La
NSC inviava armi ai contras nicaraguensi prima che la rete di
rifornimento di Oliver North fosse operativa. Gli aiuti degli Stati
Uniti all’Arabia Saudita venivano inviati ai contras attraverso la Banca di Credito e Commercio Internazionale
(BCCI) di Karachi in Pakistan. [1] Mentre il denaro della Casa dei Saud
veniva deviato verso i contras, uno dei più grandi depositanti iniziali
della BCCI era lo Scià di Persia, i cui conti svizzeri della BCCI erano
enormi. Con le famiglie dominanti dei “due pilastri” di Nixon nel CdA,
la BCCI sarebbe diventata il ricettacolo dei petrodollari del Golfo
Persico, generosamente mescolati con narcodollari, usati per finanziare
in tutto il mondo le operazioni segrete della CIA e dei suoi partner del
Mossad israeliano e dell’MI6 inglese.
La BCCI era la banca di
riferimento dei dittatori più noti del mondo, tra cui la famiglia
Somoza, Saddam Hussein, l’uomo forte filippino Ferdinand Marcos e quello
di Haiti Jean-Claude “Papa Doc” Duvalier. Il regime dell’apartheid
sudafricano usò la BCCI, come fece Manuel Noriega, che andava
regolarmente nella filiale della BCCI di Panama per ritirare il suo
stipendio annuale della CIA di 200000 dollari. La BCCI era la
lavanderia favorita del Cartello di Medellin e dei nuovi boss
dell’eroina mondiale, i leader delle fazioni dei mujahidin
afgani controllati dalla CIA. La BCCI finanziò la vendita segreta di
armi di Reagan all’Iran e collaborò con Robert Calvi del Banco
Amrosiano. Fu il tramite per il denaro sporco generato dal finanziere
latitante del Mossad Marc Rich e del denaro proveniente dall’oggi in bancarotta Enron, reincarnatasi nel Bank Group Pinnacle di Chicago. [2] Frequentatore della sede di Karachi della BCCI, avendo titolarità di un conto, era Usama bin Ladin.
Con filiali in 76 paesi, la BCCI trattava armi convenzionali e nucleari, oro, droga, mercenari, intelligence e contro-intelligence. Questi interessi erano spesso schermati da facciate legittime, quali il trasporto di caffè dall’Honduras o di fagioli vietnamiti. La banca aveva stretti rapporti con la CIA, l’ISI pakistano, il Mossad israeliano e le agenzie d’intelligence saudite. Fu il collante finanziario collegato a numerosi scandali pubblici apparentemente distinti. I principali azionisti della BCCI erano regnanti e ricchi petrosceicchi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) ideato da Reagan. Fu fondata nel 1972 in Pakistan da Agha Hasan Abedi, un amico intimo del dittatore militare pakistano Zia ul-Haq.
Abedi inizialmente
sollecitò depositi nella banca dagli espatriati pakistani che lavoravano
negli Emirati Arabi Uniti. La BCCI decollò quando Bank of America piazzò 2,5 milioni di dollari per una quota del 30%. In quel momento Bank of America era la più grande banca del mondo ed era controllata da NM Rothschild & Sons.
[3] La “N” stava per Nathan, che una volta prestò al tiranno francese
Napoleone 5000000 di sterline, mentre al tempo stesso faceva prestiti al
suo avversario inglese di Waterloo, il duca di Wellington, per
equipaggiarne l’esercito. Nathan Rothschild poi commentò l’accaduto, “fu il miglior affare che abbia mai fatto.”
La “M” stava per Mayer, studioso di esoterismo della Cabala ebraica che
lanciò la dinastia dei banchieri Rothschild con denaro sottratto e
acquisì titoli nobiliari per la famiglia agli inizi del 19.mo secolo.
