalla quale risulta che il 35% dei bambini italiani è in sovrappeso od obeso. Insomma c'è poco da stare allegri.

Il peso ideale
Innanzitutto è bene chiarire che si parla di sovrappeso quando si registra un eccesso di peso rispetto all'altezza secondo precisi parametri aggiornati periodicamente. Si ha invece obesità quando i chili in eccesso superano di oltre il 20% il peso medio ideale, in particolare con una percentuale di grasso corporeo superiore al 30% nelle donne e al 25% negli uomini.

Perché si diventa obesi? Molti studi hanno confermato che l'obesità ha una base genetica, legata al metabolismo delle cellule adipose (sede di accumulo dei grassi). Questo spiega perché alcuni individui possono mangiare molto senza ingrassare, mentre altri ingrassano pur limitando le calorie che introducono.

La ricerca ha scoperto che ogni persona presenta un punto di equilibrio ponderale programmato fisiologicamente, cui fanno riferimento le cellule adipose: quando la cellula diminuisce di volume, trasmette al cervello lo stimolo della fame. Gli individui obesi, in genere presentano cellule adipose più grandi e in maggiore quantità, per cui sentono maggiormente l'impulso di mangiare.

Sembra che il punto di equilibrio ponderale sia legato alla sensibilità delle cellule adipose all'insulina, ormone secreto dal pancreas, la cui funzione principale è quella di regolare il tasso di glucosio nel sangue stimolando le cellule a prelevarlo dal sangue stesso.

Il ruolo dell'insulina
L'obesità quindi determina un'insensibilità all'insulina. Quando le cellule diventano insensibili all'insulina, la glicemia (il tasso di glucosio nel sangue) aumenta e insorge il diabete. Per riposizionare il punto di equilibrio delle cellule adipose è dunque fondamentale stimolare la loro sensibilità all'insulina: questo è l'unico modo per ottenere risultati significativi a lungo termine.

Per raggiungere o stabilizzare il peso forma non occorrono dunque farmaci, diete miracolose e tantomeno interventi invasivi tipo liposuzione: è sufficiente un buon apporto nutrizionale, esercizio fisico, una corretta e una buona attitudine mentale. Quest'ultimo aspetto è molto importante, perché la ricerca scientifica ha rilevato uno stretto collegamento tra cervello e sistema digestivo: il cervello controlla l'assunzione quantitativa e qualitativa del cibo, il sistema digestivo (tramite le influenze che il cibo ha sui sistemi endocrino, immunitario e nervoso) condiziona il funzionamento del cervello.

In definitiva, si può sentire una grande fame come conseguenza di un elevato dispendio energetico a causa dell'esecuzione di un lavoro particolarmente pesante o di una competizione sportiva, oppure il mangiare può essere semplicemente un modo per placare l'ansia o per "dimenticare". Si possono consumare dolci e cioccolato per ragioni di cuore e, per le stesse ragioni, si può avvertire una morsa che chiude la bocca dello stomaco. Il comportamento alimentare, funzione profondamente istintiva e naturale, può essere dunque modificato dalla capacità di gestire lo stress, dal contenuto simbolico dei cibi, dalle convenzioni sociali, dal nostro stato emotivo.

Nel nostro cervello, in particolare nell'ipotalamo, risiedono il centro della fame e quello della sazietà, che possono essere attivati o inibiti a seconda della prevalenza di certi neurotrasmettitori che a loro volta giungono da un centro di raccolta di tutte le informazioni alimentari provenienti dall'alto (cervello) e dal basso (sistema digestivo), situato nella parte inferiore del tronco dell'encefalo.

Dopamina e serotonina
Il centro della fame può essere attivato anche dalla dopamina, un neurotrasmettitore prodotto in condizioni di stress, oppure dal neuropeptide Y, un altro potentissimo stimolatore della fame, caratterizzato da una predilezione per gli zuccheri.

La serotonina è invece il neurotrasmettitore della sazietà, in particolare sazietà da carboidrati. Livelli elevati di serotonina inibiscono il neuropeptide Y, riducendo il desiderio di zuccheri. Le persone con irrefrenabile desiderio di dolci hanno in genere bassi livelli di serotonina.

Serotonina bassa significa un'ansiosa ricerca di cibi in grado di elevare rapidamente il tasso di questo neurotrasmettitore a livello cerebrale: in primo luogo di dolci e carboidrati. Alimenti che per il loro contenuto in triptofano, stimolano la sintesi di serotonina, con il risultato però di far ingrassare.

In genere gli obesi mangiano di più, amano consumare in preferenza dolci, presentano un rapporto famelico col cibo, il loro umore è depresso. Questo perché l'aumento dei livelli di serotonina a livello cerebrale incide sulla fame e sull'umore. Per tutte le ragioni sopra menzionate, un serio programma che abbia come obiettivo il raggiungimento del peso ideale, si ribadisce, si deve basare su tre elementi: un'alimentazione corretta ed equilibrata, esercizi aerobici praticati per almeno venti minuti per tre-quattro volte la settimana, un'attitudine mentale positiva.

