lunedì 3 febbraio 2014

UNISEX: Dissolvere le Identità di Genere

L’attacco alle identità è una delle priorità del Nuovo Ordine Mondiale che, ricordiamolo, è sinonimo di privazione dei diritti, impoverimento e dissoluzione. Non si vogliono solo dissolvere le identità legate al luogo di origine ed alle tradizioni avite ma anche quelle più intime delle sfere della morale e della sessualità. E’ un processo in corso sin dagli anni sessanta dello scorso secolo e addirittura potremmo scorgerne i prodromi all’indomani della massonica rivoluzione francese.
Le identità vengono annichilite organizzando quell’invasione occulta che prende il nome edulcorato di immigrazione spontanea e che di spontaneo non ha proprio nulla. Si tratta infatti di un progetto deliberato di dissoluzione collettiva delle identità dei popoli (sia migranti che ospiti) verso una grigia indeterminatezza generale. Privare un individuo delle proprie identità equivale a renderlo debole e permeabile di fronte alle pressioni ambientali e psicologiche della globalizzazione forzata di massa. L’esempio dell’eroica resistenza degli abitanti della Val di Susa contro l’inutile TAV Torino Lione, oppure l’indignazione dei cittadini siciliani nei confronti del MUOS, ne sono chiari esempi concreti. Se gli abitanti della Val di Susa non avessero avuto il collante comune di appartenenza ed identità ai loro luoghi natii si sarebbero ribellati lo stesso e con la stessa energia?
La privazione dell’identità sessuale è il tema portante del libro ‘Unisex’. I governi occidentali, alle prese con la crisi finanziaria più preoccupante della storia contemporanea si prodigano in elargizione di diritti alle ‘coppie gay’ che, per altro, diritti non sono ma solo ennesime ‘gabbie’ burocratiche posticce. Com’è mai? Ma è chiaro: è un ordine ricevuto dall’alto, da quei centri di potere sovranazionali illeciti e terroristici che manipolano da sempre il nostro martoriato pianeta.  

