La cosa che più colpisce nelle vicende legate alle finalità del comitato Tanker Enemy, al di là dell'oggetto stesso della questione scie chimiche e i loro effetti su tutto ciò che vive sul pianeta, è la pervicacia di quei negazionisti così interessati a che il lavoro di ricerca di Rosario Marcianò
venga interrotto. Praticamente anni di vessazioni contro questo
ricercatore, portate avanti in tutte le forme, anche molto estreme, che
da sole e in quanto tali si sottopongono ad una automatica critica
speculativa. Come dire, per fare un banale parallelismo: se di fronte a
una persona che sostiene l'esistenza di babbo natale ci viene da ridere,
è insensato accanirsi per anni contro quella persona, trascinandola
anche in tribunale, anche perché correremmo il rischio di produrre
l'effetto contrario, cioè quello di ammettere implicitamente l'esistenza
di babbo natale. Se un argomento è ritenuto futile, come si spiega
tutto questo clamore e interessamento da parte di chi sostiene la
futilità di tale argomento? Si penserà che le scie chimiche allora
esistano eccome, e i loro dannati effetti siano collegati a interessi
economico-militari talmente poderosi da far mobilitare l'establishment e
tutta la sua rete con azioni legali a scopo intimidatorio e vessatorio.
Sembra
infatti, osservando dall'esterno, che gli anni di lotta tra il manipolo
di 'negazionisti-assaltatori' e il ricercatore Marcianò abbiano
prodotto l'effetto opposto a quello sperato dai primi. Perché -è
gioco-forza- voler chiudere il sipario sulla tragedia scie chimiche
facendo un gran baccano sul proscenio, è il modo migliore per tenere il
pubblico seduto in teatro e più attento che pria. Forse l'establishment
ha sbagliato strategia, uno sbaglio dovuto alla disperata foga di
nascondere certi crimini, certi problemi ('il problema', dice
Marcianò), certe metodiche autoritarie. La ricerca di Marcianò ci dice
che in ballo c'è anche il progetto della modifica genetica e progressiva
delle unità biologiche presenti sul pianeta, al fine di adattare ciò
che rimane dell'essere umano a un'alienazione ancora più oppressiva,
conveniente ai detentori dei fili del sistema.
E
allora, se è così, va da sé che qui siamo di fronte a una lotta di
resistenza da parte di Marcianò contro la gigantesca macchina del
sistema, e chi lotta per resistere fa emergere una dignità umana ormai
rara, preziosa, quindi meritevole di sostegno e apprezzamento. Questa
annosa lotta di resistenza, portata avanti a colpi di prove, dati,
analisi, misurazioni, confutazioni, ha posto Marcianò e il suo blog tankerenemy.com
in cima alla scala dell'attenzione mondiale e alle preoccupazioni
dell'establishment. Oggi Rosario Marcianò, grazie alla sua lotta contro
la geoingegneria e i tanker chimici, è divenuto il principale referente
italiano per tutti quei media che si occupano del problema (è di ieri
l'intervista rilasciata alla radio newyorkese Global Skywatch, solo per citare l'ultimo suo intervento pubblico in etere). La questione del sequestro dei suoi computer
da parte della magistratura si annovera nelle già numerose azioni
contro il suo operato, ma ciò che adesso sorprende è che tale sequestro,
eseguito sulla base di un presunto reato di diffamazione, vuole colpire
sì l'opera di ricerca e di divulgazione di Marcianò, ma stavolta anche
attraverso la paventata reclusione della persona. I negazionisti hanno
alzato il tiro, quindi hanno fatto più baldoria sul proscenio, ottenendo
più attenzione da parte del pubblico. E infatti attraverso questa
vicenda ora tutti i riflettori sono puntati su Marcianò e sulla sua
ricerca. Ci auguriamo che in futuro gli ostacoli posti alla ricerca non
debbano contemplare anche l'eliminazione fisica del ricercatore
sanremese di adozione.
Ci chiediamo: quanto vale in termini umani ed etici una persona che, come in questo caso, si rifiuta di allinearsi al diktat delle 'innocue velature'
e lotta contro la poderosa e antiumana macchina del sistema per
tutelare la salute di tutti? Domanda retorica, certo; qui entriamo nel
campo di un'etica che appartiene a quelle persone che, come molti esempi
storici testimoniano, agiscono per il bene comune e per onor di
ricerca, andando 'in direzione ostinata e contraria' e senza
lasciarsi fiaccare dai colpi che ricevono quotidianamente. Perché qui si
tratta essenzialmente di ricerca: chi può temere la ricerca se non
quelli che hanno interesse a nascondere qualcosa? Come si può condannare
la ricerca in sé? Con quale diritto si può ostacolare? In via del tutto
generale, la regola per ogni intento di ricerca dovrebbe essere quella
di lasciarla procedere, a prescindere dai suoi risultati. Si temono
forse i risultati della ricerca di Marcianò? E perché?
Noi
pensiamo che chiunque svolga una ricerca a fini pacifici e umanitari
debba avere il diritto di lavorare serenamente, senza ostacoli, senza
vessazioni, senza giudizi esterni. Noi crediamo che una persona degna di
questo nome debba continuare ad essere, senza cadere nella trappola sociale del dover essere.
Perciò crediamo anche che a nulla serve l'eliminazione di una persona,
la diffamazione, la persecuzione, quando tutto il suo operato
-resistenza compresa- testimonia una integrità morale che è già di per
sé una forza di verità.
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