No alle diete aggressive
Se si rispettano tutte e tre queste condizioni, è possibile dimagrire in maniera stabile, a un ritmo di mezzo chilo-un chilo e mezzo a settimana, senza grandi sacrifici. Le diete aggressive invece provocano sì una perdita di peso rapida iniziale (per lo più si tratta di una diminuzione della massa muscolare e di acqua), ma quasi sempre poi i chili persi vengono rapidamente riguadagnati e anzi, in molti casi, il punto di equilibrio si sposta più in alto, aggravando ulteriormente la situazione.

La strategia vincente è dunque la riduzione graduale di peso, ottenuta modificando in modo permanente il regime alimentare e le abitudini. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale fornire all'organismo nutrienti di elevata qualità, altrimenti lo stimolo della fame non si placa e il corpo reagisce risparmiando energie e quindi rallentando il metabolismo, cosa che a lungo termine, significa bruciare meno grasso.

Gli errori da evitare
Eliminare completamente i carboidrati o i grassi, senza distinzione tra saturi e insaturi, e seguire un regime iperproteico come spesso suggeriscono le fantasiose diete che periodicamente vengono proposte dai rotocalchi femminili può essere estremamente nocivo a causa dell'eccessiva produzione di chetoni che provoca un forte stress a carico dei reni e del fegato.

In queste condizioni, il consumo anche di quantità minime di carboidrati tende a provocare un repentino aumento di peso, forzando la persona a ritornare a un regime alimentare iperproteico. È invece molto importante seguire un regime alimentare molto vario ed equilibrato, secondo i principi delle corrette combinazioni alimentari. Non devono assolutamente mancare le verdure: crude e cotte. Una buona zuppa o delle belle insalate miste, arricchite con qualche seme oleoso (girasole, lino, sesamo, mandorle ecc.) Assicurano all'organismo vitamine, sali minerali, fibre e carboidrati di cui ha estremo bisogno per il funzionamento ottimale e che tra l'altro garantiscono il raggiungimento di un certo grado di sazietà. Per rafforzare la dieta si può aggiungere a scelta un cereale integrale biologico, o dei legumi, oppure proteine vegetali come tofu, tempeh, o seitan, o anche pesce.

L'occhio vuole la sua parte
In ogni caso, per ridurre il peso è importante dissociare nella dieta carboidrati e proteine, e consumare molte verdure (crude o cotte) nei modi più svariati: a vapore, alla griglia, al forno, saltate in padella.

L'ideale è associare nello stesso pasto più verdure dai colori diversi e ben accostati, preparate in modo diverso. L'occhio vuole la sua parte e un piatto ben presentato dà il piacere di sedersi a tavola ed entusiasmo nell'intraprendere nuove abitudini. Inoltre il ricco apporto di vitamine e sali minerali, assicurato da una dieta a base di verdure, contribuisce a ripristinare un'ottima funzionalità a livello enzimatico, stimola la depurazione dell'organismo, migliora il metabolismo e svolge un'azione generale antiossidante che porta energia e migliora l'umore.

A loro volta le crudità favoriscono il riposizionamento del punto di equilibrio, migliorano il livello di zuccheri nel sangue e riducono la pressione sanguigna (se necessario). Molti studi hanno confermato come l'assenza di fibre alimentari nella dieta sia un fattore importante nella genesi dell'obesità, mentre la loro presenza migliora la tolleranza al glucosio, aumenta le calorie espulse con le feci, rallenta l'assunzione di cibo, stimola la secrezione degli ormoni digestivi, favorisce il senso di sazietà (grazie all'aumento del riempimento gastrico), stimola la produzione degli ormoni che riducono la fame (come la colecistochinina, responsabile della produzione di serotonina) e l'azione di riempimento intestinale.

In definitiva, le fibre agiscono migliorando in generale il metabolismo degli zuccheri. Per questo stesso motivo, oltre alle verdure, è importante il consumo di cereali integrali (che comunque deve essere in percentuale inferiore rispetto alle prime), sostituiti magari sporadicamente dalle proteine, in maggior quantità d'origine vegetale. Assolutamente da evitare sono gli zuccheri e le farine raffinate, i grassi saturi, quindi latte e derivati, additivi alimentari, alcool e bibite gassate.

Una dieta corretta a base di cibi biologici, privi dunque di additivi e residui agricoli come antiparassitari ed erbicidi evita l'insorgenza di intolleranze alimentari che frequentemente portano a problemi di sovrappeso.

L'acqua
Molto utile ai fini della riduzione del peso corporeo è l'abitudine di bere acqua lontano dai pasti, avendo cura di scegliere acqua di buona qualità. Bisognerebbe bere quando si ha sete, ma spesso ci si dimentica di farlo, per pigrizia o per non perdere tempo, si ascolta poco il corpo, o si è troppo indaffarati per "staccare" e procurarsi un bel bicchiere d'acqua. Basta premunirsi e portare con sé una bottiglia, in modo che la si abbia sempre a disposizione, quando si avverte anche solo minimamente lo stimolo della sete. Ed è molto probabile che ci accorgeremo di aver bisogno di bere molto più di quanto non avremmo mai pensato. Questa buona abitudine consente di eliminare le ritenzioni idriche e le tossine che si producono durante la giornata, inoltre evita lo stress a carico delle cellule; migliora l'aspetto della pelle e in alcuni casi riesce a risolvere anche il problema della stitichezza.

