Ogni
qualvolta malauguratamente accade di aprire gli occhi sulla
mefistofelica babilonia del pensiero che cresce e prospera intorno a
noi, subito ci assale il desiderio di chiuderli, al fine di
preservare quel poco d'integrità mentale che ancora ci appartiene.
Molto spesso purtroppo non si riesce a tornare in tempo fra i fumi
dell'oblio, con il risultato di ritrovarsi costretti ad assistere
all'ennesima commedia dell'assurdo, portata in scena da pessimi
mestieranti teatrali, privi di talento e di ogni briciola di dignità.
L'immagine
del Presidente del Consiglio Enrico Letta, che insieme al suo omologo
francese Hollande scandisce il motto "Avanti con la TAV"
all'interno di una Roma blindata, con sullo sfondo la martoriata
terra di Sardegna, dove la gente affoga per la cementificazione
selvaggia e quella devastazione del territorio chiamata progresso, e
le altrettanto martoriate vite dei cittadini italiani, francesi ed
europei, annientate dalla politica economica di Bruxelles, appare
tanto raccapricciante, quanto assolutamente al di fuori del tempo e
della realtà....
Anche
scegliendo di mettere da parte qualsiasi considerazione oggettiva
concernente l'utilità di una ferrovia per treni che viaggiano a 300
km/h a beneficio di un'elitè di clienti facoltosi, le parole di
Letta ed Hollande stridono ed offendono le orecchie, ben più di
quanto sia umanamente sopportabile.
In
un paese dove la metà della popolazione in età lavorativa si
ritrova costretta a tentare di sopravvivere senza un lavoro, dove
centinaia di aziende chiudono i battenti ogni giorno, dove l'incuria
nei confronti del territorio rende ogni pioggia prodromica di
devastazioni inenarrabili, dove le liste di attesa per gli esami
negli ospedali rasentano ormai l'eternità, dove il governo pur
arrampicandosi sugli specchi non è in grado di trovare la copertura
per eliminare una rata dell'Imu, dove le nuove generazioni
continueranno a pagare i contributi senza alcuna prospettiva di
percepire un giorno la pensione e buona parte dei cinquantenni si
ritrovano senza pensione e senza lavoro a tempo indefinito, dove lo
stato non è in grado di pagare i propri creditori e la pressione
fiscale ha ormai superato la soglia critica oltre la quale il gettito
crolla ad ogni innalzamento delle aliquote. In un paese che si strugge
all'interno di una catastrofe senza precedenti, la priorità delle
priorità per l'autorità a capo del governo è quella di destinare
decine di miliardi di euro che lo stato non possiede, allo scavo di
una galleria di 50 km all'interno delle Alpi piemontesi, dove le
gallerie certo non mancano, ma le merci al contrario si.
Senza
che nessuno, tolto un migliaio di giovani antagonisti di varia
estrazione impegnati a lanciare petardi nel centro di Roma, abbia
trovato strana la cosa e si sia sentito in dovere di mettere in
discussione il fatto che un buco nella montagna di nome TAV
rappresenti la priorità all'interno della quale spendere tutti quei
miliardi che mancano per le priorità reali del paese. Senza che
nessuno abbia saputo cogliere l'assurdo rappresentato dai due buffoni
in divisa da cameriere che pontificavano sulle spalle di popoli
impegnati a fare i conti con i problemi contingenti e con buchi di
ben altra natura.
Marco Cedolin
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