domenica 5 gennaio 2014

Sulle orme degli avi

Dal suolo che calpestiamo affiorano oggetti, ritenuti fuori tempo, che ci fanno supporre l’esistenza di una civiltà antecedente, più avanzata tecnologicamente, distrutta da eventi a noi ignoti; oggetti che narrano una storia diversa da quella ufficialmente adottata.

Il mistero s'infittisce davanti a tracce di vetrificazione riscontrate in molte parti del mondo.

Nella carota estratta dal terreno sotto il mare, ad una profondità di tremila metri, è stato accertato un accumulo di iridio proprio degli asteroidi; sopra tale strato ve ne è uno vetroso, poi ben sei centimetri di fanghiglia priva di reperti e un altro con forme di vita risalenti a cinquemila anni fa.
 
Singolare l'esistenza di uno strato di vetrificazione causato da un grande calore improvviso, peraltro riscontrato in diversi luoghi distanti fra loro.
Molti i casi documentati che dimostrano l'estrema antichità della razza umana su questo pianeta ...
 
Nel 1891 il quotidiano "Morrisonville Times", di Morrisonville (Illinois), pubblicò la notizia che la consorte del Direttore del giornale, S.W. Culp, rinvenne in un pezzo di carbone (300 milioni di anni) una catena d'oro.

Nel 1897 un minatore ritrovò a Webster (Iowa) una strana iscrizione su di una pietra e il giornale "Daily News", di Omaha, del 2 aprile 1897, pubblicò un resoconto del fatto. Sulla pietra di colore grigio vi erano delle linee disposte in modo da formare un diamante perfetto; al centro il volto di un uomo anziano.

Nel 1912 Frank J.Kenwood trovò del ferro in un blocco di carbone estratto dalla miniera di Wilburton; cercando di romperlo con una mazza scoprì che dentro di esso si trovava una tazza di ferro cava al centro. Il Dipartimento Geologico dell'Oklahoma dichiarò che il carbone era antico di 312 milioni di anni.

Nel 1924 la spedizione archeologica Doheny scoprì nel Canyon Havasupaii una pittura murale di un Tirannosauro in piedi.

Nel 1928 fu rinvenuto in una miniera a Heavener (Oklahoma) un muro formato da blocchi di calcestruzzo levigati e incastrati in una vena di carbone del Carbonifero, vecchio di ben 285 milioni di anni.

Nel 1968 alcuni minatori di San Jean del Livet (Francia), trovarono alcuni tubi metallici rettangolari modellati contenuti in un calcare antico di 65 milioni di anni.

Nel 1973 una giovane geologa Virginia Steen Mc Intyre, partecipò agli scavi archeologici di Hueytlaco nei pressi di Puebla in Messico, insieme all'antropologa Cynthia Irvin Williams. Stimò, dopo aver effettuato diversi esami sui reperti, che il sito potesse essere datato 250 mila anni fa. La scienza ufficiale non risale oltre 25 mila anni per quanto riguarda l'insediamento dell'Homo Erectus in America, quindi il responsabile della spedizione chiese una correzione della data. Virginia convinta delle sue conclusioni si oppose fermamente e questo causò il blocco della sua carriera e la perdita dell'incarico di docente in una università americana. Esiste quindi una chiara manipolazione dei dati sopprimendo quelli "non spiegabili", scomodi, enigmatici che vanno contro il pensiero dominante e i preconcetti teorici che vengono mantenuti a tutti i costi.

Nel 1979 furono rinvenute, in Tanzania, orme "umane" in un deposito di cenere vulcanica antica di 3 milioni e 600 mila anni. Vennero assegnate all'Australopitecus, il primo ominide di quel periodo, ma questo possedeva dita più grandi degli uomini. Si suggerì allora che doveva trattarsi di un antropoide sconosciuto con piedi uguali a quelli umani. Si deve necessariamente tener conto che solo gli esseri come noi possono lasciare quel tipo di orme. Per la scienza non è possibile che umani, anatomicamente moderni, potessero essere presenti in Africa 3 milioni e 600 mila anni fa.

Intorno al 1920 il geologo Giuseppe Ragazzoni ritrovò a Castenedolo (Brescia) quattro scheletri fossili, anatomicamente umani, in una formazione del Pliocene Medio risalenti a quattro milioni di anni. Giuseppe Sergi dichiarò in merito a questo ritrovamento e a quello avvenuto a Savona, del tutto simile, che, a causa di un dispotico pregiudizio scientifico, veniva screditato il sito di una scoperta di resti umani databili al Pliocene. Certo è che l'accettazione creerebbe problemi insolubili e per questo è stato deciso di rifiutarne l'autenticità. Rilevante sottolineare che, sia i fossili di Castenedolo, sia quelli dell'Africa, testimoniano presenze umane sulla terra nello stesso momento.

