In questa ultima settimana abbiamo assistito al solito allarme morbillo,
questa volta nel savonese, dove si sono verificati almeno 15 casi nelle
scuole superiori della val Bormida e di Savona, e in un paio di asili.
L’utilizzo improprio della definizione di epidemia, “condizione
nella quale l’incidenza della malattia aumenta bruscamente in un breve
periodo di tempo [misurabile nell'ordine di giornate o poche
settimane] in una popolazione nella quale la malattia è assente o
sporadica“, e la trasformazione del morbillo nella malattia più mortale del pianeta, producono fenomeni di isteria.
I testi medici descrivono il morbillo
come una malattia infantile autolimitante benigna, nulla di cui
preoccuparsi. Poi è stato creato il vaccino contro il morbillo. La
vaccinazione di massa contro il morbillo in molti paesi del mondo iniziò
negli ’60, nel momento in cui il morbillo era diretto naturalmente
verso il basso, al di sotto dei 18 anni. Ecco perché il vaccino
apparentemente ha abbassato l’incidenza della malattia che,
tuttavia, rimane solo una coincidenza con le dinamiche naturali del
morbillo. Da questo momento in poi è uscita la grande mercificazione della paura.
Prima dell’avvento del vaccino contro il
morbillo, una dozzina di casi di morbillo sarebbero stati considerati
troppo miseri per produrre certi pistolotti sui giornali. Questo perché
tutti noi abbiamo avuto il morbillo quando eravamo bambini. I Centers
for Disease Control and Prevention [CDC] degli Stati Uniti considerano
chiunque sia nato prima del 1957 immune al morbillo.
“Prima che un vaccino fosse
disponibile, l’infezione da virus del morbillo era quasi universale
durante l’infanzia con oltre il 90% delle persone immuni da 15 anni di
età” secondo il CDC Pink Book.
Noi figli del baby boom
eravamo apparentemente l’ultima generazione in cui medici, e di
conseguenza i genitori, accettavano il morbillo come un semplice rito
fastidioso di passaggio dell’infanzia che innescava il sistema
immunitario e forniva immunità permanente.
Il susseguirsi di notizie di epidemie di
morbillo, più o meno fasulle, offrono l’opportunità di rivedere quanto
sia stata inefficace finora la strategia globale di eradicazione del
morbillo.
Prima di tutto, le morti per morbillo
erano già diminuite di oltre il 90% dal 1900 fino al momento in cui il
vaccino contro il morbillo è venuto sulla scena. La combinazione di un
costante miglioramento degli standard di vita, una migliore nutrizione,
cure mediche e servizi igienici efficaci avevano raggiunto questo
notevole progresso di salute pubblica nell’era “pre-vaccino”.
Per contro, come uno dei tanti esempi che
coinvolgono tutte le malattie infettive dell’infanzia contro le quali
sono stati sviluppati i vaccini, da quando sono stati introdotti i
vaccini contro il morbillo e utilizzati in proporzioni di massa, sono
sempre più numerose le segnalazioni di focolai e di epidemie di morbillo
verificatesi addirittura nel 100% delle popolazioni vaccinate.
Segnalazioni di gravi reazioni avverse, tra cui decessi, sono apparse
anche con maggiore frequenza sulle riviste medico-scientifiche.
Uno dei primi vaccini contro il morbillo sperimentato su larga scala è stato il vaccino del morbillo inattivato o “ucciso” [KMV]. Il CDC Pink Book riferisce che “secondo le stime, da 600.000 a 900.000 persone negli Stati Uniti sono state vaccinate con KMV dal 1963 al 1967” prima che fosse ritirato.
Il record incredibilmente vago di quante
persone hanno ricevuto il vaccino è un po’ inquietante, ma ciò che è
veramente inquietante è come un vaccino tale, dannoso e inefficace,
ha ottenuto approvazione e raccomandazione all’uso. “KMV sensibilizzava il destinatario agli antigeni del virus del morbillo senza fornire protezione“, così scrive il Pink Book.
