Reagiamo allora con rabbia e incanaliamo tale rabbia in forme di
protesta e lotta che rischiano di ritorcersi contro di noi. Non sto
dicendo che sia sbagliato esprimere la propria rabbia attraverso
manifestazioni di massa, scioperi, blocchi e quant’altro. Voglio
solo proporre una lettura diversa della situazione, maturata nel corso
del tempo grazie ai miei studi e alla mia personale esperienza.
In primo luogo, la rabbia, se pur legittima, genera altra rabbia
e crea un’escalation in cui arriviamo ad essere dominati dalla rabbia,
non più capaci di controllare il nostro stesso comportamento. La rabbia,
inoltre, è un’energia molto 'bassa' dal punto di vista vibrazionale: la
scienza, infatti, fisica quantistica in primis, ci dice che i nostri pensieri ed emozioni sono energie vibrazionali – onde elettromagnetiche – che si diffondono attorno a noi ed entrano in risonanza con energie vibrazionali simili, unendosi ad esse e amplificando l’energia di partenza; la rabbia acquista così sempre più forza e finisce per contagiare molte altre persone, attraverso una sorta di effetto domino. Si
crea così un campo vibrazionale che abbassa anche il nostro personale
livello energetico e ci rende ancor più facilmente manipolabili e
controllabili. (v.correlati)
Prima di agire sull’onda della rabbia dovremmo quindi provare a
comprenderla, chiedendoci: da dove arriva questa rabbia che provo? Cosa
nasconde? Scopriremmo così che la rabbia cela spesso la paura la quale, a sua volta, nasce dalla percezione della propria inferiorità, che ci fa sentire impotenti, rassegnati e ci porta a credere di non poter fare nulla per cambiare le circostanze.
Grazie al mio lavoro ho l’opportunità di toccare con mano quanto il
senso d’inferiorità sia radicato in noi e sia alla base della maggior
parte dei disagi psicologici lamentati dalle persone che si rivolgono a
me; e di come ciò sia dovuto non solo all’educazione ricevuta dai
genitori ma dipenda da condizionamenti
socio-culturali che influenzano le nostre credenze e convinzioni
personali al punto da trasmettersi automaticamente di generazione in
generazione al di là del fatto che ne siamo consapevoli o meno. In
termini più scientifici potremmo parlare di campo morfogenetico,
per riferirci a tutte quelle informazioni che influenzano le convinzioni
e le credenze di tante persone anche senza un’esposizione diretta. Una
sorta insomma di imprinting genetico per cui dicendo
continuamente alle persone che sono inferiori, esse si convincono di
esserlo davvero; questa convinzione viene assorbita da ogni cellula del
loro corpo (oggi sappiamo, per inciso, che le cellule 'ascoltano' i nostri pensieri, le nostre convinzioni e le traducono in segnali bio-chimici che influenzano il funzionamento del nostro corpo), diventando automaticamente patrimonio anche delle generazioni future. Ciò
di cui stiamo parlando e di cui ci troviamo a pagare le conseguenze,
quindi, è un enorme processo di manipolazione a cui siamo esposti da
secoli, che riguarda non solo le nostre conoscenze sul mondo, su ciò che ci circonda, ma anche ciò che pensiamo di noi stessi.
Tutti, e ripeto, tutti, indipendentemente dal fatto che lo accettiamo o
no siamo vittime, in vario grado, di questa grande manipolazione che fa
sì che le nostre cellule siano 'impregnate' da un sentimento
d’inferiorità che influenza negativamente le nostre vite, le nostre
scelte e il nostro stesso benessere.
A questo punto vi domanderete chi si nasconda dietro questa grande manipolazione.
Chi, da secoli, ha in mano un potere tale
da esser sopravvissuto alle rivoluzioni, alle guerre e ai mutamenti
politico-finanziari che hanno attraversato in lungo e in largo il
pianeta?
Chi in nome del suo potere spirituale e morale, è
sempre stato al di sopra di ogni sospetto, potendosi addirittura ergere
come supremo giudice degli uomini e del loro operato, in nome del
mandato ricevuto da Dio?
La Chiesa e i suoi ministri, naturalmente, di ogni credo, ordine e grado.
Un’istituzione ramificata ovunque nel mondo, i cui membri sono tutti
accomunati da un unico obiettivo: spingerci al confronto con un Dio
perfetto, 'alto', puro, in modo da farci capire che non valiamo niente e
che Dio è lontano, fuori da noi, su un altare, nei cieli o magari su
una croce, e che l’unico modo per avvicinarci a lui è pentirci dei
nostri peccati (non dimentichiamo che per la Chiesa nasciamo tutti con un peccato originale sulle spalle... un’idea
geniale per instillare nelle persone il senso di colpa), espiandoli
attraverso una sofferenza che ci purificherà e, forse, ci farà
guadagnare il paradiso. Tutto questo, naturalmente, grazie ad un intermediario che si pone tra noi e Dio, indegni come siamo di avere un rapporto diretto con lui.
Dov’è dunque, quel Dio che le Chiese pretendono di rappresentare e che ci vorrebbe fatti a sua immagine e somiglianza?
Dov’è quel Dio che raccomanda di non ingabbiare la spiritualità
all’interno dei confini angusti di una istituzione, che rifiuta
qualsiasi forma di idolatria, di adorazione e di dipendenza e vuole che
le persone riconoscano in loro stesse, nel profondo del proprio cuore,
la scintilla divina e il potere di fare miracoli?
Dov’è quel Dio d’amore che non impone regole di condotta, che non
giudica e non punisce, che non divide tra buoni e cattivi ma riconosce
alle persone la libertà e il potere di decidere esse stesse, secondo
loro coscienza, per il loro bene o per il loro male?
Dov’è quel Dio che ci invita ad amare noi stessi per poter amare anche gli altri?
Probabilmente – questa è la conclusione a cui sono giunto – è
sepolto da secoli e secoli di manipolazioni costruite ad arte dalle
Chiese di tutto il mondo per allontanare le persone da se stesse, dal
loro potere interiore e dalla loro vera natura divina.
Manipolazioni che devono essere
continuamente alimentate e rinforzate attraverso leve emotive sempre più
potenti: in caso contrario, infatti, le persone tornerebbero ad essere
libere e capaci di riprendere in mano la responsabilità di se stesse e
della loro vita.
Quel che invece possiamo osservare è che ancora oggi una massa enorme di
persone vive una sorta di ipnosi collettiva che le porta ad affollare
le Chiese, le piazze e i santuari con le motivazioni più varie: qualcuno
solo per abitudine, qualcuno per paura di una punizione divina ma molti
perché sono alla ricerca del senso della propria esistenza e sperano di
trovare all’esterno le risposte che vanno cercando da tempo; tutti
però, con le loro preghiere e le loro invocazioni, finiscono con
l’affidare la loro anima e la loro stessa vita nelle mani di qualcun
altro, solo perché lo ritengono più capace e più degno di loro, o perché
indossa un abito talare o si dimostra essere un oratore particolarmente
abile con le parole.
dr.S. Falcini per Anticorpi.info
Note sull'autore (sito)
http://www.anticorpi.info/2014/01/la-grande-manipolazione.html
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