Nel 1962 la rivista scientifica americana "The Geologist" riportò la notizia della scoperta avvenuta a Macoupin (Illinois) di due piedi interi fossilizzati, senza dubbio umani, ad una profondità di novanta piedi in uno strato di carbone del Carbonifero (300 milioni di anni).
Nel 1965 gli antropologi Bryan Patterson e William W.Howells, trovarono in Kenya, a Kanapoi, un frammento dell'omero che si rivelò appartenente ad un uomo. Il reperto venne datato a 5 milioni di anni fa.

L'antropologo francese Gabriel de Mortillet, nel suo libro "Il Preistorico" ci mette al corrente circa il ritrovamento di uno scheletro umano anatomicamente recente, in una formazione del Miocene, nella zona di Midi (Francia), databile 25 milioni di anni e, di altri scheletri ritrovati in Svizzera a Delemont, in una formazione dell'Eocene (38 milioni di anni). In quei luoghi sono stati rinvenuti anche utensili in pietra. Ritrovamenti di artefatti sono stati rinvenuti a Thenay (Francia), a Lisbona (Portogallo) e a Burma (India). Un mortaio col pestello è stato rinvenuto in una miniera d’oro compreso in uno strato risalente al Terziario (33-55 milioni di anni), sotto Table Mountain, Tuolumne County, in California.

Lungo le sponde del Big Sandy River (Oregon) si scoprì il disegno di uno Stegosauro vissuto centotrenta milioni di anni fa.

Sopra al vasellame "Cocle" rinvenuto vicino a Panama il disegno di un Pterodattilo (un periodo da 66 a 137 milioni di anni fa).

Nel 1983, nella repubblica del Turkmenistan, il Prof. Amanniyaz, esaminò l’impronta umana ritrovata in una roccia del Giurassico, accanto a quella di un gigantesco dinosauro risalente a 150 milioni di anni fa (fonte Daniken).
Paluxy River: impronte di dinosauro, in una delle quali è sovrapposta quella di un piede umano. 
Sotto l'ingrandimento delle due impronte.
 
Nel letto del fiume Paluxy, formatosi nel Mesozoico 140 milioni di anni fa, sono state ritrovate impronte di dinosauri accanto a quelle di piedi appartenenti ad un uomo.
Nella Valle dei dinosauri, in Texas, centinaia di impronte di grandi Sauri con vicino tracce di enormi piedi umani, vecchie di 140 milioni di anni. A Glen Rose e a Walmut Springs gli abitanti lo sanno da sempre.

Nel 1931 Wilbur G. Burroughs, geologo del Kentuky, rilevò impronte di piedi umani risalenti a oltre 250 milioni di anni, a nord ovest di Mount Vernon; ovviamente la scienza non considera attendibile la data, dal momento che all’epoca non esistevano né dinosauri, né uomini. Dagli esami microfotografici è risultato che i granelli di sabbia erano più compressi nel punto in cui la pianta e le dita del piede avevano poggiato. Si trattava di piedi a cinque dita di 23,75 e 10,25 centimetri.

Ovviamente solo pensare che orme umane fossilizzate possano trovarsi accanto, o addirittura sopra, a quelle di alcune specie di dinosauri, scomparsi 65 milioni di anni fa, suscita un sorriso e incredulità. Non credere è lecito e ragionevole, quindi tante le contestazioni sulla loro veridicità. Un certo numero di tracce sono state a suo tempo rimosse per essere vendute ai turisti, l’erosione verificatasi nel corso del tempo ha apportato cambiamenti alle orme; lo studio di queste è divenuto possibile solo sulle foto, video e calchi presi all’epoca del rilevamento. Di contro molti residenti della zona hanno sempre sostenuto di aver visto sempre diverse orme umane lungo il fiume.

Molte domande restano insolute: le orme erano genuine o erano state formate deliberatamente intagliando la roccia per poi venderle ai turisti? Quando questo è stato fatto si sono riconosciuti facilmente i segni del martello. Molte impronte non dissipano i dubbi dato che la pressione di un piede umano sulla sabbia o sul fango lascia questa traccia; inoltre nessun altro animale bipede conosciuto è in grado di lasciare queste orme.

La polemica è quindi giunta ad un punto morto, ma al di là del vero e del falso risulta più rilevante ciò che ha scritto il geologo americano Albert Ingalls; se l’uomo o i suoi antenati discendenti dalle scimmie, fossero esistiti fino dal carbonifero la geologia sarebbe completamente errata e i geologi si dovrebbero dimettere. Quindi la scienza, per il presente, rifiuta questa attraente soluzione.

