Il presidente del Governo spagnolo, Mariano Rajoy, si è affannato a negare che la legge sulla Sicurezza Cittadina miri a imbavagliare i movimenti di opposizione alle politiche economiche dell’esecutivo dettate dalla troika.
Il leader popolare ha assicurato che, anzi, obiettivo del PP è garantire la “sicurezza e la libertà” per i cittadini.
Tuttavia basta un’occhiata agli articoli previsti nel progetto di legge che presto sarà al vaglio del Consiglio dei Ministri per notare che nel mirino del provvedimento ci sono i cosiddetti escaches, cioè le manifestazioni contro i rappresentanti della classe politica e quella manageriale principali responsabili della crisi.
Insieme alle forme di manifestazione pacifica che hanno contraddistinto molte delle recenti mobilitazioni degli indignados contro gli sfratti, contro i tagli all’istruzione o alla sanità ecc.
Di questo passo, reati finora considerati lievi diventerebbero gravi.
Una manifestazione non autorizzata davanti al parlamento o ad un’altra sede istituzionale o un blocco stradale potrebbero quindi costare ai promotori delle proteste alcuni anni di carcere.
Inoltre la legge stabilisce il divieto per i cittadini di fotografare o riprendere ciò che fa la polizia.
Un divieto inaccettabile per le opposizioni che parlano del ritorno a Madrid di uno ‘stato di polizia’.
La legge non prende di mira solo le manifestazioni e le proteste, ma interviene duramente anche nei confronti della vita sociale: prevede l’espulsione delle prostitute dai centri urbani e il divieto di bere alcolici in pubblico, in un paese in cui il botellòn è diventato un abitudine per i giovani che non hanno i soldi per frequentare costosi locali alla moda.
Ma il ministro degli Interni Jorge Fernandez Diaz ha pensato anche a inserire misure contro gli scioperi dei tassisti o dei trasporti pubblici.
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