Dopo l’esposizione al morbillo naturale, un gran numero di persone vaccinate con KMV hanno contratto morbillo atipico, una malattia autoimmune, rappresentata da febbre molto alta, eruzioni cutanee insolite, polmonite e edema pleurico.
Morbillo atipico: un nuovo fenomeno che si verifica solo nelle persone vaccinate
E’ meno noto al grande pubblico che i
bambini vaccinati iniziano a sviluppare una forma particolarmente
viziosa di morbillo, a causa dell’alterazione della risposta immunitaria
causata dall’effetto deleterio dei vaccini contro il morbillo. Questa
forma resiste a tutti i trattamenti ortodossi ed è ben documentato come
in passato ha portato a un alto tasso di mortalità. Questo fenomeno è
diventato noto come morbillo atipico.
Rauh e Schmidt
nel 1965 hanno descritto nove casi di morbillo atipico avvenuti nel
1963 durante un’epidemia di morbillo a Cincinnati. Gli autori hanno
seguito 386 bambini che avevano ricevuto tre dosi di vaccino KMV
con virus ucciso del morbillo nel 1961. Di questi 386 bambini, 125 erano
stati esposti al morbillo e 54 l’hanno sviluppato. Rauh e Schmidt conclusero che
È evidente che tre iniezioni di vaccino KMV non avevano protetto una grande percentuale di bambini contro il morbillo quando esposti entro un periodo di due anni e mezzo dopo l’immunizzazione.
Vincent A. Fulginiti nel 1967 ha descritto la comparsa di morbillo atipico in dieci bambini che avevano ricevuto il vaccino a virus inattivati del morbillo 5-6 anni prima.
Mark Nichols nel 1979 ha descritto il morbillo atipico
come una reazione di ipersensibilità alle infezioni naturali
di morbillo in individui che avevano precedentemente ricevuto
il vaccino con virus ucciso del morbillo, anche se alcuni ricercatori
hanno riportato malattie simili al morbillo atipico nei bambini che erano stati vaccinati solo con il vaccino a virus vivi del morbillo.
Nichols scrisse che durante
un’epidemia di morbillo nel 1974-1975 nel Nord della California, un
certo numero di medici aveva riferito casi di morbillo nei pazienti,
confermati poi in laboratorio, con segni e sintomi compatibili con morbillo atipico.
Continue epidemie di morbillo segnalano la crescente incidenza paragonabile con l’epoca pre-vaccinale.
Nel frattempo, i focolai di morbillo in
bambini vaccinati hanno continuato e intensificato la loro presenza fino
ad oggi. Osservazioni contemporanee dell’inefficacia della vaccinazione
indicano che l’incidenza del morbillo è aumentata e non ha continuato a
diminuire, come ha fatto per circa 100 anni prima dell’introduzione di
qualsiasi tipo di vaccinazione contro il morbillo.
Conrad et al.
nel 1971 hanno pubblicato un lavoro sulla dinamica del morbillo negli
Stati Uniti negli ultimi quattro anni e hanno ammesso che il morbillo
era in aumento e che “l’eliminazione, se possibile, sembrava lontana nel futuro“.
Barratta et al.
nel 1970 hanno studiato un focolaio in Florida dal dicembre 1968 al
febbraio 1969 e hanno trovato poca differenza nell’incidenza di
morbillo tra bambini vaccinati e non vaccinati.
Proprio durante gli anni ’80, focolai di
morbillo in bambini completamente vaccinati hanno continuato a
manifestarsi negli tutti gli Stati Uniti e negli altri paesi con alti
tassi di vaccinazione in tutto il mondo.
Robertson et al.
nel 1992 hanno scritto che nel 1985 e 1986 furono 152 i focolai di
morbillo negli Stati Uniti verificatisi nei bambini in età scolare e tra
le persone che avevano precedentemente ricevuto il vaccino contro il
morbillo:
Ogni 2-3 anni, c’è una recrudescenza di morbillo a prescindere dal rispetto del programma vaccinale!
Per dirla tutta: la comunità Amish
in cui prevalgono i non vaccinati [dicono per esenzione religiosa] non
ha segnalato un solo caso di morbillo tra il 1970 e il dicembre 1987, per 18 anni [Sutter et al 1991].
