giovedì 9 gennaio 2014

Cafodos: il liquido magico che fa sembrare fresco il pesce marcio


Il Cafodos è un additivo chimico che si trova facilmente in vendita su internet e la cui commercializzazione è legale in molti paesi europei (ad esempio in Spagna), ma non in Italia.  

A differenza degli additivi alimentari di cui abbiamo tante volte discusso in questo sito il suo utilizzo in Italia presuppone sempre, ed a qualunque dosaggio, la sofisticazione alimentare.

Il Cafodos infatti ha la straordinaria capacità di far apparire fresco il pesce anche se internamente esso è in fase avanzata di deterioramento. In genere viene "spruzzato" (è venduto spesso come spray) sul ghiaccio con cui è conservato il pesce e questo prende di incanto un nuovo "colorito". Apparirà fresco e "lucido" per almeno un paio di giorni.

Ma chimicamente cos'è il Cafodos? E' una miscela di alcuni composti chimici non particolarmente aggressivi: perossidi e correttori dell'acidità. Sostanze che, una volta sciolte in acqua, diventano difficili da rilevare con certezza anche con analisi chimiche approfondite.

Di per sè non è una miscela tossica quindi, se non ad alte concentrazioni, ed infatti gli effetti (nefasti) sulla salute dei consumatori sinora riscontrati non sono connessi alla sua diretta ingestione bensì a quella del pesce marcio che il cafodos sprona a mangiare in totale fiducia.

Infatti il pesce, come tutti gli alimenti a composizione proteica, deteriorandosi sviluppa istamina: ciò succede in particola modo per le tipologie di pesce con un alto contenuto di proteine, quali, ad esempio, tonno, sardine, alici e più in generale il pesce azzurro.
Nel caso di utilizzo del Cafodos può essere messo in commercio un pesce molto vecchio che ha quindi sviluppato altissime quantità di istamina. Quantità tali da essere potenzialmente anche molto tossiche per l' uomo e che possono provocare  avvelenamento o forti reazioni allergiche con effetti particolarmente acuti nel caso dei cardiopatici.

Nello stesso tempo i batteri cominciano ad aggredire l'alimento, proliferando ed aumentando i rischi di intossicazione: dalla "sindrome sgombroide" sino a nausea, vomito, vertigini, cefalea, dissenteria.

Un motivo in più per stare molto attenti quando consumiamo pesce fresco: quando mangiamo per esempio un pezzo di tonno crudo, che ora va di gran moda nel sushi bar o nei ristoranti, nonostante sia buono al sapore, è anche possibile che all'interno la carne sia vecchia e abbia già cominciato a rilasciare quantità sproporzionate e quindi potenzialmente dannose di istamina (nonchè una consistente carica batterica).

Nell'estate del 2010 i Carabinieri del Nucleo antisofisticazione (Nas) avevano scovato un deposito con alcuni bidoni di cafodos (400 litri arrivati dalla Spagna). Accadde a Bisceglie, in Puglia, ma tutto era cominciato un anno prima a Bari, quando una ventina di persone erano finite in ospedale dopo aver mangiato alici acquistate all’ex mercato di via Montegrappa, al quartiere Carrassi. La diagnosi: sindrome sgombroide. Da allora i controlli sono aumentati, ma il fatto è che scovare il cafodos è tutt’altro che una cosa semplice, proprio perchè, sciolto in acqua, praticamente scompare non solo alla vista ma anche ai controlli chimici più raffinati.

Insomma  adesso non solo dobbiamo temere che ci vendano il pangasio del Mekong  come fosse cernia, l'halibut dell’Atlantico al posto del baccalà, le vongole e polpi vietnamiti o cozze turche come locali e, persino squalo proposto come pesce spada..... ma ora saranno resi fintamente freschissimi da una spruzzata di Cafodos!


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