Il recente scandalo della carne di cavallo ha avuto un certo impatto sulla nostra passione per i prodotti a base di carni conservate. Per chi era già nauseato dali'idea di mangiare carne, queste disgustose rivelazioni sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “È sufficiente per farti diventare vegetariano," dicono. Quello che è accaduto è andato a vantaggio delle vendite di cibi vegetariani in generale e dei prodotti sostitutivi della carne. |
Infatti,
sul mercato esiste un’ampia gamma di sostituti della carne; dal "salame
piccante" all’ "‘arrosto tipo agnello", al "tacchino senza carne", alle
"filetto di pesce", al "paté d’anatra", alla "carne trita vegetariana",
quasi tutto fatto con la soia. La scorsa settimana il capo della catena
alimentare Asda, Andy Clarke, ha affermato che un maggior numero di
acquirenti sta comprando pasti vegetariani a seguito dello scandalo
della carne di cavallo. Anche nella catena di cibo macrobiotico Holland
& Barrett le vendite degli hamburger vegetariani sono salite del
17%, mentre quelle dell’ “arrosto di manzo’” vegetariano sono salite del
50%.
Il principale ingrediente dei prodotti
di finta carne è un moderno tipo di soia, prodotto per la prima volta
per uso alimentare nel 1959. Etichettata
come proteina vegetale, proteina vegetale ristrutturata, è ricavata da
alcuni tipi di farina di soia altamente processati, chiamata ‘isolati’ o
‘concentrati’.
L’uso di questi ingredienti di soia non è ristretto ai sostituti della carne. Anche
se non evitate la carne, quasi sicuramente mangiate la soia in una
certa quantità di prodotti, dalla crema di formaggio alla panna
vegetale, dalle barrette proteiche al gelato. Analizzate
l’etichetta di un hamburger di manzo industriale, per esempio, e spesso
scoprirete che contiene isolato di proteine della soia — un additivo
economico per addensare la carne.
I semi di soia sono coltivati in tutto
il mondo e le più grandi forniture provengono dagli U.S.A. e dal
Brasile. Una volta estratto l’olio, la parte solida che rimane viene
lavorata per ottenere proteina pura. Fino agli anni ottanta le proteine
della soia erano considerate semplicemente un sottoprodotto
dell’industria dell’olio di soia, ma in seguito le aziende statunitensi
del settore cercarono di farne un prodotto redditizio promuovendolo come
cibo macrobiotico salutistico. Sostenevano che il consumo di soia
poteva rafforzare le ossa, controllare i sintomi della menopausa
(vampate di calore e sudori notturni) e ridurre la probabilità di
sviluppare tumori al seno, al colon e alla prostata. Queste
affermazioni erano fondamentalmente basate su ricerche sponsorizzate
dalle compagnie produttrici di soia e su studi epidemiologici che
mostravano associazioni tra la soia e la prevenzione di alcune
patologie.
Per esempio, siccome il tasso di
cardiopatie è più basso nella maggior parte dei Paesi asiatici rispetto
ai Paesi occidentali, le compagnie produttrici di soia sostenevano che
ciò era dovuto al fatto che gli asiatici consumavano più soia.
Pertanto, la soia fu lanciata sul
mercato come il cibo delle meraviglie, il rimedio dell’Oriente ai
problemi di salute dell’Occidente. Tuttavia, le virtù salutari
attribuite alla soia furono presto messe in dubbio dai ricercatori. Nel
2006, per esempio, una pubblicazione dell’American Heart Association
relativa a uno studio decennale sui supposti benefici della soia
metteva in dubbio il preteso ‘effetto salutare sul cuore’ e concludeva
che la soia non riduce le vampate di calore nelle donne né aiuta a
prevenire il cancro.
Uno studio del 2008 effettuato dalla clinica per l’infertilità del Massachusetts General Hospital
in cui agli uomini veniva chiesto di consumare vari prodotti a base di
soia, inclusi il tofu, gli hamburger vegetali, il latte di soia e le
bevande di proteine, scoprì che “la maggiore assunzione di cibi a base
di soia è associata ad una minore concentrazione dello sperma”.
L’impatto a lungo termine del consumo di
soia è ancora tutto da valutare, ma ci sono motivi per stare in
guardia. I semi di soia contengono tossine presenti in natura. Fra
queste sono inclusi l’acido fitico, che riduce la nostra capacità di
assorbire i minerali essenziali, come il ferro e lo zinco, e potrebbe
causare quindi deficit di minerali, e gli inibitori della tripsina, che
compromettono la capacità del corpo di digerire le proteine. Queste
tossine si trovano anche in altri alimenti, come i ceci e il grano, ma
in quantità minori. La lavorazione della soia è finalizzata
sostanzialmente alla riduzione o all’eliminazione di tali tossine, ma
possono rimanerne delle tracce. La soia contiene inoltre isoflavoni —
potenti composti delle piante che imitano l’ormone femminile,
l’estrogeno.
Nel 2011 il comitato scientifico della European Food Safety Authority
ha respinto le affermazioni fatte dall’industria della soia secondo le
quali gli isoflavoni favoriscono la crescita dei capelli, attenuano i
sintomi della menopausa, mantengono in salute il cuore e proteggono le
cellule dai danni dell’ossidazione. Si
è giunti così alla conclusione che “non è dimostrata” la relazione
causa-effetto fra il consumo di prodotti di soia e i benefici per la
salute.
Nel frattempo sono state avanzate
ipotesi secondo le quali, lungi dall’essere protettivo, il consumo di
troppe proteine della soia può essere dannoso a causa del suo effetto
ormonale.
Nel 2003 la commissione del governo
inglese per la tossicità ha identificato tre gruppi per i quali varie
evidenze suggeriscono l’esistenza di un potenziale rischio derivante dal
consumo di grandi quantità di soia: neonati nutriti con latte di soia,
persone con tiroide poco funzionante (ipotiroidismo) e donne con
diagnosi di cancro al seno.
Ma anche il carattere industriale della
produzione delle proteine di soia fa sorgere preoccupazioni. Mentre
alcuni cibi a base di soia, come il tofu, il miso, il latte di soia e lo
yogurt sono poco trattati, le proteine pure della soia — quelle che si
possono trovare nelle salsicce vegetariane, nel formaggio vegano e nella
“carne” vegetariana — normalmente vengono estratte lavando la farina di
soia nell’acido in cisterne di alluminio. Ciò aumenta la possibilità
che l’alluminio, che è nocivo per il cervello e il sistema nervoso,
possa filtrare nel prodotto.
Un altro rischio potenziale è dato
dall’esano, un solvente chimico - componente della colla e del cemento —
che è usato per estrarre l’olio dai semi di soia. È conosciuto come
veleno del sistema nervoso umano. A seguito di ripetute esposizioni, le
persone possono sviluppare problemi neurologici simili a quelli che
insorgono in chi abusa dei solventi. L’industria della soia afferma che
solo tracce residue di esano passano nel prodotto finito.
La lavorazione libera dalla soia anche acido glutammico, una sostanza che può scatenare reazioni allergiche. La soia è uno degli otto più comuni allergeni del cibo secondo la U.S. Food and Drug Administration. Un ulteriore problema di molti prodotti a base di soia non è la soia in sé, quanto ciò che viene aggiunto ad essa. Dato
che le proteine della soia sono di colore chiaro, prive di odore e
quasi senza gusto, molti fabbricanti si affidano a dolcificanti, aromi
artificiali, sale e coloranti per rendere i loro prodotti più attraenti.
Fonte: mailonline Think soya's a safer choice than meat? Think again By J Blythman, 25 February 2013
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