“L'ipotesi che esista una sola psicologia o un solo principio psicologico fondamentale costituisce un'intollerabile tirannia”
Carl Gustav Jung
Un concetto fondamentale, il tipo, viene introdotto da Jung con la pubblicazione di "Tipi psicologici". L'oggetto dell'opera è una classificazione degli individui secondo "tipologie psicologiche". La teoria di Jung si basa
sulla distinzione tra introversione ed estroversione. In secondo luogo,
lo psicologo distingue quattro funzioni psichiche: il pensiero, il
sentimento, la sensazione e l'intuizione.
La mente umana lavora contemporaneamente a livello di intenzione cosciente e su base inconscio-istintuale. La psicologia cosciente (l'agire rispetto alla realtà) di ogni essere
umano è caratterizzata dai due concetti fondamentali della tipologia
junghiana:
L'atteggiamento: propensione che si presenta nelle due forme tipiche dell'introversione e dell'estroversione.
Le funzioni: sono distinte nelle due coppie
pensiero-sentimento (giudicanti o razionali),
sensazione-intuizione (percettive o irrazionali).
Jung definisce:
Estroverso, l'atteggiamento di chi abbia un rapporto spontaneo
con l'oggetto, riesca ad adeguarsi alle circostanze, accetti i valori
dominanti della società.
Introverso, l'atteggiamento di chi conferisce un ruolo preponderante ai fattori soggettivi,
svalutando la realtà esteriore.
Il tipo di atteggiamento generale deve la propria esistenza a una base inconscia e istintuale e quindi ha antecedenti biologici. Biologicamente il rapporto tra soggetto e oggetto è sempre un rapporto di interazione.
Secondo Jung,chi si orienta nel mondo usando il pensiero tende a stabilire il significato logico di un evento o di una cosa.
Chi si fonda sul sentimento giudica il valore positivo o negativo di ciò che si trova dinanzi.
Chi si affida alla sensazione percepisce la realtà, prescindendo dal senso e dal valore di questa.
Chi ricorre all'intuizione coglie, soprattutto inconsciamente, le
possibilità latenti di una situazione, senza tenere conto del presente e
mirando principalmente agli sviluppi futuri.
In ogni persona si può riconoscere una funzione dominante, la più esercitata, e una ausiliaria, meno sviluppata rispetto alla prima, ma più differenziata rispetto alle altre due inferiori, che operano nell'inconscio.
I tipi estroversi puri rischiano di venire assorbiti completamente dall'oggetto trascurando le proprie necessità soggettive. In una simile eventualità interviene un’autolimitazione compensatoria di origine inconscia che cerca di impedire il raggiungimento di uno stato patologico.
Es. un cantante che raggiunge rapidamente una larga fama può perdere improvvisamente i toni alti della voce, per inibizione nervosa compensatoria (garantita dalle funzioni inconsce).
Viceversa i tipi introversi puri comprimono nella coscienza il fattore soggettivo rischiando di cadere in una sorta di fanatismo generalizzante, che esclude a priori ogni altra opinione.
In tal caso è soprattutto l’inconscio che si prende cura della relazione con l’oggetto,
e fa ciò in una forma tale da distruggere nel modo più radicale le
illusioni di potenza e le fantasie di superiorità nutrite dalla
coscienza. Poiché l’inconscio (rafforzato dalle Funzioni rimosse) ha
sempre carattere primitivo e infantile, oggetti nuovi e ignoti destano
timore e senso di pericolo.
La psiche è composta oltre che dalla parte inconscia, individuale e collettiva, anche dalla parte conscia. In processo di individuazione l'individuo incontra e si scontra con
delle organizzazione archetipe (inconsce) della propria personalità:
solo affrontandole egli potrà dilatare maggiormente la propria
coscienza.
Esse sono "la Persona", "l'Ombra", "l'Animus o l'Anima" e "il sé".
La Persona può essere considerata come l'aspetto pubblico che
ogni persona mostra di sé, come un individuo appare nella società, nel
rispetto di regole e convenzioni. Rispecchia ciò che ognuno di noi vuol
rendere noto agli altri, ma non coincide necessariamente con ciò che
realmente si è.
L'Ombra rappresenta la parte della psiche più sgradevole e
negativa, coincide con gli impulsi istintuali che l'individuo tende a
reprimere. Impersona tutto ciò che l'individuo rifiuta di riconoscere e
che nello stesso tempo influisce sul suo comportamento esprimendosi con
tratti sgradevoli del carattere o con tendenze incompatibili con la
parte conscia del soggetto.
Animus e Anima rappresentano rispettivamente l'immagine maschile
presente nella donna e l'immagine femminile presente nell'uomo. Si
manifesta in sogni e fantasie ed è proiettata sulle persone del sesso
opposto, più frequentemente nell'esperienza dell'innamoramento.
L'immagine dell'anima o dell'animus ha una funzione compensatoria con la
Persona, è la sua parte inconscia e offre possibilità creative nel
percorso di individuazione.
Il Sé è il punto culminante del percorso di realizzazione della
propria personalità, nel quale si portano ad un'unificazione tutti gli
aspetti consci ed inconsci del soggetto.
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Carl Gustav Jung (Kesswil 26 luglio 1875 – Küsnacht 6 giugno 1961) è stato uno psichiatra e
psicoanalista svizzero. La sua tecnica e teoria di derivazione psicoanalitica è chiamata "psicologia analitica". Inizialmente vicino alle concezioni di Sigmund Freud se ne allontanò definitivamente nel 1913, con la pubblicazione, nel 1912, di "La
libido: simboli e trasformazioni", non condividendone la nozione di libido e la riduzione di ogni fenomeno psichico alla sessualità.
Nel 1906 aderì alla psicoanalisi e iniziò la corrispondenza con Freud. Dopo pochi anni iniziò ad essere descritto come il "delfino" della psicoanalisi, il possibile successore di Freud alla guida del movimento psicoanalitico. Nel 1909 si ebbero però le prime avvisaglie della separazione che in seguito sarà all'origine dell'articolarsi dei due principali orientamenti storici della psicoanalisi, intesa sia come terapia che come via per la conoscenza della psiche. Nel 1905 Freud pubblicò il primo dei tre saggi sulla sessualità, trattando le PERVERSIONI in generale. A sua volta nel 1912 Jung pubblicò
L'aspetto centrale delle differenze teoriche risiedeva in un diverso modo di concepire la libido: mentre per Freud il "motore primo" dello psichismo risiedeva nella pulsione sessuale, Jung proponeva di riarticolare ed estendere il costrutto teorico di Libido, rendendolo così comprensivo anche di altri aspetti pulsionali costitutivi "dell'energia psichica".
Un'altra differenza con Freud stava nell'interpretazione delle fantasie inconsce che descriveva come inaccettabili per la coscienza, per Jung invece esse sono, se interpretate adeguatamente dall'io, simboli di nuove Realizzazioni psichiche. L'aspetto che li differenziava di più era inoltre la concezione dell'inconscio. Inoltre, secondo Jung, la psicoanalisi di Freud era schematica e teneva poco conto della persona nel suo contesto vitale.
Invece Jung dava importanza alla persona ed al suo contesto, così diede via alla sua "psicologia analitica" che voleva essere non solo uno strumento per guarire da patologie psichiche ma uno strumento per adattare la propria anima alla vita e poterne cogliere tutte le potenzialità di espressione e specificità individuale. Egli chiamò questo percorso "individuazione".
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