Scoperto progetto europeo per inserire dispositivi di controllo in tutti gli autoveicoli, entro il 2020
Stai
correndo con la tua auto nuova di zecca e, a un certo punto, si spegne
il motore. Guasto? Magari sì, magari è la polizia. Stando a un documento
riservato, proveniente da un alto funzionario della polizia europea,
c’è un progetto relativo a un dispositivo per il controllo remoto dei
motori delle auto. E non si parla di una tecnologia da usare così, alla
bisogna, ma di un vero e proprio standard da infilare su qualsiasi
veicolo, entro il 2020. Il concetto è semplice: spesso e volentieri, la
polizia è costretta a inseguire i criminali a tutta velocità, mettendo a
repentaglio la sicurezza propria e dei passanti. Con una soluzione del
genere, invece, basterebbe premere un pulsante per disattivare, a
distanza, il motore del veicolo inseguito. La tecnologia, per la quale
il tempo di sviluppo è stimato in sei anni, è uno degli elementi
portanti del progetto European Network of Law Enforcement Technologies
(ELNETS), che si promette di migliorare la cooperazione tra i
dipartimenti di polizia europei.
In realtà, il sistema di spegnimento remoto dei motori esiste già da tempo: per esempio, la tecnologia Stolen Vehicle Slowdown, messa a punto da General Motors, è capace di rallentare un veicolo rubato fino a farlo fermare. Applicando lo stesso principio su tutte le auto, e mettendo il controllo nelle mani di apposite centraline in possesso della polizia, il sistema anti-inseguimento è bello che pronto. Ma le perplessità non si contano. La prima, per esempio, è che non sono chiare le condizioni di utilizzo di un dispositivo del genere. Davvero, il fenomeno degli inseguimenti è così diffuso da richiedere un controllo di questo tipo? O si rischiano abusi, un po’ come, pare, avviene con le sirene? La cura, in questo caso, sarebbe peggiore della malattia, perché in molte situazioni lo spegnimento del motore comporta enormi rischi per la sicurezza del conducente e dei veicoli vicini.
E poi, non dimentichiamoci di possibili malfunzionamenti e dei cyber-criminali. Pensiamoci: un dispositivo remoto, per il controllo del motore. Se il controllo passasse nelle mani di malintenzionati, si potrebbero creare situazioni a dir poco pericolose. Pensiamo alla nostra auto che si spegne mentre è in fase di sorpasso, con un tir che sopravviene nella corsia opposta. La stessa Harman, che produce innovative tecnologie per i veicoli, durante il CES 2014 ha sollevato il problema dell’hacking di automobili sempre più connesse. Nel suo caso, la soluzione è di separare le funzioni di intrattenimento da quelle vitali del mezzo, ma è chiaro che la tecnologia di cui abbiamo parlato finora spariglia le carte in tavolo. L’accesso remoto ai componenti vitali, infatti, sarebbe diretto. In attesa di sapere se il progetto sarà realizzato, c’è da chiedersi se questa corsa affannosa rincorsa alla connessione non stia lasciando per strada la sicurezza di chi, invece, dovrebbe beneficiare di queste innovazioni.
In realtà, il sistema di spegnimento remoto dei motori esiste già da tempo: per esempio, la tecnologia Stolen Vehicle Slowdown, messa a punto da General Motors, è capace di rallentare un veicolo rubato fino a farlo fermare. Applicando lo stesso principio su tutte le auto, e mettendo il controllo nelle mani di apposite centraline in possesso della polizia, il sistema anti-inseguimento è bello che pronto. Ma le perplessità non si contano. La prima, per esempio, è che non sono chiare le condizioni di utilizzo di un dispositivo del genere. Davvero, il fenomeno degli inseguimenti è così diffuso da richiedere un controllo di questo tipo? O si rischiano abusi, un po’ come, pare, avviene con le sirene? La cura, in questo caso, sarebbe peggiore della malattia, perché in molte situazioni lo spegnimento del motore comporta enormi rischi per la sicurezza del conducente e dei veicoli vicini.
E poi, non dimentichiamoci di possibili malfunzionamenti e dei cyber-criminali. Pensiamoci: un dispositivo remoto, per il controllo del motore. Se il controllo passasse nelle mani di malintenzionati, si potrebbero creare situazioni a dir poco pericolose. Pensiamo alla nostra auto che si spegne mentre è in fase di sorpasso, con un tir che sopravviene nella corsia opposta. La stessa Harman, che produce innovative tecnologie per i veicoli, durante il CES 2014 ha sollevato il problema dell’hacking di automobili sempre più connesse. Nel suo caso, la soluzione è di separare le funzioni di intrattenimento da quelle vitali del mezzo, ma è chiaro che la tecnologia di cui abbiamo parlato finora spariglia le carte in tavolo. L’accesso remoto ai componenti vitali, infatti, sarebbe diretto. In attesa di sapere se il progetto sarà realizzato, c’è da chiedersi se questa corsa affannosa rincorsa alla connessione non stia lasciando per strada la sicurezza di chi, invece, dovrebbe beneficiare di queste innovazioni.
Riccardo Meggiato
Immagine: ROBYN BECK/AFP/Getty Images
Nessun commento:
Posta un commento