Nel 1885 la regina Vittoria nominò baronetto il nipote di Nathan, mentre
i fratelli condussero operazioni globali presso i governi di
Inghilterra, Francia, Prussia, Austria, Belgio, Spagna, Italia,
Portogallo, germanici e Brasile. Erano i banchieri delle Corone d’Europa
con partecipazioni in Paesi lontani come Stati Uniti, India, Cuba e
Australia. [4] Nel 1996 il 41.enne Amschel Rothschild, che gestiva il
colosso finanziario della famiglia, morì in un misterioso suicidio. La Rothschild Asset Management,
che Amschel guidava, perse 9 milioni di dollari l’anno precedente la
morte. Le perdite si verificarono mentre Evelyn Rothschild stava creando
una joint venture con la seconda banca più grande della Cina. Amschel
fu trovato morto impiccato a un portasciugamani posto a un metro e mezzo
dal pavimento del bagno, nel suo hotel di Parigi. Un giornalista
scherzò, “impiccarsi non deve essere stato facile per un uomo alto un 1,85m”. [5]
L’esecutivo della Bank of America Roy P.M. Carlson orchestrò l’affare BCCI. Carlson poi entrò nella Safeer, la società di consulenza di Teheran fondata dall’ex direttore della CIA e ambasciatore in Iran Richard Helms. Carlson divenne presidente della travagliata Banca Nazionale della Georgia (NBG) di Bert Lance, segretamente acquisita dalla BCCI con l’aiuto del miliardario saudita Ghaith Pharaon. La NBG era una cliente di Kissinger Associates, che anche “consigliò” l’armamento di Saddam alla Banca Nazionale del Lavoro (BNL). Partner di Helm presso Safeer era il magnate iraniano Rahim Irvani che controllava il Gruppo Melli, dove Carlson era presidente. Irvani fondò una società off-shore per nascondere l’acquisizione della BCCI di First American Bank dell’ex-segretario alla Difesa statunitense Clark Clifford. Helms progettò l’acquisizione.
I grandi investitori della BCCI erano gli
sceicchi del petrolio del GCC. Il capo della famiglia regnante di Abu
Dhabi, lo sceicco Zayad bin Sultan al-Nahiyan era il più grande
azionista della BCCI, controllando il 77% delle azioni della BCCI. [6]
Il defunto sceicco Qalid bin Mahfuz, il miliardario saudita che
controllava la National Commercial Bank, la più grande banca
del mondo arabo, partecipava col 20%. I monarchi al-Qalifa del Bahrain e
i monarchi al-Qabu di Oman possedevano anche grandi azioni della BCCI. E
la BCCI era proprietaria della Banca nazionale dell’Oman. Nel 1976 la
BCCI istituì una filiale nelle Isole Cayman nota come International Credit & Investment Company
(ICIC). Fu attraverso questo ramo della BCCI, così come dalla filiale
di Karachi, gestita dal figlio del presidente Zia ul-Haq, che le
operazioni finanziarie più avvedute ebbero luogo.
Un grafico trovato in una cassaforte della Casa Bianca relativo agli sforzi per rifornire i contras nicaraguensi di Oliver North, indicavano una “IC” nelle Isole Cayman quale epicentro della rete dell’Impresa di North. Donazioni private vennero incanalate dalla ICIC e finirono nei conti Lake Resources del Credit Suisse a Ginevra, controllati da Richard Secord. Secord era allora un alto “consulente” della Casa dei Saud. Il Washington Post riferì che “IC” aveva inviato 21182 dollari alla Gulf & Caribbean Foundation di William Blakemore III, vecchio compare di George Bush Sr. nel petrolio del Texas occidentale. [7] L’ICIC fece una quantità enorme di affari con il Banco de America Central (BAC). La traduzione inglese del nome della banca è Bank of Central America, un nome stranamente simile a quello della Bank of America, gestita dalla BCCI. In realtà, BAC fu istituita da Wells Fargo Bank (l’altra metà sulla costa occidentale delle banche dei Quattro Cavalieri, che spesso lavora in tandem con Bank of America) e dall’elite zuccheriera pro-Somoza del Nicaragua. [8] BAC diventò la più grande lavanderia dei narcodollari del Cartello di Medellin, legando il dinero della cocaina al supermercato delle armi honduregno dei contras nicaraguensi, rifornito con le armi dell’Impresa.
Ogni volta che Aga Hasan Abedi scambiava denaro con le azioni emesse della BCCI, le vendeva allo sceicco Qamal Adham, capo della Direzione Generale dell’intelligence saudita, o a AR Qalil, altro funzionario dell’intelligence saudita e agente di collegamento della CIA. Adham Qalil prendeva il denaro per acquistare azioni appaltando “prestiti” della ICIC nelle Isole Cayman, che non furono mai rimborsate. Quando Secord dirigeva l’Impresa da Riyadh, dov’era l’agente di collegamento di Reagan con l’Arabia Saudita, l’intelligence saudita era occupata a riciclare narcodollari attraverso l’ICIC. Prestiti simili furono emessi dall’ICIC allo sceicco Muhammad bin Rashid al-Maqtum, rampollo della famiglia regnante degli Emirati Arabi Uniti, e a Faisal al-Saud Fulaij, presidente della Kuwait Airways nei primi anni ’70, che ricevette oltre 300 mila dollari in tangenti dalla Boeing. Al-Fulaij era anche legato alla Kuwait International Finance Company.
