lunedì 25 gennaio 2016

Sventato l’ultimo (per ora) false flag dei neocon


Il 12 gennaio, ricorderete, due barchini americani CB90 son stati beccati nelle acque territoriali iraniane. Gli uomini degli equipaggi sono stati   ripresi mentre in ginocchio con le mani sulla testa si arrendono, vengono rifocillati e restituiti alla US Navy. Kerry telefona a Teheran riconoscendo l’errore e ringraziando. In Usa, McCain e i neocon schiumano di rabbia davanti a tutte le tv e talk show per “L’umiliazione che Obama ha fatto subire alla nostra flotta”.

La versione ufficiale viene diramata dalla portavoce della Casa Bianca, l’impagabile Jane Psaki: “I nostri mezzi sono andati alla deriva nelle acque severamente controllate che circondano una base iraniana nell’isola di Farsi, quando uno dei due battelli è stato vittima di un guasto meccanico e la Navy ha perso ogni contatto con esso”:

Il Saker (famoso blogger molto bene informato) ha una versione non ufficiale. Ve la do come la dice.
Certa gente sostiene che due navigli erano in una missione suicida, volenti o nolenti. Ci sono credibili rapporti di un sottomarino israeliano posizionato lì vicino, e pronto a affondare le barche mentre in acque iraniane,  precondizione essenziale per innescare (in Usa) la rabbia politica
necessaria a fare di nuovo applicare le sanzioni a Teheran che Obama aveva appena levato: contro la chiara volontà israeliana e neocon.   La ‘nuova Pearl Harbor’ è stata sventata – fa’ sapere il Saker – perché l‘aviazione russa,
che per caso era in zona, ha fatto uso della sua misteriosa tecnica di rendere inoperanti i sistemi elettrici, elettronici d altri delle vedette Usa, e apparentemente, ha fatto lo stesso servizio al sottomarino israeliano”.
http://thesaker.is/nuland-meets-surkov-to-warn-about-imminent-nato-attack-by-scott/

Piangevano
Piangevano
Le navi occidentali
sono divenute sorde, cieche e immobili. Esattamente come era capitato nel novembre 2014 nel Mar Nero, quando il Sukhoi Su-24 fornito del noto apparato ha paralizzato completamente la fregata USS Donald Cook sorvolandola, e neutralizzando il modernissimo sistema di gestione del combattimento Aegis lì montato”. 
Gli ufficiali americani, si raccontò allora, passarono minuti di terrore: disarmati, accecati, in panne mentre il caccia russo simulava un attacco. Le guardie costiere iraniane, sulle loro semplici motovedette, quando hanno preso i Marines (figli di mamma ventenni) che si arrendevano, hanno detto che stavano piangendo.

Forse hanno capito che stavano per essere sacrificati? Sulla stranezza che questi due battelli (catorci assetati di carburante) fatti per acque basse, siano invece stati usati in una parte del Golfo Persico profondo 500 metri, si è già espresso da tecnico (è progettista navale) il blogger “Nuke the Whales”:
Sento una fortissima puzza di “false flag” qualcuno aveva probabilmente mandato allo sbaraglio due barchini  inutili con un equipaggio minimo sperando che gli iraniani li facessero saltare in aria”.

Ne consigliamo la lettura. http://liberticida.blogspot.it/2016/01/il-mistero-dei-due-barchini-usa.html

Secondo Saker, “il governo iraniano era stato avvertito dell’imminente false flag”, e così i russi. Da chi?

Forse da qualcuno dentro la NATO, o dentro la US Navy. Dopotutto, il giornalista Seymour Hrsh ha da poco reso noto come altissimi gallonati dell’apparato americano,   come il generale Dempsey quando era capo degli stati maggiori, aveva filtrato a Mosca informazioni preziose per sostenere Assad contro l’ISIS armato dalla Cia e sostenuto da Sion.
http://www.lrb.co.uk/v38/n01/seymour-m-hersh/military-to-military

Il Saker rivela un altro particolare di questa “collaborazione” informale tra ragionevoli americani e russi. Nel marzo 2015,un diplomatico americano operante a Mosca ha avvertito di una trama per uccidere il presidente Putin; che sarebbe stato ucciso in elicottero. “Ricordate – dice Saker – la misteriosa copertina di Economist di quei giorni? Putin in bianco e nero   con gli occhiali da sole e un elicottero arancione davanti a lui? Arancio come la “rivoluzione arancione”.

