“Guarire dal
diabete è quasi impossibile”.
Così
inizia un articolo pubblicato nel sito dell’associazione Diabete Italia.
Ad una lettura
superficiale, un profano non troverà nulla di strano, ma se invece si
osserva attentamente è molto interessante notare come si sia evoluto il
genio della lingua italiana negli apparati ufficiali. Perché dico
questo? Per il semplice fatto che fino a poco tempo fa la definizione
ufficiale di diabete per la medicina era (uso appositamente il passato):
“malattia cronico-degenerativa incurabile”.
Notare come si è passati da “incurabile” a “quasi impossibile”.
Il quasi lascia aperto uno spiraglio…
Quindi veniamo a sapere che la medicina ha smesso di sancire dogmaticamente che il diabete è inguaribile. Un banale errore di battitura, o segnale di un profondo ma inarrestabile cambiamento?
Diabete Italia non
è un’associazione qualsiasi, ma un gruppo fondato nientepopodimenochè
dalle Società Scientifiche di Diabetologia, e cioè dall’Associazione
Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società Italiana di Diabetologia (SID).
Le due realtà medico-scientifiche in Italia più interessate a tale
problema sanitario.
L’articolo è in pratica il commento a uno degli eventi più importanti
del 2013 e cioè il Congresso internazionale organizzato ad Abano Terme
(PD) dall’associazione Oltre il diabete, dal titolo
“Come
siamo guariti dal diabete”.
Tale articolo però
nasconde altre cose molto interessanti…
“La maggior parte delle testimonianze ha confermato quello che i diabetologi e le Associazioni che fanno riferimento a Diabete Italia dicono da sempre: perdere peso in maniera significativa, alimentarsi in modo sano e fare esercizio fisico consentono nel diabete di tipo 2 nella maggior parte dei casi di migliorare in modo anche sorprendente l'equilibrio glicemico”
In pratica stanno
dicendo che oltre 1000 persone, giunte da tutta Italia, hanno perso il
loro tempo (non il denaro visto che l’incontro era assolutamente
gratuito) nel venire ad ascoltare dei relatori quasi tutti medici, uno
dei quali americano guarito dal diabete di Tipo-1, perché le cose dette
a tale Congresso, i diabetologi le dicono da sempre.
Hanno buttato via il loro tempo venire ad ascoltare numerosissime testimonianze di persone guarite dal diabete, anche dopo 16-20 anni di utilizzo quotidiano di insulina, perché queste sono semplicemente la “conferma delle cose che i diabetologi sanno e dicono da sempre”.
Questo è un po’ strano perché ai congressi ufficiali, cioè quelli
organizzati e sponsorizzati dalle industrie del farmaco (le ditte che
vendono insulina, aghi per bucarsi le dita, misuratori di glicemia,
strisce urinarie, ecc.), non si vedono mai le testimonianze di ex
pazienti che hanno buttato via farmaci e insuline e stanno benissino.
Come mai?
Persone che grazie allo “stile di vita sano” insegnato loro dai diabetologi, o proprio per colpa di questo “stile di vita sano” convivevano con le iniezioni insuliniche e con tutte le conseguenze che solo un malato di diabete può comprendere.
Quando questi
medici parlano di “alimentarsi in modo sano” a cosa esattamente
si riferiscono?
Al consiglio di utilizzare i sempre-più-bianchi e benedetti cereali
raffinati, chiaramente migliori di quelli integrali pieni di quella
fibra, brutta, scura e irritante per la mucosa intestinale?
Al divieto tombale pena-la-morte, di tutta la frutta fresca di stagione in quanto pericolosamente ricca di zuccheri, acqua biologica, vitamine, minerali, ormoni, acidi grassi e fibra?
All’obbligo quotidiano di ingurgitare proteine, con l’attenzione però che tali proteine derivino assolutamente dal regno animale? Perché più animali si mangiano e meglio è per il diabete.
