venerdì 3 gennaio 2014

La Grande Manipolazione

ciesa, colpa, peccato, sisifo
Nonostante giorno dopo giorno sperimentiamo una limitazione sempre più ampia alla libertà personale e sempre più persone diventano consapevoli di ciò che sta accadendo a livello planetario e dei rischi connessi all’avvento di un regime basato sul controllo globale da parte di una elite ristretta di persone, facciamo fatica a trovare risposte efficaci che ci aiutino ad affrancarci da tale pericolo e riprenderci in mano il nostro destino. 
 
Reagiamo allora con rabbia e incanaliamo tale rabbia in forme di protesta e lotta che rischiano di ritorcersi contro di noi. Non sto dicendo che sia sbagliato esprimere la propria rabbia attraverso manifestazioni di massa, scioperi, blocchi e quant’altro. Voglio solo proporre una lettura diversa della situazione, maturata nel corso del tempo grazie ai miei studi e alla mia personale esperienza. 

In primo luogo, la rabbia, se pur legittima, genera altra rabbia e crea un’escalation in cui arriviamo ad essere dominati dalla rabbia, non più capaci di controllare il nostro stesso comportamento. La rabbia, inoltre, è un’energia molto 'bassa' dal punto di vista vibrazionale: la scienza, infatti, fisica quantistica in primis, ci dice che i nostri pensieri ed emozioni sono energie vibrazionali – onde elettromagnetiche – che si diffondono attorno a noi ed entrano in risonanza con energie vibrazionali simili, unendosi ad esse e amplificando l’energia di partenza; la rabbia acquista così sempre più forza e finisce per contagiare molte altre persone, attraverso una sorta di effetto domino. Si crea così un campo vibrazionale che abbassa anche il nostro personale livello energetico e ci rende ancor più facilmente manipolabili e controllabili.  (v.correlati)
 
Prima di agire sull’onda della rabbia dovremmo quindi provare a comprenderla, chiedendoci: da dove arriva questa rabbia che provo? Cosa nasconde? Scopriremmo così che la rabbia cela spesso la paura la quale, a sua volta, nasce dalla percezione della propria inferiorità, che ci fa sentire impotenti, rassegnati e ci porta a credere di non poter fare nulla per cambiare le circostanze. 
 
Grazie al mio lavoro ho l’opportunità di toccare con mano quanto il senso d’inferiorità sia radicato in noi e sia alla base della maggior parte dei disagi psicologici lamentati dalle persone che si rivolgono a me; e di come ciò sia dovuto non solo all’educazione ricevuta dai genitori ma dipenda da condizionamenti socio-culturali che influenzano le nostre credenze e convinzioni personali al punto da trasmettersi automaticamente di generazione in generazione al di là del fatto che ne siamo consapevoli o meno. In termini più scientifici potremmo parlare di campo morfogenetico, per riferirci a tutte quelle informazioni che influenzano le convinzioni e le credenze di tante persone anche senza un’esposizione diretta. Una sorta insomma di imprinting genetico per cui dicendo continuamente alle persone che sono inferiori, esse si convincono di esserlo davvero; questa convinzione viene assorbita da ogni cellula del loro corpo (oggi sappiamo, per inciso, che le cellule 'ascoltano' i nostri pensieri, le nostre convinzioni e le traducono in segnali bio-chimici che influenzano il funzionamento del nostro corpo), diventando automaticamente patrimonio anche delle generazioni future. Ciò di cui stiamo parlando e di cui ci troviamo a pagare le conseguenze, quindi, è un enorme processo di manipolazione a cui siamo esposti da secoli, che riguarda non solo le nostre conoscenze sul mondo, su ciò che ci circonda, ma anche ciò che pensiamo di noi stessi. 
 
Tutti, e ripeto, tutti, indipendentemente dal fatto che lo accettiamo o no siamo vittime, in vario grado, di questa grande manipolazione che fa sì che le nostre cellule siano 'impregnate' da un sentimento d’inferiorità che influenza negativamente le nostre vite, le nostre scelte e il nostro stesso benessere.
 