Questi prestiti dell’ICIC furono trasferiti dalla Banque de Commerce et
de Placements, filiale svizzera della BCCI gestita dal luogotenente dei
Rothschild Alfred Hartman, o dalla Banca nazionale dell’Oman, che la
BCCI possedeva. [9] La ragione per cui Abedi continuava ad essere a
corto di liquidi era che la filiale di Karachi della BCCI, gestito dal
figlio di Zia ul-Haq, finanziava gli eserciti della CIA dei mujahidin in
Afghanistan. Nel 1978 uno dei più grandi depositanti della BCCI, il
tenente-generale pakistano Fazle Haq, fu nominato governatore della
provincia nord-occidentale del Pakistan. Haq era il braccio destro del
presidente Zia. Nella sua nuova posizione prese il controllo del
finanziamento della BCCI ai mujahidin. Si fece carico anche del traffico
di eroina pakistano.
La BCCI trasferì milioni agli ufficiali e ai
funzionari dell’ISI pakistani dai conti della CIA presso la filiale di
Karachi. La BCCI era così coinvolto nello sforzo della CIA che il
proprio personale avrebbe spesso trasportato armi nelle basi dei
mujahidin presso Peshawar, nella provincia del nord-ovest di Haq, appena
entro il confine del Pakistan con l’Afghanistan. Questi stessi
dipendenti della BCCI sarebbero quindi stati i corrieri dell’eroina nel
viaggio di ritorno a Karachi. La banca fu così invischiata negli affari
pakistani che si potrebbe quasi dire che non c’erano differenze tra i
due. Oltre ai prestiti all’ICCI, la BCCI fu mantenuta a galla da Bank of
America, che trasferiva un miliardo di dollari al giorno fino al 1991.
Bank of America era come un aspirapolvere globale che
risucchiava i depositi della banca da tutto il mondo. La maggior parte
di questi depositi furono dirottati vero la filiale di Karachi. Anche Bank of America ebbe una sua grande filiale a Karachi. Vi erano almeno 10 linee di telex tra Bank of America-Karachi e l’ICIC nelle Isole Cayman.
Nel 1980 Bank of America vendette le sue azioni della BCCI, ma continuò a gestire la maggior parte della sua attività. Nel 1984 BCCI trasferì 37,5 miliardi dollari nelle banche statunitensi, oltre la metà gestita da cinque banche del pool Bank of America, Security Pacific (poi fusa con la Bank of America), American Express (dove i membri del consiglio includevano Henry Kissinger, Edmund Safra e Sulaiman Olayan), Bank of New York (che nel 2000 fu multata per riciclaggio di oltre 10 miliardi di narcodollari della mafia russa) e First Chicago (a lungo diretta dalla CIA e in parte di proprietà della famiglia regnante al-Sabah del Kuwait). [10]
[1] The Outlaw Bank: A Wild Ride into the Secret Heart of BCCI. Jonathan Beaty and S.C. Gwynne. Random House. New York. 1993.
[2] “The Enron Black Magic: Part III”.
[3] “A System Out of Control, Not Just One Bank”. George Winslow. In These Times. October 23-29, 1991. p.8
[4] Rule by Secrecy: The Hidden History that Connects the Trilateral Commission, the Freemasons and the Great Pyramids. Jim Marrs. HarperCollins Publishers. New York. 2000. p.80
[5] Ibid. p.81
[6] “Emirates Looked Other Way While al Qaeda Funds Flowed”. Judy Pasternak and Stephen Braun. Los Angeles Times. 1-20-02
[7] The Mafia, CIA and George Bush: The Untold Story of America’s Greatest Financial Debacle. Pete Brewton. SPI Books. New York. 1992
[8] Out of Control. Leslie Cockburn. Atlantic Monthly Press. New York. 1987. p.155
[9] Beaty and Gwynne
[10] Winslow. p.9
[2] “The Enron Black Magic: Part III”.
[3] “A System Out of Control, Not Just One Bank”. George Winslow. In These Times. October 23-29, 1991. p.8
[4] Rule by Secrecy: The Hidden History that Connects the Trilateral Commission, the Freemasons and the Great Pyramids. Jim Marrs. HarperCollins Publishers. New York. 2000. p.80
[5] Ibid. p.81
[6] “Emirates Looked Other Way While al Qaeda Funds Flowed”. Judy Pasternak and Stephen Braun. Los Angeles Times. 1-20-02
[7] The Mafia, CIA and George Bush: The Untold Story of America’s Greatest Financial Debacle. Pete Brewton. SPI Books. New York. 1992
[8] Out of Control. Leslie Cockburn. Atlantic Monthly Press. New York. 1987. p.155
[9] Beaty and Gwynne
[10] Winslow. p.9
Dean Henderson è autore dei seguenti libri: Big
Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight
Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror
Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries, Das Kartell
der Federal Reserve e Stickin’ it to the Matrix.
Potete iscrivervi al suo sito Left Hook.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2013/11/28/banca-rothschild-of-america/
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