L’attacco
alle identità è una delle priorità del
Nuovo Ordine Mondiale che, ricordiamolo, è sinonimo di privazione
dei diritti, impoverimento e dissoluzione. Non si vogliono solo dissolvere le identità legate al luogo di
origine ed alle tradizioni avite ma anche quelle più intime delle sfere della morale e della sessualità. E’ un processo in corso sin dagli anni sessanta dello scorso
secolo e addirittura potremmo scorgerne i prodromi all’indomani della massonica rivoluzione francese.
Le
identità vengono annichilite organizzando quell’invasione occulta che prende il nome edulcorato di immigrazione spontanea e che di spontaneo non ha proprio nulla. Si tratta infatti di un
progetto deliberato di dissoluzione collettiva delle identità dei popoli
(sia migranti che ospiti) verso una grigia indeterminatezza generale.
Privare un individuo delle proprie
identità equivale a renderlo debole e permeabile di fronte alle
pressioni ambientali e psicologiche della globalizzazione forzata di
massa. L’esempio dell’eroica resistenza degli abitanti della
Val di Susa contro l’inutile TAV Torino
Lione, oppure l’indignazione dei cittadini siciliani nei confronti del
MUOS, ne sono chiari esempi concreti. Se gli abitanti
della Val di Susa non avessero avuto il collante comune di
appartenenza ed identità ai loro luoghi natii si sarebbero ribellati lo
stesso e con la stessa energia?
La privazione dell’identità sessuale è il tema portante del libro ‘Unisex’.
I governi occidentali, alle prese con la crisi finanziaria più
preoccupante
della storia contemporanea si prodigano in elargizione di diritti
alle ‘coppie gay’ che, per altro, diritti non sono ma solo ennesime
‘gabbie’ burocratiche posticce. Com’è mai? Ma è chiaro: è un
ordine ricevuto dall’alto, da quei centri di potere sovranazionali
illeciti e terroristici che manipolano da sempre il nostro martoriato
pianeta.
.
Come e perché le oligarchie mondiali vogliono imporre l’uniformità
sessuale.
L’attacco alla sessualità, nei suoi generi maschile e femminile, rappresenta oggi
il più sconcertante tentativo di manipolazione dell’essere umano mai tentato nella
storia.
Promossa grazie all’imponente contributo economico e politico delle più potenti lobby dell’Occidente, questa vera e propria “mutazione antropologica” viene oggi imposta attraverso i media, la cultura, lo spettacolo e le legislazioni.
Spariscono addirittura i termini
“padre” e “madre”, specifici della famiglia tradizionale, e vengono
sostituiti dai più generici “genitore 1” e “genitore 2”, quasi a
indicare che la maternità e la paternità non hanno più nulla a
che vedere con il genere sessuale.
Gli autori ricostruiscono le tappe di questo processo senza precedenti: dalle origini
dell’Ideologia di Genere all’omosessualismo militante, dal progressivo sdoganamento della pedofilia all’invenzione del “sesso X”; in un percorso che ha, come fine evidente, la
creazione di un uomo nuovo “senza identità”.
OMO-PEDO-PORNO sono i prefissi della nuova manipolazione
globale?
«Il Mondialismo
agisce preferibilmente sul piano dei “costumi”, delle “mode”, dei “modi
di pensare”, attraverso la creazione di un “immaginario globale” che
influenzi le scelte delle masse, utilizzando il cinema, le
televisioni, il teatro, le riviste e i quotidiani, il web […].
Lo scopo del presente libro, pertanto, è quello di cercare di comprendere perché, al
giorno d’oggi, si voglia intervenire e rimodellare l’immagine stessa dell’uomo,
per imporre una concezione della sessualità ideologica e
avulsa da qualunque retaggio “naturale”: un processo, questo, che,
nelle sue forme più estreme, sembra destinato a sfociare nel modello di
un “uomo artificiale”, un vero e proprio Transumanesimo».
La grande rivoluzione culturale, che i Poteri Forti stanno oggi promuovendo in tutto il
mondo – e specialmente in Occidente – ha un nome: ideologia di genere (o, in inglese,
gender). Nell’occhio del mirino, in questo caso, è finita l’identità stessa dell’essere umano nel
suo – da sempre riconosciuto come “naturale” – dimorfismo maschile/femminile.