Sono questi gli importanti consigli degli esperti? Dar da mangiare a persone (Tipo-2) con uno squilibrio del metabolismo dei grassi e degli zuccheri, sostanze che acidificano, intossicano, avvelenano il sangue, la linfa e tutti i liquidi corporei? Sostanze che non contengono i mattoni fondamentali della vita: minerali, vitamine, acidi grassi.
I dati
epidemiologici del diabete confermano che i consigli salutari forniti
dalle Associazioni e dai diabetologi funzionano: passeremo infatti dai
366 milioni di malati nel mondo odierni ad oltre 552 milioni entro il
2030! Un raddoppio delle diagnosi nel giro di pochi anni. Non male come
risultati.
Al Congresso di
Abano, l’Associazione Diabete Italia ha mandato un ambasciatore, in
questo caso un’ambasciatrice, una certa Valentina Visconti, per
ascoltare e poi riferire a chi di dovere.
Ecco cosa Valentina ha riportato per quanto riguarda: “Kirt Tyson testimonial chiave dell'incontro ha raccontato di aver potuto interrompere la cura con insulina e metformina attraverso l'alimentazione vegano/crudista e l'esercizio fisico. Tyson sostiene che la convinzione e la motivazione (che erano facili da suscitare nel combattere il diabete di tipo 2, di cui era convinto di essere affetto) sono determinanti per la guarigione, tanto quanto la dieta vegana”.
Ecco cosa Valentina ha riportato per quanto riguarda: “Kirt Tyson testimonial chiave dell'incontro ha raccontato di aver potuto interrompere la cura con insulina e metformina attraverso l'alimentazione vegano/crudista e l'esercizio fisico. Tyson sostiene che la convinzione e la motivazione (che erano facili da suscitare nel combattere il diabete di tipo 2, di cui era convinto di essere affetto) sono determinanti per la guarigione, tanto quanto la dieta vegana”.
Tutto perfetto, anzi va detto che la sua relazione è stata oggettiva, ad eccezione di una piccola dimenticanza: specificare che il dottor Tyson era affetto da diabete insulino-dipendente di Tipo-1. Scrivendo che Tyson "era convinto di essere affetto" dal diabete di tipo 2, tutte le persone che non hanno visto il documentario "Crudo & Semplice" potrebbero pensare che non fosse stato neppure malato. Invece Tyson è guarito dal diabete di Tipo-1 nel 2006, quindi son passati quasi 8 anni!
Poi l’articolo
continua spiegando cos’è la guarigione, differenziandola dalla
remissione e addirittura dalla remissione prolungata. Hanno in pratica
stabilito, non per decreto, ma per dogma scientifico (uno dei tantissimi
dogmi della nuova religione di Stato) un vero e proprio protocollo che
sancisce quella che è la vera e unica guarigione.
Tu povero incosciente che migliorando il tuo stile di vita, hai buttato via l’insulina da diversi anni, tu che oggi stai benissimo e che non hai mai avuto una simile energia, tu che non ti ammali più come prima, che hai ritrovato la gioia di vivere, attento, perché NON sei guarito, sei in remissione. Parola della medicina. Amen.
Cos’è la
remissione?
“Per remissione si intende la riduzione o scomparsa dei segni e dei sintomi di una malattia, in cui però è implicita la possibilità di una ricaduta. Se per una malattia acuta è possibile definire lo stato di guarigione, per una malattia cronica come il diabete, appare più corretto parlare di remissione piuttosto che di cura o guarigione”
Siccome l’ipotesi di partenza è che la malattia cronica è inguaribile, e siccome il diabete è una malattia cronica, allora guarire è chiaramente “quasi” impossibile. Logica deduzione.
Ma non finisce qua, perché “la remissione può essere parziale o completa”.
La remissione è parziale quando la glicemia è mantenuta a valori sotto la soglia di diabete (HbA1c <6,5%, glicemia a digiuno 100-125 mg/dl) per almeno un anno, in assenza di terapia medica. Si definisce remissione completa quando i valori glicemici tornano alla normalità (HbA1c normali o < 5,7%, Glicemia a digiuno < 100mg/dl) e si mantengono per almeno un anno in assenza di terapie.