Rivalutare le alghe
Un altro alimento da rivalutare sono le alghe. Un cibo, utilizzato dall'uomo fin dai tempi più antichi, e non solo in Asia o sulle coste bretoni, ma anche in alcune zone del Mediterraneo. Le alghe sono da tempo oggetto di studio per le loro molteplici proprietà: stimolano la tiroide e attivano il metabolismo con un effetto dimagrante (ma solo per chi ne ha bisogno); sono remineralizzanti e tonificanti, contrastano il ristagno della circolazione linfatica (e quindi anche la cellulite) e i processi degenerativi e d'invecchiamento, attivano la circolazione.

Queste loro preziose proprietà dipendono quasi totalmente dagli oligoelementi e dai macroelementi che esse contengono in grande quantità. In particolare, il trattamento dell'obesità e, più in generale, del sovrappeso è una delle principali indicazioni delle alghe per la loro ricchezza in mucillagini e complessi iodati.

Le mucillagini sono sostanze non assimilabili che, assorbendo liquido nell'apparato digerente, aumentano parecchie volte il loro volume. In questo modo attenuano l'appetito, procurano una sensazione di sazietà, accelerano il transito intestinale, limitano l'eccessivo assorbimento di sostanze nutritive. Inoltre, le alghe contengono sostanze in grado di stimolare le lipasi, gli enzimi che presiedono alla demolizione dei grassi.

Camminare fa bene
L'attività fisica, svolta in modo regolare, è un altro fattore indispensabile per raggiungere il peso ideale, giacché consente di aumentare la massa magra (muscoli) e ridurre il grasso corporeo. Inoltre il movimento contrasta la riduzione dell'attività metabolica conseguente alla minore quantità di calorie introdotte. In conclusione, l'esercizio fisico consente il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti con un regime alimentare corretto, migliora la funzionalità cardiovascolare e respiratoria e quindi l'apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule, aiuta l'organismo a eliminare i ristagni e i prodotti di rifiuto dei tessuti, migliora l'umore e il senso di benessere, consente uno scarico dello stress e dell'aggressività, libera la mente da pensieri ossessivi, aumenta la capacità di far fronte agli eventi spiacevoli, contrasta la depressione, migliora la postura e la struttura di tutto il corpo.

Gli esercizi fisici più indicati sono attività aerobiche come nuotare, correre, andare in bicicletta, giocare a tennis, praticare sci di fondo o anche il semplice camminare di buon passo, un'attività che è praticabile da tutti e che si può fare in qualunque luogo. È sufficiente mezz'ora al giorno per ottenere buoni risultati.

Pensare positivo
Per prima cosa è necessario modificare il nostro linguaggio, eliminando i termini negativi e sostituendoli con parole o frasi propositive. A qualcuno potrà sembrare strano, ma si tratta di una ginnastica efficace, non solo per perdere i chili di troppo, ma anche per migliorare il nostro stile di vita (cibo per la mente).

Tornando al sovrappeso, pensare al positivo significa sostituire il termine "dimagrire" con "raggiungere il peso ideale"; significa focalizzare l'attenzione non sugli "alimenti da eliminare", ma su quelli nuovi da introdurre o da scoprire. Può risultare molto efficace anche premiare se stessi con un complimento per ogni piccolo passo che si riesce a compiere nella direzione del miglioramento, sottolineare i successi, le esperienze positive, e poi rinforzarle raccontandole agli amici e alle persone care. O anche osservare chi non si sta volendo bene, chi è in sovrappeso o obeso, e sentirsi immensamente fortunati per aver intrapreso una strada che ci sta portando a una condizione di maggiore gioia e autostima, gratificarsi con della buona musica, o qualsiasi cosa che ci faccia sentire più vivi, nutrire quotidianamente la nostra convinzione. Ognuno può inventare per sé le frasi, le parole che trova più incisive per autoinfondersi entusiasmo, motivazione, piacere per quello che sta attuando.

No alle diete tristi
Ognuno di noi è più sensibile ad alcune parole, sia in senso negativo che positivo, per questo è utilissimo portare l'attenzione sul nostro linguaggio, in particolare quello interno, che nessuno sente ma che noi ben conosciamo e portare gli aggiustamenti e le correzioni che ci possono aiutare a raggiungere con più facilità e gioia la meta.

La felicità è la base della salute, una dieta triste non porta a nulla ed è destinata a essere ben presto abbandonata. Volersi bene, masticare molto e gustare il cibo invece di ingurgitarlo, soffermarsi e aggiungere un tocco di colore ai piatti, dire a se stessi delle belle parole e infine guardarsi allo specchio e vedere "armonia" è possibile: basta cominciare.

 
Catia Trevisani

Tratto da "Curarsi con la Naturopatia vol.3" di Catia Trevisani

fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/curare-obesita-naturopatia.php

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