 
Dalla prefazione del libro di Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta ‘Unisex’:
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Come e perché le oligarchie mondiali vogliono imporre l’uniformità sessuale.
L’attacco alla sessualità, nei suoi generi maschile e femminile, rappresenta oggi il più sconcertante tentativo di manipolazione dell’essere umano mai tentato nella storia.
Promossa grazie all’imponente contributo economico e politico delle più potenti lobby dell’Occidente, questa vera e propria “mutazione antropologica” viene oggi imposta attraverso i media, la cultura, lo spettacolo e le legislazioni. Spariscono addirittura i termini “padre” e “madre”, specifici della famiglia tradizionale, e vengono sostituiti dai più generici “genitore 1” e “genitore 2”, quasi a indicare che la maternità e la paternità non hanno più nulla a che vedere con il genere sessuale.
Gli autori ricostruiscono le tappe di questo processo senza precedenti: dalle origini dell’Ideologia di Genere all’omosessualismo militante, dal progressivo sdoganamento della pedofilia all’invenzione del “sesso X”; in un percorso che ha, come fine evidente, la creazione di un uomo nuovo “senza identità”.
OMO-PEDO-PORNO sono i prefissi della nuova manipolazione globale?
 «Il Mondialismo agisce preferibilmente sul piano dei “costumi”, delle “mode”, dei “modi di pensare”, attraverso la creazione di un “immaginario globale” che influenzi le scelte delle masse, utilizzando il cinema, le televisioni, il teatro, le riviste e i quotidiani, il web […].
Lo scopo del presente libro, pertanto, è quello di cercare di comprendere perché, al giorno d’oggi, si voglia intervenire e rimodellare l’immagine stessa dell’uomo, per imporre una concezione della sessualità ideologica e avulsa da qualunque retaggio “naturale”: un processo, questo, che, nelle sue forme più estreme, sembra destinato a sfociare nel modello di un “uomo artificiale”, un vero e proprio Transumanesimo».
La grande rivoluzione culturale, che i Poteri Forti stanno oggi promuovendo in tutto il mondo – e specialmente in Occidente – ha un nome: ideologia di genere (o, in inglese, gender). Nell’occhio del mirino, in questo caso, è finita l’identità stessa dell’essere umano nel suo – da sempre riconosciuto come “naturale” – dimorfismo maschile/femminile.
Secondo l’ideologia di genere, tra il maschio e la femmina vi sarebbe un numero indefinito di altri “generi” o “orientamenti sessuali”, che comprenderebbe, tra l’altro, l’omosessualità maschile, il lesbismo, la bisessualità ecc.; generi, che sarebbero “naturali” quanto l’eterosessualità. I sessi, infatti, non sarebbero un’evidenza presente fin dalla nascita – come si è creduto per millenni – ma solo “un modo” con cui la persona percepirebbe se stessa in seguito a condizionamenti genetici o culturali, oppure, secondo altre versioni, per “scelta” compiuta durante il corso della vita. In questo senso, la visione della sessualità diventa “fluida”.
Questa ideologia viene oggi promossa in tutto l’Occidente mediante una gigantesca operazione culturale, che pervade letteralmente “l’aria stessa che respiriamo”: essa ha luogo attraverso la diffusione incessante di modelli culturali, mediatici, artistici, in cui viene riproposta senza requie l’immagine di un essere umano “ibrido” – né uomo, né donna – il concetto stesso di “differenza naturale” tra i sessi viene minimizzato o persino ridicolizzato e il solo presupporre l’esistenza di “sessi differenti” inizia a essere visto come un atteggiamento “discriminatorio”.
Il “braccio militante” di questo processo culturale è rappresentato, in concreto, dalla galassia dei movimenti gay e omosessualisti: questi gruppi un tempo erano assolutamente minoritari, ma negli ultimi anni, potendo contare su un vero e proprio torrente di finanziamenti pubblici e privati e sul sostegno di istituzioni e lobby di altissimo livello, hanno invaso i media e le piazze di tutto il mondo occidentale, imponendo all’opinione pubblica le proprie “istanze”, come quella di potere celebrare “matrimoni” o adottare bambini.
Tutto questo, perché l’ideologia di genere – al pari del suo “braccio militante”, rappresentato dai movimenti gay – al giorno d’oggi sembra essere piuttosto uno “strumento”, una sorta di vero e proprio “cavallo di Troia”, che alcuni Poteri Forti sembrano decisi a utilizzare per dei “fini”, i quali vanno ben al di là delle “rivendicazioni omosessualiste” e mirano, con tutta evidenza, a manipolare la natura stessa dell’uomo, allo scopo di generare un “uomo nuovo”, compatibile con il progetto ormai sempre più avanzato di un Nuovo Ordine Mondiale.
Un tale sostegno finanziario a fondo perduto, pertanto, non può non suscitare la domanda su quali siano le vere ragioni di tutta questa mobilitazione, che avviene peraltro in contemporanea con una sovraesposizione senza precedenti dei maggiori leader politici e delle più rappresentative istituzioni dell’Occidente.


1 commento:

  1. "Le palline", monologo di Giorgio Gaber tratto da "Far finta di essere sani", 1973

    -Una pallina bianca è uguale a una pallina bianca.
    Una pallina bianca è diversa da una pallina nera.
    E nessuna delle due palline si è offesa. Strano. L'uomo, che ha il senso della giustizia, tende all'uguaglianza. Anzi. Ha fatto un sacco di cose curiose in nome dell'uguaglianza. Per l'uomo l'uguaglianza è addirittura una malattia. Noi tutti diciamo un bianco è uguale a un negro. Forse il negro è un po' più marroncino... Oddio, non sarò mica razzista, eh? Devo stare attento. Sì, meglio dire che un bianco abbronzato è uguale a un negro. Pallido.
    La parola "diverso" non la si può proprio usare. Tranne che per le palline. Fa paura, ripugna il nostro senso di giustizia che ci porta ad altre conclusioni perfettamente logiche. Per esempio: l'uomo è uguale alla donna. Uguale uguale uguale? Uguale. Certo, non si può mica essere razzisti!
    La parola "diverso" non la si può proprio usare. Tranne che per le palline. È ideologicamente scorretta ed è encomiabile questo sforzo pazzesco di parlare sempre di uguaglianza, ma talmente encomiabile che perdona a volte una certa trascuratezza del dato biologico. Certo, l'uomo è proprio uguale alla donna. Tranne che per le palline. Basta, basta! Bisogna avere il coraggio di dire che un bianco è diverso da un negro, che un uomo è diverso da una donna, che uno svedese è diverso da un siciliano!-

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