La grande campagna contro il morbillo ha
avuto inizio con il vaccino a virus vivo, che è arrivato nel 1971 come
componente del trivalente MPR [morbillo, parotite, rosolia]. Il pubblico
è stato rassicurato sul fatto che questo vaccino era diverso, era
sicuro e forniva durata dell’immunità. Purtroppo, queste previsioni
hanno dimostrato che le dichiarazioni erano premature.
Un’epidemia di morbillo si verificò in
una scuola superiore con un livello di vaccinazione documentata del 98%,
come riferito dall’American Journal of Public Health, nell’aprile 1987.
Concludiamo che i focolai di morbillo possono verificarsi nelle scuole secondarie, anche se oltre il 99 per cento degli studenti sono stati vaccinati e oltre il 95 per cento sono immuni.
A metà degli anni ’90, i fallimenti
sostanziali hanno spinto i nostri dirigenti sanitari a dichiarare la
necessità di un richiamo del trivalente MPR per tutti. Ancora una
volta, fu promesso che tutto ciò conferiva l’immunità a vita. Dal
momento che nessun dato reale era disponibile sull’arco di vita, questa
“previsione” fu presumibilmente realizzata attraverso una sofisticata
tecnologia, molto in voga tra i maghi dei cartoons, meglio nota come sfera di cristallo.
Oggi, il numero di casi di morbillo
segnalati è considerevolmente basso, e questo significa che
abbiamo sconfitto con successo il morbillo. Purtroppo, una tale analisi
unidimensionale non riesce a raccontare tutta la storia perché non tutto
va bene con la trivalente MPR: la storia non si cancella!
Prima della vaccinazione diffusa contro
il morbillo, i bambini piccoli non erano a rischio di morbillo, perché
avevano acquisito l’immunità attraverso il sangue della madre. Gli
adulti non erano a rischio perché la maggior parte di essi aveva
acquisito immunità permanente da bambino. Entrambi questi gruppi sono
ora suscettibili al morbillo, ed entrambi hanno un maggiore rischio di
malattia grave e complicazioni. Questo è descritto come un “risultato non voluto” della vaccinazione contro il morbillo.
E c’è un altro problema imprevisto, come riferito dalla rivista Vaccine nel dicembre 1998:
Gli anticorpi indotti dal virus del morbillo vaccinale hanno un declino in assenza di infezioni di richiamo naturali. E’ importante seguire la durata della tutela raggiunta dal presente programma di vaccinazione che rimarrà dopo l’eliminazione del morbillo indigeno.
Ciò solleva la questione: cosa succederà quando avremo finalmente sostituito il morbillo naturale con il morbillo vaccinale?
David Levy, del Montefiore Medical Center di New York ha creato un modello al computer per rispondere a questa domanda:
Nonostante il successo a breve termine per eliminare la malattia, proiezioni a lungo termine dimostrano che la percentuale di suscettibili nel 2050 potrà essere superiore all’epoca pre-vaccino.
In altre parole, secondo la previsione di Levy,
siamo vicini ai più alti tassi di infezione rispetto a quando abbiamo
iniziato a vaccinare, con un rischio diffuso a tutta le età e maggior
rischio.
Attualmente, ogni volta che c’è un “focolaio” di morbillo [definito dal CDC come "almeno due infezioni dalla stessa fonte"],
i funzionari della sanità entrano in azione e commissionano pistolotti
ai soliti media abilitati a diffondere isterismo nelle persone. In primo
luogo, ai genitori è consigliato di correre immediatamente a vaccinare
il loro bambino. Se poi si tratta di ri-vaccinare, l’aiuto
è effettivamente incerto in quanto la maggior parte degli studi non ha
mai esaminato l’esito di questa pratica maldestra.