A questo punto vi domanderete chi si nasconda dietro questa grande manipolazione. 
 
Chi, da secoli, ha in mano un potere tale da esser sopravvissuto alle rivoluzioni, alle guerre e ai mutamenti politico-finanziari che hanno attraversato in lungo e in largo il pianeta? 

Chi in nome del suo potere spirituale e morale, è sempre stato al di sopra di ogni sospetto, potendosi addirittura ergere come supremo giudice degli uomini e del loro operato, in nome del mandato ricevuto da Dio? 
 
La Chiesa e i suoi ministri, naturalmente, di ogni credo, ordine e grado. Un’istituzione ramificata ovunque nel mondo, i cui membri sono tutti accomunati da un unico obiettivo: spingerci al confronto con un Dio perfetto, 'alto', puro, in modo da farci capire che non valiamo niente e che Dio è lontano, fuori da noi, su un altare, nei cieli o magari su una croce, e che l’unico modo per avvicinarci a lui è pentirci dei nostri peccati (non dimentichiamo che per la Chiesa nasciamo tutti con un peccato originale sulle spalle... un’idea geniale per instillare nelle persone il senso di colpa), espiandoli attraverso una sofferenza che ci purificherà e, forse, ci farà guadagnare il paradiso. Tutto questo, naturalmente, grazie ad un intermediario che si pone tra noi e Dio, indegni come siamo di avere un rapporto diretto con lui.
 
Dov’è dunque, quel Dio che le Chiese pretendono di rappresentare e che ci vorrebbe fatti a sua immagine e somiglianza? 
 
Dov’è quel Dio che raccomanda di non ingabbiare la spiritualità all’interno dei confini angusti di una istituzione, che rifiuta qualsiasi forma di idolatria, di adorazione e di dipendenza e vuole che le persone riconoscano in loro stesse, nel profondo del proprio cuore, la scintilla divina e il potere di fare miracoli?
 
Dov’è quel Dio d’amore che non impone regole di condotta, che non giudica e non punisce, che non divide tra buoni e cattivi ma riconosce alle persone la libertà e il potere di decidere esse stesse, secondo loro coscienza, per il loro bene o per il loro male?  
 
Dov’è quel Dio che ci invita ad amare noi stessi per poter amare anche gli altri?
 
Probabilmente – questa è la conclusione a cui sono giunto – è sepolto da secoli e secoli di manipolazioni costruite ad arte dalle Chiese di tutto il mondo per allontanare le persone da se stesse, dal loro potere interiore e dalla loro vera natura divina.
 
Manipolazioni che devono essere continuamente alimentate e rinforzate attraverso leve emotive sempre più potenti: in caso contrario, infatti, le persone tornerebbero ad essere libere e capaci di riprendere in mano la responsabilità di se stesse e della loro vita. 
 
Quel che invece possiamo osservare è che ancora oggi una massa enorme di persone vive una sorta di ipnosi collettiva che le porta ad affollare le Chiese, le piazze e i santuari con le motivazioni più varie: qualcuno solo per abitudine, qualcuno per paura di una punizione divina ma molti perché sono alla ricerca del senso della propria esistenza e sperano di trovare all’esterno le risposte che vanno cercando da tempo; tutti però, con le loro preghiere e le loro invocazioni, finiscono con l’affidare la loro anima e la loro stessa vita nelle mani di qualcun altro, solo perché lo ritengono più capace e più degno di loro, o perché indossa un abito talare o si dimostra essere un oratore particolarmente abile con le parole.
 
In ogni caso cercano all’esterno una spiritualità che può essere trovata solo dentro di sé, recuperando un buon rapporto con se stessi e riacquistando consapevolezza della propria natura divina.

dr.S. Falcini per Anticorpi.info



Note sull'autore (sito)


http://www.anticorpi.info/2014/01/la-grande-manipolazione.html

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