Quel giorno, russi della quinta colonna e “mangiatori di fondi delle ONG e ratti liberisti” stazionarono attorno al Kremlino con telecamere a riprendere un elicottero che stava scendendo, perché qualcuno li aveva avvertiti che stava per succedere qualcosa di grosso. L’attesa fu delusa. L’americano che lo sventò, “secondo voci, è stato battezzato in Crimea nella Chiesa ortodossa russa. Una bellissima cerimonia”.

Insomma ci crediate o no. Io ci credo. Saker (un ortodosso) è bene informato. Per cui gli do credito quando mette in collegamento lo sventato casus belli nel Golfo con la strana,improvvisa, enigmatica visita di Victoria Nuland a Kaliningrad. La Nuland è la notoria giudea neocon che s’è data come missione la distruzione di Putin attraverso la destabilizzazione dell’Ucraina; nemica giurata di tutto ciò che è russo.

la megera dell'apocalisse
la megera dell’apocalisse
Ora,la Nuland, venerdì 15 gennaio, “meno di 24 ore dopo che era stato annunciato  l’incontro tra Sergei Lavrov e John Kerry per il 20, e solo un giorno prima che lo sanzioni sull’Iran venissero levate, l’aereo della Nuland fa’ una improvvisa deviazione dalla rotta da Vilnius a Berlino e atterra nella base russa preso Kaliningrad” (l’antica Koenigsberg, enclave russa dalla seconda guerra mondiale, praticamente in Polonia).

La megera dell’Apocalisse aveva chiamato pochi giorni prima il Kremlino per chiedere un incontro personale con Putin. Putin aveva di meglio da fare, ma manda all’incontro il suo più influente assistente, Surkov. Il quale atterra a Kaliningrad il 14; la Nuland atterra il 15. I due hanno un colloquio di quattro ore a porte chiuse, senza alcun testimone. Secondo la versione ufficiale, avrebbero parlato dell’applicazione di Minsk II per l’armistizio nel Donbass: cosa smentita dai fatti, visto che Kiev ha subito dopo violato ancor più platealmente gli accordi.

Vladislav Surkov e Putin
Vladislav Surkov e Putin
E le versioni non ufficiali? “Sono varie”, dice Saker. Una, caritatevole, di Agoravox France, dice che “Nuland è andata a sventare un imminente colpo NATO contro la Russia”. Come una crocerossina. E’ scesa dall’aereo “estremamente agitata” ripetendo: “E’ la guerra! Arriva!”: L’hanno sentita dire che “La Russia non ha mantenuto le promesse e adesso tutti pagheranno per questo”.

Altri sostengono che Nuland era agitata perché Obama – negli ultimi giorni del suo mandato? – sta “ripulendo le stalle di Augia alla Casa Bianca” e, la Nuland potrebbe essere fra lo strame che viene ripulito. Nessuna delle due versioni pare credibile.

Fatto sta che il giorno stesso 15 gennaio, alle 16.20, Putin ha convocato una seduta informativa di emergenza coi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza nella sua residenza a Novo Ogaryovo. C’erano il primo ministro Ditri Medvedev,  la portavoce del Consiglio della Federazione Valentina Matviyenko, quello della Duma Sergei Naryshkin, il segretario del Consiglio di Sicurezza Patrushev, il Ministro dell’interno Vladimir Kolokoltsev, quello degli esteri Sergei Lavrov, il ministro della difesa Sergei Shoigu, il direttore del FSB (ex Kgb) Alexander Bortnikov, il direttore del controspionaggio estero Mikhail Fradkov, il vicesegretario del Consiglio di sicurezza Rashid Nurgaliyev, e il membro permanente di detto Consiglio, Boris Gryzlov.

Come capite, la Nuland aveva detto qualcosa di abbastanza grosso da allarmare tutto il vertice. Forse i false flag sventati sono stati due. Forse era una doppietta per far temere a Mosca un colpo NATO mentre   nel Golfo si produceva i false flag dei battelli affondati?

Questo può spiegare molti degli eventi di questi giorni: dall’accusa britannica a Putin di essere il mandante dell’omicidio Litvinenko, all’attacco al rublo e l’ulteriore calo del greggio. Fino alla dichiarazione del ministro della difesa israeliano : “Non consideriamo l’ISIS nemico. Il nemico resta l’Iran”.  Questo ci dice anche quello che ci fanno rischiare ogni giorno  i neocon, stregoni israeliani dell’Apocalisse.



Maurizio Blondet

fonte: http://www.maurizioblondet.it/sventato-lultimo-per-ora-false-flag-contro-liran/

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