Pensavate esistessero solo fumo
attivo e fumo passivo! Ebbene, sappiate che esiste pure il fumo passivo
del passivo, o anche fumo passivo dell'attivo: il cosiddetto "fumo di terza mano" (thirdhand smoke – THS).
Esiste, insomma, anche quello che impregna muri, tendaggi,
suppellettili e cianfrusaglie varie che popolano le case e gli uffici
normalmente frequentati da fumatori.
I ricercatori, guidati dalla biologa
Manuela Martins-Green, sostengono che ad essere dannosa sia la
contaminazione degli ambienti causata dalle particelle microscopiche depositate dal fumo
delle sigarette, vere e proprie sostanze cancerogene, pericolose quanto
quelle rilasciate dal fumo passivo e perfino da quello diretto.
L'obiettivo dello studio è stato quello di indagare gli effetti del THS sul fegato, sui polmoni, sulle ferite a livello epidermico e sul comportamento.
I risultati hanno mostrato delle alterazioni in diversi sistemi di
organi e alti livelli di NNAL (una sostanza cancerogena biomarcatore
specifico del tabacco) simili a quelli trovati in bambini esposti a fumo
passivo (e di conseguenza a fumo di terza mano).
In buona sostanza, l'indagine ha rilevato possibilità di cirrosi quanto al fegato, oltre a cancro e malattie cardiovascolari connesse. Nei polmoni,
invece, il THS stimola la produzione di collagene in eccesso e alti
livelli di citochine infiammatorie (le chitochine sono un insieme di
proteine secrete da diverse cellule, soprattutto dal sistema
immunitario, come risposta ad uno stimolo immunologico), aumentando il rischio di fibrosi e malattie infiammatorie indotte come la broncopneumopatia cronica ostruttiva e l'asma.
Quanto alle lesioni sulla pelle,
gli studiosi hanno riscontrato tempi più lunghi nella guarigione di
incisioni chirurgiche e, in generale, nella rimarginazione delle ferite.
Infine, i test comportamentali hanno mostrato, in condizioni di THS, aumento dei casi di iperattività.
Non solo, questi ultimi dati, combinati con problemi comportamentali
emergenti nei bambini esposti a fumo passivo e THS, suggeriscono che,
con l'esposizione prolungata, possono essere a rischio significativo per
lo sviluppo di più gravi disturbi neurologici.
Passivo, attivo o di terza mano, il fumo fa solo danni a fumatori e non. Convinti di voler conservare il vizio?
Germana Carillo
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Sigarette: in Italia il fumo uccide 70mila persone
Ridurre le dimensioni del logo delle sigarette, fino al 20% del pacchetto, dedicando il restante 80% ai messaggi negativi legati al fumo. È questa la nuova proposta lanciata la scorsa settimana durante la VI Conferenza Nazionale sulla BPCO dal titolo “Quale futuro per i pazienti BPCO - Rapisci il tuo Respiro”.
Cambiare le strategie di marketing e di comunicazione, secondo gli esperti potrebbe, ridurre il fattore "brand"
che può influenzare, anche inconsapevolmente, la scelta di fumare.
Soprattutto tra i più giovani. E la proposta, avanzata dall’Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus, è già sui tavoli di Bruxelles.
Ricordiamo che la BPCO, la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva
è una malattia polmonare progressiva, che solo in parte può essere resa
reversibile grazie al trattamento farmacologico. Lo conferma Francesco Tempesta, Presidente dell’Associazione secondo cui "per
la sua natura progressiva è solo parzialmente reversibile con adeguate
terapie farmacologiche e può associarsi alla frequente presenza di
comorbidità (cardiologiche, infettive, osteoporosi, neurologiche….)".
E indovinate cosa la provoca? Il fattore di rischio più importante sarebbe proprio il fumo di sigaretta, insieme a quello di pipa, sigaro, e altri tipi di tabacco. Danni causati anche dal fumo passivo.
Di questi fanno parte anche gli adolescenti, che secondo l'associazione, sarebbero la fascia di fumatori più facilmente influenzabile dal marchio. Basti pensare agli eventi sportivi e alle pubblicità ben visibili, che fanno del fumo quasi un'esperienza elitaria.
A tal proposito, il suggerimento del Prof. Stefano Centanni è quello di non spaventare i giovani con la minaccia delle malattie legate al fumo. Meglio "far capire loro quanto è cattivo l’odore del fumo. Quanto è fastidiosamente puzzolente l’alito e la pelle. Che i denti diventano gialli e i capelli opachi. Che fumare diminuisce la potenza sessuale. Chi fuma è un depresso, che combatte la sua depressione con il fumo della sigaretta. E chi è vittima della nicotina, non è una persona libera". Forse in questo caso, tali messaggi sarebbero più efficaci.
Si attende adessso la riposta dell'Ue. "Se dovesse arrivare al Parlamento ogni Paese europeo dovrà far pressione sui propri parlamentari" ha spiegato il Prof. Stefano Centanni, Presidente SIMER e Ordinario Malattie Respiratorie Università degli Studi di Milano - "In America la proposta non è passata perché lì le lobby del tabacco sono potentissime. Purtroppo la lotta contro le multinazionali è molto difficile perché hanno possibilità di marketing infinite. Ma se si riuscisse potrebbe essere una svolta: annullare un marchio commerciale potrebbe determinare una disaffezione".
Leggi anche un vantaggio per la salute di molti, già, senza saperlo, condannati a morte.
Francesca Mancuso
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