Secondo l’ideologia di genere,
tra il maschio e la femmina vi sarebbe un numero indefinito di altri
“generi” o “orientamenti
sessuali”, che comprenderebbe, tra l’altro, l’omosessualità
maschile, il lesbismo, la bisessualità ecc.; generi, che sarebbero
“naturali” quanto l’eterosessualità. I sessi, infatti, non sarebbero
un’evidenza presente fin dalla nascita – come si è creduto per
millenni – ma solo “un modo” con cui la persona percepirebbe se stessa
in seguito a condizionamenti genetici o culturali, oppure,
secondo altre versioni, per “scelta” compiuta durante il corso della
vita. In questo senso, la visione della sessualità diventa “fluida”.
Questa ideologia viene oggi promossa in tutto l’Occidente mediante una gigantesca operazione culturale, che pervade letteralmente “l’aria stessa che respiriamo”: essa ha luogo
attraverso la diffusione incessante di modelli culturali, mediatici, artistici,
in cui viene
riproposta senza requie l’immagine di un essere umano “ibrido” – né
uomo, né donna – il concetto stesso di “differenza naturale” tra i sessi
viene minimizzato o persino ridicolizzato e il solo
presupporre l’esistenza di “sessi differenti” inizia a essere visto
come un atteggiamento “discriminatorio”.
Il “braccio militante” di questo processo culturale è rappresentato, in concreto, dalla
galassia dei movimenti gay e omosessualisti: questi gruppi un tempo erano assolutamente minoritari, ma negli
ultimi anni, potendo contare su un vero e proprio torrente di finanziamenti pubblici e privati
e sul sostegno di istituzioni e lobby
di altissimo livello, hanno invaso i media e le piazze di tutto il
mondo occidentale, imponendo all’opinione pubblica le proprie
“istanze”, come quella di potere celebrare “matrimoni” o adottare
bambini.
Tutto questo, perché l’ideologia di genere – al pari del suo “braccio militante”, rappresentato dai movimenti gay
– al giorno d’oggi sembra essere piuttosto uno “strumento”, una sorta
di vero e proprio “cavallo di Troia”, che alcuni
Poteri Forti sembrano decisi a utilizzare per dei “fini”, i quali
vanno ben al di là delle “rivendicazioni omosessualiste” e mirano, con
tutta evidenza, a manipolare la natura stessa dell’uomo, allo scopo di generare un “uomo nuovo”, compatibile con il
progetto ormai sempre più avanzato di un Nuovo Ordine Mondiale.
Un tale sostegno finanziario a fondo perduto, pertanto, non può non suscitare la domanda
su quali siano le vere ragioni
di tutta questa mobilitazione, che avviene peraltro in contemporanea
con una sovraesposizione senza precedenti dei maggiori leader
politici e delle più rappresentative istituzioni dell’Occidente.
"Le palline", monologo di Giorgio Gaber tratto da "Far finta di essere sani", 1973
RispondiElimina-Una pallina bianca è uguale a una pallina bianca.
Una pallina bianca è diversa da una pallina nera.
E nessuna delle due palline si è offesa. Strano. L'uomo, che ha il senso della giustizia, tende all'uguaglianza. Anzi. Ha fatto un sacco di cose curiose in nome dell'uguaglianza. Per l'uomo l'uguaglianza è addirittura una malattia. Noi tutti diciamo un bianco è uguale a un negro. Forse il negro è un po' più marroncino... Oddio, non sarò mica razzista, eh? Devo stare attento. Sì, meglio dire che un bianco abbronzato è uguale a un negro. Pallido.
La parola "diverso" non la si può proprio usare. Tranne che per le palline. Fa paura, ripugna il nostro senso di giustizia che ci porta ad altre conclusioni perfettamente logiche. Per esempio: l'uomo è uguale alla donna. Uguale uguale uguale? Uguale. Certo, non si può mica essere razzisti!
La parola "diverso" non la si può proprio usare. Tranne che per le palline. È ideologicamente scorretta ed è encomiabile questo sforzo pazzesco di parlare sempre di uguaglianza, ma talmente encomiabile che perdona a volte una certa trascuratezza del dato biologico. Certo, l'uomo è proprio uguale alla donna. Tranne che per le palline. Basta, basta! Bisogna avere il coraggio di dire che un bianco è diverso da un negro, che un uomo è diverso da una donna, che uno svedese è diverso da un siciliano!-