La remissione prolungata è una remissione completa che si mantiene per più di 5 anni e può essere considerata una vera e propria guarigione.
L’Associazione
Oltre il diabete è entrata nel secondo anno di vita, ma nonostante
questo, vi sono soci che hanno intrapreso un importante e drastico
cambiamento dello stile di vita, da ben prima la sua costituzione. Uno
di questi, per esempio Angelo il presidente dell'associazione, non usa più l’insulina dal
2009 e quindi sta entrando nel quinto anno!
Quando ci saranno le prime persone in “remissione prolungata” o in “remissione completa”, cioè dopo i cinque anni canonici decisi da qualcuno a tavolino, potremo finalmente dire e affermare che sono guariti o spunteranno fuori degli altri protocolli che stabiliranno una nuova definizione di guarigione, magari dopo 20 anni di remissione prolungata?
Possono dei banali
esami laboratoristici, di qualunque tipo, stabilire un criterio
oggettivo e soprattutto serio e sensato che stabilisca l’avvenuta
guarigione o meno di un essere umano?
Per guarigione s’intende “il ripristino di un totale stato di salute”.
Per guarigione s’intende “il ripristino di un totale stato di salute”.
Quale stato di salute? Magari quello precedente la malattia? Si può chiamate salute, lo stato che ha preceduto la manifestazione del diabete? Assolutamente no, altrimenti il diabete non sarebbe comparso.
Ecco una delle innumerevoli assurdità di una medicina odierna, una medicina disumanizzante che ha smembrato l’essere umano in organi e apparati, dimenticandosi che l’uomo è una trinità, un essere evoluto e costituito da un corpo fisico, un’anima (con tanto di emozioni) e uno spirito (essenza divina).
La salute da quest’ottica è uno stato di equilibrio e armonia che investe tutti questi aspetti e non solo il corpo fisico; non solo l’emoglobina glicata o i livelli di zucchero nel sangue a digiuno!
Lo dovrebbero sapere molto bene i diabetologi attenti e osservatori, che la glicemia in un bambino ma anche in un adulto, varia a seconda dello stato emozionale. E se per caso non se ne fosse accorto, forse sarebbe il caso di riflettere se il Giuramento di Ippocrate che ha fatto lo sta rispettando oppure no.
In conclusione, se
i diabetologi fossero veramente liberi di fare il loro lavoro in maniera
sana e corretta, probabilmente l’incidenza del diabete avrebbe un altro
andamento e le guarigioni sarebbero all’ordine del giorno.
Ma sappiamo bene che la libertà non appartiene al mondo della medicina.
Andando a spulciare infatti il sito ufficiale dell’Associazione Medici Diabetologi (uno dei due fondatori dell’associazione Diabete Italia) www.aemmedi.it si possono trovare alcune informazioni interessanti sulla oggettiva libertà di questa associazione.
I partner
sostenitori, cioè le società che sostengono non solo moralmente, ma
ovviamente anche economicamente l’associazione sono: Abbott,
AstraZeneca, Bayer Healthcare, Boehringer, Bristol-Myers Squibb, DOC
generici per scelta, Giusto Giuliani, Johnson & Johnson, Lilly,
Mediolanum Farma, Medtronic, Menarini Diagnostics, Novartis, Novo
Nordisk, Roche, Sanofi, Sigma-Tau, Merck, Takeda.
Gli sponsor che sostengono l’Associazione Medici Diabetologi sono le uniche aziende che a livello globale hanno enormi interessi economici nel diabete.
La domanda che
sorge spontanea a questo punto è la seguente: le aziende che ricavano
profitti plurimiliardari sulla pelle di centinaia di milioni di persone
malate, veramente vogliono risolvere la piaga del diabete?
Possiamo realmente fidarci di un gruppo sostenuto dalle ditte che non vogliono che si sappia che il diabete, forse, è un male curabile? O è guaribile? O è remissibile?
Boh, decidete voi.
Marcello
Pamio

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