L’uomo ha vissuto veramente insieme ai dinosauri? Scienziati russi hanno da tempo segnalato il ritrovamento di oltre duemila impronte di dinosauro accanto a quelle che somigliano a impronte umane impresse nel fango e nella sabbia che indurendosi è divenuta roccia.

Non dimentichiamo i ritrovamenti di teschi anomali che presentano un forte allungamento della calotta cranica, sia in Egitto, sia in Perù a Ica e Merida. La pratica di deformare e allungare i crani artificialmente nell’antichità era molto in uso, ma perché si usava tale usanza che procurava forti dolori, lesioni cerebrali e motorie? Per somigliare all’antica razza che diffuse il suo sapere in un’epoca remota e dimenticata? Se la pratica era divenuta una "moda" doveva esserci necessariamente un modello da seguire.

Una razza che sembra avesse caratteristiche antropologiche molto diverse dalle nostre, sia per la conformazione del cranio, sia per l’altezza.

Sono state rinvenute ossa "umane" di dimensioni tali da avvalorare la presenza di giganti (1); forse i Nephilim, o i Veglianti, che si accoppiarono con le donne degli uomini e, nell’atto, trasmisero e persero, col tempo, il loro patrimonio genetico: cranio allungato, statura superiore, occhi e capelli chiari.

Nel Messico a Chihuahua è stato rinvenuto uno scheletro con un teschio molto leggero sicuramente di costituzione ossea diversa; le cavità orbitali sono risultate piatte e i canali del nervo ottico deviati in basso e in dentro, "veramente sconcertante" per la mobilità del bulbo oculare, lo studio della mandibola ha fatto supporre che potesse usufruire di tre dentizioni durante il suo ciclo vitale.

Nel 1822 l’American Journal of Science notificava i rinvenimento avvenuto nell’Arizona e nel Nuovo Messico, di orme di piedi antiche di 140 milioni di anni, impresse da uomini altissimi.
Una rivista moscovita documentò nel 1959 il rinvenimento, da parte della spedizione cino-sovietica del dr. Chow Ming Chen, dell'impronta di una scarpa a nervature, su di una roccia arenaria nel deserto di Gobi.

La rivista Russa "Smena" riportò sul n. 8 del 1961 che la roccia con l'impronta ritrovata nel deserto di Gobi dalla spedizione russo cinese si era formata con i sedimenti di un mare che non esisteva 15 imila anni prima. Gli studiosi dissero che non si trattava di una impronta fossile di animale preistorico ma semplicemente di una calzatura.

Un simile ritrovamento è stato segnalato anche nel Fisher Canyon, Contea di Pershing, Nevada, l'impronta della calzatura presenta tracce di cuciture; è stata rinvenuta in uno strato di carbone risalente a 115 milioni di anni fa.
Nel delta dell'Utah, nel 1968, fu rinvenuto, da William Meister ad Antelope Springs, l’impronta fossile di un sandalo con alcuni Trilobiti incastrati dentro, ciò significa che gli animali erano comparsi dopo che era stata lasciata l'impronta o, erano rimasti attaccati al sandalo. Nello specifico si suppone che i Trilobiti si siano estinti 200 milioni di anni fa.

Il Mastodonte rinvenuto a Blue Lick Spring (Kentuky) a 3,5 metri di profondità, era situato un 1,5 metri al di sopra di un pavimento a mosaico.

Nella Regione Minas Geraris (Brasile) sono stati rinvenuti scheletri umani sui quali pesano ossa di Toxodonte Megaterio, tartigrado americano (7 milioni di anni) e di dinosauro. Anche in Sud Africa sono state segnalate ossa di Toxodonte erbivoro, scomparso 3-4 milioni di anni fa, sopra a quelle di un essere umano.
Il Toxodonte, animale preistorico somigliante all'ippopotamo, che non si sarebbe potuto adattare sull'altipiano di 400 metri, si trova dipinto sulle ceramiche rinvenute a Tiahuanaco.
A Maracahasi, nel Perù, ad ovest della cordigliera delle Ande, esiste una enigmatica piattaforma a 3800 metri di altitudine.

Daniel Ruzo rinvenne, accanto a sculture di specie estinte vissute da 185 a 130 milioni di anni fa, anche raffigurazioni di elefanti, bovini e cavalli; animali non più esistenti in America al tempo dello sbarco di Colombo.
 
Sulla stele di Copan vediamo due pachidermi accostati dorsalmente montati da conduttori. Gli scienziati partendo dal presupposto che erano animali estinti da millenni, e non presenti nel nuovo mondo, li hanno classificati pappagalli. Con zanne ricurve e proboscide, cavalcati da tre Maya? Qualcosa suona strano.

