È una grigia giornata di inverno. Il cielo è plumbeo, la giornata è
uggiosa e, come spesso capita qui nel nord Inghilterra, l'acqua cade
copiosa dal cielo. Penso alla mia terra, l'Italia, e più in particolare alla Sardegna e mi chiedo cosa abbiamo che non va.
In Inghilterra il clima è pessimo, la cucina è abominevole, i rapporti
sociali sono spesso freddi e si vestono in maniera improponibile.
L'Italia, invece, ha un clima decisamente migliore, il sole ti dà il
buon umore, il cielo blu ti aiuta ad essere positivo, il mare (anche di
inverno) è di una bellezza che toglie il fiato. Abbiamo un'ottima cucina
che tutto il mondo ci invidia, la gente è, in linea di massima, più
gioviale. Siamo la terra di Dante, del Rinascimento, di da Vinci e
Giotto, di Michelangelo e Galileo Galilei, di Raffaello e Caravaggio.
Abbiamo tre delle città più belle al mondo (Roma, Firenze e Venezia) e
il made in Italy è un marchio di successo, imitato ovunque nel mondo.
Eppure l'Inghilterra ogni anno accoglie decine di migliaia di giovani che fuggono dall'Italia. Cosa ha l'Inghilterra che l'Italia non ha?
Cosa offre questo paese che l'Italia non sa offrire? Ma soprattutto
perché l'Italia non è capace di trattenere la sua miglior gioventù, il
suo capitale umano?
Non è facile dare una risposta, e non credo ne esista solo una, ma
leggendo i quotidiani italiani, almeno in parte, capisco il perché: 16 consigli regionali su 20 indagati per aver usato in maniera privata soldi pubblici
(sono almeno 521 i consiglieri regionali, o ex, sotto indagine da parte
di 14 Procure della Repubblica), consiglieri regionali che con i soldi
pubblici si comprano anche le mutande o fanno il pieno di benzina, si
comprano penne e si pagano i matrimoni. Ma non solo lasciamo correre, ma
buona parte dei consiglieri indagati (vedi il PDL in Sardegna) sono di
nuovo candidati, saranno rieletti (ovvero avranno la nostra fiducia) e
continueranno ad usare i soldi pubblici come se fossero i loro.
Leggo del nuovo che avanza, del Renzi che per riformare lo Stato incontra un noto pregiudicato espulso dal Senato
(condannato per aver truffato il fisco, condannato in primo grado per
prostituzione minorile, sotto inchiesta per aver comprato senatori, solo
per citare alcuni reati di cui si è macchiato); leggo di un governo di
unità nazionale che non riesce a trovare fondi per l'occupazione ma è
pronto a regalare miliardi di euro alle multinazionali di armi per
l'acquisto di inutili aerei da guerra (inutile dire del giro di mazzette
e corruzione che si cela dietro).
Leggo di una corruzione dilagante, di 60 miliardi di soldi pubblici (frutto delle tasse) che se ne vanno in tangenti e bustarelle,
di una giustizia che impiega 4 anni per dire che una giunta regionale è
illegale. Leggo dei miliardi di euro regalati alle banche e dei due
nuovi milioni di disoccupati nel 2013, leggo che in Sardegna ci sono
1500 candidati per 60 posti di consigliere regionale, perché si critica
la casta ma si vuole farne parte. Leggo che più di 3 milioni di
italiani (il 13% della forza lavoro) sarebbero disponibili a lavorare ma
non cercano neanche più lavoro perché hanno perso ogni speranza: un
dato tre volte superiore alla media europea. Leggo che PD e PDL sono
uniti nel voler fare la TAV perché girano miliardi di euro pubblici e
con essi girano tangenti e mazzette. Leggo di ministre che piazzano i
loro uomini nelle ASL, di concorsi universitari truccati e di un noto
professore che pubblicamente si vanta di farlo.
Leggo di un paese sempre più lacerato e diviso, con 3 regioni in mano alla criminalità organizzata, di uno Stato che scende a patti con la mafia
e di un porto in piena zona sismica scelto per far trasbordare 600
tonnellate di armi chimiche. Leggo di un 87enne nominato difensore
civico (succede in Sardegna), di un presidente della Repubblica
rinominato a quasi 90 anni e di docenti universitari che dopo i 72 anni
chiedono ancora di occupare la loro cattedra per altri 3 anni (per poter
meglio truccare altri concorsi). E l'elenco potrebbe, ahimè, continuare
all'infinito.
L'Italia è in metastasi e il bel paese è divorato da un cancro incurabile: la corruzione.
Forse sarò anche pessimista, ma io non vedo soluzioni, perlomeno
nell'immediato. Perché questo cancro non sta divorando solo la classe
dirigente, ma anche i cittadini: quelli che parcheggiano in doppia fila,
che non pagano le tasse, che dichiarano il falso per ottenere sconti,
che votano un delinquente per motivi clientelari, che si vendono per un
posto di lavoro o per vincere un concorso.
Leggo tutto questo e capisco perché in Inghilterra (ma stessa cosa in
Francia, Germania, Olanda, Belgio e in diverse parti del mondo) vivano
più di 550mila italiani, in prevalenza giovani, perché questa terra
almeno ti regala una speranza, non è tanto, ma almeno hai una speranza. Speranza
che puoi farcela da solo, che non hai necessità di leccare il politico
di turno o fare le fotocopie al professore, sai che i soldi che paghi in
tasse non vanno in corruzione e sai che i concorsi non sono pilotati.
Questa terra ha, pur con tutti i suoi difetti, la schiena dritta,
guarda al futuro, investe nei giovani, combatte la corruzione, crede
nella meritocrazia e lascia sempre aperta una speranza.
In Italia hanno chiuse tutte le porte e ci hanno rubato ogni speranza. Ci hanno rubato il futuro.
Non ci resta che il sole, il mare, il cielo blu, ma di questo non si vive.
E allora mi chiedo: che cosa sarebbe l'Italia senza la corruzione?
Massimo Ragnedda
fonte: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=95735&typeb=0&Che-cosa-sarebbe-l-Italia-senza-la-corruzione-

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