Un’indagine è stata condotta durante
un’epidemia di morbillo in una popolazione scolastica secondaria
altamente vaccinata e riportata sul Canadian Medical Association Journal nel novembre 1996. Gli autori dello studio hanno concluso che:
La somministrazione di una seconda dose di vaccino durante l’epidemia non garantiva protezione
C’è qualcosa che è stato scientificamente dimostrato proteggere la salute dei bambini infettati dal morbillo? Il semplice atto di integrare con vitamina A è
stato più volte dimostrato efficace in studi clinici in tutto il mondo
per ridurre la gravità dell’infezione e tagliare i tassi di mortalità da
morbillo.
Ciò suggerisce che i nostri dirigenti sanitari dovrebbero promuovere la vitamina A
come prima linea di difesa per proteggere i bambini in questo paese,
dal momento che i decessi per morbillo riguardano sempre popolazioni in
stato di povertà e malnutrizione.
I focolai di morbillo prevedibilmente
creano editoriali catastrofici di giornali che ritraggono i genitori,
che scelgono di non vaccinare i loro figli, come zimbelli inconsapevoli
di fanatici anti-vaccino, con il botto finale che invita i genitori a
rinunciare al sacrosanto diritto di rinunciare alla
vaccinazione. Tuttavia, il fatto che i disturbi di salute indotti dal
vaccino sono ampiamente riportati nella letteratura medica suggerisce
che gli autori degli editoriali, non i genitori, sono quelli che
proseguono a non fare il loro dovere.
Tra di noi vi sono professionisti e
genitori che stanno spendendo i migliori anni della propria vita nella
ricerca approfondita sui danni da vaccini. Qualcuno di noi ha vaccinato i
propri figli con la trivalente MPR, ma questo si è verificato prima che
iniziassero le ricerche a tutto campo sui problemi ad esso associati.
Sapendo quello che conosciamo adesso, e vi assicuriamo che i dati in
nostro possesso sono davvero molti, non vaccineremo mai più i
nostri figli per non correre il rischio di contrarre il diabete, l’asma,
l’eczema, diventare più suscettibili alla meningite e finire per
causare disabilità croniche come l’Autismo.
A tutti coloro che proseguono a scrivere
in modo isterico che non esiste correlazione tra autismo e vaccinazioni,
vi aspettiamo serenamente al varco seduti sulla riva di un fiume. La
Verità è docile e paziente: “docile”, perché si fa trovare da chiunque
la cerchi; “paziente”, perché non si impone a chi non è pronto, ma sa
aspettare, senza fretta, lasciando che ognuno maturi fino al punto in
cui è in grado di cercarla e accettarla.
Il che porta in primo piano quello che è
probabilmente il progresso più drammatico che emerge nella Sanità di
oggi, la possibilità di ripristinare la salute dei bambini danneggiati
da vaccino utilizzando principi biomedici di nutrizione e
disintossicazione. Si potrebbe pensare che le autorità sanitarie
intraprendano questo sfolgorante sentiero per promuovere un approccio
che sta aiutando tanti bambini. Invece proseguiamo a sentire il ronzìo
incessante del negazionismo.
Il governo federale degli Stati Uniti ha
già ammesso quello che migliaia di genitori hanno dichiarato per anni,
che la vaccinazione può innescare una regressione nell’Autismo nei
bambini predisposti. Tutto questo rappresenta un primo passo
fondamentale che avvalora la sempre maggiore evidenza che emerge da un
numero in crescita esponenziale di Sentenze di Tribunale che stanno
riguardando anche il nostro paese.
Forse i nostri dirigenti sanitari
inizieranno a porsi una serie di domande difficili che hanno evitato a
lungo, a cominciare da come e perché la guerra sulle malattie infettive
dell’infanzia è una totale sconfitta della pratica vaccinale.
La prossima volta che leggeremo un
editoriale che castiga i genitori per aver scelto di evitare la
vaccinazione, tenete a mente che un giorno lo stesso scrittore potrà
essere colui che scriverà parole di gratitudine. Coloro che si offrono
volontari per evitare la vaccinazione stanno beneficiando la popolazione
nel mantenere vivo e vegeto il pool circolante di morbillo naturale,
quello che conferisce immunità permanente al contrario del morbillo
vaccinale.
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