sabato 11 gennaio 2014

I soldi non crescono sugli alberi ... ma la frutta sì! L'assurdità del sistema economico moderno e alcune esperienze positive in controtendenza

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"I soldi non crescono sugli alberi", quante volte ci siamo sentiti dire questa frase fatta che indica la necessità del lavoro al fine del nostro sostentamento? Frase giusta tutto sommato se pensiamo alla struttura di questa nostra società moderna, artificiale, frase insensata se pensiamo invece ad una società di ben altro tipo, o se pensiamo ad un ipotetico stato di natura. Non esistono su questa terra altri animali oltre all'uomo che utilizzano il denaro, e l'uomo stesso è probabile che lo abbi utilizzato solo in tempi relativamente recenti.

Nello stato di natura dovrebbe valere invece la frase "la frutta non cresce per terra", che starebbe ad indicare il fatto che se si vuole mangiare un po' di buona, dolce e succosa frutta occorre allungare le mani verso l'alto ed eventualmente arrampicarsi sugli alberi.

Dal momento che l'uomo non è nato corredato di pentole, fornelli, coltello e forchetta, riso e pasta, allo stato di natura nessun uomo potrebbe mai mangiare nè i cereali, nè molte verdure che necessitano di cottura, nè la carne dei grandi animali che non sarebbe in grado di macellare, affettare, dilaniare con quei miseri canini che si ritrova (forse potrebbe mangiare insetti e larve di coleottero, uova rubate ai nidi degli uccelli, o qualche preda di piccola taglia). Ed è chiaro che una dieta basata sui cibi originari è superiore alla nostra dieta moderna artificiale, anche dal punto di vista della salute.

In natura tutti gli animali si cercano il cibo da soli, raccogliendolo in un modo o nell'altro, prendendolo dalla natura, senza che ci siano di mezzo monete, beni di scambio, mercati. Si raccoglie e si mangia, si caccia e si mangia, quando si può si mette da parte qualche provvista non deperibile. Se  non si trova niente da mangiare ci si sposta verso un terreno più ricco di cibo.

A ben pensarci è una situazione davvero folle quella delle persone che non riescono a sfamarsi perché sono a corto di quei biglietti stampati che sono denominati "soldi". Anche la disoccupazione è un fenomeno artificiale, sostanzialmente assurdo (immaginate un cavallo o un ippopotamo disoccupato!), ed infatti è una realtà molto recente, praticamente sconosciuta appena pochi secoli fa; un altro regalo di un sistema in cui non solo i beni si possono solo acquistare (invece che raccogliere)  ma anche del progressivo allontanamento della popolazione dalla terra, ovvero dalla sua naturale fonte di nutrimento.

Sicuramente non è facile al giorno d'oggi passare dal folle sistema economico che sta riducendo in povertà decine di milioni di persone ad un sistema più umano e più a contatto con la natura. E sicuramente dopo che hanno distrutto la natura, sostituendo i verdi campi, le foreste, i frutteti con distese di asfalto e cemento, è veramente difficile vivere per gli uomini di raccolta se non in pochi luoghi del pianeta ancora (non si sa per quanto) incontaminati.

Ma se proprio dobbiamo ipotizzare una forma umana di economia, possiamo cercare di orientarci verso lo scambio di beni e servizi col baratto, o (laddove possibile) con il lavoro gratuito. Infatti se tutti offrissero gratuitamente il proprio lavoro ci sarebbe molto meno bisogno di tasse da un lato e di moneta dall'altro. Avremmo una società che funziona (almeno in parte) senza quella moneta che il sistema banche private ci sta rubando.

E' chiaro che queste sono soluzioni parziali (il singolo può fare delle scelte ma i lavoratori dipendenti sono alquanto vincolati nelle proprie azioni), ma ci sono esempi in cui i comuni non potendo spendere (causa carenza di soldi e ... fiscal compact) coinvolgono i cittadini che si mettono a lavorare assieme gratuitamente per mettere a posto strade dissestate o edifici pubblici in cattive considizioni. E laddove la gente è ancora legata alla terra uno scambio di beni di prima necessità non solo è possibile, ma è ancora in vigore, ed anzi spesso il cibo prodotto in più viene persino regalato a vicini che a sua volta regalano le loro eccedenze. Non è impossibile, bisogna solo cambiare ottica, abbandonare i luoghi comuni imposti da un sistema che vuole snaturarci, privarci della nostra umanità.


A Resana si è iniziato un percorso in questo senso, anche se "ovviamente" il potere ha lavorato in maniera di porre fine ad un'esperienza positiva, commissionando il coraggioso sindaco Loris Mazzorato, ma si spera che i semi lasciati germoglino.

Per finire segnalo il video di Repubblica nel quale si racconta l'esperienza di un paese spagnolo dove quasi tutti lavorano in una cooperativa locale (nel settore agricolo o nell'industria di trasformazione), ci sono incredibili agevolazioni per ottenere una casa a prezzi più che ragionevoli, e la disoccupazione è quasi scomparsa (nonostante la crisi). Da notare che chi gestisce il comune di Marinaleda rinuncia ad essere retribuito per il suo lavoro ma fa un vero e proprio volontariato. Un sogno? Sì, ma realizzabile.


 
 

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