venerdì 22 novembre 2013

Avanti con la TAV

Ogni qualvolta malauguratamente accade di aprire gli occhi sulla mefistofelica babilonia del pensiero che cresce e prospera intorno a noi, subito ci assale il desiderio di chiuderli, al fine di preservare quel poco d'integrità mentale che ancora ci appartiene. Molto spesso purtroppo non si riesce a tornare in tempo fra i fumi dell'oblio, con il risultato di ritrovarsi costretti ad assistere all'ennesima commedia dell'assurdo, portata in scena da pessimi mestieranti teatrali, privi di talento e di ogni briciola di dignità.
 
L'immagine del Presidente del Consiglio Enrico Letta, che insieme al suo omologo francese Hollande scandisce il motto "Avanti con la TAV" all'interno di una Roma blindata, con sullo sfondo la martoriata terra di Sardegna, dove la gente affoga per la cementificazione selvaggia e quella devastazione del territorio chiamata progresso, e le altrettanto martoriate vite dei cittadini italiani, francesi ed europei, annientate dalla politica economica di Bruxelles, appare tanto raccapricciante, quanto assolutamente al di fuori del tempo e della realtà....

Anche scegliendo di mettere da parte qualsiasi considerazione oggettiva concernente l'utilità di una ferrovia per treni che viaggiano a 300 km/h a beneficio di un'elitè di clienti facoltosi, le parole di Letta ed Hollande stridono ed offendono le orecchie, ben più di quanto sia umanamente sopportabile.
 
In un paese dove la metà della popolazione in età lavorativa si ritrova costretta a tentare di sopravvivere senza un lavoro, dove centinaia di aziende chiudono i battenti ogni giorno, dove l'incuria nei confronti del territorio rende ogni pioggia prodromica di devastazioni inenarrabili, dove le liste di attesa per gli esami negli ospedali rasentano ormai l'eternità, dove il governo pur arrampicandosi sugli specchi non è in grado di trovare la copertura per eliminare una rata dell'Imu, dove le nuove generazioni continueranno a pagare i contributi senza alcuna prospettiva di percepire un giorno la pensione e buona parte dei cinquantenni si ritrovano senza pensione e senza lavoro a tempo indefinito, dove lo stato non è in grado di pagare i propri creditori e la pressione fiscale ha ormai superato la soglia critica oltre la quale il gettito crolla ad ogni innalzamento delle aliquote. In un paese che si strugge all'interno di una catastrofe senza precedenti, la priorità delle priorità per l'autorità a capo del governo è quella di destinare decine di miliardi di euro che lo stato non possiede, allo scavo di una galleria di 50 km all'interno delle Alpi piemontesi, dove le gallerie certo non mancano, ma le merci al contrario si.

Senza che nessuno, tolto un migliaio di giovani antagonisti di varia estrazione impegnati a lanciare petardi nel centro di Roma, abbia trovato strana la cosa e si sia sentito in dovere di mettere in discussione il fatto che un buco nella montagna di nome TAV rappresenti la priorità all'interno della quale spendere tutti quei miliardi che mancano per le priorità reali del paese. Senza che nessuno abbia saputo cogliere l'assurdo rappresentato dai due buffoni in divisa da cameriere che pontificavano sulle spalle di popoli impegnati a fare i conti con i problemi contingenti e con buchi di ben altra natura.
 
Marco Cedolin
 

Nessun commento:

Posta un commento