La realtà?
Quale?
Dove?
A quanto pare qualcuno ha “scoperto” che la realtà, questa realtà, non esiste. E’ solo un’illusione, creata da qualcuno.
Ma da chi?
Perché?
Mauro Cecot ci spiega, in questo articolo, gli studi del professor Alan Aspect su questa nostra pseudo realtà.
LA REALTÀ ? NON ESISTE
“Le religioni e le filosofie
orientali, da lungo tempo sostengono che il mondo materiale è una
illusione, e che noi stessi non saremmo delle entità fisiche che si
muovono in un mondo fisico, ma che in realtà tutto l’universo come noi
lo intendiamo farebbe parte del campo della pura illusione.
Siamo quindi realmente come gli
uomini della caverna Platonica che, costretti in catene in un luogo
chiuso dove scorgono solo le ombre del mondo reale proiettate su di un
muro, credono che la realtà sia solo quella che riescono a vedere
direttamente? Vediamo cosa ci dice a proposito la pseudoscienza.
Partiamo però (oibò) da un vero
esperimento scientifico famosissimo, del 1982, quando un’équipe di
ricerca dell’Università di Parigi, diretta dal fisico Alan Aspect,
scoprì che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle
subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare
istantaneamente una con l’altra indipendentemente dalla distanza che le
separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri.
Dopo lo sbigottimento iniziale
furono formulate due sole possibili spiegazioni: o la teoria di Einstein
che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce era
da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse
non localmente.
Poiché la maggior parte dei fisici
nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce,
l’ipotesi più accreditata è che l’esperimento di Aspect sia la prova
che il legame tra le particelle subatomiche sia effettivamente di tipo
non-locale.
In seguito a questo esperimento,
David Bohm, noto fisico dell’Università di Londra, recentemente
scomparso, sostenne che le scoperte di Aspect implicavano che la realtà
oggettiva non esiste. Nonostante la sua apparente solidità, l’universo è
in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente
dettagliato. Per capire come mai il Prof. Bohm abbia fatto questa
sbalorditiva affermazione, spieghiamo cosa è un ologramma.
Un ologramma è
una fotografia tridimensionale prodotta con l’aiuto di un laser, dove
l’oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio
laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce
riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza
dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola
fotografica. Quando la pellicola viene sviluppata, illuminandola con un
altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale.
La tridimensionalità di tali
immagini non è l’unica caratteristica interessante degli ologrammi,
difatti se l’ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi
illuminato da un laser, si scoprirà che ciascuna metà contiene ancora
l’intera immagine della rosa.
Anche
continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo
frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma
praticamente intatta, della stessa immagine.
Tornando all’esperimento di Aspect,
Bohm si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche restano
in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa, risiede nel
fatto che la loro separazione è un’illusione.
Ecco la sua spiegazione in un
esempio: “Immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate anche
che l’acquario sia visibile solo attraverso due telecamere, una
posizionata frontalmente e l’altra lateralmente rispetto all’acquario.
Mentre guardiamo possiamo pensare che i pesci visibili sui monitor siano
due entità separate, ma continuando ad osservare i due pesci, alla fine
ci accorgeremo che vi è un certo legame tra di loro: quando uno si
gira, anche l’altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l’altro
guarderà lateralmente. Potremmo arrivare a credere che i due pesci
stiano comunicando tra di loro, istantaneamente e misteriosamente.”.
Secondo Bohm quindi il comportamento
delle particelle subatomiche indica chiaramente che vi è un livello di
realtà del quale non siamo minimamente consapevoli, una dimensione che
oltrepassa la nostra. Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è
perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, ma
in realtà sarebbero l’immagine di qualcosa di sottostante, unitario, un
super-ologramma che si estende attraverso tutto l’universo fisico che
percepiamo.
E poiché ogni cosa nella realtà
fisica è costituita da queste “immagini”, ne consegue che l’universo
stesso è una proiezione, un ologramma appunto. Ogni cosa animata e
inanimata, noi stessi, saremmo un ologramma. Come come?
Il nostro corpo un ologramma? Ma è
assurdo, potrebbe obiettare qualcuno, questo significherebbe per la
proprietà olografica descritta pocanzi che ogni singolo organo del corpo
umano, conterrebbe l’informazione dell’intero corpo.
Ed infatti sembra proprio essere così, vediamo perché.