Sui tamburi di bronzo vietnamiti vi sono figure che fanno pensare ad animali estinti da milioni di anni come l'Ittiosauro scomparso 195 milioni di anni fa; l’Archeaeropterix giurassico (137 milioni di anni fa) l’Ichtyornis periodo cretaceo (66 milioni di anni fa).

Per la scienza l'orso delle caverne si è estinto tra 90 e 40 mila anni fa. Nelle caverne svizzere di Wildkirchli, Wildenmannlisloch e Drachenloch presso Mixnitz in Stiria si sono ritrovati oltre 1000 resti di questi animali. In numero di 5000, duecento metri prima dell'ingresso della Drachenloch, mentre al suo interno ben 50.000. Accanto ad essi nell'argilla, coperte da una sottile crosta stalmitica che le rende autentiche, molte impronte di piedi umani.

Nel 1885, presso il villaggio di Schondorf- Vocklabruck, in Austria, venne scoperto, in un blocco di carbone databile al terziario, un manufatto: un cubetto di metallo in lega di ferro, carbonio e nichelio, arrotondato agli angoli con una profonda incisione continua sulle facce laterali. Risalirebbe a circa 300 milioni di anni fa. Fu escluso si trattasse di un cristallo di pirite a causa del suo basso contenuto di zolfo. Venne conservato nel Museo di Storia Naturale di Salisburgo fino al 1910, poi scomparve misteriosamente.

Nel Museo Paleontologico di Mosca esiste un cranio di bisonte vecchio di centinaia di migliaia di anni con un foro in fronte. La mancanza di incrinature radiali e la sua forma fanno pensare ad una pallottola. È stato appurato che la ferita si sanò in poco tempo.
A Londra invece è conservato un cranio umano proveniente dallo Zambia con un foro sul lato sinistro che fa pensare al foro del bisonte trovato in Russia.

Lo studioso Alexander Marshack, del Museo Archeologico Peabody di Harvard, ha condotto studi su migliaia di ossa, pezzi di avorio e pietre che hanno rivelato punti, linee a zig zag e cerchi. Si è convinto si tratti di una forma di scrittura riferita alle fasi lunari e al movimento delle stelle. Tutti gli oggetti esaminati si possono datare tra il 10.000 e il 30.000 a.C.
 
Aimè Michel ha inventariato una settantina di grotte in una regione francese presso il fiume Vezere, nel Limosino, con disegni di 610 cavalli, 510 bisonti, 205 mammut, 170 stambecchi e 500 altri quadrupedi. Aimè si chiede come mai "artisti tanto legati al realismo in ogni campo abbiano espresso la loro fantasia immaginando quelle forme esatte che dovevano venire citate ventimila anni dopo". Il prof. Andre Leroi Gourhan, massima autorità in materia, le ha riprodotte e i disegni non necessitano di tante spiegazioni.
 
Nei numerosi disegni dei draghi cinesi, osservabili fra le pagine dei libri custoditi nella Libreria Imperiale di Pechino, si sono riconosciuti rappresentazioni di Plesiosauri e Pterodattili. Come potevano quindi, animali estinti nel Carbonifero e nel Mesozoico, i cui fossili sono stati ritrovati solo da poco più di un secolo, essere conosciuti, disegnati nelle loro forme e descritti dagli antichi?
 
Non dimentichiamo, infine, le oltre 33 mila statuette di argilla ritrovate ad Acambaro nel Messico, raffiguranti rinoceronti, cammelli, cavalli, dinosauri e uno strano popolo (statuette che ricordano le incisioni sulle pietre di ICA e le sfere di limonite, che presentano una scanalatura lungo il loro equatore, rinvenute nelle miniere in Sud Africa in uno strato antico di 2,8 miliardi di anni e conservate al locale Museo di Kerksdorp.
 
Viaggiando a ritroso nel tempo, seguendo le orme degli avi, ci troviamo a percorrere sentieri che ci conducono verso lidi diversi dal quelli indicati dalla ricostruzione storica accettata, verso luoghi che sembrano appartenere a mondi diversi e lontani dal nostro, verso scenari irreali che vanno oltre la nostra immaginazione, ma la nostra razionalità prevale sulla miscredenza e ci soffermiamo a riflettere e a chiederci se, tutto sommato, sono veramente così fantastici da apparire totalmente incredibili.

Mauro Paoletti
 
Note:
1. Vedi Glozel in Francia dove nel 1925 vennero rinvenute ossa giganti, monili ed utensili sproporzionati.
 

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