Le terapie relative alla
riflessologia, conosciute da migliaia di anni, utilizzano proprio questo
principio e oltre alla arcinota riflessologia plantare, che usa vari
punti del piede per agire sull’intero corpo, abbiamo una riflessologia
della mano, una dei denti, una iridologia che usa gli occhi, una
auricoloterapia per l’orecchio, e anche una idrocolonterapia che si basa
su lavaggi incrementali dell’intestino, solo per citarne alcune.
Ma la domanda a questo punto è: chi
mantiene vivo l’ologramma? Semplice, noi stessi, o meglio la nostra
mente, non il cervello, (anch’esso un ologramma) ma la nostra Coscienza:
cogito ergo sum, mai frase più azzeccata. E invece cosa resta della
realtà oggettiva? Per dirla in parole povere: non esiste.”
Libri consigliati:
Michael Talbot “Tutto è uno – L’ipotesi della scienza olografica“ (1997)
William Arntz, Betsy Chasse, Mark Vicente “Che Caspita Sappiamo Veramente? What the Bleep do We Know?” (previsto novembre 2006 )
David Icke “L’Amore Infinito è l’Unica Verità Tutto il Resto è Illusione
Smascherare il mondo dei sogni che crediamo reale” (2006)
Michael Talbot “Tutto è uno – L’ipotesi della scienza olografica“ (1997)
William Arntz, Betsy Chasse, Mark Vicente “Che Caspita Sappiamo Veramente? What the Bleep do We Know?” (previsto novembre 2006 )
David Icke “L’Amore Infinito è l’Unica Verità Tutto il Resto è Illusione
Smascherare il mondo dei sogni che crediamo reale” (2006)
Mauro Cecot
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Quindi
è la nostra mente a creare questa realtà! Ma perché la nostra mente ha
deciso di creare una realtà di questo tipo? Scusate tanto ma se la mia
mente creasse una realtà, seppur illusoria, di sua spontanea iniziativa
non sarebbe certo una realtà così squallida e invivibile, ma sarebbe un
giardino fiorito dove poter saltellare qua e là col sorriso stampato
sulle labbra!.
Per questo mi chiedo se la nostra mente
non sia “manipolata” da qualcuno o qualcosa che vuole farci vivere,
tutti, in questa orribile realtà. Un vero e proprio ologramma sociale.
Dunque il fatto di sentirci liberi di
pensare, desiderare e immaginare quello che vogliamo è solo un
apparenza? In realtà tutta la nostra vita mentale è confinata dentro un
“sogno”?
A quanto pare si!
Infatti quando nasciamo la nostra mente
sarebbe una pianura dove il flusso delle percezioni inizia a scorrere
liberamente come un fiume che scavi da solo il proprio letto.
Ma il “fiume che scava” non è uno solo
ma centinaia, migliaia, che ad ogni passaggio lasciano solchi,
modificando la nostra mente.
La formazione della nostra mente, della
nostra pianura del suo paesaggio, dovrebbe essere una cosa naturale,
invece qualcosa fa in modo che vengano gettati paletti, innalzati muri,
in modo che la nostra mente si amalgami all’illusione che ci circonda.
Alla fine, quando la nostra pianura è stata disegnata secondo uno schema
ben preciso sarà difficile portare dentro di noi nuovi pensieri perchè a
loro volta saranno obbligati a seguire le “strade” già tracciate.
Viviamo, quindi, in una sorta di
prigione trasparente, molto più potente di una fatta di mattoni, proprio
perché non ne siamo consapevoli?
E questa prigione la potremmo chiamare, che ne so, Velo di Maya??
Ed ecco che ci riscopriamo intricati in
una ragnatela, fatta di vie, viuzze, stradine psicologiche che ci fanno
girare come tante piccole trottole, come fossimo dentro ad un labirinto
dove al centro non ci trovi nulla e, forse, se ti svegli in tempo, ti
rendi conto che girando intorno stai solo sprecando vita ed energia, in
quanto alla fine non concluderai mai nulla di ciò che desideravi
veramente.
Ma hai vissuto e realizzato ciò che volevano coloro che hanno tessuto il Velo di Maya.
Si può uscire da tutto ciò? È possibile riprendere le redini della Nostra Vita?
Perché quella che dovremmo vivere non
dovrebbe essere un copione scritto, e pure male, da chissà chi, ma
dovrebbe essere tutto ciò che siamo noi. I nostri veri desideri, i
nostri veri sogni, le nostre vere aspettative.
Noi dovremmo vivere ciò che ci
appartiene. Quindi sarebbe ora di tagliare i fili e lasciare che le
“marionette” prendano in mano la propria vita e se il burattinaio non si
diverte più…beh…non sarà certo un problema nostro!
Angel
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